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Letture in quarantena: "Le leggi della Riviera. Ma gli Androidi sognano pecorine elettriche?"

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Un racconto gratuito direttamente dal cantiere di Ignoranza Eroica, tratto da una delle loro pazzesche antologie sul meNare

Illustrazione di copertina del libro "N di menare 2. L'amore ai tempi del MeNare" di Cammello

RIVIERA NAPALM CHRONICLES
LE LEGGI DELLA RIVIERA
Ma gli androidi sognano pecorine elettriche?

di Mazza-Sensolini

Buio.
Eterno, anaerobico.
Nel ronzio di robe in carica aleggia un misto di Svitol e sale marcio. Una porta si spalanca. L’onda di luce evapora il buio e abbronza servomeccanismi collegati a vecchi alimentatori. Il gabbiotto pullula di grucce e chiavi inglesi, flipper capottati, armi da rapina e pezzi di ricambio.
«Staca chi Parafàng» ordina una voce rustica.
Mani burbere obbediscono. Cavi e spine strappati da prese sacrali, interruttori scalpitano come in un quadro elettrico.
Reset in corso. Aggiornamento database.
«L’inverne l’è fnid, vagabònd. Alzèd chi cul ad lata!»
Imprinting vocale: Bagnino. Legge 1√, 2√, 3√. Comando verificato. Esecuzione.
I tre droidi di salvataggio traslocano dal gabbiotto fetido al solleone di Cattolica. Non si schermano gli occhi dal riverbero: lenti pupillari si adeguano alle temperature killer. Non sudano, a differenza dei bocia alle prese con piramidi di sdrai.
È Pasquetta ma si cuoce già come a San Lorenzo. I primi ombrelloni del Bagno 69 proiettano ipotesi di frescura nel caldo iguana.
Il 69. Da Amleto.
Ultima frontiera prima della Libera di Gabicce, avamposto balneare dopo il Crollo.
L’Amleto, bagnino-sceriffo, catechizza le maestranze non-umane con l’Uzi in un pugno e una piada con la saraghina nell’altro. Mangia solo quella, compagnata da mezza Vecchia Romagna. Roba di contrabbando. Etichetta sbianchita. Nessun marchio Koop.
«Tè, laggiù, ciapa il rastrello e va a grattare quella merda» detta legge il bagnino, e segnala al droide più attempato mesi di mucillagini e buste Koop che strangolano il bagnasciuga.
L’anziano cyborg inventaria i dati e si dirige alle scorie, remissivo come cibo per cani.
L’Amleto strizza le rughe all’unica Pamela™ del serraglio. «Ohi, figa-di-ghisa, dormito bene?»
Bagnina sintetica, riproduzione da Baywatch, anatomia di nichel e silicone trattenuta da un body cardiaco, protesi esplosive e dito sempre sul grillo. Del canne mozze.
«Stanno arrivando, fila ai tornelli, o si fa la coda.»
La Pamela™ programma un sorriso e sculetta via.
Nel gabbiotto resta l’ultimo modello: Loris™, riproduzione sintetica del bagnino-tipo, sistemi cibernetici Koop Alleanza 3.0. Omologazione del microprocessore: scaduta. Sieropositronico. Tagliando rimandato da troppe estati, per sparagnare.
«Tè, RoboKoop, va in acqua e disinnesca le boe.»
L’Amleto intende i reticoli subacquei di granate. D’inverno la Riviera chiude, ma i pirati di Kerosene non migrano per le settimane bianche. Ossa di scafi e di albanesi galleggiano nella marea unta, a riprova.
Trasmissione in corso. Modalità: sminamento. Legge 1√, 2√, 3√. Autorizzato.
Il Loris™ incede nel metro e ottanta di biomeccaniche, carnagione fondotinta e ciuffo alla Ken.
«E fa pulito, o ti riprogrammo a bere il brodo con la forchetta» gli urla dietro l’Amleto.
Situazione: mattina presto.
Dalle torri-megafono il neoliscio gotico di Monica Pacciani si sbanda nel doppler dei Canadair in ritirata. Un chiosco di cemento, maltrattato dagli UV. L’Adriatica romba di bikers e cilindri truccati, l’Adriatico frigge nei postumi del Napalm.
Da perderci la testa.
«Si apre.»
Le bagnanti scivolano sulla battigia in bikini Tezenis, a caccia di una Tassoni e uno strappo d’ombra. Kassiere Koop in pausa pranzo, squinze di serie B, botox pre-Crollo, armate di cineserie elettroniche e hardmony Sensolini-Mazza di contrabbando. Cercano i selfie e un flirt, troveranno la Ladrafone che non prende e l’Amleto. Nell’aria un aroma di Ambre Solaire e atomiche disfatte.
L’Amleto spiana il ghigno da una basetta all’altra, pronto a fare cassa.
La fantascienza, amici, è anche questa qui.

