Big in Japan, cosa succede se il fandom ti dà la fama?
Chi sono i BNF e cosa vuol dire essere famosissimi in una nicchia come quella del fandom? E cosa è cambiato in questi anni?
Il mondo dello shipping, la comunità delle fan fiction, delle fan art e delle analisi, dei video e del cosplay, il fandom, insomma, è fatto di storie, di miriadi di termini slang che poi rubriche e podcast come il mio cercano di spiegare ai “profani”; è fatto di regole e di eccezioni alle medesime, è fatto di immagini, di fiumi di parole ma soprattutto, sopra ogni altra cosa, è fatto di persone. Persone che si connettono, si mettono in contatto e si confrontano, si scontrano, si trovano, si scambiano creazioni e impressioni, si stimano o si snobbano, si amano o si odiano e persone che inevitabilmente, in un mondo che nasce dal comune amore per qualcosa, tendono ad avere dei preferiti anche tra le loro stesse fila.
Ci sono sempre quegli autori di fanfiction che hanno un seguito incredibile, o una blogger che finisce per influenzare il discorso collettivo più di tutti quanti, o ancora chi fa video che hanno milioni di visualizzazioni ogni singola volta. Sono quelli che nel fandom si chiamano BNF, ovvero Big Name Fan, coloro che vengono celebrati per il loro contributo e rispettati e seguiti più di quanto non succeda ad altri.
In molti casi queste figure raccolgono un seguito, magari diventano autrici di romanzi originali, uscendo dai confini del fandom e portandosi dietro però una già nutrita schiera di lettori e lettrici, come nel caso di Cassandra Clare, autrice di una popolarissima serie di fanfiction nel fandom potteriano, ovvero la Draco Trilogy, che influenzò pesantemente l’immaginario del fandom per secoli e secoli, ma anche autrice del popolarissimo “I diari molto segreti della compagnia dell’Anello”, serie di storie satiriche e dissacranti, che oggi definiremmo puro meme, che circolò molto anche fuori dagli ambienti fanfictionari. Se dico “Ancora non Re” sono certa che si accenderà una lampadina a un sacco di persone, per esempio.
Cassandra Claire è oggi una scrittrice di fama internazionale, autrice della serie The Mortal Instruments, la saga degli Shadowhunters da cui sono stati tratti film, serie tv e una fortunatissima serie di polemiche.La sua storia dentro e fuori dal fandom è una di quelle che prima o poi racconterò nel dettaglio, perché ne vale la pena.
Un fandom tira l'altro
In alcuni casi, insomma, i BNF sono tali perché hanno scritto una storia che ha riscosso un successo incredibile nel fandom, o in più di uno.
Infatti è insolito che un BNF sia una figura di spicco in più di un fandom, ma quando succede è spesso perché si "porta dietro” la propria fama da un mondo all’altro. insomma, se l’autrice di una serie di fan fiction famosissime nel fandom di Supernatural compare con lo stesso pseudonimo nel fandom di BBC Sherlock, ci sono buone probabilità che insieme a lei arrivino diversi fan di Supernatural che cominceranno magari a guardare Sherlock perché l’autrice in questione ha deciso di scriverne, per fare un esempio. E il fandom di Sherlock, vedendo arrivare questo “volto nuovo” sulla scena, si accorgerà in fretta che non si tratta di qualcuno a caso, ma del BNF di un altro fandom e si incuriosirà sin dall’inizio, dando un discreto vantaggio e una forte spinta alle possibilità che quell’autrice diventi un nome conosciuto anche nel nuovo fandom. Insomma, come sempre, la fama nutre la fama e anche nel mondo dello shipping è più facile restare famosi che diventarlo.
Un altro esempio di BNF “ascesa” è quello di Melissa Good, un’autrice popolarissima nel fandom di Xena, autrice di diverse storie talmente amate da attirare l’attenzione dei produttori dello show che finirono per commissionarle la scrittura di diversi episodi per la sesta stagione della serie tv.
Nel mondo dei videogiochi spesso i BNF sono creatori di mod e mappe custom per i giochi di cui sono appassionati ed è successo in più di un’occasione che finissero poi a lavorare effettivamente per la casa di produzione del gioco proprio grazie alla fama conquistata con le loro creazioni da fan.
Cambiare la faccia del fandom
Alcune figure di BNF sono responsabili per creazioni che travalicano il singolo fandom e anche il singolo mezzo di espressione, come nel caso di Astolat, una personalità poliedrica che ha dato vita a una larga fetta del mondo fandomico che conosciamo anche oggi.
