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Come gli X-men nessuno mai.

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La morte di Stan Lee fornisce lo spunto per rileggere alcune grandi storie Marvel. Da qui a un'analisi sull'importanza degli X-men il passo è breve.

Il 12 novembre è morto Stan Lee: un uomo che è stato definito in mille modi diversi e che ha avuto sicuramente il grande merito di aver creato universi sterminati in cui far viaggiare orde di lettori appassionati.

La casa delle idee, la Marvel, è riuscita da sola a fare la storia del fumetto mondiale, modificare l’approccio al genere supereroistico al cinema e far conoscere i propri personaggi alla metà degli abitanti della Terra (o della Terra 616, parlandone in termini marvelliani). E scusate se è poco.

Per questo motivo, la scomparsa del suo fondatore è stato un piccolo terremoto, perlomeno nella mia filter bubble. In casi come questi, ognuno reagisce in maniera diversa: c’è chi condivide citazioni o video sui social, chi si diverte a tirare fuori aneddoti semisconosciuti sulla figura in questione e, ancora, chi si lancia in maratone di quanto è stato creato dal mai compianto abbastanza.

Io faccio parte di quest’ultima categoria e la scomparsa di Stan – il sorridente – Lee mi ha fatto riprendere in mano una serie di albi della mia libreria che non toccavo da diverso tempo. Non solo: mi sono ritrovato a leggere in sequenza una serie di volumi usciti in epoche diverse, riscoprendo stili, narratori e temi.

La maratona si è conclusa (per ora!) con una pacata riflessione sugli X-men, da cui il titolo di questo articolo. Mi spiego meglio: la varietà delle situazioni narrate nelle varie run degli X-men, il differente approccio di ogni sceneggiatore, disegnatore, colorista e letterista, l’enorme mole di temi contenuti nelle loro pagine e le costanti incursioni nei generi ne fanno in pratica una piccola summa della letteratura contemporanea.

X-men 1

Non sto esagerando, o perlomeno non troppo. Ma andiamo per gradi.

Gli X-men arrivano in edicola nel 1963, partoriti dalle menti e dal genio di Stan Lee e Jack Kirby: come accadeva spesso, l’ispirazione per quel gruppo di ragazze e ragazzi fuori dal comune veniva da alcuni personaggi della casa editrice concorrente, la DC Comics. Diatribe paralegali a parte, i mutanti della Marvel mostrarono fin da subito il loro potenziale, adattando le loro storie alla Storia contemporanea e tirando fuori temi sempre attuali e di grande impatto. Questo, tra gli altri, è uno dei segreti del successo delle testate legate ai ragazzi di Charles Xavier.

I componenti del gruppo sono andati allargandosi nel corso dei decenni, arrivando a comprendere alcuni personaggi che definire assurdi è poco o alcune mutazioni sorprendentemente bizzarre. I primi membri – per dovere di cronaca vanno citati – sono: Scott Summers/Ciclope, Jean Grey/Marvel Girl, Hank the beast McCoy, Angelo/Warren Worthington III e Bobby Drake/Uomo ghiaccio. La liquidità di questa squadra e la possibilità di far entrare e uscire membri a piacimento, ha dato modo agli sceneggiatori di dare sfogo alla loro fantasia nei modi più disparati, in termini di evoluzione dei rapporti di forza e d’affetto tra i mutanti e di incursione nei generi più diversi.

Lo stesso Professor X, primo direttore della Scuola per giovani dotati e faro dell’integrazione tra mutanti e homo sapiens, rivelerà più volte alcuni lati oscuri, scioccando i lettori che ne avevano fatto un modello da imitare e devastando gli equilibri della squadra da lui tanto faticosamente messa in piedi e dell’intera comunità mutante.

X-men Fenice Nera

Per quale motivo, però, le saghe degli X-men sono l’ultima cosa che potrete leggere nel corso della vostra vita?

