STAI LEGGENDO : Coromon è una lettera d'amore a Game Freak

Coromon è una lettera d'amore a Game Freak

Condividi su:

Coromon rappresenta, a tutti gli effetti, quello che ogni fan Pokèmon vuole, merita e che deve, assolutamente, avere.

Perché si ama il marchio Pokémon? Perché al di là di quello che può essere definito come un discorso nostalgico, circa 26 anni fa Satoshi Tajiri decise che voleva regalare a tutto il mondo l’emozione della cattura e della collezione degli insetti (suo grande hobby) sottoforma di videogioco.

 

Tutto il resto è storia, ma quello che fa funzionare maledettamente bene il marchio, quello che è entrato all’epoca nel cuore di ogni videogiocatore del mondo e che continua a fare breccia nei cuori dei più insospettabili, è proprio quel concetto di “collezione” che Tajiri voleva trasmettere con la “sua” piccola creatura.
Esplorare un percorso, scoprire un nuovo Pokémon nell’erba alta e “collezionarlo” rappresenta ancora oggi il leit motiv dietro al grandissimo successo planetario del brand che si estende oltre il videogioco con migliaia di altre forme di collezione che vanno dal peluche alle carte.

 

Succede, però, che al di là dell’espediente puramente collezionistico i titoli Pokémon provano ad offrire anche uno spunto da videogioco di ruolo piuttosto interessante che va ad evolversi con le generazioni e con gli anni riuscendo a portare fra le fila di appassionati anche tutti quei “giovani adulti” che si trovano per le mani uno fra i più profondi e intelligenti sistemi di combattimento mai realizzato per il genere.

A differenza del resto del mondo videoludico, però, Pokémon ha deciso di non evolversi rimanendo ancorato, per ora, ad un sistema piuttosto vetusto che non riesce a concedere il giusto valore a tutto quello si è costruito negli anni: l’AI incompetente, numeri nascosti agli occhi dei giocatori perché ritenuti troppo complessi (ma necessari all’interno di un competitivo vivo ed esistente), un sistema di crescita eccessivamente criptico sempre rivolto allo scoraggiare, o meglio al nascondere, questo genere di funzionalità ai più giovanissimi.

 

Quasi come se esistesse un Pokémon per i bambini e uno per gli adulti che convivono nella stessa cartuccia, con il primo che sovrasta e distrugge continuamente il secondo. E nonostante tutto vive ancora un amore infinito per il gioco, fra vecchie e nuove leve, che continuano a tenere in vita un sistema che, al netto della sua pessima gestione, continua ad essere insuperabile e insuperato.

 

Per tenerlo in vita ci si è inventati challenge particolari, set di regole che provano a rendere il gioco più accattivante riuscendo spesso e volentieri a generare vere e proprie modalità di gioco custom stupende (si pensi alle Nuzlocke) che dimostrano, ancora una volta, quanto il sistema di gioco di Pokémon sia incredibilmente malleabile e come la matrice sia estremamente valida nonostante Game Freak.

Ecco, Coromon, uno dei tanti cloni Pokémon sul mercato, nasce proprio dall’amore eterno verso il brand e dalla voglia di dare concretezza a tutto quello che i fan creano su carta (una Nuzlocke è un set di regole autoimposte per intenderci) concependo un titolo dall’immenso valore e potenziale.

 

Coromon non è il primo e non sarà l’ultimo titolo che prova a imporsi su Pokémon con una visione tutta sua, ma riesce a spiccare su chiunque altro per il modo in cui ogni cosa è stata gestita, per l’ascolto continuo della community che utilizzano per migliorare il già ottimo contenuto offerto e per quell’amore, così forte e puro, che gli sviluppatori nutrono nei confronti della creatura di Game Freak.

 

Ma cosa fa Coromon nel dettaglio? Provo a riassumervi i 7 punti che ritengo essere i più importanti per poter capire come e quanto Coromon sia un titolo che non dovete lasciarvi perdere se avete vissuto, o state vivendo, l’amore per i mostriciattoli tascabili di Game Freak.

Gli shiny

I Pokémon Cromatici rappresentano l’apice del collezionismo per tutti i videogiocatori Pokémon: creature con un colore diverso (spesso e volentieri anche brutto) che hanno una probabilità di apparire estremamente bassa e, per questo, sono estremamente rari. Per quanto questo aspetto collezionistico sia stato alla base del gameplay per innumerevoli giocatori della community, ha sempre quell’aria di “perdita di tempo” per tutti gli altri andando a generare una divisione piuttosto netta nello stile di gioco.

Coromon prova invece a unificare i due mondi non solo portando avanti la filosofia del collezionismo nudo e crudo, ma offrendo anche uno “scopo” all’altra metà dei giocatori. Esistono, nella regione di gioco, Coromon particolari con un “potenziale” (è questo il termine) differente: ci sono Coromon con un potenziale molto alto, e Coromon “perfetti” che differiscono da quelli normali per colore, probabilità di spawn e per la crescita nelle statistiche.

 

Un Coromon perfetto, infatti, rappresenta il candidato ideale per battaglie competitive oltre a rappresentare un trofeo collezionistico non indifferente.

Gli IV

Uno degli aspetti più chiacchierati e complessi del mondo Pokémon è rappresentato dagli IV (Individual Values), ovvero dei numeretti, che vanno da 0 a 31, associati ad ogni statistica di un mostriciattolo nel mondo della sua apparizione nel mondo di gioco (incontro nell’overworld o schiusa di un uovo).