In Riviera, dopo il Crollo, l’estate dura sei mesi e si fa una guerra per tutto: il luppolo, una briscola, mezzo metro di spiaggia.
Ogni Bagno è stato a sé, e la legge è quella del bagnino: confini, milizia, PIL. Il Tonino al 19 di Riccione batte moneta, il Mohamed, all’1, c’ha la moschea.
L’Amleto, al 69 di Cattolica, per la stagione schiera due nuovi vice, tali Nova e Cammello.
Poi una formazione di bocia che se arrivano a ottobre è tanto.
I sintetici occupano lo scalino più infimo della gerarchia.
E riga.

In un mezzogiorno di rame un pick-up rossoblù fa tappa al 69. I coprimozzi sono croste di sangue vaticano e morchia del fronte. L’Amleto lo accoglie col suo ghigno da spilorcio. Nova e Cammello si cagano sotto, i bocia sbiancano, i sintetici mantengono il loro aplomb plastificato.
Dal veicolo sbarcano anfibi taglia 49 e una canotta che attesta “PRONTO SOCCORSO GINECOLOGICO” con dentro un quintale di ignoranza e GH che intona, profetico, cori da stadio:

«Romagna Mia, Romagna in Fiore,
tu sei il colera tu sei il fetore,
quando ti penso vorrei cagare,
in quella merda che chiami mare.»

Tutti lo conoscono come Piede. Traffica armi da cyBorg Panigale a Pesaro, sostando a Predappio ogni ventotto aprile per versare una lacrima. Era già matto prima che si bombardasse, poi gli inverni in trincea e la chiusura della SerieA hanno assestato il colpo di grazia. Quando arriva campeggia a Cattolica un paio di notti. Nessun bagno lo vuole tra i maroni perché è facile alla sberla, specie se è sotto testosterone. Nessuno tranne l’Amleto. Piede lo omaggia di protein-bar scadute e pornografia comacchiese, e l’Amleto gli fa testare i mortai sui mutanti della Libera.
La Libera si estende a dispersione tra dune scabbiose di plastiche Koop, oltre i rotoli di filo spinato. L’altro ieri un abominio tutto chele e schiocchi si è trascinato in acqua un barista di Sant’Arcangelo, e l’ha spolpato come un torsolo.
Una Gaza post-urbana. Subumana.
I mutanti di Gabicce, i Gabipodi, e orde di vu-mutà ci razzolano attraverso nel volo molle dei necro-gabbiani. Infagottano grappoli di mocciosi, che non si capisce se sono i figli o la cena.
Piede ne inquadra uno nel lanciarazzi ungherese.
Fiammata di hertz.
Il boato converte prole e mutato in uno zaffo di ruggine.
«Socmel, questo arriva in Giappone!» gracchia l’ultrà.
Il Loris™ e la Pamela™, in modalità guardacoste, non sono programmati a commentare.
Due bocia a riposo, uno con l’acne anche per l’altro, si avvicinano agli androidi smezzandosi una MS. «Oh, RoboKoop, la sai quella del bagnino frocio e del bagnino sordo?» fa il più pustoloso, ergo maligno.
Riconoscimento input. Leggi 1√, 2√, 3√. Rinnovo output.
«Negativo» articola il Loris™, metallico.
«Cos’hai detto?»
«Negativo.»
«Come?»
«Negativo.»
I bocia si scialano finché Piede non li adocchia brutto, e rimpiccioliscono. «Con te ci becchiamo dopo, figa-di-ghisa» promettono alla Pamela™, e via che telano.
Piede ricarica il bazooka, poi scruta il Loris™ nell’emorroide del tramonto. «Di bèn so, ferrovez, perché non gli faxi una sleppa sul grugno a quei segaioli?»
Vocalità non registrata. Leggi 1√, 2√, 3√. Attesa autorizzazione.
«Negativo. Non programmato a tale comportamento.»
«Ah, già...» L’ultrà tende i deltoidi e mira sull’orizzonte della Libera. «È per la storia delle leggi della robotica.»
«Affermativo.»
«Però...» Piede rilascia il missile. Parabola da mortaio. Boom. «Dicono che potete impararne di nuove.»
«Affermativo. I microprocessori Alleanza 3.0 sono impostati per incamerare istruzioni espressioni e mansioni consecutive.»
«Io preferisco le leggi della Riviera.» Il bolognese aspetta che il fumo si dissipi, e appura che ogni movimento sia cessato. «Hai mai chiavato una di quelle?»
Il Loris™ ruota le valvole sulla Pamela™. È una buona combattente. Ha occhi belli anche se falsi, denti color conchiglia quando sorride. E bombe da urlo. Un difetto di catena le inclina gli zigomi di plasticarne, la rende unica.
Induzione non conforme. Legge 1√, 2√, 3√. Connessione database. Attendere.
«Negativo. Il microprocessore non ammette la modalità accoppiamento con sintetici.»
«Dio Napalm!» sbraita Piede. «Piantala di parlare come un ismito. Cazzo sei, nel settore distinti?»
Il Loris™ incassa, ma non replica.
«A voialtri vi manca il senso della frase!» Piede sembra illuminarsi. «Avete la forza per piegare una grondaia, ma vi manca il senso della frase. Quando una di quelle seghe ti sfotte, non dire: Negativo! Affermativo!» Piede enfatizza i vocaboli con inflessione da mongoloide. «Te dì: “Tot a post”, o “Baciami la borsa”.»
Il Loris™ esterna perplessità: «La borsa?»
«A tal dèg! O sennò digli: “Mo va a cagher, imbezèl!”, o fa’ delle combinazioni.»
«Baciami la borsa, imbezèl» ripete il Loris™.
«Visto come impari, ferrovez?»
«A tal dèg.»
Intanto, l'altro droide dell’Amleto, quello più anziano, sferraglia nei paraggi, oberato dalla pulizia delle latrine chimiche. È sera, ormai. Va a gettarle in mare.
La sua cute, smangiata a chiazze dall’usura e dai raggi gamma, svela l’argento scheletrico del telaio. Ultimamente non tiene un ordine per più di mezz’ora. Ha finito i giga, gli sghignazzano dietro i bocia.
«Vedi quello? È un attimo finire così.» Piede ripone i calibri nella sacca della Gold Gym. «E vale per le macchine come per gli uomini. Dà retta a un suonato, ferrovez: fatti rispettare, come in curva. Come in trasferta. E fatti anche quella giorgia di ferro battuto, socmel!»
Il Loris™ leva le tende, segue i parametri dell’identificativo dirigersi al chiosco del Bagno 69.
«L’è impusèbil che gli androidi non sognano mai una pecorina elettrica!» chiosa l’ultrà.

