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Vampire: The Masquerade e l'avventura digitalmente reale a Milano: intervista a Xplored

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Vampire: The Masquerade - Milan Uprising è un gioco da tavolo che si immerge nel digitale. Come? Ce lo spiega Xplored con Teburu

Giocare da tavolo è diventata un'esperienza complessa da descrivere, ormai. Non basta più dire di mettersi "intorno a un tavolo" per fare questo o quel gioco, piuttosto sono i giochi stessi a dettare il tipo di esperienza che ci si trova davanti. E una delle cose che più ha cambiato questo approccio è stato il mondo digitale, da prima aiutato dalle app e poi portato avanti da supporti all'ultimo grido.

 

Ricordate quando utilizzavamo le fotocamere per far uscire i mostri dalle carte con la realtà aumentata? O quando la nostra periferica diventava la scheda del giocatore più smart al mondo? Addio a penne, matite e dadi, benvenuta tecnologia! O almeno, per alcuni questa è una buona notizia.

 

Lo è sicuramente per me, sono un grande fan delle integrazioni digitali nei giochi da tavolo perché ritengo che non c'è nulla di male ad avere mezzi in più che mezzi in meno, specie se questi sono ben fatti e incrementano la narrativa del gioco. Tra i tanti progetti ce ne è uno particolarmente interessante proveniente dal nostro paese: Teburu realizzato da Xplored. Si tratta di una "piattaforma di gioco" che potreste considerare come il tabellone di un classico gioco da tavolo, solo che invece di essere di cartone è una tavola digitale con una marea di funzioni e giochi potenzialmente supportati.

 

Infatti quello che più colpisce di Teburu è la possibilità di essere una sorta di "console" per i giochi da tavolo più famosi, creando quindi un prezzo d'entrata che però accumula valore nel tempo e addirittura è utilizzabile come spazio aperto dove poter sviluppare i propri giochi, posta la possibilità di acquistare il futuro development kit.

 

Ma anche da semplici utenti l'offerta è gustosa già ora: Teburu è nato con il suo gioco, The Bad Karmas (un gioco dove si fronteggiano principalmente dei "Boss"), la promessa di Sword & Sorcery e l'imminente Vampire: The Masquerade - Milan Uprising.

Proprio su quest'ultimo si concentra l'intervista che abbiamo organizzato con Davide Garofalo, CEO e Fondatore di Xplored, Riccardo Landi, Capo del Design di Xplored, e Paolo Tajè, Game designer di Xplored e Product Owner del gioco in questione. L'obiettivo è stato quello di capire come Teburu e questa nuova avventura possano collaborare in un'esperienza singolare, specie se si guardano alle domande più classiche come "Ci posso giocare da solo?" e "Quali vantaggi si hanno con questo supporto?". Lasciamo a che a rispondere siano, bhe, coloro che l'hanno creato.

 

Benvenuti sulle pagine di Nerdcore! Innanzitutto grazie per questa opportunità di discutere di un progetto interessante come Teburu, oltre che di Vampire: The Masquerade - Milan Uprising. Partiamo però dalla classica domanda: come è nato Xplored e, soprattutto, il vostro Teburu?

Riccardo: Xplored è nata nel 2008 e per i primi anni ha sviluppato videogiochi, prima per piattaforma Flash e poi per smartphone. Circa 10 anni fa ha cominciato a sviluppare il suo primo progetto ibrido fisico-digitale, Runimalz, prendendosi carico di tutto lo sviluppo hardware e firmware oltre che software. La cosa ha funzionato, abbiamo capito che eravamo in grado di sviluppare giochi “phygital” e, da appassionati di giochi da tavolo, quando ci siamo chiesti quale progetto avremmo voluto sviluppare in seguito non abbiamo avuto dubbi e siamo partiti con lo sviluppo di Teburu. Nel 2017, in tre mesi di intenso lavoro siamo passati dall’idea a un prototipo hardware e software funzionante. Nell’ottobre dello stesso anno, da completi sconosciuti, siamo andati alla nostro primo Spiel di Essen e abbiamo cominciato a far conoscere Teburu all'industria dei giochi da tavolo. Il riscontro è stato molto positivo fin da subito e abbiamo capito che poteva esserci un mercato per la nostra idea. Da quel momento non ci siamo più fermati.

 

L’unione dei giochi da tavolo con quelli digitali è sempre stato un argomento particolare, ad esempio abbiamo visto come nel 2020 e nel pieno del COVID tanti gruppi di giocatori e sviluppatori si sono dedicate alle esperienze totalmente digitali o ad adattare quelle fisiche all’incontro online. Per non parlare di quelle nella realtà virtuale. Teburu, tuttavia, ci sembra l’esperimento che più tiene conto della componente fisica del gioco da tavolo, o dell’esperienza concreta che il giocatore ha nel tenere le pedine in mano e muoverle davanti a sé. Non vi siete neanche fermati a questo, anzi avete impostato la tavola per esaltare le azioni fisiche. Come mai per voi è così importante costruire sullo spazio fisico con le risorse virtuali? O meglio, c’è ancora un appiglio essenziale per evitare che diventi tutto esclusivamente digitale?

