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Recensione — Ant Man

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Sono quasi convinto che il progetto del film di Ant-Man sia girato negli uffici della Marvel per parecchi anni come una sorta di spauracchio. Secondo me era la versione cinecomic di “Machiavelli”, il polpettone storico irrealizzabile che nella serie Boris viene usato per punire i registi che hanno fatto una cazzata. Dai, non scherziamo, per ... Recensione — Ant Man

Sono quasi convinto che il progetto del film di Ant-Man sia girato negli uffici della Marvel per parecchi anni come una sorta di spauracchio. Secondo me era la versione cinecomic di “Machiavelli”, il polpettone storico irrealizzabile che nella serie Boris viene usato per punire i registi che hanno fatto una cazzata.

Dai, non scherziamo, per quanto Henry Pym nei fumetti faccia parte della schiera degli scienziati in grado di progettare più o meno tutto, alla fine resta comunque uno dei personaggi meno spettacolari e divertenti: è il coglione che ha creato Ultron, questo lo ha reso un tristone roso dal senso di colpa (capita quando l’estinzione umana potrebbe essere colpa tua), che quando non si lamenta picchia la moglie.

Si certo, volendo si rimpicciolisce, ma questo concetto al cinema orma è sputtanato dai film horror vecchio stile e dalle alle commedie tipo “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”, nessuno ti prenderebbe sul serio.

E poi sì ok mitico, comandi le formiche, ma in un mondo in cui ci sono Hulk, Thor, Iron Man e La Visione sei utile come un coltellino svizzero in uno scontro con un T-Rex.

Eppure è evidente che alla Marvel i film in cui non ci crede nessuno gli riescono bene, era già successo con i Guardiani della Galassia e la cosa si è ripetuta con Ant-Man che a conti fatti si è rivelato uno dei film Marvel più divertenti di sempre.

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Merito di ciò è in gran parte da imputarsi alla sceneggiatura basata su Scott Lang, il secondo Ant Man, e alle doti comiche di Paul Rudd (ho avuto modo di vedere il film in lingua originale) che trasuda da ogni poro così tanto sarcasmo e anti-eroismo da giocarsela tranquillamente con lo Star Lord di Chris Pratt.

Quando la situazione si fa troppo seria e sfocia nell’epica del super-eroe, bastano un suo sorriso e una mezza battuta per dare immediatamente alla situazione un tocco molto più realistico e disincantato.

Lang si comporta esattamente come farebbe una persona normale che improvvisamente è in grado di rimpicciolirsi e parlare con gli insetti: cerca di godersela infarcendo tutto d’ironia, per non impazzire.

Altro punto a favore di Ant-Man è il cast. Il problema di molti film di oggi è che tendono ad avere un cast molto omogeneo di persone che parlano, recitano e fanno riferimento tutti a uno stesso modello. Qua invece è la diversità a farla da padrone quanto a voci, età ed etnie. Abbiamo uno splendido Michael Douglas che si prende sulle spalle i momenti di maggiore pathos, ottimo vecchio incazzato che sa menare, una buona Evangeline Lilly nel ruolo della belloccia un po’ acida e un trio di spalle comiche perfette.

Inoltre, senza spoilerare niente a nessuno, il team creativo dev’essersi veramente divertito un sacco nel ricreare una serie di scontri che possono avvenire in più dimensioni, facendo ampio uso dello scenario (anche quando è un trenino), mescolando scazzottate ben coreografate con momenti ad alto tasso di humor. È come vedere due dei migliori comici del mondo che sparano battute mentre si picchiano in un ottagono da MMA, in un continuo passaggio fra la dimensione normale e microscopica.

Il pregio più grande di Ant-Man è probabilmente quello di non sembrare quasi per niente un film della Marvel. C’è la commedia che gioca sulle diverse etnie dei protagonisti, c’è il tema delle rapine superorganizzate, c’è quello della famiglia ma non si avverte quasi mai quell’aria di epicità, di pesantezza e di serietà del canone che ci si aspetterebbero da un film di supereroi.

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Poi oh, chiariamoci, la trama è abbastanza telefonata, il cattivo è un manager corporativo che incredibilmente sa menare e due o tre puttanate le troverete anche qua, soprattutto verso il finale, ma fortunatamente non rovinano lo splendido lavoro svolto fino a poco prima.

È un ottimo film per riprendersi dai fasti e dalle scorpacciate visive di The Avengers e con cui riprendere fiato prima che inizino le parti più drammatiche della fase tre. Mettete da parte il pregiudizio e la serietà e godetevi semplicemente il fatto che un uomo può far saltare dei server usando delle formiche che conducono elettricità.

P.S.

Le scene dopo i titoli sono due.

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