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Parasite ha vinto e finalmente ci siamo accorti della Corea

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Parasite ha vinto come Miglior Film agli Oscar, aprendo il vaso di Pandora che contiene tutte quelle serie/film della Corea ignorate finora.

La vittoria di Parasite come Miglior Film agli Oscar è già una pagina di storia che non se ne andrà mai, come il volto di stupore di chi si aspettava di vedere trionfare 1917. Ma per chi segue la scena coreana nella sua interezza questo non è un fatto di cui stupirsi, anzi è solo l’ennesima conferma di quanto si sottovaluti un intero mondo che sta arrivando prepotentemente nelle case occidentali, alla faccia delle solite americanate belliche.

Bong Joon-ho è sicuramente un artista eccezionale e che rappresenta un apice difficile da eguagliare, eppure sarebbe altrettanto stupido dire che il cinema coreano si fermi a lui. Se fosse arrivato sul vostro catalogo di Netflix, senza alcun tipo di trailer o brusio dietro, probabilmente non ve ne sareste neanche accorti. Come accade alle decine di produzioni che ogni giorno vengono aggiunte nella piattaforma di streaming più famosa del mondo. Il che è un paradosso, considerato quanto spesso e volentieri vengano ignorate da chiunque non sia già abituato a vederle.

Per Parasite è così, pensando a quanta gente lo ha visto prima della sua nomination/premiazione. Quante sale lo hanno trasmesso? Quante lo trasmetteranno ora che ha vinto? Quanti neanche conoscevano Joon-ho e adesso si fionderanno in ogni sua produzione rimanendone estasiati? Quanti prenoteranno il Blu-ray di Parasite su Amazon? Quanti andranno a vedere Snowpiercer e penseranno “ma questo è il sequel di Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato”? La risposta è numericamente incerta, ma quello che importa ora è che Parasite per molti può diventare un portale d’ingresso verso il mondo televisivo/filmico della Corea, il quale nasconde perle che sputerebbero in faccia anche alle serie più premiate nostrane.

Ma del resto è questa la vera vittoria di Parasite: essere riuscito a sfondare l’ingenua e innocente ignoranza esterna per lanciare un messaggio talmente forte e d’impatto da distruggere le barriere mentali del pubblico generale. O quasi, perché in effetti la contestazione a Parasite come Miglior Film arriva quatta quatta come il peggiore dei rancori, tra i commenti dei social e tweet velenosi di John "America Fuck Yeah" Smith. Perché non sia mai che esista qualcosa di altro oltre i propri gusti o le produzioni hollywoodiane, perché insomma arriva uno con gli occhi a mandorla a sfilare roba a The Irishman? Ma andiamo.

E invece sì, belli miei, è arrivato il coreano ed è ora di assaggiare il kimchi piccante perché da oggi avrete nuovi spunti con cui riempire le vostre liste di robe da guardare che non sfoltirete mai. Ve lo avevamo anticipato con Memories of Alhambra, ma ora il nostro consiglio assume una rilevanza maggiore, più logica per certi versi. Tornerete adolescenti con Love Alarm, piangerete con Goblin su Viki TV, esplorerete la virtualità dell’amore con My Holo Love e questo è solo l’inizio della vostra nuova vita come binge-watcher internazionali di prim’ordine.

D’altro canto però si potrebbe dire che Parasite è un film estremamente occidentale rispetto alla media coreana, la quale calca spesso sui crismi della loro particolare società e cultura. Ma anche in questo caso troverete dei drama/film che vi dimostreranno quanta vicinanza nascondano i due lati del globo. Tune in For Love è uno di questi esempi, capace di raccontarvi una storia d’amore intima che potrebbe andare benissimo come blockbuster a stelle e strisce se non fosse che è ambientato a Seoul. Vi siete stancati dell’amore? Lo capiamo, magari sotto San Valentino l’amore è una delle ultime cose che vorreste sentire. In questo caso Vagabond vi colpirà con la sua adrenalinica azione da stunt a cavallo tra una cospirazione nel governo coreano, una rete terroristica immensa e la vendetta di uno zio che ha perso il nipote in un disastro aereo causato intenzionalmente. Anche qui, pensatela come un Mission Impossibile ambientato in Asia.

E una volta convinti della bontà di queste produzioni potreste stringere sulla vostra nuova familiarità e puntare a qualcosa di più caratteristico come Romance is a Bonus Book: un racconto d’amore tra l’editoria coreana e le condizioni di vita di una donna single in cerca di lavoro nella competitiva società moderna. O, se vi piacciono i drammi, puntare a Pandora non sarebbe una brutta idea, considerando come analizza e disseziona il tessuto sociale coreano attraverso il racconto di un disastro nucleare a la Chernobyl. O, se amate la politica, la risposta coreana a Designated Survivor non solo prende la trama dello show americano e la arricchisce, ma sicuramente porta sul piatto attori che hanno un’interpretazione migliore e più accurata a livello governativo.

In un modo o nell’altro, per molti di quelli che stanno leggendo queste righe la notizia di Parasite ha aperto un vaso di Pandora da cui non si può davvero tornare indietro. Ma serviva davvero una vittoria così eclatante per farvi cliccare su quei nomi strani tra gli “Aggiunti di Recente” di Netflix?

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