Nerdlog: Addio Adventure Time e grazie per tutta la follia
Con la fine di Adventure Fine si chiude uno dei cartoni animati più influenti e assurdi degli ultimi anni che abbiamo salutato con un pezzo bizzaro, infatti è una chat
Nerdlog è una folle rubrica di N3rdcore in cui le chat redazionali vengono trasformate in articoli-dibattito. Vista la vena di pazzia di Adventure Time ci sembrava l'argomento giusto per inaugurare questo nuovo spazio.
Lorenzo: Allora, con la fine di Adventure Time esigo un pezzo da qualcuno che ne sappia.
Luca: Io non ne so abbastanza, sono alla quarta stagione. Che poi, chi può dire di saperne abbastanza? È un po’ il punto di Adventure Time. Una cosa la so: dieci minuti è la durata perfetta. Ti introduce alla miseria della vita il lunedì mattina mentre fai colazione, te la spezza mentre sei in bagno, ce lo puoi infilare dappertutto.
Gabriel: In effetti nemmeno io saprei cosa scrivere, è una cosa molto difficile da analizzare.
Luca: Così su due piedi mi sento di dire che ha introdotto un paradigma nuovo. Peraltro tutto da decifrare, probabilmente perché è un prodotto costantemente in divenire. E per quanto strano funziona, anche se magari leggendolo sulla carta nessuno se lo sarebbe immaginato così.
Gabriel: Sì, concordo. È difficile da contestualizzare anche perché i riferimenti che fa sono tanti e non sempre palesi, molti sono laterali e sfumati - dal più evidente D&D a cose come Home Video o Leone il Cane Fifone, e poi tutto il genere post-apocalittico. Ma è un calderone così ampio, con così tante diverse sfumature e intensità, che alla fine mi pare un’opera più seminale che derivativa.
Luca: Incrocia un po’ il cartone pre-adolescenziale alla Spongebob con quello post-moderno alla Rick e Morty. Anche se di Rick e Morty ha solo il tocco di stranezza, non c’è nessun sarcasmo o ironia. All’inizio io lo guardavo leggendo questa weirdness come anticamera di una vena molto più nera, nei dialoghi mi aspettavo punchlines cattive che non arrivavano mai.
Gabriel: Verissimo, seppur con le dovute proporzioni riguardo al pubblico di riferimento, si distacca totalmente da questa logica. Diciamo che si distacca proprio dalla logica in generale, ma trattandosi di Cartoon Network non è una novità, voglio dire: mi sveglio ancora la notte per gli incubi su Mucca e Pollo (che comunque amo, eh). Più che psichedelico, però, lo definirei onirico.
Luca: Poi come notavi tu c'è questa cosa dell'apocalisse, sullo sfondo, che si amalgama alla perfezione con tutto il resto. In qualche modo mi sembra faccia da contraltare ai toni, come a dire - abbiamo fatto il giro, consumato tutto, spolpato l'ironia e l'intellettualismo edgy, cosa resta? Un po' di innocenza infantile e stranezza.
Gabriel: Sì, è appunto quasi seminale in questo, fa tabula rasa.
Luca: Sia nelle premesse narrative che nei toni.
Gabriel: Infatti rispetto ad altri cartoni weird di Cartoon Network (sto guardando soprattutto te, Uncle Grandpa) risulta molto meno forzato. Questo è un risultato sorprendente e non facile, anche perché dove si percepisce una forzatura emerge anche l’edginess, una certa presuntuosità, e il risultato alla fine è meno buono.
Luca: Che intendi?
Gabriel: Provo a spiegarmi: Uncle Grandpa si sforza un sacco di essere nonsense, psichedelico, pazzerello. Ha idee buone e idee meno buone, ma è sempre sopra le righe, non si accontenta mai: questa cosa mi sembra indice di una forzatura, un voler sempre violare le regole a fronte di un numero limitato di idee. Adventure Time invece, seppur con ritmo forsennato, ha tanti momenti di understatement, anti-climatici, di piccole banalità e battute sceme - ma genuine. Non cerca di sorprendere per forza, insomma. Forse la combinazione vincente è data da questo stile pazzo ma sobrio, e dal character design che è un classico istantaneo.
Luca: Sì, e come dici tu senza nessun tipo di artefazione.
Gabriel: Ti cattura subito, c'è poco da fare: è finntastico.
Luca: Inizi a guardarlo chiedendoti cosa ci sia dietro, e piano piano capisci che è esattamente quello che vedi, né più né meno, e funziona così.
Gabriel: Già, lavora per sottrazione. Ha anche dei momenti molto teneri. Ci sono dei miei amici che però non lo fanno vedere ai figli più piccoli, dicono che ci sono dei momenti leggermente troppo violenti, anche in senso lato. Capisco a cosa si riferiscono, ma personalmente credo che il bilancio educativo (al netto di quanto ci importa del bilancio educativo, cioè zero il giusto) sia comunque positivo.
Luca: Questa è una bella domanda, non so se serva una maturità acquisita per goderselo o se funzioni anche con i piccoli. Leggendo le interviste, l’autore (Pendleton Ward) voleva semplicemente creare un cartone per bambini; poi questa vena di assurdità eterea è stata intravista e incoraggiata dagli altri scrittori dello show. Non so se l’equilibrio sia così stabile da farne un cartone godibile anche per i bambini, o se alla fine sia cascato tutto dal lato degli adulti.
Gabriel: Io penso di sì.
Luca: Qualcuno ha dei figli sacrificabili per fare una prova?