Riccardo: Il bilanciamento tra parte fisica e parte digitale è stato un punto cardine nello sviluppo del progetto Teburu, e un focus costante durante lo sviluppo dei giochi. Fin dal principio abbiamo voluto rispettare e mantenere gli aspetti che, secondo noi, più di tutti identificano l’esperienza del gioco da tavolo, ovvero un’esperienza sociale e fisica. Ogni decisione di design è volta a tenere l'attenzione dei giocatori sul tavolo e non sull’app, perché è lì che avviene la “magia” del gioco da tavolo. L’elemento digitale non deve distrarre, deve essere invece usato come supporto e aiuto per i giocatori o, ancora meglio, per aggiungere funzioni o regole altrimenti impossibili o difficili da implementare e creare così nuove esperienze di gioco.

Uno dei benefit dell’unione tra digitale e fisico è sicuramente il riuscire a dare più spazio e rilevanza alle storie che il gioco da tavolo narra. Classicamente questo avviene tramite racconti dei giocatori o carte storia, ma con l’applicazione si ha un vantaggio in più e se non sbaglio è anche uno dei punti di forza con cui volete promuovere sia Teburu che il prossimo Vampire: The Masquerade - Milan Uprising. Come fa Teburu ad arricchire la narrazione? E, anche in questo caso, come entra in gioco l’interazione del tabellone fisico?

Riccardo: L’utilizzo di app per gestire la parte narrativa di un gioco non è una novità. Molti giochi hanno già utilizzato companion app per sostituire il libro o le carte da leggere durante il gioco. L’avanzamento della storia, però, è comunque gestito dai giocatori e in qualche modo il gioco deve anticipare ai giocatori quando arriverà la nuova parte di narrazione e quale paragrafo leggere o quale carta cercare, rovinando spesso la sorpresa. Il vantaggio di Teburu è che l’intero impianto narrativo può essere tenuto completamente nascosto ai giocatori che non devono pensare ad altro che a godersi la storia, gli eventi e i colpi di scena.

Per fare un esempio pratico, spesso nei giochi narrativi ci si trova in situazioni in cui il gioco stesso interroga il giocatore: “Se hai l’artefatto X leggi il passaggio 1, altrimenti leggi il passaggio 2”. Se io non ho ancora trovato l’artefatto X, il gioco mi ha rovinato la sorpresa, ora so che esiste un artefatto X e che era importante per questo evento narrativo. Grazie a Teburu, lo stesso meccanismo può essere implementato in modo più immersivo e naturale. Il sistema controlla all’insaputa dei giocatori se siano in possesso o meno dell’artefatto X e in caso negativo, ad esempio, il gioco potrebbe fargli incontrare un personaggio che rimane molto deluso dal fatto che i giocatori si siano presentati a mani vuote. I giocatori, ignari, si troverebbero in una situazione molto più intrigante; cosa si sono persi? cosa si aspettava che gli portassero? e via dicendo.

Quella appena descritta è una situazione molto familiare per chiunque abbia mai giocato di ruolo, con un master a gestire l’avventura, ma è molto difficile e macchinoso riprodurla in un gioco da tavolo. Con Teburu crediamo di aver risolto la questione.

 

Veniamo invece ai dettagli su Milan Uprising. Come mai il mondo di Vampire: The Masquerade è uno di quelli che faranno da "pionieri" su Teburu e, soprattutto, perché proprio Milano è stata scelta come città che fa da sfondo al gioco?

Paolo: Negli anni passati abbiamo girato molte fiere per mostrare la tecnologia e i nostri prototipi, ed è stata proprio Paradox, proprietaria del marchio Vampire: The Masquerade, a notarci e a chiederci di sviluppare un gioco sulla nostra piattaforma. Nel nostro team abbiamo appassionati giocatori di Vampire, fin dalle primissime edizioni, e abbiamo colto la palla al balzo con grande entusiasmo. Milano è stata una scelta abbastanza naturale, in quanto buona parte del team di design abita a Milano, e nella lore di Vampiri ha sempre avuto una storia interessante, che però non era ancora stata raccontata nell'ultima edizione.

