“Sono ancora Vivo” - Recensione: una vittoria dal retrogusto amaro
Il racconto di Roberto Saviano, illustrato dal pluripremiato Asaf Hanuka è denso di informazioni ed emozioni. Le parole e le tavole riescono a colpire con forza il lettore facendolo immedesimare appieno nella nuova vita dello scrittore.
Ci sono così tante cosa da dire sulla graphic novel di Roberto Saviano che davvero non so da dove iniziare! Il racconto illustrato dal pluripremiato Asaf Hanuka è denso di informazioni ed emozioni. Le parole, messe in risalto dallo stile realista del fumettista israeliano, riescono a colpire con forza il lettore facendolo immedesimare appieno nella “nuova vita” di Saviano.
Il fumetto in breve
Sono ancora vivo è una biografia breve della prima metà della vita, come dice lui stesso, dell’autore di Gomorra Roberto Saviano. Lo scrittore si apre raccontando qualche aneddoto sulla sua famiglia, in particolare sul suo rapporto con il fratello e di come la sua presa di posizione abbia coinvolto direttamente anche lui. Ma soprattutto cerca, e ci riesce benissimo, di far capire al lettore com’è cambiata la sua vita dopo la pubblicazione di Gomorra a causa delle conseguenti minacce.
In alcune parti, confesso di aver visto il fumetto quasi come una giustificazione dello scrittore. Dato che molti lo accusano di aver speculato sulla camorra, è un po’ come se lui avesse voluto dire che ha rinunciato a tanto per questa scelta compiuta a soli 26 anni.
Immaginate infatti che la vostra vita cambi in modo così drastico da così giovani. Di non poter uscire a fare una passeggiata da soli. Di avere persone che gratuitamente vi vomitano addosso cattiverie accusandovi di fare la “bella vita”.
Ecco, Saviano risponde a loro, con tanti esempi concreti che lasciano il lettore con un macigno pesante sul petto.
Perché seppure si è solidali con il dolore dell’autore e si cerca, per quanto possibile, di comprenderlo, quante cose che facciamo tutti i giorni diamo per scontate? Uscire senza meta, incontrare amici, poter stare con la persona che si ama. Per un po’ mi sono fermata a pensare di dover rinunciare a tutto ciò e a dover fare, in fin dei conti, la vita di carcerato senza aver commesso nessun crimine.
Poi c’è un altro aspetto del fumetto. Una parte dedicata a quelle persone a cui il “Sono ancora vivo” è rivolto. Saviano qui fa vedere l’aspetto più sottile, quello da bulletti prepotenti.
Nel fumetto un episodio mi ha colpito più di tutti, ovvero quando durante le lettura di un documento in un processo, un boss guardando lo scrittore si è portato le mani al centro delle sopracciglia a mo’ di pinzetta per dire “abbi più cura di te stesso”. Chi si sognerebbe in un contesto del genere di fare un tale gesto? Poi ci sono moltissimi altri esempi, quasi buttati lì con naturalezza, ma che dalla prima all’ultima vignetta entrano nel lettore.
In seguito viene fatta una considerazione sul peso delle parole. Alla fine i problemi di Saviano sono iniziati dopo aver parlato ed aver accusato apertamente delle persone. Le sue accuse verbali sono state capaci di tutto ciò. Avete quindi mai pensato a quante volte non diamo il giusto peso alle parole che diciamo?
Ad esempio quando si parla del processo Spartacus non vengono trattati i capi d’accusa, ma viene mostrato come, fra le varie cose, fu anche la parola a essere messa sotto accusa.
Per chi non lo sapesse questo processo è uno dei più importanti contro il clan dei casalesi. Fra le varie accuse, verso Saviano ed un’altra giornalista lì presente, Rosaria Capacchione, fu detto che gli imputati si sentivano minacciati dal libro pubblicato dallo scrittore.
Alla fine di tutto però una domanda sorge spontanea: Saviano si è pentito di quello che ha fatto?
Qualcosa è cambiato?
Non so bene come chi viva lontano dalla Campania veda i racconti di Saviano. Insomma se immagina che qui la gente giri con una pistola in stile Far West. Alla fine si può condurre una vita normale, e alcune situazioni non sono poi tanto lontane da molte altre città, come ad esempio le risse nelle zone di movida o spacci nelle piazze.
Quando ho visto per la prima volta la serie tv Gomorra ho provato rabbia. Molta rabbia. Non verso l’autore, ma verso le ingiustizie che mi venivano sbattute in faccia. Forse questo è cambiato in me e in altre persone, e questo è il motivo per cui Saviano è così odiato e amato.
Ha aperto gli occhi a tutti. Cittadini, esponenti dello Stato, delinquenti. Spiegando come avviene il traffico della droga, e altre dinamiche più sottili e complicate, come ad esempio il riciclaggio. Ed è così che si inizia a guardare la vita da un altro punto di vista. A guardare la città con il più alto numero di mercedes d’Europa e porsi due domande.
Personalmente credo che se Saviano potesse rivivere 100 volte la stessa vita, in una sorta di eterno ritorno, compirebbe sempre la stessa scelta. Non importano le rinunce e le minacce, il suo senso dell’onore è più forte.
In conclusione consiglio a tutti questo fumetto, sia perché è una lettura piacevole e scorrevole, sia perché in poche pagine riesce veramente a trasmettere e lasciare tanto al lettore, con lo stile crudo tipo di Saviano accompagnato dai bellissimi disegni di Asaf Hanuka.