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Rivedere Chi ha incastrato Roger Rabbit come esperienza weird

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Chi ha incastrato Roger Rabbit rivisto in età adulta si presenta come un'esperienza weird, rivelando i suoi livelli nascosti.

È strano tornare dopo tanto tempo su un’opera che si conosce bene perché ha fatto parte di altre fasi della tua vita, magari dell’infanzia. C’è un senso di familiarità, ma al tempo stesso la tua mente si muove su nuovi livelli e interpretazioni. Ci puoi trovare aspetti nuovi e imprevisti, scorgere angolazioni che prima erano invisibili, anche se gli elementi erano lì fin dall’inizio. Chi ha incastrato Roger Rabbit di Robert Zemeckis (1988) è un film che ho visto così tante volte, eppure riguardarlo oggi si è rivelata un’esperienza weird.

Perché è il film stesso a esserlo. O forse new weird, una particolare nicchia tra fantascienza, fantasy e orrore che non è nessuna delle due cose ma le è entrambe. Quella degli scrittori China Miéville e Jeff VanderMeer. Fluidità e confusione si addicono alla materia. Io l’ho assorbito nel corso di anni di frequentazioni letterarie e audiovisive. Una volta che lo identifichi, comincia ad apparire anche nei posti meno scontati.

Chi ha incastrato Roger Rabbit weird

Come sottolinea Francesco Corigliano nel suo saggio La letteratura weird, la categoria è difficile da definire. Il termine è solo parzialmente traducibile come “strano”, fondandosi su un senso di ambiguità e indeterminatezza. Secondo Mark Fisher in The Weird and the Eerie, il weird è riconducibile alla stranezza, a qualcosa al di là della percezione e dell’esperienza comuni. È vicino al concetto freudiano di unheimlich (perturbante), nel senso di non familiare, estraneo. Esso riguarda lo strano all’interno del familiare, lo stranamente familiare, e già questo si avvicina alla sensazione che ho provato riguardando un film della mia infanzia a quarant’anni.

Per Fisher, il weird consente di osservare l’interno da una prospettiva esterna. È ciò che è fuori posto. Allo stesso modo, mi sono trovatə a osservare da dove sono oggi la mia versione infante che andava 3 volte al cinema per rivederlo; ho rivissuto le stesse emozioni, senza poterle però collocare davvero nella casella di allora. Il significato del film non è lo stesso, eppure lo è. Mi si ripresenta con un nuovo volto, che era impossibile scorgere a 8 anni ma anche negli innumerevoli rewatch successivi.

Chi ha incastrato Roger Rabbit weird

Il weird è un’intersezione di temi e idee che esplorano e sovvertono le leggi della natura. La weirdness di Chi ha incastrato Roger Rabbit è a metà tra fantasy e fantascienza. Siamo in un universo con delle leggi speciali: la fisica dei cartoni animati si mescola a quella del nostro mondo, ma le due stanno insieme in maniera giustamente improbabile. Ha senso e non ha senso al tempo stesso, come nella migliore tradizione (new) weird: ti spinge a immaginare l'inimmaginabile.

In Roger Rabbit, l'umano interagisce con il cartone come se i toon fossero una specie aliena in una storia sci-fi. C'è una convivenza rispettosa che però non è esente da problemi. Gli umani sembrano avere imparato a gestire il riflesso che la fisica dei cartoni ha sull'ambiente circostante, tant'è che la naturalezza con cui le persone si comportano vicino ai toon rende il weird delle situazioni ancora più accentuato, invece di smorzarlo.

Chi ha incastrato Roger Rabbit weird

Secondo Fisher, un oggetto weird è così inusuale da darci la sensazione che non dovrebbe esistere, o che non dovrebbe essere qui. Ma se l’oggetto invece è davvero qui, allora sono le categorie che abbiamo utilizzato finora a non essere valide. I personaggi umani di Roger Rabbit sembrano avere superato un conflitto mentale di questo tipo, arrivando a riprogrammarsi fino all’accettazione di una nuova logica che possa inglobare l’improbabilità dei toon. Questi umani non sono nemmeno più nel weird, quindi, perché hanno normalizzato l’operazione; ma per noi che li guardiamo questa insensatezza è invece più vivida che mai.

L’aspetto più prettamente fantascientifico della convivenza con i cartoni mi ha rimandato invece alle interazioni tra umani e alieni nella trilogia della Xenogenesi di Octavia Butler, ma esistono una moltitudine di altri esempi. Nella Xenogenesi, com’è chiaro fin dal titolo, il trope più specifico sfocia in quello della romance interspecie e della riproduzione che modifica l’umano. Sebbene ci sia un legame con le figure della fantascienza, in Roger Rabbit però è presente una connessione tra mondi simile a quella che Fisher riconduce al weird in contrasto col fantasy: il weird infatti apre un passaggio tra questo mondo verso altri. Proprio come il tunnel che collega Cartoonia (Toontown nell’originale) alla Los Angeles anni ’40 versione live action.

Chi ha incastrato Roger Rabbit weird

L’ambientazione losangelina è particolarmente importante nel film. Anche col suo portato weird, la storia di Roger Rabbit è classicamente hard boiled, ma questo impianto è calato con ironia drammatica in un contesto assurdo. Abbiamo il detective privato Eddie Valiant, convenzionalmente traumatizzato e alla deriva; ma il suo trauma è al tempo stesso tragico ed esilarante, perfetto frutto dell'incontro tra la logica del cartoni e quella degli umani: suo fratello è stato ucciso da un toon che gli ha lanciato un pianoforte in testa.

L'hard boiled di Chi ha incastrato Roger Rabbit è eseguito in modo serissimo, nonostante le situazioni siano sempre ridicole. L'intreccio è un incastro perfetto, nessuna informazione è di troppo. Tutto ciò che vediamo ha più funzioni ed è lì al servizio della storia. Alla fine, il mosaico si ricompone senza lasciare pezzi in giro. Il protagonista è Eddie Valiant e non Roger Rabbit, che è in scena solo per la metà del minutaggio complessivo. L'arco di Eddie è quello di un alcolista che deve intraprendere un percorso di riabilitazione, un elemento strano in un film in larga parte destinato all'infanzia. Come nella migliore animazione per tutti, l'opera ha più livelli di significato che la rendono fruibile sia dagli adulti, sia dai bambini.

Chi ha incastrato Roger Rabbit weird

Sebbene non superi il Bechdel Test e non faccia molto per i personaggi femminili, il film opera una revisione della femme fatale con Jessica Rabbit. Il senso del personaggio è davvero in quel "mi disegnano così": nonostante il ruolo che l'hard boiled le ha destinato (l'intrigante, la traditrice), Jessica è in realtà lealissima, tant'è che per lei e Roger c'è un lieto fine fuori schema, di certo più in linea col mondo dei cartoni.

Arrivati i titoli di coda di Chi ha incastrato Roger Rabbit, la sensazione è quella di aver rivissuto un’esperienza familiare, eppure di averne avuta una completamente nuova.

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