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Nerdopoli - sincronicità e convergenze dal mondo nuovo

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Dalle fanfiction ai GDR, da Shakespeare a Evangelion. Recensione di un libro che disegna un immaginario critico dell'oggi. Nerd di tutto il mondo, unitevi!

Yugen

“Il nerd fa a pezzi il mondo, ma senza distruggerlo. A ogni pezzo riesce a dare un senso, un valore, per poi trovarne la collocazione migliore”. Queste sono le parole che scrive Tito Faraci nella prefazione a Nerdopoli - espressioni di una comunità in evoluzione edito dalla piratesca casa editrice effequ.

Su cosa sia il nerd, da dove provenga questa parola, su quali siano i limiti e i confini nei quali si debba ingabbiare una definizione corretta, c’è moltissima letteratura. Ovvero ne sono pieni i vecchi forum, i thread, per non parlare degli infiniti commenti sui social e all’interno delle discussioni in caustici e respingenti gruppi Facebook - che sono il purgatorio di chi ha letto troppi fumetti. Nerdopoli cerca solamente in parte di dare una risposta alle domande che ci siamo per ora posti indirettamente.

E se il piccolo saggio pop cerca di darsi delle risposte, queste risposte non sono dichiarate come definitive e se le definizione hanno dei confini, questi confini sono labili e in costante mutamento.

 

 

Strani tremori

Mutamento. Evoluzione. Convergenze. Di questo che hanno scritto gli autori dei saggi che compongono i vari tasselli del nerd-puzzle che il saggio cerca di ricomporre. Di mutamento ed evoluzione forse si è già capito che bisogna leggere il testo per comprendere al meglio lo stato dell'arte, mentre di convergenze tra vari ambiti artisti, ambiti che si contaminano costantemente nell'universo nerdico, possiamo parlare brevemente anche qui.

Il libro, una raccolta di brevi saggi, è a cura della scrittrice e curatrice editoriale Eleonora Caruso. La Caruso oltre a contribuire al volume con una storiografia autobiografica sulla nobile e piratesca storia della nascita delle fan fiction, riesce - appunto come curatrice -  a comporre una serie di scritti che vanno dalla storia dei dungeon - che hanno prima fatto da Wunderkammer per ragazzini fantasiosi e poi da manuale per raccontare storie di bravissimi scrittori - alle le serie televisive moderne, passando per gli anime e le fanzine giapponesi pre-queer. In realtà c'è anche un generoso spazio dedicato a una dura critica agli oltranzisti del nerdismo più assoluto, quello che esclude e non include: l'Anti-Nerd, detto anche - con Jung - Gatekeeper.

Ma fortunatamente il mondo dei nerd è popolato di trickster.

 

Per intenderdci, i Gatekeeper sono quelli che urlerebbero “You shall not pass!” a chiunque possa solo voler osare approfondire uno dei lati filosofici di Star Wars senza conoscere il numero di peli generati dal codice genetico di Chewbecca.

E lo ripeterebbero contro chiunque voglia esprimere preferenze su quale sia il miglior showrunner di Doctor Who senza avere almeno un cacciavite sonico sulla mensola. O discutere su quali sia il miglior numero di Dylan Dog senza avere nessun particolare requisito pregresso. Ma meglio lasciar perdere: chi vi scrive potrebbe trasformarsi nei mostri che vorrebbe combattere. “Ma i mostri siamo noi”. Il Tiz non è in effetti l'ultimo arrivato.

 

Dylan Dog in una delle sue famose pose da allegro umorista. Oh! Meraviglia.

A parte questo meraviglioso saggio sul Gatekeeping di Aligi Comandini, è utile segnalare quello sui videogiochi di Arianna Buttarelli, la quale oltre a scrivere dell’arretratezza del settore videoludico in termini di storie offerte all’interno dei giochi, tratta anche di pregiudizi e luoghi comuni sul gaming - no, non stiamo parlando nè di Baricco, né prendendo di mira le posizione di Carlo Calenda - e implicitamente del prossimo futuro. Di quale futuro? Quello gamificato, che apre una serie di questioni tecniche, narrative a anche, perché no, politiche.

Come racconti una storia?

“L’opera più famosa di William Shakespeare è, insomma, una fanfiction. Ha scritto una fanfiction Ludovico Ariosto [...] e ha scritto una fanfiction Virgilio con l’Eneide”. Parola di Eleonora Caruso.

Ritorniamo quindi indietro. Al saggio sulle fanfiction, che forse si presenta come il nucleo centrale della raccolta di scritti contenuta in Nerdopoli. Rifarsi una storia - Genesi (e resistenza) della fanfiction è infatti un’apologia della scrittura condivisa, aperta - e come già detto - piratesca. Un tipo di narrativa che ha nobili origini e progenitori, ma che ha raggiunto la sua realizzazione come fenomeno di massa all’epoca dell’era anarchica di Internet, quando anche l'avere un'identità anonima non veniva vista con sospetto.

 

"Oh, il tuo solito british humor". Cit. Da dove viene?

I ficwriters - come spiega la Caruso - ovvero la ciurma diffusa di persone che a partire da un’opera già esistente, ampliano l’universo narrativo in autonomia - seguono il precetto dello “scriviamo e divertiamoci”. I ficwriters non sono solo E.L James e Anna Todd, ma veri e propri cantori di mondi nuovi, un po’ come quando in antichità una storia orale veniva modificata di bocca in bocca.

La ricostruzione storiografica della fanfiction contenuta in Nerdopoli ci apre un disegno più complesso, un disegno che presenta uno scarto importante, in costante tensione con l’immaginario delle proprietà intellettuali. La fanfiction è probabilmente ciò che contiene tutto l’universo nerdico nel suo senso più ampio: condivide le storie, cercare di farne parte, immedesimarsi nelle storie, rappresentarle e continuare a raccontarle. Alla fine, è questo il nucleo originario: mettersi intorno al fuoco per ascoltare qualcun altro parlare, aspettare il proprio turno e prendere la parola, finché il cerchio non ricomincia di nuovo. Il resto, il lato brutto, è costituito da gatekeepers e action figures in PVC.

In un mondo dominato dalla tecnica e dalla scienza, proviamo a immaginare la parola e il racconto che riaffermano loro potenza. Gli antichi usavano le parole, i miti e la grandi narrazioni  anche come strumento conoscitivo e la fortuna della parola è andata avanti fino al ‘500. Oggi, come strumento conoscitivo, noi usiamo - per fortuna - anche i numeri e gli algoritmi. Ma se provassimo a immaginare un mondo in cui finalmente le due cose riescano ad andare di pari passo? Senza prevaricazione. Per un mondo nuovo.

Parola ai nerd.

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