Il Cristianesimo è Star Wars senza spade laser
Ci sono i miracoli, le regole assurde, il celibato, le tentazioni, i santi, i testi apocrifi e l'immacolata concezione. Più ci pensi e meno il paragone tra Star Wars e il cristianesimo ti sembra assurdo
Qualche giorno fa stavo discutendo amabilmente su internet di Star Wars, per capire se un determinato evento inserito in un fumetto ne faceva effettivamente parte o rientrava nel cosiddetto “expanded universe” che Disney ha recentemente archiviato, anzi no, trasformato in “leggende” da cui attingere in caso di bisogno.
Ad un certo punto della conversazione mi sono fermato e ho realizzato qualcosa che potrebbe sembrare banale a un osservatore esterno, ma che per un trentenne in attesa de Il Risveglio della Forza ha la stessa dirompente potenza di un’epifania joyciana: stavo dibattendo, in modo anche abbastanza acceso, su una cosa forse successa in un universo di fantasia, basandomi sulla dottrina impartita da chi quell’universo lo gestisce sia nell’aspetto economico che comunicativo.
In poche parole stavo avendo il mio personalissimo Consiglio di Nicea su Star Wars.
Semplificando molto, le religioni funzionano attraverso tre canali principali: parole, riti e iconografia. Se ad esempio prendiamo il cristianesimo abbiamo il Vangelo, la Messa e la croce, elementi che vengono ripetuti e condivisi da migliaia di anni per creare un’identità e che permettono alle persone di sentirsi parte di qualcosa ma anche di mostrare a tutti il proprio credo e la fede di appartenenza.
Ma i tempi sono cambiati e al giorno d’oggi probabilmente è molto più facile trovare qualcuno che indossi una maglietta di Guerre Stellari che un crocifisso, o che citi un passo del Signore degli Anelli piuttosto che una scrittura del Vecchio Testamento. Il fatto che certe passioni una volta considerate “nerd” siano adesso non solo (quasi) socialmente accettate, ma condivise e ostentate con orgoglio ne ha aumentato esponenzialmente la diffusione e le ha trasformate da culti segreti a religioni globali.
Insomma, da alcuni punti di vista è un po’ come se avessero affrontato lo stesso percorso del Cristianesimo: inizialmente sono state osteggiate, i suoi adepti sono stati perseguitati (ok certamente una presa in giro a scuola non è come la lapidazione), ma una volta uscito dalle catacombe il culto si è diffuso a macchia d’olio.
Uso il termine “culto” senza alcuna enfasi né presa in giro, perché esattamente di questo parliamo. Le grandi saghe della cultura popolare moderna hanno assunto col tempo le connotazioni e la forza di un vero e proprio credo religioso, tanto da essere, in alcuni casi, persino riconosciuti dallo Stato. Con Guerre Stellari questo è stato particolarmente facile, visto che i Cavalieri Jedi sono un ordine religioso fondamentalmente monoteista, basato sulla Forza, un’entità astratta che governa l’universo e garantisce a qualcuno poteri speciali.
Nel 2011 in un censimento svolto in Inghilterra e Galles, 176.632 persone hanno scritto “Jedi” sotto la voce “Religion”. Ovviamente nella maggior parte dei casi si trattava di uno scherzo, un po’ come inserire “Dothraki” tra le proprie conoscenze linguistiche, ma sotto sotto c’è un fondo di verità. Del resto la continua ripetizione di frasi, gesti e riti (ovvero film) ha portato molte persone a ritenere che, forse, vivere secondo i dettami di Obi Wane Yoda non è così sbagliato.
Il “Jedismo” è infatti un credo con adepti in tutto il mondo che cercano di applicare i principi dei cavalieri jedi alla loro vita, mescolando nozioni di buddismo, taoismo, cattolicesimo e bushido. Nel Regno Unito c’è persino il Temple Of The Jedi Order, la prima chiesa ufficiale del Jedismo che, pur ispirandosi ai personaggi di Lucas, se ne distacca in parte per trasformarsi in una vera e propria filosofia di vita fatta di pace, serenità, conoscenza, armonia e, ovviamente, Forza.
A molti potrà sembrare bizzarro, magari anche ridicolo, fondamentalmente parliamo di persone che basano la propria vita su un’opera di fantasia. Ma in fondo ciò che cercano sono solo principi in base ai quali impostare la propria vita, quello che vogliono è una comunità in cui sentirsi integrati e da cui ricevere appoggio nei momenti difficoltà.
E non è forse proprio questo il senso di ogni religione?
Pubblicato originariamente su Wired, facendo incazzare un sacco di gente.