Questi numeretti, maledettamente nascosti, vanno a sommarsi al numero base e rappresentano il risultato finale di un dato Pokémon in una data statistica. Un sistema inutilmente complesso, estremamente macchinoso da manipolare nel momento in cui il valore numerico è “nascosto” e decisamente ostico da approcciare per i neofiti del competitivo.
Il risultato è il provare a creare, in maniera legit, tramite strumenti esterni il proprio team già adatto alle battaglie evitando di perdere tempo in innumerevoli tecnicismi che, di fatto, sono fini a se stessi.

Che fa Coromon? Mostra in chiaro tali valori e offre un modo estremamente funzionale (e moderno) nella manipolazione: premere + o – vicino alla statistica.

Nella pratica abbiamo due barre dell’esperienza, una per il livello e una per il “potenziale”, la seconda ci fa salire di potenziale (e la sua crescita è proporzionale al livello di potenziale del Coromon) offrendoci la possibilità di manipolare tali valori.
Non solo, in battaglia saremo in grado persino di osservare tali valori nei Coromon avversari così da capire meglio come comportarci nelle sfide.

Gli stati

Chiunque abbia provato a giocare un po’ il competitivo di Pokémon ha imparato, quasi subito, che gli stati hanno un impatto importante (e udite udite, nascosto) sulle battaglie: la scottatura, ad esempio, abbassa l’attacco fisico del Pokémon scottato, la paralisi la velocità e via discorrendo.
Coromon, nella sua filosofia di rpg moderno, offre un tutorial completo anche degli effetti “nascosti” di ogni stato ma prova a fare anche di più, contestualizzando quello che è l’effetto con lo stato in sé.

Può sembrare banale, ma perché essere scottati significa perdere attacco fisico? Coromon giustifica, letteralmente, tali effetti in modo estremamente pratico: alla scottatura corrisponde un aumento della velocità del Coromon scottato perché mentre soffre per la bruciatura si muove in modo frenetico pertanto si muove più velocemente.

I tipi

Anche in questo caso Coromon cerca di attingere a quello che è il mondo Pokémon provando ad estendere e migliorare il concetto. Per quanto non ci sia nulla da lamentarsi in merito ai tipi sul frangente Game Freak, Coromon cerca lo stesso di fare suo il concetto introducendo, oltre alle “classiche” tipologie di mostriciattoli anche le tipologie di mosse che prescindono quindi il semplice essere “fisiche” o “speciali”.

 

Esistono, quindi, dei tipi che pare appartengano solo a determinate mosse senza che questo debba implicare l’esistenza di un Coromon di quel dato tipo. Una scelta apparentemente bislacca che trova però fondamento nell’enorme potenzialità strategica che questo aspetto apre nel mondo competitivo.

I PP

Come ribadito già più volte, l’universo Pokémon è costellato da (s)fortunate scelte di design che sono vittima degli anni. Sono vecchie per dirla con parole molto semplici. Fra queste possiamo annoverare i Punti Potenza, ovvero il concetto di “mana” secondo la Game Freak di 30 anni fa.
Ogni mossa ha a disposizione un dato numero di PP che varia a seconda della “potenza” della mossa.

Coromon, ancora una volta, cerca una direzione differente mettendo a disposizione una versa e propria barra del “mana” che come quella della salute è livellabile e rappresenta il numero di punti che possiamo spendere per ogni mossa.

Qualora dovessimo esaurirli saremo costretti ad utilizzare un turno per riposare prima di essere nuovamente abili al combattimento.

 

A dirla tutta un’idea del genere era già stata esplorata da Tem Tem e altri cloni più o meno riusciti ma il semplice fatto che continui ad essere una strada battuta, ed apprezzata, la dice lunga sulle sua infinite potenzialità rispetto al dover utilizzare Scontro quando tutti i PP sono esauriti.

Le MN

Un bel giorno Game Freak deve aver capito che avere un Pokémon in squadra solo per tagliare gli alberi non fosse un’idea estremamente al passo con i tempi e abbandonò il concetto di MN per pensare a metodi alternativi come il Poképassaggio di Alola o i Pokémon regali di Arceus.

 

Coromon prova invece a giocare con la “praticità”: se c’è una grotta buia metto un cappello con torcia per vedere, se c’è un tronco da spostare… lo sposto. Semplice, estremamente coeso con il gameplay e piuttosto interessante nella realizzazione.

Difficoltà

Concludiamo con la difficoltà. Cosa vuol dire? Che Pokémon porta addosso la croce del “gioco per bambini”, pertanto deve risultare puccioso, accessibile e assolutamente semplice da completare. Peccato solo che i giocatori debbano inventarsi modalità autonomamente per rendere l’avventura single-player quanto meno interessante da giocare.

 

Coromon quindi offre ben 4 livelli di difficoltà, ognuno dei quali presenta handicap interessanti, come la morte permanente dei Coromon che vanno KO o l’impossibilità di cambiare Coromon dopo aver sconfitto un Coromon avversario.
Neanche a dirlo, il gioco diventa tutta un’altra storia nel momento in cui entra in gioco anche la gestione delle risorse come pozioni e affini.

related posts

Come to the dark side, we have cookies. Li usiamo per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi