STAI LEGGENDO : Game of Thrones: Westeros prende vita tra le pagine illustrate

Game of Thrones: Westeros prende vita tra le pagine illustrate

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Oltre la serie TV e i libri, l'immaginario di Game of Thrones vive attraverso le numerose illustrazioni di un mare di artisti.

Quando Game of Thrones era ancora lasciato nella nicchia dei conoscitori del solo cartaceo, con il nome ormai mistico de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, l’unico modo per visualizzare le crude vicende di Westeros era quello di far lavorare la propria immaginazione. Non era di certo un arduo compito per gli appassionati dei fantasy che si immergevano nella saga di George R. R. Martin, forti di un background culturale dalle molte trasposizioni visive o illustrate di opere classiche o meno.

L’arrivo della serie TV di HBO ha però indubbiamente mutato il nostro modo di “immaginare” i libri, portandoci in uno scenario molto più esteticamente realistico rispetto alle descrizioni della fonte originale. Calcando sulla crudezza e sul rapporto tra i vari personaggi, le prime stagioni ci hanno condotto in una versione medievale con dei leggeri richiami al fantastico, probabilmente anche per una questione di budget e autorialità da parte dei registi. Con l’avanzare della trama, del successo e degli episodi, il lato sovrannaturale ha indubbiamente preso enormemente piede nella narrazione, creando alcune delle scene più iconiche della serie e dissanguando il budget per la computer grafica.

Se da un lato l’interesse per le Cronache è enormemente risalito, tanto da mandare diverse ristampe nelle librerie, la lavorazione televisiva ha creato l’esigenza di rivalutare l’immaginario del cartaceo e di accompagnare la lettura con elementi che attirino l’occhio. Una sorta di cross-medialità che può avvenire solamente partendo da uno specifico mondo: quello degli artwork.
Nel nostro paese i due volumi principali per quanto riguarda le illustrazioni sono essenzialmente due: “Il Trono di Spade Edizione Illustrata” edito da Mondadori nella collana Oscar Draghi e “Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco: la storia ufficiale di Westeros e del Trono di Spade” appartenente anch’esso alla collana citata. Entrambi vantano numerose illustrazioni a corredo dei testi ma solo l’ultimo dei due ha un approccio nettamente più artistico, affine a quello da artbook di un film/videogioco, focalizzandosi maggiormente sui disegni rispetto all’altro molto più testuale.

Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco” inoltre ci permette di contestualizzare meglio l’obiettivo delle illustrazioni, le quali non sono una semplice visione alternativa del contenuto riproposto dal cartaceo o dalla serie TV, bensì rappresentano l’unico vero e proprio modo per dare vita alle leggende e miti che hanno da sempre serpeggiato per tutto il corso delle Cronache. Il volume è infatti quasi totalmente slegato dalla serie - nonostante il marketing e la copertina richiamino il lavoro di HBO – e non è nient’altro che un’enorme enciclopedia della geografia, storia, politica e folklore di Westeros, scritta a mano e narrata da uno stimato Maestro della Cittadella.

Il materiale è quindi effettivamente inedito, perfino solamente accennato nei libri, perciò rappresenta un volume importante nella storia editoriale della saga di Martin, anche solo perché ne espande a dismisura l’universo raccontando, per esempio, la storia delle varie casate e la successione completa di tutti i Re dei Sette Regni. È chiaro che per fare un’operazione del genere il solo testo non è sufficiente, impossibilitato com’è nel fornire quell’impatto immaginifico di una saga così pittoresca, soprattutto se si considera la natura da mero compendio.

Possiamo infatti accostare questa operazione proprio ai volumi che raccontano il dietro le quinte della realizzazione di uno specifico universo, spesso concentrati su ispirazione e storie pregresse. Mentre la trama che tutti conosciamo si svolge in televisione o nel filone principale dei libri, “Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco” invita i lettori a calarsi nei retroscena della realizzazione di quest’ultime da un punto di vista meramente narrativo o – più tecnicamente – del world building. Ed ecco allora che le immagini sono la chiave per regalare al lettore degli scenari concettuali importanti, specialmente se si vuole dare lustro alla parte più fantasy delle Cronache, forse perduta negli ultimi anni.

Questo lavoro è stato affidato a una serie di illustratori (sia per quanto riguarda questo volume che per quello del Trono di Spade) e ognuno di essi porta una tecnica diversa all’interno delle pagine dedicate, sebbene ci sia sempre qualche indicazione stilistica comune per evitare un’eccessiva dissonanza (cosa che a mio avviso avviene nell’edizione illustrata del Trono di Spade ndr).

