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Mildred Burke, la wrestler che ha combattuto dentro e fuori il ring per il wrestling femminile

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Mildred Burke è stata una delle prime lottatrici di wrestling femminile ed è riuscita con talento e caparbietà a diventare apprezzatissima negli Usa e fuori

Se oggi pensiamo al wrestling femminile è probabile che la prima cosa che ci venga in mente sia GLOW, la serie di Netflix che racconta lo show di wrestling trasmesso in tv negli anni '80 che si intitolava GLOW: Glorious Women of Wrestling.

Oppure, se siamo appassionati di wrestling, è probabile ci vengano in mente le atlete che calcano i ring della WWE che, in anni recenti, stanno dimostrando quanto le donne possano avere match all'altezza dei loro colleghi maschi sia per l'aspetto atletico che quello di pericolosità.

 Ma se oggi e negli anni '80 vedere donne darsi al wrestling è cosa sempre più normale e consueta, agli inizi del secolo scorso le cose non erano così semplici. Tra tutte le atlete ad avere aperto la strada alle donne wresler, mostrando la realtà a tutti i gatekeeper, un posto negli annali della disciplina è di sicuro per Mildred Burke

Mildred Burke

Nata nel 1915 con il cognome Bliss in Arkansas, Mildred si innamora di un ragazzo come tanti e dopo un paio di anni si innamora di qualcosa di speciale: vede il suo primo incontro di wrestling e, nonostante sia incinta, decide di informarsi su cosa fare per poter diventare una lottatrice.

Per stare sul ring bisogna essere forti, bisogna menare le mani e farsi menare, è necessario mostrarsi aggressive con l'avversaria e quando serve anche con il pubblico. Inoltre la vita dei wrestler è una vita girovaga: molti wrestler lavorano nei circhi e combattono contro gli spettatori che credono di essere in grado di batterli, mentre altri wrestler fanno parte di organizzazioni che girano gli USA da una città all'altra per fare match in arene più o mene grandi. Si viaggia quasi sempre in auto, molto spesso di notte, in compagnia di altri wrestler oppure soli, con tutti i rischi che questo comporta.

È una strada tutta in salita perché l'idea di essere una wrestler è antitetica all'idea di donna dell'epoca.

Mildred però è troppo attratta dalla forza, dalla presenza scenica e dalle possibilità di guadagno dei wrestler e non demorde. Un paio di anni dopo aver visto il primo match è madre di un bambino, è single, si alterna tra un lavoro di stenografa e quello di cameriera aiutata da sua madre. Decide di tentare sul serio la strada della lotta e trova una scuola di wrestling, tenuta da un certo Billy Wolfe che è anche un manager di wrestler femminili e un booker di incontri, ovvero lo sceneggiatore che inventa personaggi e storie degli incontri.

 Mildred, da sempre una ragazza molto attiva e dal fisico piuttosto magro ma atletico e per gli standard dell'epoca muscoloso, si presenta alla scuola per iscriversi, ma riceve un secco no da Wolfe .

È la risposta standard, quella che serve a capire il carattere di chi si propone: Mildred insiste, e già questo le fa conquistare punti. Wolfe, dopo mille insistenze, acconsente ad allenarla, ma solo se Mildred riesce a battere uno dei suoi istruttori. Lei, che aveva già esperienza di lotta libera scolastica, ci riesce e Wolfe accetta di allenarla e poco tempo dopo le trova lavoro presso un circo che, all'epoca, era uno degli ambienti che proponeva regolarmente match di wrestling, per quanto peculiari.

Lo spettacolo prevedeva infatti un paio di match tra wrestler professionisti per divertire e scaldare il pubblico pagante, ma anche una sfida aperta a tutti: chiunque, di un peso simile a quello del lottatore, fosse riuscito a battere il wrestler avrebbe vinto una somma in denaro. Secondo quanto riportato dalla stessa Mildred lei venne sfidata da oltre 200 uomini, battendoli tutti.

Mildred Burke

Billy Woilfe accompagna Mildred verso il ring, con il suo solito stile.