Perché qualsiasi sia il vostro genere letterario preferito, nove volte su dieci potrete ritrovarlo tra le pagine di queste meravigliose storie.

Ricordate quando, tra le scuole medie e il liceo, vi facevano leggere le grandi storie dell’epica tradizionale? Quando le divinità decidevano le sorti delle battaglie, in base ai capricci del momento? La saga della Fenice Nera non è molto distante da questi temi. Chris Claremont e John Byrne confezionano una storia di proporzioni cosmiche, in cui un potere grande quanto una divinità (forse di più), si incarna in una ragazza, rendendola un pericolo per sé stessa e per gli altri. Come se non bastasse, gli uomini, con le loro bassezze, faranno di tutto per manipolare Jean Grey/Fenice Nera e usarla per i propri piccoli scopi.

Che è un po’ come voler imbrigliare l’acqua, puoi provarci e credere di averlo fatto ma a un certo punto la natura prende il sopravvento e ti ricorda chi comanda e in che termini.

Se l’epica vi sembra troppo pedante e preferite una lettura più leggera, gli X-men sono comunque quello che fa per voi.
Siete in vena di leggere una storia d’amore tormentata e piena di colpi di scena? Avete nostalgia di quelle belle telenovelas con Grecia Colmenares? Mettete un gruppo di adolescenti (ormai adulti in alcune run) in uno spazio ristretto, dategli le insicurezze che solo l’emarginazione e il dubbio possono far crescere, fornitegli un bell’aspetto e avrete un mix stupendo.
I componenti degli X-men – perlomeno alcuni di loro – si prendono e si lasciano sullo sfondo delle loro avventure in un turbinio di tradimenti e colpi di scena da far invidia a Beautiful.

La cosa più bella? Chiedersi se i tradimenti che avvengono tramite trasmissione telepatica valgono o meno.

Proprio la presenza dei poteri mutanti in ogni forma e dimensione ha dato modo a Lee, Kirby e soci di raccontare in maniera metaforica il dolore dell’emarginazione (che in realtà è presente in ogni storia, essendo un argomento strettamente connaturato al supergruppo di Xavier). Da questo punto di vista, non è possibile scegliere, quindi, una sola storia o un singolo sceneggiatore più rappresentativo degli altri. L'aspetto interessante, secondo me, è rappresentato dagli studi nati sulla politica e il razzismo nelle storie degli X-men, da cui sono nati fior di studi e decine di tesi di laurea. Trovo estremamente affascinante che un'opera di finzione nata anche per rappresentare metaforicamente l'oppressione del diverso diventi fonte di studi sociologici, psicologici e antropologici per descrivere i fenomeni del razzismo e le sue conseguenze sulle minoranze oppresse. Un meme a tema Inception da far esplodere la testa.

X-men Magneto

Se siete interessati a come la religione modifichi il pensiero e influenzi le azioni dell’uomo, Dio ama, l’uomo uccide è la storia che fa per voi.
Chris Claremont e Brent Anderson, nel 2003, fanno uscire questa storia che affronta temi così grandi da poter esser contenuti solo nel cuore degli uomini: la religione, IL tema su cui sono stati fondati e distrutti imperi e che è stata alla base di più guerre di ogni alta motivazione, entra prepotentemente anche nel fumetto supereroistico.
E lo fa nel migliore dei modi, dando voce a chi nella religione trova un rifugio, una consolazione e uno scopo (Nightcrawler, ad esempio) e anche a chi, invece, la usa per manipolare gli altri e per indicare nel diverso da sé un nemico – vedi Stryker e la crociata dei Purificatori.