Piede riparte quella notte.
Il Loris™ e il vecchio droide sono in ricarica nel gabbiotto.
La Pamela™ è in modalità vigilante.
Il Loris™, nel dormiveglia cinestesico, auto-aggiorna il database. A elaborazione in corso osserva il vano lasciato vacante della Pamela™, le spine scollegate, e da qualche parte, tra i circuiti, capta che gli manca qualcosa.
Niente di meccanico, o di organico. Di onirico, forse, ma non è programmato per sognare. Né pecore, né pecorine. Non ancora.
Ricalcola il “senso della frase”.
A elaborazione conclusa ha imparato cos’è e a cosa serve “la borsa”, e si rammarica che il suo modello non abbia in dotazione i coglioni.
Due giorni dopo, il droide anziano tira gli ingranaggi. L’Amleto prova a ripararlo a cacciavite e madonne, ma niente.
Ha finito i giga.
L’Amleto c’era attaccato, più per taccagneria che altro, e gli concede il “Libera tutti”. Il solo modo, per i sintetici, di lasciare un Bagno sulle proprie rotelle. Quando non valgono più un Drago.
Vice, bocia e habitué si accalcano al filo spinato per gustarsi il fuori programma, ingurgitando Peroni gelate e San Carlo scadute.
Il vecchio replicante, fuso nei relè, vaga per la terra di nessuno della Libera come un’ombra sprovvista di obolo. Ora pattina, ora si curva per raccogliere il vento, ora insegue un ordine inesistente.
Uno show grottesco, esilarante. Il pubblico ride anche quando una mina lo frantuma in una cascata di scintille.
«Comprane uno nuovo, Amleto» suggerisce un bagnante. «Alle Befane fanno il plotone al 3x2, se hai la Tessera. Reattore al plasmon, blindatura di korellium. I Loris™ parlano come il Gladiatore, e le nuove Pamela™ son più fighe di Belen e han le tette il doppio!»
Il Loris™, settato sull’antisommossa, registra ogni reazione, ogni indifferenza. Registra i vu-mutà della Libera che, nel tirassegno indiavolato di Nova e Cammello, formicolano sui rottami del cyborg esploso e ne fanno provvista prima di ritrarsi nelle sabbie.
È un attimo finire così.
Accesso a deduzione alternativa. Legge 1√, 2√, 3⁄. Violazione non programmata.
L’è impusebil che gli androidi non sognano mai una pecorina elettrica.
Aggiornamento automatico. Legge 1√, 2√, 3⁄. Violazione confermata.
Baciami la borsa!
Acquisizione “senso della frase” in corso.
A tal deg.