 Quando Wolfe si rende conto che Mildred non ha solo le capacità fisiche ma soprattutto quelle psicologiche per attizzare la folla, sapersi vendere come atleta vera e rendere interessanti i match, decide di renderla l'attrazione principale del suo roster di lottatrici.  Inoltre tra i due nasce una storia che sfocia presto in un matrimonio, che non sarà però una storia a lieto fine.

Nel giro di pochi anni Mildred, che ora si fa chiamare Burke di cognome, diventa un nome sulla bocca di tutti gli appassionati, e le appassionate, di wrestling ma anche del grande pubblico, tanto da venire considerata da molti tra le star del wrestling più famose di tutti i tempi, uomini inclusi. Politici, uomini dello spettacolo e delle forze dell'ordine adorano farsi fare foto insieme a questa meraviglia della natura così bella e così determinata.

Se la sua predilezione per vestiti costosi fuori e dentro il ring (i suoi costumi di scena erano quasi sempre tempestati di pietre preziose vere) era perfettamente in linea con l'idea di femminilità comune, a staccare Mildred dalla solita idea di donna attraente era il suo fisico che, negli anni, aveva costruito con un rigore quasi marziale nell'allenamento e nell'alimentazione.

Mildred Burke

Nelle numerose foto e negli svariati video che abbiamo ancora oggi è facile notare i suoi bicipiti che amava flettere mettendosi in posa, le spalle larghe e la schiena forte, le gambe capaci di alzare donne e uomini più pesanti di lei.

Tutti segni di un'atleta disciplinata che non aveva alcun problema a mostrare alle sue avversarie, e a molti uomini, in che modo forza e femminilità possano andare a braccetto. Proprio il suo fisico, i suoi muscoli e la forza che dimostrava nei combattimenti le permisero di silenziare moltissimi critici che vedevano nel wrestling femminile solo uno spettacolo ai limiti del pornografico, a causa dei costumi succinti usati dalle atlete, che resero per diversi anni il wrestling femminile uno spettacolo bandito da diverse città e stati americani perché rischiava di eccitare troppo il casto pubblico.

 Il successo di Mildred fu così grande che a quanto pare sue foto vennero appese nei distretti di polizia di New York come esempio da seguire per tutti gli agenti fuori forma, e a New York il wrestling femminile era bandito (il ban verrà tolto solo nel 1972). 

Il successo di Mildred è però tutt'altro che semplice.

In un mondo in cui i protagonisti sono quasi sempre uomini che seguono copioni ideati da uomini per un pubblico prevalentemente maschile, Mildred trova regolarmente ostacoli e freni al suo desiderio di diventare la migliore wrestler di sempre e a farlo guadagnando quanti più soldi possibile.

Un desiderio di guadagnare sia per poter avere una sicurezza economica personale e per suo figlio, sia per poter mettere in mostra il frutto del suo lavoro e della sua intraprendenza. Ma anche per poter avere quella indipendenza dagli uomini necessaria a determinare la propria esistenza senza bastoni tra le ruote.

Per rimanere il più possibile libera decise quindi di divorziare da Wolfe dopo anni di maltrattamenti, minacce e soprattutto tradimenti regolari. Wolfe non faceva infatti mistero con nessuno del suo andare a letto con le proprie lottatrici, a volte per il puro piacere di avere un harem di bellissime donne al suo servizio e potersene vantare con gli amici, a volte come metodo per poter donare favori alle atlete.

E il favore più seguito era quello di essere coronata campionessa e ricevere la cintura da difendere contro altre wrestler magari più meritevoli. Dopo il divorzio da Wolfe, Mildred decise di diventare la promoter e booker di se stessa,viaggiando insieme al figlio in lungo e in largo per gli USA (quasi sempre armata) e intessendo una fitta rete di contatti tra promoter, promozioni e wrestler uomini, ma soprattutto donne.

Per questo creò la World Women Wrestling Association.

In questo periodo riuscì quindi a mantenere un buon profilo ma trovando sempre e comunque la strada sbarrata in maniera diretta e indiretta da Wolfe, grazie al peso che questo godeva nel direttivo della National Wrestling Association, il consorzio di promozioni di wrestling che gestiva e coordinava in quel periodo tutti o quasi gli spettacoli di wrestling degli USA.

