In Pellegrini del Sole Jenni Fagan racconta un futuro apocalittico, in bilico tra l'estinzione della razza umana, le relazioni disfunzionali e la transfobia
Pellegrini del sole di Jenni Fagan è un interessante romanzo che mescola elementi di speculative fiction, climate fiction, tendenze cataclismatiche e hyper-realismo. La scrittrice non lesina nel tratteggiare un mondo condannato all'apocalisse naturale, la Terra è un organismo ormai in lenta decomposizione e lo scioglimento delle calotte polari e lo sfasamento delle temperature porta il genere umano sull'orlo dell'estinzione.
Il realismo schiaccia la distopia
Nello scenario catastrofico, dove il freddo è il tiranno e l'anima della narrazione, Jenni Fagan si svincola da alcune tendenze distopiche e riesce a raccontare una storia che va oltre il reale; così l'elemento fantastico non è accantonato bensì rilegato ad impreziosire uno sfondo mistico e sfuggente, lo dimostrano le figure dei Pellegrini del sole, santoni-eremiti che hanno abbandonato la società per vivere nell'estremo nord delle Isole Orcadi e che si nutrono di preghiere e di luce solare. Perché questa fotosintesi spirituale permette ai pellegrini di sopravvivere anche senza nutrirsi davvero. Un miracolo per un'umanità nel baratro.
Pellegrini del sole: raccontare gli amori disfunzionali
L'autrice di Pellegrini del Sole proietta le ansie e gli spettri mentali dell'intera collettività nei suoi tre personaggi principali.
L'enorme Dylan, ricoperto di tatuaggi e con il cuore spezzato dalla recente scomparsa di sua madre e sua nonna, abbandona il cinema d'essai che gestiva con la famiglia e si trasferisce in un campo di roulotte arrugginite in Scozia. L'arte, il cinema, l'umanità che sogna sembra essere sepolta dal ghiaccio. Costance è una donna tenace e battagliera, una survivalista di serie A che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, se non da sua figlia Stella. Costance alterna la propria forte personalità con rapporti disfunzionali con altri uomini, a volte vivendo relazioni poliamorose, che non si traducono mai in vero amore ma in rapporti parassitari per colmare lacune affettive e sessuali e tendenze di reciproca sudditanza psicologica.
Pellegrini del Sole e la transfobia
Stella è succube degli strani rapporti tra la madre e i suoi amanti. Stella cresce con una figura paterna assente e lontana dalla sua personalità. Il padre biologico persiste nel chiamare Stella con il suo nome di battesimo, un nome maschile. Stella è una dodicenne transgender che ha deciso di scoprire la sua vera identità e di lasciarsi alle spalle un sesso che non la rappresentava; perché Stella è nata maschio cresce come una normale adolescente. È sintomatico che nel racconto di Jenni Fagan, I Pellegrini del sole, ci sia spazio per il bullismo e la transfobia. Ma nonostante l'avvicinarsi di una catastrofe ineluttabile, gli uomini continuano a perseguitare gli esseri che cercano di autodeterminare la propria identità. Il dolore di Stella è immenso perché proprio l'uomo che gli ha dato la vita è lo stesso che gli nega la libertà. No, non parliamo di distopia ma di cruda realtà. Per questo Pellegrini del sole è un romanzo doloroso che comunica ad ognuno di noi quanto il futuro in realtà sia identico al passato.
Pellegrini del sole: il futuro ha bisogno di luce
Jenni Fagan racconta la fine di tutto, l'era glaciale, la terra che si chiude in un bozzolo di freddo assassino e rimane vuota. L'accettazione passiva degli esseri umani ormai impotenti e il canto cacofonico della distruzione interiore che sovrasta la fine di tutte le cose.
L'amore di Dylan per Costance, crescere una figlia che ha più padri che amici, il lutto, il deteriorarsi dell'umanità ridotta a un candore innevato e mortifero.
Jenni Fagan racconta il futuro e il vuoto, racconta gli interstizi tra il passato il presente e il giorno che verrà. In quegli spazi c'è una lezione da imparare.
In sintesi: dobbiamo nutrirci di luce.
Così i Pellegrini del Sole insegnano.