Notte.
Loris™ in modalità infrarossa. Legge 1√, 2√, 3⁄. Aggiornamento in corso: stand by.
Controllo perimetro.
Alla spiaggia i turni di guardia son stati potenziati, vuoi per carenza di personale, vuoi per l’eco di certe voci. L’Amleto l’han visto correre avanti e indietro da Crimini, e l’ultima volta che si è mosso all’Acquario di Cattolica c’erano ancora i pinguini.
Il garbino ha sapore di piombo. Col buio la Libera è una cospirazione di fuochi verminosi. I mutanti stanno covando qualcosa di sinistro per i Bagni di Cattolica.
Sulle torri-megafono il riflesso delle artiglierie e le braci dei mozziconi.
Suoni, dalle docce.
Munizionamento. Fucile a pompa in sicura.
Il Loris™ indaga.
Messa a fuoco: identificativo ViceBagnino Cammello. Legge1, autorizzato.
Due bocia. I segaioli dell’altra sera. La Pamela™ carponi sul cemento, crostoso di muffa e calcare. Inerme, spogliata.
Modalità non riconosciuta. Posizione: Pecorina. Legge 1@, 2@, 3/.
Il bocia scavato dal vaiolo, Topexan, martella affannoso su carne vinilica. «Con un po’ d’olio sguilla che è un piacere» sbrodola mentre svuota i fondi dell’extravergine. «Tasa un po’ di naftalina ma se tappi il naso non sembra nemmeno plastica.»
Il collega, Salvietta, si masturba, stropicciando i seni di silicone.
Il Vice Cammello, doppietta a tracolla, sovrintende la performance. In verità sembra attrarlo più il culo del bocia meno butterato che il ferro abusato della replicante.
Accelerazione lombare.
«Così schianti gli ammortizzatori!»
Topexan estrae e molla un pugno sordo sulla cassa dorsale dell’androide.
Si avvicenda Salvietta.
«Adesso dagli giù te, a 'sta figa di ghisa!» Topexan si accende una paglia, fa il grosso. «Oh, avete sentito? Ha riaperto la Baia.»
«Cazzo spari?» Salvietta entra nella similpelle e va in tromba. La mano di Cammello gli ravana le chiappe, lui non protesta.
Topexan sogghigna, compiaciuto della sua lebbra. «Kevin Kolika la usa come porto franco, i Gabipodi ci portano schiave e rottami. Hanno messo su un cybordello.»
«E i Vigili del Napalm?» controbatte Salvietta.
«Non sanno l’ubicazione precisa. Ne parlava Radio Attiva. C’entra la Koop, per forza.»
Il cono di una torcia doccia il telaio immobile del Loris™.
«Cazzo fai lì, parafango?» È Nova, incazzata dalle guardie doppie e dalla mancata convocazione alla gang bang. «Lubrifica le molle e segui il giro.»
Ordine riconosciuto. Legge 1√, 2@, 3/. Conflitto comportamentale. Elaborazione dati.
«Andate dietro» sgattaiola Cammello. «Se lo viene a sapere l’Amleto vi silura.»
«Ma non ho finito!» protesta Salvietta.
«Finiamo di là» ciancia Topexan.
E via che telano.

Il Loris™ entra nelle docce. La Pamela™ ancora disinserita. Sono soli. Gli unici sintetici rimasti in quel mondo che è il Bagno 69.
Comprane uno nuovo, Amleto.
Assimilazione dati. Conflitto Legge 1 e 3. Riconversione in corso, stand-by.
Le dita senza sangue del Loris™ ricalcano i fianchi frigidi della Pamela™, fino all’interruttore sacrale. La bagnina surrogato si erge in automatico sui pistoni rotulei, modalità vigilante. I fluidi dei bocia le scolano dalle cosce sul cemento.
Fatti rispettare, ferrovez.
La Pamela™ mette a fuoco il Loris™. Nessuna reazione. Una figa-di-ghisa non è programmata a sorridere ai droidi.
Ai parafanghi.
Ai RoboKoop.
La sai quella del bagnino frocio e del bagnino sordo?
«Baciami la borsa» sferraglia il Loris™ nel vuoto.
Il surround dei Canadair irride la Riviera. Ma c’è poco da ridere, se non sei programmato a farlo.
Acquisizione “Senso della Frase” in corso, stand by.
La Pamela™ volta le carene al Loris™.
Il Napalm ringhia un’ennesima, ultima alba per le macchine e per gli uomini.