Il problema più grande era anche quello più evidente: non era permesso alle donne sedere nel direttivo della NWA e nemmeno essere presenti durante le assemblee in cui si decidevano i destini delle varie organizzazioni. E tra i membri c'era proprio Wolfe, che in sostanza riuscì per alcuni anni a mettere Mildred all'angolo rendendole quasi impossibile organizzare match negli USA.

Gli infortuni sono la norma nel wrestling

Nel 1954 le strade dei due si incrociano di nuovo sul ring.

A detenere la cintura di campionessa della NWA in quell'anno era June Byers, preferita di Wolfe sia sul ring che nella vita privata, a cui serviva però una vittoria importante contro un'atleta che godesse di grande rispetto presso il pubblico per poter legittimare il proprio regno di campionessa. Secondo Wolfe quella donna poteva essere soltanto Mildred e, sfruttando la necessità di Burke di continuare a lavorare, la convinse a combattere un match a Baltimora con la stipulazione due-su-tre: una serie di tre match consecutivi che incorona vincitrice chi ne vince due. Mildred accetta, nonostante la scarsa fiducia nei confronti di Wolfe e nonostante diversi infortuni non la trovino al top della forma.

Il primo incontro viene vinto da Byers. Secondo Mildred fu lei stessa a farsi battere, per poter rimontare nel secondo match e finire con la vittoria del terzo, determinante e per questo più avvincente per il pubblico.  Ma durante il secondo match le cose cambiarono e il pubblico assistette a un match non predeterminato: le due donne smisero la finzione dello spettacolo e cercarono di dimostrare quale delle due fosse davvero la miglior lottatrice, per mostrare a se stesse ma soprattutto all'altra e a Wolfe e a tutto il pubblico chi meritava sul serio la cintura.  Il terzo match durò più di un'ora ma venne interrotto all'improvviso da un arbitro che dichiarò l'incontro un nulla di fatto.

Mildred infuriata lasciò l'arena convinta che il match fosse saltato ma l'arbitro decretò vincitrice e quindi nuova campionessa Byers, che mantenne il titolo per i successivi 10 anni. Per Mildred fu l'ennesimo duro colpo da cui però riuscì a rialzarsi, contando sulle proprie forze.

Mildred decise di abbandonare di nuovo la NWA e di concentrarsi sulla sua federazione femminile che dopo un periodo difficile ebbe un buon successo negli USA, in Messico, in Europa e arrivò anche in Giappone dove venne accolta con tutti gli onori del caso, andando a dimostrare al pubblico giapponese quanto le atlete femminili potessero creare match avvincenti e duri.

Pur non raggiungendo più le vette toccate negli anni '40, Mildred continuò a lavorare nel wrestling, ampliando la WWWA nella World Wide Women Wrestling Association e creando una scuola dedicata al wrestling femminile di cui si occupò fino alla propria morte nel 1989.

  Lungo la sua carriera di performer sul ring prima e dietro le quinte dopo, Mildred ha creato opportunità su opportunità sia per le sue avversarie che per le sue alleate, dimostrando grazie al successo dei suoi match quanto il wrestling femminile abbia un pubblico di appassionati disposto a pagare il biglietto per assistere ai match. 

Grazie al suo fisico ha dimostrato quanto una donna possa essere attraente e femminile anche con muscoli evidenti, anticipando per certi versi il successo del bodybuilding di un paio di decadi, e aprendo la via ad atlete muscolose. Sono decine le wrestler che negli anni hanno riconosciuto quanto Mildred, che si appassionò quasi per caso al wrestling, sia stata determinante nel fare da apripista per il wrestling femminile, miscelando in maniera esplosiva forza e femminilità.

Il successo di una serie come GLOW o il rinascimento del wrestling femminile degli ultimi anni è l'ennesima dimostrazione del desiderio del pubblico di poter tifare per atlete femminili sui ring, narrativi o meno che siano.

Questo articolo fa parte della Core Story di ottobre, dedicata ad Ada Lovelace e a tutto il mondo sommerso del nerdismo al femminile.

 

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