Il titolo è un gioco cooperativo dove affrontare storie e combattimenti fino a 4 giocatori, tuttavia è possibile anche giocare da soli e anzi Teburu si presta particolarmente ai giocatori solitari. Chi proverà Vampire: The Masquerade - Milan Uprising in single-player cosa può aspettarsi dal gioco e come cambia il sistema rispetto a una partita cooperativa?

Paolo: Il gioco avrà gli stessi contenuti, e la stessa struttura, qualunque sia il numero di giocatori che affronteranno la campagna. Quindi anche il giocatore solitario avrà a disposizione tutti i personaggi della coterie Anarchica, cosa necessaria per esplorare e investigare la città in più punti, e tenere sotto controllo l’espansione delle fazioni avversarie. L’esperienza quindi, sarà molto simile a quella di gruppo.

 

 

Dato che si tratta di un gioco di ruolo su un innovativo sistema che fonde fisico e digitale, come è esplorato il lato “di ruolo” e con quali strumenti è possibile gestire il proprio alter-ego? Soprattutto se consideriamo che Vampire: The Masquerade offre ricche opportunità per creare il proprio personaggio e viverne la storia.

Paolo: Abbiamo cercato di riproporre il più fedelmente possibile le meccaniche del gioco di ruolo. Ogni personaggio avrà la sua scheda, con attributi e skill che potranno essere potenziati spendendo punti esperienza. In ogni momento in cui è presente una decisione, i giocatori potranno scegliere l’approccio più appropriato per il loro personaggio, e per come vogliono interpretarlo.

 

Oltre ai personaggi giocanti immaginiamo ci saranno anche diversi attori non giocanti all’interno di Vampire: The Masquerade - Milan Uprising. Come avete organizzato il ruolo di coloro che i giocatori incontreranno? Anche qui, il supporto digitale vi viene in aiuto creando personaggi che non necessariamente devono corrispondere a pedine?

Paolo: Prima di costruire la trama del gioco abbiamo definito tutta la società vampirica di Milano, in cui ogni personaggio ha il suo ruolo preciso e una rete di relazioni. Nel gioco questo “mondo sommerso” verrà simulato dall’app, in cui ogni personaggio avrà un suo obiettivo e cercherà di raggiungere i suoi scopi, a prescindere dalle azioni dei personaggi interpretati dai giocatori.

Al momento potremo definire Teburu un prodotto premium, almeno nel momento in cui qualcuno lo compra per la prima volta. Ma parliamo comunque di un supporto unico che potrebbe contenere più giochi e anche più campagne per un singolo progetto. Parlando di Vampire: The Masquerade - Milan Uprising ad esempio, mantenendo i prodotti fisici si potrebbe digitalmente espandere le storie che offrono? O, addirittura, potrebbero i giocatori stessi espanderlo tramite il Development Kit?

Riccardo: Teburu è pensato per essere come una console, un hardware specifico per giocare giochi da tavolo, che permette, ricordiamolo, anche di giocare in tempo reale da remoto. L’utilizzo di app permette sicuramente di espandere l’esperienza di gioco tramite contenuti scaricabili, specialmente in giochi narrativi come Milan Uprising. Il Development Kit, che è stato già annunciato, permetterà invece invece ai giocatori più “smanettoni” di creare prototipi e giochi da zero.

 

Uno degli ostacoli maggiori quando si parla di tecnologie emergenti e giochi da tavolo è che i giocatori più assidui non vogliono guardare troppo lo schermo e anzi alle volte questo li scansa dal prodotto fisico perché non ne vedono l’utilità se devono utilizzare un’app. Per voi, dov’è il corretto bilanciamento tra i due elementi?

Riccardo: Tutto il team è appassionato di giochi da tavolo, e tutte le settimane proviamo nuovi titoli o giochiamo ai grandi classici. Il nostro obiettivo con Teburu è duplice; da una parte vogliamo arricchire l’esperienza del gioco da tavolo e al tempo stesso possiamo semplificarla e renderla fluida. Tutto questo senza mai snaturarla. La plancia di gioco e gli altri componenti fisici piazzati su di essa devono rimanere il centro dell’azione e dell’attenzione dei giocatori. E’ attorno a questo elemento che si deve discutere, cooperare o confrontarsi.

Gli schermi digitali supportano e amplificano l’esperienza di gioco fungendo ad esempio da plance personali dei giocatori o master che guidano il gioco. Inoltre, grazie a Teburu non è necessario studiarsi il regolamento prima di iniziare a giocare e anche una volta imparato a giocare, Teburu alleggerisce il carico congitivo richiesto ai giocatori calcolando modificatori e bonus per conto loro. L’esperienza di gioco diventa immediatamente più fluida e godibile, liberandosi di molti pensieri (come il dubbio di aver applicato correttamente una regola o meno) che spesso attanagliano i giocatori e impediscono una completa immersione nell’esperienza di gioco.

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