Una delle presenze maggiori in entrambe le opere è quella di Jennifer Sol Cai (di Velvet Engine), o la curatrice dell’araldica e dell’oggettistica presente nei vari disegni. Come potete vedere dalle immagini che seguono, gli stemmi delle varie casate sono rappresentati in maniera semplice e quasi realistici nel rispetto delle tradizioni medievali/signorili. Si osservano pochi ornamenti e l’attenzione è completamente centrata sull’animale/oggetto rappresentante la famiglia. Rispetto alle versioni dei famosi loghi tanto diffusi dopo la serie HBO, la chiave di lettura è meno centralizzata intorno alle casate dominanti, fornendo quindi dignità anche alle famiglie minori dalla storia dimenticata nella trasposizione live-action.

Non è quindi tanto lo stemma a delineare il carattere della famiglia, piuttosto dalla lettura emerge che è l’equipaggiamento a fare davvero l’identità dei protagonisti di Game of Thrones. Tutti noi ricordiamo per esempio Ago, la spada di Arya Stark, o il pomo della lama bastarda di Jon Snow o l’armatura tenuemente dorata di Jaime Lannister. L’aspetto in battaglia ha un ruolo tutt’altro che secondario, sia per chi osserva come lettore/spettatore sia per chi ci si trova ad affrontare come avversario. Non a caso, alcune delle illustrazioni principali di questa edizione sono incentrate su lotte storiche tra Re e capi-casata con addosso delle bellissime armature rappresentative. La centralità di queste scene è naturalmente giustificata: i conflitti di questa caratura nelle Cronache sono pochi ma molto significativi, perciò non dovrebbe sorprendervi di trovarle direttamente nell’interno della copertina.

In tal senso, il lavoro di Justin Sweet è forse quello più apprezzabile. Alla sua “Battaglia del Tridente” è dedicato l’ultimo iconico risguardo di “Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco”, chiuso forse con l’immagine più d’impatto del volume. Questo artista è uno dei nomi più prestigiosi del libro ed è stato coinvolti in diversi progetti di enorme calibro come il prossimo Re Leone, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, i film di Narnia e Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Tra le pagine che lo ospitano, possiamo notare la sua enorme abilità nel character design, sfruttando la ricca iconografia di Westeros per caratterizzare l’estetica di ogni personaggio. In particolar modo, in tutte le sue opere presentate è possibile notare una forte componente “bestiale”, lasciando che le creature di ogni casata non siano solamente una rappresentazione sulla cotta, bensì un vivo elemento che si fonde completamente con l’atmosfera e il messaggio visivo che il personaggio rappresentato tenta di comunicare.

Si punta tutto sulla vera e propria fantasia, lasciando che il design del vestiario e delle personalità non risalti tanto la loro figura come umani, ma quella di vere e proprio leggende di una terra fatta di draghi e cavalieri. Un quadro lontanissimo dalle baraccopoli di Approdo del Re o dai villaggi delle terre del Nord, ma che ha completamente senso se si cerca di rappresentare un continente dalla ricca storia. Una sensazione un po’ persa nelle prime stagioni della serie HBO, che presenta invece un design molto più storico e meno identitario. Solamente nelle ultime, specialmente nell’ottava, la regia si è riappacificata con il lato più fantasy della caratterizzazione, portando tutta una serie di armi e armature molto caratteristiche. I vestiari di tutti personaggi principali sono infatti enormemente mutati, basta guardare al bianco vestito di Daenerys o all’armatura leggera di Arya, se non alle decise stoffe e pieghe delle vesti dei rappresentanti Stark o di Cersei: mutata perfino nel vestiario dopo i tremendi eventi della sesta/settimana stagione.

Per quanto Westeros sia una terra di eroi e re caduti, anche le sue ambientazioni assumono un ruolo estremamente centrale nella narrazione. La serie HBO ci ha principalmente portato a conoscere le terre di Grande Inverno, i dintorni di Approdo del Re e i deserti di Essos, avvicinandosi moltissimo alle descrizioni dei libri ma senza scendere troppo nelle allegorie e negli elementi – architettonici o folkloristici – più immaginifici. Le illustrazioni dedicate a Game of Thrones ci ricordano ancora una volta come sia veramente lo scenario dal nostro lato della Barriera, illustrandoci perfino i castelli e i domini delle epoche più splendenti.