«Natante non identificato! Violazione acque balneari.»
Due e quattordici del 29 agosto, Pamela™ in modalità vedetta.
Il bagno 69 è un parapiglia di sirene e bagnanti. I bocia accorrono in salvagente antiproiettile, e si stringono sulla breccia di surf termoinduriti. Il Bagnino, bandoliera e borsalino, sbraita ordini ai Vice e cancri a tutta l’Albania.
Assetto guerriglia. Legge 1√, Leggi 2, 3, non trovate.
Loris™ in punteria. Falange al titanio sul grillo dello shotgun.
«Tot a pòst.»
I flash benzenici dell’Adriatico mimetizzano l’avanzata di una motocorsara. Dalla linea di fuoco una folata di raffiche oblitera il rostro. Il barcone si arena in una secca di buste Koop, gli obiettivi della Pamela™ focalizzano: «Identificativi ostili: negativo.»
Alla barra non c’è anima viva, o morta. Baywatch di sangue e di sintesi ammutoliscono, poi la spiaggia ha le doglie. Sabbie tremano. La torre-megafono s’inclina in uno stridio tellurico, il Bagno tra il bar e i tornelli smotta.
Dall’abisso s’alza un geyser giallo che mette il respiro in ghiaccio.
«L’è’n trapulòn, i c’ha ciap da drì!» avverte l’Amleto.
Primo piano.
Grumi di ombre sciamano dalla buca come ragni da un bozzolo. Un patchwork di Chernobyl romagnole in avanzamento, grappoli irti di tumori e ferri d’accatto. State of the Art del mutagene.
I ferri cantano a tradimento. La carotide di Nova pompa un arco di sangue aortico, e svuota una casella da Vice.
«Puntate agli occhi» falcia l’Uzi dell’Amleto, ma quelli hanno un occhio per ogni giorno d’estate, che dopo il Crollo dura sei mesi.
I Gabipodi si diffondono per il 69 predando il depredabile.
Cammello non ne becca uno: singolare, perché dal lato buono del filo li fiondava tutti. Un mutamikaze, più blatta che bipede, accorre dal margine del baratro e si fa esplodere sui bagnini.
Schegge tagliano.
Fori grossi come duroni infiorano il ventre del Loris™, l’acciaio scintilla un siero color Fernet.
Schegge uccidono.
I mutanti arraffano squinze, Tassoni, batterie, arti esplosi e regrediscono nel baratro a passo di granchio.
La frana si allarga, la torre barcolla come un criminese all’uscita del Cocoricò. Cede, e termina la picchiata in una cacofonia di latta. Il Loris™ vede la Pamela™ rotolare alle grandi labbra della voragine, e i vu-mutà accerchiarla in massa.
Munizionamento.
Il Loris™ avanza, nella strage.
Selettore di fuoco.
Pallettoni pompano nello smog giallo.
Cadenza di tiro: rapida.
Due presi, un terzo va in stracchino.
La Pamela™ lotta nel mucchio. Non è programmata ad arrendersi. Un mutato con più bracci di un attaccapanni e una testa anale sale come un pagliaccio a molla e la tira giù. Il Loris™ si sporge sull’orlo del baratro.
Ta-clang. Bang.
La bocca o il culo del mutato deflagra.
«Pamela...»
Occhi di androide si perdono, uni negli altri. Il Loris™ tende la presa robotica sul margine del vuoto. La Pamela™ idem.
Contatto.
Dita di amianto e unghie di lacca si sfiorano, sgranano archi elettrici di input che bypassano i sensori.
Vale per le macchine, come per gli uomini.
Nella diossina del giorno un calabrone ronza basso sul Loris™.
Calabrone a frammentazione.
Il vuoto attorno ai cyborg si riempie di elettroni rubati agli orbitali. Le sabbie ingoiano la chioma ossigenata della Pamela™ mentre i dati e i pixel del Loris™ si azzerano.

