Zappa e Spada - Spaghetti Fantasy, un estratto da "Vendetta"
Zappa e Spada - Spaghetti Fantasy è una raccolta di racconti fantasy diversi dal solito, qua trovate un brano tratto dal mio contributo.
Un volume di racconti fantasy diverso dal solito in cui l'epica lascia il campo a furfanti, villani e altra gentaglia
Qualche mese fa sono stato contattato per partecipare a Zappa e Spada - Spaghetti Fantasy una raccolta di racconti fantasy a cui contribuiscono scrittori come Giovanni de Feo, Diego Cajelli, il collettivo Nerdheim, Jari Lanzoni, Davide Mana, Federica Leonardi, Mala Spina, Alessandro Vincenzi e F.T. Hoffman. Tutta gente che alla narrativa da del tu come se fossero vecchi amici con appuntamento fisso al bar i venerdì sera.
Zappa e Spada è una raccolta di racconti fantasy che stanno a metà fra Brancaleone e The Witcher, un genere basso e sporco in cui non ci sono dame e cavalieri ma ladruncoli, fanfaroni e cortigiane. Dove i draghi lasciano spazio a mostriciattoli di fiume e vecchie megere. Qua trovate la copertina, che secondo me è bellissima.
Per quanto mi riguarda è stata un'esperienza tosta e interessante, mi ha ricordato quanto sia duro scrivere un racconto avvincente, che non piaccia solo a me, cercando di rispettare i canoni di un genere. Essendo abituato a scrivere praticamente tutto il giorno ma quasi sempre con taglio giornalistico e senza mai inventare una storia di sana pianta, è stato un po' come tornare in palestra dopo anni di sedentarietà. Ho ancora i dolori alle sinapsi.
Questo è un estratto del mio racconto, Vendetta, spero vi piaccia. Di sicuro le altre storie che ho avuto modo di leggere sono davvero notevoli.
Sangue. Molto sangue. Gli piaceva il sangue.
Non era una questione di gusto, o di colore. Semplicemente era il segno che stava facendo bene il suo lavoro.
Rotazione verso destra, colpo alla giugulare, torsione del braccio dietro la schiena e parata del colpo alle spalle...
Non c’era possibilità di sbagliare. Non lo colpivano quasi mai, al massimo di striscio. E comunque era così pieno di erbe da guerra che non avrebbe sentito i colpi prima di due ore.
Cambio di guardia alla mano sinistra, affondo sulla gamba destra del nemico e poi subito su con un montante per aprire il ventre, poi passo di lato per mettersi spalle alla colonna.
E anche se stava masticando la Grigia – una corteccia imbevuta di droghe che acuivano i sensi, non sentiva la cacofonia di urla e pianti, imprecazioni e richieste di aiuto, e budella che toccavano terra. Quando si concentrava i suoni sparivano, restava solo la vista. Ragionava due mosse avanti, come i maestri del gioco del Re o di quello della Dama, solo che al posto di mangiare pedoni tagliava pelle, tendini, arterie.
Parata alta, trafiggi, spingilo contro quello dietro per sbilanciarlo, sfrutta il movimento per perforare il cuore, attento a non incastrare la lama tra le costole...
Ciò che molti sottovalutano in un combattimento all’arma bianca contro molti avversari è lo strato di sangue che si forma per terra, una sorta di patina scivolosa che punisce i
frettolosi. La maggior parte delle persone che aveva ucciso oggi era semplicemente caduta contro la sua lama in un eccesso
di foga.
Un passo indietro per mandare a vuoto il colpo, uno di lato per arrivare sul fianco, un colpo di taglio sull’addome, vai alle spalle del nemico, finiscilo con giravolta e colpo al collo.
Un ultimo urlo, poi la calma, un silenzio interrotto solo dal gocciolare del sangue e dai rantoli dell’ultimo cultista che moriva. Non percependo più minacce, permise alla sua mente di uscire momentaneamente dall’estasi del combattimento e dal delirio delle droghe per assaporare il momento.
Dopo quindici anni di attesa se lo poteva concedere.