Non parliamo di certo di una componente urbana o rurale fuori dalle leggi fisiche della realtà, né c’è nessuna parvenza di città magiche o altre componenti eccessivamente astratte, eppure ci si deve per forza sforzare di trovare il corretto bilanciamento tra la realtà e il sogno. La maggior parte delle illustrazioni dedicate ai luoghi di Westeros è affidata alle mani di Ted Nasmith, il quale ha un tratto molto classico e punta tutto sulla tradizione e sugli acquerelli. Ispirato enormemente dal Signore degli Anelli – anche solo da una rapida occhiata al sito web personale – questa sua musa si riverbera nelle pagine del tomo, riempiendo gli spazi con grandi e piccoli scenari.

Si allontana molto dallo stile digitale presente nel risguardo e nelle aperture dei capitoli, però azzecca la commistione ideale per dare l’idea di luoghi lontani e immaginifici, rendendoli allo stesso tempo anche plausibili e familiari. La vera chicca sono appunto luoghi come la Barriera o Roccia del Drago: meraviglie architettoniche che rappresentano lo stendardo degli elementi fantasy più evidenti di Game of Thrones: gli Estranei e i draghi.

Infine, essendo molta della storia di Westeros incentrata su momenti topici legati a conflitti o a lotte tra eserciti, le illustrazioni di Chase Stone accompagnano il lettore nelle scene più iconiche della saga. Questo artista ha lavorato a diverse tipologie di media, ma probabilmente è più conosciuto come un nome prestigioso del team creativo di Magic: The Gathering. All’interno dei Piani del gioco di Wizards of the Coast le guerre tra intere armate sono all’ordine del giorno e non deve quindi stupirci il fatto che sia stato affidato a Stone il ruolo di guidarci attraverso momenti storici come la sottomissione di Thorren Stark ai piedi di Aegon Targaryen (passo significativo soprattutto per l’ultima stagione in corso di Game of Thrones) o i fiammeggianti assalti dei draghi durante la grande campagna di conquista dell’omonima casata.

Lo stile in questi casi è quasi all’opposto di quello utilizzato per la descrizione dei luoghi: sebbene siano entrambi scenari, qui viene posta l’attenzione più sui protagonisti (animali o umani) rispetto allo sfondo, il quale è comunque assolutamente un ruolo centrale nella composizione. È difficile pensare infatti ai vari personaggi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco come entità indipendenti, piuttosto sono costantemente associati a dei luoghi simbolo.

Daenerys potremmo pensarla nelle terre di Essos o a cavallo di un drago, qualsiasi Stark ci riporta alla mente i colori freddi e la pietra di Grande Inverno, mentre i Lannister ci riportano all’opulenza di Approdo del Re e via dicendo. Tale aspetto è forse il vero motivo per cui l’esistenza di questo volume viene giustificata, quasi a ulteriore testimonianza di quanto Westeros sia tutt’altro che una semplice terra di stampo medievale.

Naturalmente il mondo delle illustrazioni non si è limitato solo alla pubblicazione di libri o artbook, ma c’è un’enorme produzione cartacea relegata al Gioco da Tavolo di Game of Thrones. Anche in questo caso vediamo una maggiore attenzione alla descrizione cartacea dei libri, lasciando da parte il design mutato della serie TV. Lo stile ricalca un po’ quell’anima classica vista nei disegni di Ted Nasmith e si focalizza anch’esso sulla coppia uomo/animale, giustificata abbondantemente dalle esigenze da gioco di carte. Non avendo delle vere e proprie terre come Magic, il massimo della divergenza è rappresentato da qualche veicolo iconico come la Flotta dei Greyjoy.

La parte artistica ed editoriale è principalmente curata da Fantasy Flight, la stessa compagnia che possiamo ritrovare per alcuni illustratori presenti nel volume in oggetto all’articolo. Di questi, i nomi più evidenti sono Thomas Denmark, Ryan Barger e Marc Simonetti. Quest’ultimo è forse il nome più conosciuto, avendo lavorato a numerose opere fantasy e fantascientifiche del calibro di Dune, il ciclo di Shannara e Valerian.

Attualmente, le illustrazioni più vicine alla serie TV sono quelle del gioco per browser Game of Thrones: Winter is Coming, il quale presenta degli artwork di ottima fattura commissionati da alcuni artisti presenti su Artstation come Tsvetelin Krastev, il quale ha realizzato alcuni componenti del trailer in CGI insieme a Flora Silve e David Weaver. Nonostante questa tendenza a calcare sull'immaginario della serie TV, sfogliando le pagine delle edizioni illustrate è impossibile non rimanere incantati di fronte alla grande ispirazione che l'opera di George R.R. Martin ha significato per il mondo artistico.

Questo articolo fa parte della Core Story dedicata a Game of Thrones

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