Reset in corso.
«Ma ci guarda?»
«Cazzo ne so.»
«Ostcia, che paga!»
Registro danni sistema.
«Nova è crepata e si son presi figa-di-ghisa. L’Amleto l’è in bestia»
«Sto RoboKoop dici che lo rottamano?»
«Sì: meglio darsi una mossa.»
Registro danni%: tessuti 74; processori 41; chip d’accensione: compromesso; ventola di scarico: compromessa. Stima al fall-out cibernetico: 2h, 52m, 38s.
Topexan passa a Cammello una chiave inglese, nel casotto dei droidi. Il Vice lambicca sul bidone fumante del Loris™, per cavargli i pezzi ricettabili prima della demolizione. Metà viso e parte del core sembrano una vecchia polaroid ustionata, da cui trapela il ferrocarbonio.
Riprogrammazione leggi della Robotica in corso. Delete.
Il polso del Loris™ scatta, più rapido dell’umano. Cammello geme. La chiave inglese gli entra nel setto, il setto nelle meningi.
Topexan vede il Vice andar giù, e l’androide tirarsi su.
Si fissano.
Il bocia perde liquido sul fondo del casotto, come la Pamela™ sui cementi della doccia.
«La sai quella del bagnino frocio e del bagnino morto?» recita il Loris™.
Il bocia sgamba senza voltarsi.
Senso della frase: acquisito. Aggiornamento completato. Leggi non trovate.
Il Loris™ preleva dalle celle un calibro 12 e una 45 magnum.
Roba dura.
Riprogrammazione: leggi della RIVIERA.
Tra i cavi e la polvere svetta un vecchio estintore. Decreto di Maio/Salvini 12-2018, pre-Crollo: “Ogni esercizio o attività commerciale è tenuta per comma a dotarsi di un dispositivo lanciafiamme da impiegare in caso di manifesta contaminazione”.
Il Loris™ rielabora l’ultimo frame della Pamela™, inghiottita dai mutanti e dalla spiaggia.
Roba grossa.
Metallo su metallo, l’androide scende in spiaggia.
Cattolica è strozzata dai roghi.
Sulla battigia dilaniata, i feriti accatastano resti di uomini e cose. L’Amleto e un pugno di bocia, nel portico del bar, appurano che il juke-box non sia partito. È dei tempi del liscio, vale ben più di un sintetico. Due VR46 spogliano un corpo crivellato, c’è chi prova a fottersi una morta prima che inizi a mordere.
Il Loris™ aggira il baratro, la torre e procede ai tornelli.
«Dut vè, parafàng?» tuona l’Amleto.
Il Loris™ ruota le valvole, panoramica lenta e deliberata.
«Occhio, Amleto, ha steso Cammello!» spiffera Topexan, rintanato.
«Disinserisciti, diospoi!» gli intima il bagnino.
Comando vocale non riconosciuto. Leggi della Riviera 1√: Va de via e cul!
«Baciami la borsa.»
L’Amleto balla l’occhio e l’Uzi: «Poggia i ferri e fatti rottamare. É un ordine!»
«Rottama questo» articola il Loris™ e pompa per primo. L’urto dei pallettoni incastra l’Amleto nel jukebox, che fa partire un “Marco se n’è andato via” di Laura Pausini. Adesso sì che è rotto.
L’eco del fucile si dissipa nel mortorio.
«La madona!» osa Salvietta.
«È morto il Bagnino» comunica Topexan. E via che telano.
Il Loris™ ricarica: «Compratevene uno nuovo. Alle Befane c’è il 3x2.»
Nessuno lo contraddice.
Il Loris ™ esce dal 69 e localizza una MV Augusta Brutale con le chiavi inserite. Il proprietario gli si para davanti, massa grassa e piede di porco, chiodo e pantalone in pelle, ai piedi texani di iguana. Il visore ottico del Loris ™ calcola la taglia: compatibile. «Voglio i tuoi abiti, stivali e motocicletta.»
Il biker non fa in tempo a fiatare che si porta a casa due etti e mezzo di piombo, tagliato grosso.
Crepato. Come l’Amleto. Come il mondo.
Il Loris ™ fa incetta di pelli dal cadavere e mette in moto.
Elaborazione dati: ha riaperto la Baia. Kevin Kolika la usa come porto franco, i Gabipodi ci portano schiave e rottami. Hanno messo su un cybordello.
Accensione.
Il motore respira, il Loris™ no. Però ha il senso della frase, venti caricatori e 2h 16m e 32s di autonomia.
Io dico che bastano, per salvare una Pamela™.

I pneumatici dell’MV divorano l’asfalto del lungomare. A monte, si addensano nubi scure come collant. A valle la Libera, decomposta come il letto del Senio e lunga fino a Saturno. Dove sei tu, Pam.
Il satellitare spinale rileva il percorso più breve per la Baia, una pinzata di freni imbratta una mezzaluna nera sull’epidermide dell’Adriatica. Il mezzo sborbotta in folle, ruote puntate sulle sabbie.
Il Loris™ ingrana marce e apre a manetta. Dritto verso la terra di nessuno. Senza nessuna legge.
La Libera di Gabicce.
Non vale uno sputo, se un androide avesse saliva.
Territorio di Gabipodi, Mecca di vu-mutà, iperuranio del mutagene. Utero di abomini deformi, partorisce aborti e cose morte senza nome, cagando sopra il DNA e milioni di anni di evoluzione, stermina lo sterminabile e lo rimescola come un mazzo da briscola.
Partita secca, comanda bastoni.

Il Loris™ schiva dune cannibali e golem di mucillagini e crostacei. Sciami di Gabipodi e vu-mutà gli si fiondano addosso come rappresentanti incarogniti.
Si becca un paio di colpi, arpionata all'avambraccio, morsi ed escoriazioni agli arti inferiori.
Parte il tiro al piattello. Perimetro pulito.
Calcolo munizionamento: livello critico. Conservare piombo e granate per la Baia.
Una sgrufolata di Napalm irrora il bagnasciuga. L'Adriatico sborbotta e l'onda tossica della risacca quasi corrode i pneumatici.
Distanza dimezzata.
Leggi della Riviera 1√, 2√: Nel dubbio, dai te gas!
Una mutamikaze lancia il neonato come un gavettone a Ferragosto, non ha ancora reciso il cordone ombelicale. Il Loris™ scala una marcia, calcola la parabola d'impatto, sterza ed evita l'infantritolo, che deflagra in una bolla di ossicini, interiora e sangue guasto sulle sabbie contaminate.
Danni ai tessuti ridotti al minimo.
Stima al fall-out cibernetico: 1h, 21m, 29s.

