Perché non farò giocare mio figlio alla Master League
Prima che FIFA si mangiasse tutto a suon di licenze e bustine dei calciatori pagate come l'oro Castolo e Ivarov ti insegnavano la passione e la sofferenza
Ho abbastanza chiaro il corpus di valori che vorrei tramandare a un mio eventuale figlio: Han ha sparato per primo, se qualcuno ti chiede se sei un Dio devi rispondere "Sì" e il signore di Hokuto non ha bisogno di nessuno, neanche per morire. Una cosa che gli risparmierò sarà senza dubbio la Master League.
Io sono della generazione che ha sofferto in area piccola per gli stop drammatici di Castolo, che cercava di fare un lancio lungo con Ximelez che fosse almeno vicino a dove richiesto, che quando per sbaglio Ivarov parava senza respingerla sui piedi dell’attaccante avversario esultava come se avesse sventato un rigore, che ha giocato un campionato intero col terzetto difensivo Libermann, Baumann e Stremer e i loro disimpegni allegramente posizionati sui piedi avversari, che comprava Babangida e poi erano novanta minuti di cross sbilenchi e galoppate.
Sono uno che sa che nei giochi di calcio si soffre, ma nella Master League si soffre di più. Che ogni rimpallo è del computer, che se li tocchi è fallo ma loro possono farti anche la garrota basca, che quando per caso segni l’attaccante avversario resiste a ogni intervento ed entra in porta indisturbato (anche se ha un valore fisico di 50 e tu lo stai marcando con Chiellini) mentre il tuo sta ancora incespicando dall’intervento prima, che squadrette europee che non sono neppure nel ranking FIFA possono tessere una ragnatela di passaggi che farebbe sbavare Guardiola, basta che giochino contro di te.
So che se il computer ha deciso di vincere non ci sono cazzi, vincerà lui.
Ora che Minanda e compagnia sono soltanto ricordi che fanno rabbrividire perché dovrei far sopportare tutto questo a mio figlio? Ha tutta una vita per accorgesi che ormai la IA del gioco ha deciso che deve perdere e gli fa fare solo tiri altissimi o orribili schifezze. Si perderà probabilmente la modalità di gioco sportivo più intensa di tutte, ma l'intensità è sofferenza, tanto vale che giochi online con degli sconosciuti, almeno avrà una squadra che risponde ai suoi comandi e non ha già finito il fiato al 45'. Meglio litigare con loro che farlo con una macchia, che se qualcuno ti chiede perché urli vorresti dire "Il computer bara!", ma all'ultimo secondo ti fermi in un impeto di buonsenso.