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Capire la propria età nell’era di internet

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Ogni società è fatta di riti di passaggio, anche la più avanzata. Andare per la prima volta a un concerto, saltare dallo scoglio più alto, la prima sbronza, la prima cotta, uccidere la tua prima antilope, guidare un’auto, il primo stipendio, resistere alla puntura di centinaia di formiche incazzate nere sono tutte azioni molto diverse ... Capire la propria età nell’era di internet


Ogni società è fatta di riti di passaggio, anche la più avanzata. Andare per la prima volta a un concerto, saltare dallo scoglio più alto, la prima sbronza, la prima cotta, uccidere la tua prima antilope, guidare un’auto, il primo stipendio, resistere alla puntura di centinaia di formiche incazzate nere sono tutte azioni molto diverse tra di loro, ma accomunate da un unico filo conduttore: sono tappe di un percorso di vita, riti che ti identificano come una persona diversa da quella che eri il giorno prima.

Una volta a sedici anni davi del lei agli adulti, a diciotto dovevi già iniziare a vestirti e comportarti in un certo modo, a trenta eri praticamente già l’uomo che saresti stato fino alla pensione. C’erano regole, etichette, classi sociali ben definite, un tempo per tutto, un ruolo per tutto.

Poi qualcosa ha iniziato a sfaldarsi lentamente attorno ai primi anni ’80, all’inizio in modo quasi impercettibile. Il posto fisso, l’auto a rate, il mutuo, la laurea, rappresentavano le tappe di una vita scandita da ritmi precisi, poi pian piano abbiamo perso la certezza del posto fisso, l’auto è stata sostituita dal car sharing e la laurea è diventata qualcosa che è bene prendere, ma senza fretta.

Nel frattempo quei ragazzi finivano per ritrovarsi con meno prospettive e meno possibilità delle generazioni che avevano fatto la guerra e il dopoguerra, una situazione che li ha trasformati non in semplici bamboccioni, ma in persone la cui età viene definita in modo elastico da una cultura dell’intrattenimento che ha saputo valorizzare e recuperare molte delle cose che una volta erano solo per bambini, ma che col tempo sono diventate un culto della nostalgia nato come balsamo per le ferite da futuro incerto.

E intanto alcune forme di espressione maturavano insieme al suo pubblico, diventando qualcosa di diverso, ma rimanendo per certi versi ancorate alle loro definizioni iniziali, come i fumetti e videogiochi.


Nel frattempo è arrivata anche Internet, suprema arma di cazzeggio, che ci ha cullati offrendoci intrattenimento gratuito, un enorme parco di divertimenti dove niente invecchia, tutto viene ricordato e dove puoi passare ore e ore a guardare ciò che amavi da piccolo senza che le tue lancette mentali si muovano di un passo. Una sorta di fumeria d’oppio, un tempio dei lotofagi in cui se ti dicono “gli anni ‘90” pensi ancora che si parli di 10 anni fa.

Insomma, leggi fumetti, indossi magliette dei Goonies, giochi a Pokémon Go, divori serie TV e campi di qualche lavoretto. Ma qual è la tua vera età? Quanti anni ti senti? Quali sono le tue passioni? Quali sono i riti che hai dovuto superare?
 Non ti fai mai queste domande, poi improvvisamente Internet con una mossa in stile Game of Thrones ti pugnala allo stomaco: “oh hai visto? Wannabe delle Spice Girls compie vent’anni”.
 “Ah ti ricordi Bud Spencer? Tuo mito d’infanzia? È morto”.
 “Netflix ha messo tutto Friends online, hai visto quanto sanno di vecchio le prime puntate?”. Oppure certe muse che hanno modellato la tua pubertà le scopri improvvisamente arruolate per recitare nel ruolo della mamma di Spock in Star Trek (Winora Rider) o di zia May nel prossimo Spiderman (Marisa Tomei)


E mentre ancora barcolli dopo lo schiaffo ricevuto pensi solo: “Ma come vent’anni? Ma io mi ricordo dov’ero 20 anni fa… è passato così tanto tempo?” Prima che te ne possa rendere conto lo tsunami dei ricordi e della consapevolezza del tempo si abbatte sulla tua nuca con la forza di mille prese di coscienza.

Stordito, cerchi conforto nei videogiochi, ma sei troppo deconcentrato per fare una buona partita soprattutto se l’utente con cui ti sfidi su PlayStation Network si chiama Jimmy_2002. Ti sei fatto fare il sedere a strisce da un ragazzino, proprio come tu lo facevi a quelli più grandi.
 Solo che ora sei tu quello più grande, non importa quante volte guardi la nuova stagione di Voltron.


Originally published at www.wired.it on July 13, 2016.

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