Iconografia e memelogia, la deposizione di Sgarbi a Montecitorio
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memeVittorio Sgarbi viene cacciato dalla Camera dei deputati per volere della presidente della Camera Carfagna, il tutto ha portato alla proliferazione di meme a base artistica. L'iconografia memetica va quindi a sottolineare gli aspetti culturali dell'evento
L'Italia delle Memaviglie
Con magno gaudio, nella giornata del 25 giugno, si è tenuta alla Camera un'intrigante esposizione artistica a cura di Vittorio Sgarbi. L'onorevole ha travalicato, di sua spontanea volontà, i dettami di Sir Arthur Conan Doyle che era solito dire
Il tocco supremo dell'artista, sapere quando fermarsi
l'autore di Sherlock Holmes, all'oscuro del vitalismo dinamico di Sgarbi, non si sarebbe mai aspettato il disfacimento della stasi artistica. Sgarbi non sa quando fermarsi, e infatti non è un'artista è arte egli stesso. Ha sconfitto l'immobilismo contemporaneo e anarchicamente spodestato gli enti superiori della Camera plasmando Montecitorio nella teca che custodisce la sua espressione ideologico-estetica.
Se Alfred Hitchcock si era espresso in questi termini "Per me l'arte viene prima della democrazia" Sgarbi metabolizza il concetto del regista, egli è arte e il medium emotivo dell'opus artistico, svincolato dalle plebee leggi politiche. Del resto Vittorio Sgarbi si riallaccia al furor poetico di Esenin, poeta russo di primo novecento, famoso per ergersi a hooligan della poesia, ribelle che proiettava in se stesso la grandezza decadente del collasso sociale. In quanto tale, perdendo la facoltà di essere autore di qualcosa e assumendo la singolarità artistica, qualcun altro deve assumersi la responsabilità di narrare la Deposizione di Sgarbi a Montecitorio.
La cacciata da Montecitorio
Il passo tra particella artistica e "atomo memico" è breve; tant'è che le due realtà spesso combaciano. De facto la cacciata da Montecitorio non esaurisce la sua potenza comunicativa nel classico medium dell'arte bensì si evolve (o chissà, involve?) nel meme. Il meme ricordiamo, giusto per dare allo scritto una minima parvenza di esaustività, proviene da una definizione di Richard Dawkins, estrapolata dal suo capolavoro Il gene egoista, che descrive il meme come un'unita socio-culturale che si evolve e si trasmette con mezzi non genetico-biologici.
I signori che pensano che i memes siano quisquiglie da adolescenti social-addicted sono invitati a prendere un manualetto di sociologia scritto negli ultimi anni o a studiare qualcosa di antropologia. Perdonate la digressione, ma codificare la figura di Sgarbi è tutt'ora molto difficile perché rappresenta, grazie all'episodio della Camera, la simbiosi deterministica dell'iconografia artistica e della memetica (scienza che studia i meme). Per questa ragione di seguito saranno presentate delle opere che iconograficamente (e iconologicamente) richiamano l'immagine di Sgarbi gentilmente accompagnato fuori.
Donna angelo dal cuor di pietra
A seguito dei soliti battibecchi dei politicanti l'opera Sgarbi si esibisce in una protesta vocalizzata che spezza la tranquillità della Camera. Manco a pensarci Sgarbi crea una filippica di squisito citazionismo "Il compito attuale dell'arte è di introdurre caos nell'ordine", e chi siamo noi per contraddire Theodor Adorno? Vittorio Sgarbi urla, sbraccia, è un titano del Tartaro che reclama l'olimpo. E La Carfagna con sdegno da scuola normanna siciliana lo allontana dalle porte del paradiso.
Cicerone stop pls
Dopo il fallace tentativo di riportare all'ovile Sgarbi la Carfagna è costretta ad allontanarlo, i più attenti di voi avranno colto un latino parallelismo con Sergio Lucio Catilina che viene attaccato da quell'abuser della perifrastica passiva di Cicerone e condannato a una vita grama. L'esilio di Catilina non è così dissimile da quello di Sgarbi, entrambi avvenuti in una sede del governo romano e tutt'oggi opere d'arte illuminate. Certo Catilina non ha un'invettiva avanguardista, è statico e pensante e cova rabbia e ribellione nella sua posizione contrita; al contrario Vittorio Sgarbi è puro strum und drang fisico dinamico. Opere diverse e quasi sorelle, concettualmente affini.
Attacchi di panico
A livello iconografico poi ci ricongiungiamo alla scuola ellenistica, grandissima musa scultorea-artistica che rivoluzionò il concetto del movimento e dell'espressività emotiva nel periodo successivo alla morte di Alessandro Magno. Il Satiro Beffardo nella sua plasticissima e conturbante elasticità dinamica non può non ricordare il meme-artistico di Sgarbi che si dimena tra i tirannici servitori della Carfagna. Il nesso è abbastanza semplice e non vorrei tediare il lettore con questo assunto, ma forse è meglio non lasciare tutto al caso.