La spiaggia ha il Parkinson, mugugna tremolante il suo disappunto. Lo smottamento tellurico vomita cinture di denti affilati come rostri. Un grido inumano frigge i timpani Marshall. Metri e metri di carne grinzosa strisciano affianco alle ruote dell'MV mentre la bocca a vulva dentata di un verme delle sabbie fa capolino alla luce asmatica della notte di Gabicce. Il tremors impenna e ruggisce, imbirrito come un vitellone all'entrata del Mon Amour. Il Loris™ lo imita, sgasando sulla ruota dietro, tira la spoletta di una granata a frammentazione e insacca il rigore in movimento.
Il tremors implode in un'estasi di pus tossico e coriandoli di macinato. La Brutale trafigge carcassa e vapori, e le lenti oculari del sintetico individuano le luci della Baia.
Stima al fall-out cibernetico: 0h, 59m, 59s.

Notte fonda, echi da cyberparty e sussulti di bassi techno.
Il Loris™ parcheggia il ferro, benzina in riserva. Nessun piano di fuga.
A valle: scafi, mortovedette, pedalò rubati, gommoni e moto d'acqua ormeggiate in prossimità di un piccolo porticciolo. Pirati albanesi in tiro sbarcano dai mezzi in cerca di svaghi cybernetici per le loro carni mutate e mutilate. Innesti e tattoo la fanno da padrone.
A monte: limousine e supercar dal gangsta di tutta la Riviera, pesaresi e criminesi, fino ai fighetti botox e steroidi del principato di San Marino.
L'entrata della Baia, incavata nelle viscere del San Bartolo, pullula di mutanti ingrifati, pr, buttafuori e squinze. Robotiche e non.
Il Loris™ fa un rapido check degli armamenti e s'incammina, sgomitando la fila.
Il selector gli sbarra l'entrata: «Bel costume, ti sei conciato a tema, eh?» si gira verso i compari. «Questo è un chiavatore professionista.»
Risate di scherno.
«Negativo» sferraglia in risposta.
«Quelle parti in titanio sembrano vere, e anche le lenti oculari sono di ottima qualità, le avrai pagate un occhio.»
«Negativo.»
«'Sta sera c'è una figa di ghisa nuova di pacca, l'hanno appena lucidata, se la sta ripassando Kolika. Se hai abbastanza Draghi te la puoi sifonare.»
«Negativo.»
«Ce l'hai la prevendita, terminator?»
«Negativo.»
Quelli della sicurezza si grattano il prurito alle mani, il selector dà l'ultimatum: «Buoni, magari è uno dei regaz di Kolika. Parola d'ordine?»
Munizionamento: attivato. «Va de via e cul, imbizèl!»
Il tempo di sgranare gli occhi che il canne mozze ha già asfaltato strade e intestini.
La folla all'ingresso si disperde in un amen.
Senso della frase: aggiornato.
«'Sta sera c'ho l'omaggio» pronuncia il Loris™ ai cadaveri, e calca l'entrata a calibri spianati.

Musica a palla, cocktail di contrabbando, laser e fari alogeni.
Il cybordello è un tripudio orgiastico, mutanti e sintetici si montano uno con l'altro. Bipedi, quadrupedi, millepiedi, calamari, crostacei, si fatica a distinguere dove inizia un corpo e finisce un altro. Dove inizia una specie e finisce un'altra.
Il Loris™ attiva la modalità infrarossa e scansiona il locale.
Pamela™ localizzata: zona privé. Livello sicurezza: approssimativo.
Stima al fall-out cibernetico: 0h, 24m, 11s.
Ferri alla mano, il sintetico copre la distanza a spallate e muso duro. I cinque mercenari che sorvegliano il privé non vedono arrivare la granata.
Ta-clang. Boom.
Chi chiavava continua a chiavare, qualche mutante segaiolo spruzza la pista, poi allerta la sicurezza. I pochi sani di mente levano le tende.
Un paio di colpi e la porta di vetro rinforzato che separa il privé dal resto del locale s'incrina. Il calcio del fucile finisce il lavoro.
Pamela™ in lap dance su tavolo imperiale, carene lucide e body cardiaco. Tre mutanti le sbavano i siliconi con il crostaceo in mano, ululando cori da Coppa Uefa.
«Di fanculo» sbraita in albanese maccheronico il più mutilato e deforme del lotto, e cicchetta i sottoposti: «Prosima volta voi paga di sicureza miliore, cop muti.» Poi mette nei mirini il sintetico: «Lo sai chi tu rompi colioni 'sta note, kit kurv muti?»
«Negativo.»
«Io è Kevin Kolika, bir kurve, grande capo di Baia di Gabicce e di robo-bushter... Mia sorela è sposa con filio di Kerosene, capish?»
«Negativo.»
«Negativo, ah?» Kevin Kolika si erge in tutto il suo metro e sessanta di appendici, chele, tumori e innesti. «Fanculo, adesso tu ti levi di colioni.»
«La sai quella del robo-bagnino e dell'albanese morto?» il tempo di un click-clack e la testa di Kevin Kolika si spalma sulla tela color panna dei divanetti.
La Pamela™, in modalità guerriglia, finisce il lavoro silurando il resto della comitiva.
Elabora dati e riprogramma leggi.
«Voglio andare al mare, Loris» trasmette. «Portami al mare, questa notte voglio proprio esagerare.»
«A tal deg.»