Autrice di fanfiction in una miriade di fandom diversi, da Stargate a Supernatural, da Harry Potter a Merlin, Astolat ha dato prima vita a una quantità incredibile di storie, per poi dedicarsi anche ai video, nello specifico ai fanvid con montaggio di immagini su musica. Se avete un fandom di appartenenza e se avete un OTP, ci sono buone possibilità che ci sia un video di Astolat dedicato e che lo abbiate visto e rivisto, condiviso e commentato, soprattutto se siete o eravate attivi nel fandom una decina di anni fa o giù di lì.
Dopo aver creato la Vividcon, una convention interamente dedicata ai fan video che ha avuto 16 edizioni, dal 2002 al 2018, Astolat scrisse un post su LiveJournal in risposta alla nascita di FanLib.
FanLib fu un breve tentativo di creare, per farla semplice, un archivio di fanfiction e farci dei soldi. Il sito fu creato invitando diversi nomi noti di vari fandom, BNF insomma, a partecipare scrivendo storie, naturalmente in modo gratuito, ma cedendo ogni diritto di queste storie e accettando che venissero poi usate per scopi commerciali. Il sito era basato in larga parte su sponsorizzazioni e pubblicità e praticamente funzionava poco diversamente da un social di oggi: dietro la facciata di voler dare libertà espressiva e visibilità a chi creava, di fatto si appropriava dei contenuti e ci lucrava sopra. O almeno ci provava. Il sito venne poi comprato da Disney e smantellato poco dopo.
La nascita di FanLib suscitò non poche reazioni, tra cui anche quella di Astolat, una delle varie BNF che erano state contattate e invitate ad iscriversi e partecipare, la quale rispose con un post sul suo LiveJournal intitolato “An Archive Of One’s Own”
“Detto questo, alle persone dietro a fanlib non interessano affatto le fanfiction, la comunità delle fanfiction o niente altro che non sia fare soldi grazie ai contenuti creati totalmente da altre persone e attirare attenzione mediatica. Non c’è un solo lettore o autore di fanfiction nel loro direttivo; non c’è una sola donna nel loro direttivo. Stanno solo creando un sito che è un’esca per cause legali ponendosi già come pessimi potenziali difensori e meritano solo di essere cacciati via a sassate.
Ma anche se lsuccedesse, cosa che dubito perché, hey, hanno gente alle spalle e hanno soldi, rimane sempre lo stesso problema: noi ce ne stiamo qui seduti tranquilli accanto al focolare, a creare cumuli e cumuli di contenuti intorno a noi e altre persone finiranno per guardarci e vedere un’opportunità commerciale. E finiranno per creare le facciate a porte spalancate che nuovi autori di fanfic finiranno per varcare, a meno che non puntiamo i piedi e ci mettiamo NOI a erigere la nostra facciata.”
Pochi mesi dopo, nasceva Archive Of Our Own.
Oltre ad essere la madre di AO3, Astolat è anche un’autrice di romanzi fantasy, pubblicati e tradotti anche in Italia, ma non dirò di chi si tratta, anche se è piuttosto facile scoprirlo.
Anni fa, la sua identità venne forzosamente svelata, nonostante Astolat avesse da sempre cercato attivamente di tenere separata la sua vita all’interno del fandom da quella più “mainstream”. Da allora, come cortesia nei suoi confronti, si fa serenamente finta di niente, anche se è un segreto poco segreto, a far presente che violare la privacy delle persone online e nel fandom, quando non hanno fatto nulla di male e avrebbero diritto a mantenerla, è un atto puerile e francamente fine a se stesso.
Gli esempi portati finora potrebbero far pensare che per essere definiti BNF sia necessario per forza fare il salto verso il canon, passare dal creare contenuti nel mondo del fandom a pubblicare romanzi, scrivere per serie tv, disegnare illustrazioni ufficiali o lavorare per chi produce i giochi attorno a cui ruotava il proprio fandom. Non è assolutamente così e la figura del BNF, anche se capita spesso che salti da un mondo all’altro, rimane saldamente legata al fandom e può avere la propria popolarità e il proprio seguito totalmente centrati intorno al suo contributo al fandom, senza alcun bisogno di uscirne.
C’è anche da non confondere i BNF con quelli che vengono definiti “promoted fanboy” ovvero attori, scrittrici, disegnatori, registe, produttori e gente della cultura e dello spettacolo che è fan dello show in cui si è trovata a lavorare o del fumetto che ha finito per disegnare e via dicendo. Come nel caso praticamente dell’intero cast e produzione dello show inglese Doctor Who, dove tutti erano in qualche modo fan della serie fin da prima di intraprendere le professioni che poi li hanno portati a farne parte.