Il satiro, come la divinità Pan che lo simboleggia, è il dionisiaco è la natura dell'uomo che si spande per tutto il creato e si affianca all'impeto vitalistico di godere edonisticamente la vita in tutti i suoi piaceri. La mancanza di controllo, il rifugiarsi dalle strutture tecno-sociali, il panismo è l'emozione totale che contamina l'anima e tutte le costruzioni archetipiche che ne conseguono. Vedere Sgarbi, meme-panico, accompagnato in "catene" fuori dalla Camera significa assistere alla morte del dionisiaco e alla vittoria immeritata dell'apollineo. La posizione scomposta, il volto turbato dalla mancata estasi, gli arti che nuotano nel vuoto. Il satiro Sgarbi viene deportato dal suo regno dionisiaco.
Pro-meme-teo
In egual misura, rimanendo nell'Ellade, Sgarbi si contorce con una certa virilità fisica alla strega di un qualsiasi quadro di Prometeo, il titano colpevole di aver portato il fuoco degli dei (quindi la ragione) agli esseri umani e punito aspramente da Zeus. Sgarbi, esimio studioso dell'iconografia classica assume la posizione del Prometeo afflitto e denuncia il comportamento di coloro che lo opprimono. Il meme iconografico di Sgarbi è una denuncia ai poteri forti.
Guarda come Leocoontexo
La giustizia viene sempre perseguitata dalle sfere celesti, così come per Prometeo Sgarbi è un neo-Laocoonte afflitto dagli strali degli dèi.
La sofferenza, stavolta emanata dal volto, è dilaniante. Lo spettatore dello Sgarbi leocoontino è condannato a una vita angosciante, il corpo straziato dai mostri serpentiformi è soltanto una metafora alla desolante situazione politica. Quando non puoi fidarti di nessuno cosa ti rimane ? Niente, se non il flexare alla Camera.
Gruppo scultoreo del Laocoonte, musei vaticani
Virgin Masaccio
Sicuramente il Chad Sgarbi non ha niente a cui spartire con l'Adamo virginale di Masaccio, figura lontana dai canoni classici la cui possanza macha viene meno. Ma questo parallelismo-ossimorico mette in risalto la memavigliosità della figura di Sgarbi che si arricchisce anche del canone redpilliano-memico del chad. Adamo è un piagnone, Charsbi è un lottatore.
Memoni
A livello iconografico la posizione di Sgarbi ricorda anche la potenza scultorea michelangiolesca, soprattutto un'opera meno famosa ovvero quella degli Schiavoni. Il corpo che viene maltrattato dalla volontà della Carfagna emerge dal tumulto politicante dei deputati, come la fisicità marmorea tende a liberarsi dalla prigione di pietra. L'atteggiamento escapologico (arte della fuga) permette a Sgarbi di denunziare l'asettica realtà ormai asfissiante. Un esempio di futuristica volontà rinascimentale.
Jesus so wow
Very cool la deposizione di Cristo del Caravaggio che mette in risalto, tramite eccellenti chiaroscuri l'anatomia del messia. Del tutto similare a Sgarbi che viene deposto dal suo seggio di onorevole. Anche qui si procede per contrasti, Gesù viene accompagnato dai suoi cari verso l'ultima meta del suo corpo mortale mentre Sgarbi come un Lucifero viene scacciato dal paradiso dei deputati. La morte "socio-politica" è tanto grande da rendere la deposizione di Sgarbi della stessa efficacia comunicativa di quella di Caravaggio. Wow.
Mediaevi sempre sul pezzo
Il collettivo di Mediaevi, caratterizzato dalla bella presenza degli studiosi medievisti Riccardo Facchini e Davide lo Iacono, sono i primi a creare la corrente memelogica sgarbi-arte sacra. Del quale io sono un umile epigono.
Bosch, wtf?
Forse uno dei più grandi memer della storia è proprio Bosch. Iconografia e memetica si fondono alla perfezione, in questo dettaglio notiamo uno pseudo-Sgarbi che viene trasportato caprettamente chissà dove. Anche se l'attenzione viene magnetizzata dall'arciere ornitorinco e dal Piedone armato. Questa patina di pura fantisticheria infernale serve a sottolineare un semplice concetto, per quando l'immaginario sia costruito su elementi bizzarri la realtà sarà sempre peggio, e per antitesi Sgarbi è più sconcertante del riferimento qui sotto.
Corbellerie Simpsosiane
Credo sia lampante il collegamento con i Simpson, che come al solito avevamo predetto tutto. E a memarci sopra ci pensa Ignoranza Eroica.
Ma alla fine che memiamo a fare ?
La realtà è così meme-genetica (che genera meme) che non serve sforzarsi più di tanto. I collegamenti artistici sono tanti ma non sarà mai possibile prevedere il risultato di una determinata azione. Per questa ragione Sgarbi non è solo arte e meme ma diviene anche auto-satira. Un po' come fa Cornella non prendendosi mai sul serio e procedendo per no-sense totalizzanti.
L'iconografia proietta Sgarbi verso tantissime sfere artistiche, la contemporaneità lo riporta verso quello che è: un meme.
E lo fa da solo.
Grazie a tutti per aver letto anche questa opera no-sense.