Demon Slayer: il Film – Tra spade, fiamme e lacrime
Tutti ne abbiamo sentito parlare, e finalmente è arrivato anche doppiato in italiano il film di Demon Slayer: Mugen Train
Oggi sono qui per parlare del film di Demon Slayer, un prodotto di cui tutti abbiamo già sentito parlare. La pellicola è entrata nella storia per essere diventata la più venduta della storia giapponese, superando persino Matrix. Ma qui siamo su N3rdCore, a noi non interessano i numeri, gli incassi e tutti questi altri numeri, a noi interessa e importa parlare di altro e allora parliamo del film di Demon Slayer.
Io ho già visto ‘’Il Treno Mugen’’ (che titolo orribile in lingua italiana) ben due volte: la prima in lingua originale, in maniera che sfiora i limiti della legalità mentre la seconda qualche giorno fa, dopo il suo sbarco su Prime Video, doppiato interamente in italiano. Quindi dopo averlo visto e rivisto ecco la mia (in)discutibile opinione sul Treno Infinito (titolo molto più bello).
Parto dall’incipit. Raccontare gli avvenimenti di un intero arco narrativo sottoforma di lungometraggio è una scelta geniale e decisamente migliore di un film non canonico pompato di fanservice fatto solo per fare milioni al botteghino. Abbiamo visto film di Dragon Ball, One Piece e ora My Hero Academia, che seppur risultino godibili, alla fine della fiera questi risultano quasi inutili se si pensa non hanno la rilevanza ai fini della storia. Questo a lungo andare può lenire l’interesse dei fan a cui importa della trama e dei suoi svolgimenti, e quindi questa idea di riassumere una breve saga come film è senz’ombra di dubbio grandiosa. E infatti si è già sparsa la voce, poiché Jujutsu Kaisen 0, prequel delle vicende che avvengono nell’anime, sarà un film. Certo Demon Slayer non è l’inventore di questa pratica, abbiamo già visto al cinema storie importanti per la lore di un mondo ma non ricordo di una volta in cui il diretto sequel dell’anime è al cinema.
Ma parlando di un’intera saga, e quindi un arco, è inevitabili che ci siano i momenti ‘’bassi’’ che portano al climax. Quelle che sarebbero state le prime ‘’calme’’ puntate di una seconda stagione ora sono riassunte nella prima parte del film. Stiamo parlando dei momenti che gettano le basi per la storia di questa saga, e quindi fra una breve introduzione dei personaggi che conosciamo già, l’introduzione di Rengoku, uno dei pilastri che abbiamo visto nell’anime e alcune fasi non proprio brillanti la prima parte del film scorre bene in una prima visione, ma molto meno in un rewatch. Certo, è inevitabile se non si vuole riscrivere la storia ma c’è da dire che un po’ di movimento in più non avrebbe guastato.
Ma ciò in cui questo primo spezzone riesce bene e nell’approfondire i personaggi, in particolare il protagonista Tanjiro e il pilastro Rengoku. Quest’ultimo è quasi un estraneo all’inizio della pellicola, ma grazie all’ottimo minutaggio dedicatogli, lo spadaccino è diventato una vera icona in Giappone, (e penso che tutti possiamo capire perchè). Infatti Rengoku è quasi il vero protagonista del Treno Infinito e il successo riscosso ha portato alla creazione di un suo capitolo spin-off che attualmente è in scrittura.
Non c’è molto di Zenitsu nel film, e ciò mi dispiace, ma fortunatamente vediamo una crescita nel rapporto fra Tanjiro e Inosuke. Fino all’ultima puntata dell’anime, i due non erano amici, erano solo compagni di viaggio, e il ragazzo con la maschera da cinghiale non è riuscito a fare molto, se escludiamo il gridare. Nel Treno Infinito (esatto ora lo chiamo così) non solo i due ammazzademoni approfondiscono il loro rapporto fino a diventare davvero amici, inoltre vediamo anche lo spadaccino più rumoroso di sempre darsi da fare.
Arrivato a questo punto, direi che è anche ora di parlare di come sia animato il film di uno degli anime più belli da vedere degli ultimi tempi. Io sono fan dei lavori di Ufotable dai tempi di Fate (che vi consiglio caldamente), ma il lavoro fatto con questo film alza davvero l’asticella per ogni tipo di animazione. I disegni del Treno Infinito non si discostano affatto da quelli a cui l’anime ci ha abituato, ma è nei momenti ricchi d’azione dove possiamo rifarci gli occhi. I combattimenti sono bellissimi, colorati e pieni di frame, uno in particolare (che ovviamente non dirò) è forse il combattimento meglio animato che abbia mai visto in una produzione giapponese, e no, non credo di esagerare. Gli appassionati di AMV si saranno probabilmente sfregati le mani durante la visione.
Un applauso va anche alle musiche. LiSA ritorna, e dopo Gurenge ci dà una colonna sonora persino superiore, considerando anche le altre canzoni strumentali che l’accompagnano.
Chiudo parlando del doppiaggio, ovvero l’unica sostanziale differenza fra le mie due visioni. L’anime ha un ottimo doppiaggio italiano e così anche questo film. In primis, la voce italiana di Rengoku, Andrea La Greca non mi aveva convinto (al suo posto avrei tanto voluto Ivo De Palma), ma verso il finale è riuscito a farmi ricredere. Consiglio caldamente la versione italiana.
Quindi il film è bello? Assolutamente.
Vederlo mi ha riflettere su qualcosa, ossia: perché Demon Slayer è così famoso?
È innegabile che il successo del manga sia avvenuto solo dopo la creazione dell’ottimo anime, e questo può aiutare a comprendere parte della fama. Se da un lato è stato l’incredibile comparto artistico, dall’altra parte bisogna elogiare l’opera in sé, con la sua semplicità, sia nella trama che nei personaggi dell’ottimo design. Il tutto affiancato da una grossa drammaticità, che nella versione animata viene accentuata dalle bellissime musiche e dall’incredibile doppiaggio.
Non un capolavoro ma un’opera polarizzante che nessuno dimenticherà, proprio come questo film, che getta delle importanti basi per una seconda stagione che tutti seguiremo con grande attenzione questo Ottobre, in contemporanea con l’uscita del videogioco.