Per esempio David Tennant era un fan sfegatato del Dottore, e così anche Peter Capaldi, per non parlare di Russel T. Davies e Steven Moffat, che scrivevano fanmail e hanno foto con gli attori della serie dei loro rispettivi anni da fan. Per quanto fossero fan, infatti, non erano certo BNF ai tempi: non avevano un nome riconoscibile tra i fan come loro, non erano figure ampiamente note nel fandom e non avevano contribuito a creare una fetta del medesimo… fino a che non sono entrati a far parte della serie stessa.
Insomma, se i BNF possono poi diventare in alcuni rari casi fan che vengono “promossi” a contribuire professionalmente al canon, non significa che tutti coloro che lavorano al canon e che ne erano anche fan da prima ancora di farne parte siano BNF.
Cosa è un BNF oggi
Di recente ho sentito definire i BFN come “la versione del mondo fandomico degli influencer” e, sì, non è forse del tutto sbagliato come paragone. Il mondo social ha profondamente cambiato il modo in cui si interagisce con la popolarità e con l’influenza che le persone hanno verso coloro che raggiungono.
Oggi, in effetti, i BNF sono spesso tiktoker dal seguito vastissimo, streamer che si sono fatte un nome grazie a un fandom e che poi si sono magari allargate ad altri e magari oggi non si occupano nemmeno più del mondo dal quale sono partite e che le ha rese famose, sono content creator che a volte non hanno nulla a che vedere con le fan fiction e lo shipping e di fatto quello che creano è soprattutto commento, reazioni, condivisione.
Si è creata una cultura del BNF che dà decisamente meno risalto a chi crea contenuti chiamiamoli concreti, come storie che si possono leggere, illustrazioni che puoi vedere, video che puoi guardare, siti e archivi che puoi consultare e si focalizza invece più sull’immediato, effimero e continuativo. Una volta si poteva diventare BNF anche per aver scritto una sola fanfiction estremamente popolare e magari non produrre più nulla per mesi, se non anni o addirittura mai. (Era raro, attenzione, la maggior parte dei creativi del fandom è anche estremamente costante e prolifica, ma ci sono casi di BNF che sono praticamente delle One Hit Wonder)
Oggi tenacia e sovraesposizione sono fondamentali. Se un content creator non “nutre” il suo pubblico costantemente, rischia di perderlo molto in fretta. I contenuti possono anche non essere perfetti, essere molto brevi, non avere chissà quale valore a lungo termine, e in effetti importa poco, perché spesso vengono dimenticati velocemente, ma l’importante è che non si fermino troppo a lungo o l’attenzione viene persa.
È anche diverso il focus, rispetto a qualche anno fa, che si è spostato dal contenuto al creatore, almeno in parte. Se prima dell’autore di una storia, della disegnatrice di una serie di fan art, si sapeva poco e ci si interessava poco, oggi i BNF/influencer sono al centro della narrativa, sia con la loro personalità che con la loro vita e i loro interessi, e non per ultimo anche il loro aspetto.
Essendo passati ad una larga percentuale di contenuti video che sovrasta il contenuto scritto, oggi i BNF ci mettono la faccia anche quando commentano l’episodio di una serie o raccontano le loro impressioni dopo aver giocato in anteprima una nuova uscita, e questa faccia diventa parte importante del contenuto e per faccia intendo tutto: dal modo di parlare alle abitudini e le gag ricorrenti, all’aspetto estetico della persona in sé, al modo di vestirsi o truccarsi, alle cose di cui si circonda. Tutte cose che nel mondo più “vintage” del fandom prima maniera non contavano assolutamente nulla e che invece oggi fanno o disfano un BNF.
La linea di demarcazione tra BNF e fan “normale”, semplice umile fan mortale, insomma, è piuttosto labile e non è certo facile tracciarla. Cosa distingue le due categorie? Il numero di follower? Il numero di kudos sotto una fanfiction? Le volte in cui un nome ricorre quando si parla di quel determinato fandom? Le volte in cui un video viene proposto da un algoritmo o da un altro? Non è sempre facile deciderlo e no, non c’è una risposta. Eppure quando lo status di BNF è raggiunto, all’interno di un fandom, la consapevolezza pare unanime. Ed è altrettanto certo che spesso quando ci si trova davanti a chi si dichiara BNF o dice di essere una figura di spicco all’interno di un dato fandom, la cosa non sia vera per nulla, ma ci si trovi davanti a qualcuno che sta credendoci un po’ troppo rispetto a quello che effettivamente è reale.
Altre volte ci sono figure che sono parte di uno o più fandom e che sono famosissime, ma per tutte le ragioni sbagliate e in questi casi non possiamo parlare di BNF, ma di qualcosa di decisamente più sinistro e ve lo racconterò nella prossima puntata con un episodio di LORE dedicato ad uno dei casi più strani e difficili del mondo del fandom.