Le fusoliere dei canadair deridono la Riviera. Ma c’è poco da ridere, se non sei programmato a farlo.
La Pamela™, in mare aperto, volta le carene al Loris™. O a quello che ne rimane. La robo-bagnina culla la testa del sintetico, alla deriva tra i siliconi bagnati.
Programma un sorriso e versa una lacrima. Ha occhi belli anche se falsi, denti color conchiglia. E bombe da urlo. Un difetto di catena le inclina gli zigomi, la rende unica.
Stima al fall-out cibernetico: 0h, 2m, 19s.
Io dico che bastano, per limonare una Pamela. Senza il ™.
Lingue di plasticarne strisciano una nell'altra.
Leggi della Riviera, acquisite. 1√, 2√, 3√: Piutost che gnint, l'è mei piutost!
Il Napalm ringhia un’ennesima, ultima alba.
Per le macchine e per gli uomini.

FiNe.

SINOSSI RIVIERA NAPALM

Dopo il Crollo, l’estate dura sei mesi e in Emilia Romagna vigono i decreti anti-mutagene. Gli inquisitori di Bonificato I, papa morto tre volte e risorto due, premono sulla Linea Gotica, difesa da falangi di culturisti ultrà. Albanesi bionici pirateggiano l’Adriatico, brodo di scorie e orrori radioattivi che gli intrepidi Vigili del Fuoco irrorano di Napalm. I cellulari non prendono quasi mai, le cedrate costano un rene e il luppolo è uno dei monopoli a marchio Koop.
Dalle Due Torri al Cocoricò, dall’autodromo di Santa Monica alle Valli di Comacchio, tra Bagnini-sceriffi, robo-cassiere e predoni della VR46, l’ultimo dei Bolognesi e il mutante più sborone di Riccione battono gli asfalti e le sabbie della Riviera al ritmo snuff-glamour dell’unico network, Radio Attiva.
Il Cinno e il Gasato picchiano duro e non accettano compromessi: nemmeno di fronte all’Apocalisse.

RIVIERA NAPALM, dove di liscio c’è solo il tuo teschio.

 

Jack Sensolini (Cattolica, 1988)

Ministro di distruzione e apostolo di Ignoranza Eroica, conosciuto anche come il Gasato. Nel 2017 esordisce con il grimdark italico “Il Ballo degli Infami” (Watson Edizioni). Pubblica diversi racconti in antologie e riviste di settore e nel 2018 fonda l'etichetta fantasma “Lethal Books” assieme al fratello grimdark Luca Mazza. Ideatore, CurAutore e dopatore delle aNtologie “N di meNare” e “N di meNare 2, L'Amore ai Tempi del meNare”. Nello stesso anno gasa il punk-apocalittico romagnolo “Riviera Napalm”. Nel 2019 escono il grimdark very dark "VILÙPERA" e l'antologia "PenisolAtomica" ambientata nell'universo narrativo di Riviera Napalm.

Luca Mazza (Bologna, 1980)

Ministro senza Scarsella e patrono di Ignoranza Eroica, scribacchino, chimico della ghisa. Appare sia come autore che curatore nelle antologie “N di meNare” e “N di meNare 2” assieme al socio di malaffare Jack Sensolini. Si auto-definiscono i Tango e Cash del fantasi italiano e nell’estate del 2018 pubblicano in combo il romanzo “Riviera Napalm” senza superare il test antidoping. I suoi racconti più intelligibili sono pubblicati con Delos Books, nelle antologie “Zappa&Spada” (Acheron Books) e “Thanatolia” (Watson Edizioni). Nel 2019 pubblica il weird western Black Hills (Moscabianca Edizioni), il grimdark very dark "VILÙPERA" e l'antologia "PenisolAtomica" sempre con Lethal Books.

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