Continuando sull’onda dei grandi temi, non posso lasciare indietro la Storia, quella che ci ha portato qui, oggi, quella che leggiamo e rileggiamo in base al momento politico e alle nostre convinzioni.
Nel corso del tempo, si è reso sempre più necessario approfondire le motivazioni che erano alla base delle azioni dei personaggi dei fumetti: il gusto dei lettori si è affinato e le pretese si facevano – giustamente – sempre più alte. Per questo, Greg Pak e Carmine Di Giandomenico, si documentano sulle vittime dell’Olocausto e riprendono le origini del grande antagonista degli X-men, Magneto, per renderle definitive.
Il risultato è un ottimo volume, Testamento, in cui seguiamo la storia di Erik Lehnsherr – il futuro signore del magnetismo – che viene catturato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e spedito in un campo di concentramento come ebreo. Quello che Eric vivrà nei giorni di prigionia sarà la base su cui fonderà il suo credo, l’impossibilità della convivenza pacifica tra i sapiens e i superior (i mutanti) e che lo porterà, infine, a scontrarsi con l’amico di sempre, Charles Xavier.

Il successo di questo supergruppo è dato anche dalle dinamiche interne al gruppo stesso: come già sottolineato, l'evoluzione dei membri della squadra e il il mutare dei rapporti di forza, impatta fortemente sugli equilibri degli stessi personaggi. Amori che nascono, amori che muoiono, ma non solo. I grandi romanzi di formazione impallidirebbero di fronte ad alcuni dei temi degli X-men: accettazione di sè (dalla mutazione al proprio orientamento sessuale), tolleranza, inclusione e i loro opposti, inevitabilmente. La storia di Piotr "Peter" Nikolaievitch Rasputin - aka Colosso - è emblematica: nella serie Ultimate, il potente uomo d'acciaio, dopo i primi numeri in cui viene accennato il suo tormento interiore, fa coming out dichiarando la propria omosessualità.
Una svolta del genere non viene vissuta in maniera lineare, ovviamente: se da un lato la maggior parte degli X-men accetta la cosa senza alcun problema, dall'altro Nightcrawler, grande amico di Piotr, se ne allontana perché non riesce a far conciliare la sua fede con la natura dell'amico. Contraddizioni che lacerano gli animi, le amicizie e rendono una storia veramente potente.

Se cominciate a spaventarvi per la mole di materiale a disposizione, non abbiate paura, gli X-men vengono in vostro soccorso anche in questo caso.
La maggior parte delle storie dei mutanti, infatti, sono strettamente interconnesse tra di loro e un lettore saltuario potrebbe scoraggiarsi di fronte a un numero così alto di personaggi da far invidia ai grandi scrittori sudamericani e alle loro saghe familiari.
Lo stesso ragionamento che avranno fatto alla Marvel quando hanno affidato a Joss Whedon (vi dice qualcosa questo nome?) il compito di riportare in casa i lettori orfani di Morrison. Il volume Inarrestabili, disegnato da John Cassaday, offre al lettore un ottimo punto di partenza, con personaggi storici delle saghe degli X-men inseriti in un contesto canonico e avvincente. Da leggere così come vedreste un film d’azione di qualità, senza tirare il fiato.

X-men Giorni di un futuro passato

Avrete capito ormai il senso del mio articolo e il motivo della mia soddisfazione man mano che tiravo fuori i volumi dalla libreria e li riaprivo dopo tanto tempo.

Ovviamente, ho dovuto far un’inevitabile selezione, altrimenti avrei dovuto scrivere un trattato.
Ho lasciato fuori i viaggi nel tempo e la distopia di Giorni di un futuro passato, i what if di L’era di Apocalisse, le storie di formazione di Rivolta Mutante, i crossover e tutte le storie in cui gli X-men (non importa in quale formazione) hanno semplicemente provato a sconfiggere la minaccia di turno.

Tutto questo, rinnovando e rileggendo il genere supereroistico a ogni nuova run.

In buona sostanza, se proprio dovete scegliere qualcosa da portare su un’isola deserta o sull’astronave in rotta verso Marte, fate in modo che tra quelle cose ci sia una buona storia degli X-men, perché non ve ne pentirete.

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