4 cose belle e una meno di Captain America: Civil War
Lo so, la recensione ce l’abbiamo già, ma dopo aver finalmente visto Captain America: Civil War non ho resistito dal dire la mia su quello che probabilmente è uno dei migliori film Marvel di sempre. Leggo in giro tanta gente che mugugna, punta il dito contro la narrativa seriale, sostiene che alla fine è solo ... 4 cose belle e una meno di Captain America: Civil War
Lo so, la recensione ce l’abbiamo già, ma dopo aver finalmente visto Captain America: Civil War non ho resistito dal dire la mia su quello che probabilmente è uno dei migliori film Marvel di sempre. Leggo in giro tanta gente che mugugna, punta il dito contro la narrativa seriale, sostiene che alla fine è solo un puntatone di una grandissima serie TV, forse avete ragione pure voi, ma nel mondo dei Cinecomic gemme così non si trovano tanto spesso, non mi pare il caso di fare gli schizzinosi se un film che riesce miracolosamente a dare spazio a tutti ha anche qualche difetto.
Dunque ecco qua quattro ottimi motivi per vederlo e uno per cui storcere il naso, perché la perfezione non esiste nemmeno nel Wakanda, figuriamoci in un film.
Nessuno ha torto
Lasciate perdere lo stunt pubblicitario di far schierare gli spettatori e dividerli tra Team Cap e Team Iroman, il bello di Civil War è che entrambe la parti si prendono tutto il tempo necessario per esporre i relativi punti di vista, che vanno ben oltre il semplice registriamo/non registriamo i tizi con le tutine. Ci entrano nel mezzo questioni di famiglia, amicizia, etica, dovere, retaggio e così via. Di fatto entrambe le parti hanno perfettamente ragione nel loro agire, ecco perché quando la tensione, ormai alle stelle, sfocia nelle mazzate tutto ha perfettamente senso.
Pantera Nera
Fin dal primo trailer s’era capito che dietro questo personaggio c’erano dei numeri. Lo T’Challa cinematografico ricorda molto quello del fumetto, un eroe trasversale, sovrano di uno stato ricchissimo, perennemente diviso tra la ragion di stato e la ricerca del bene. Uno che si fa i cazzi suoi e ha tutta la tecnologia per farlo. Non a caso è il mio favorito. A questo ci aggiungiamo un costume della madonna, doti atletiche incredibili e un biglietto per gli scontri più belli del film e siamo a posto. Se la Pantera Nera del cinema non vi ha fatto venire voglia di scoprire o rileggere i suoi fumetti avete un problema.
Bimbo Ragno
Mai stato un grandissimo fan dell’arrampicamuri, non so perché, eppure adoro gli eroi che non si prendono sul serio, forse è quella sua aria da bravo ragazzo, quel continuo senso di colpa, quel dover sempre fare la cosa giusta. Eppure questa versione cinematografica mi ha fatto innamorare. Ragazzino agitato, mente geniale, fanboy delle persone che stanno cercando di picchiarlo, agile, fortissimo e ancora impreparato alla vita. Perfetto per fare da contraltare alla generale “gravitas” della storia, che mai come in questo caso, pur con qualche sprazzo di ironia, si prende molto sul serio.
Le botte
Chi pensava seriamente che fosse possibile una riproduzione fedele della Civil War originale non ha idea di cosa voglia dire tirare le fila di uno scontro maturato su decine di albi, che coinvolge centinaia di supereroi che si menano in contemporanea, spaccando famiglie, gruppi storici e amicizie, sintetizzarlo e portare il tutto su pellicola, senza tra l’altro avere alle spalle i film di background. Cinema e fumetto possono raccontare storie simili, ma hanno mezzi differenti, per questo le tutine su carta rendono bene e al cinema spesso sembrano ridicole, per questo bisogna fare delle scelte. Detto questo Civil War offre alcune delle migliori scene d’azione sul genere, persino più dello scontro tra Hulk e Iron Man e riesce incredibilmente a tenere tutto in piedi anche quando scoppia la rissa e volano schiaffi, poteri telecinetici, razzi e ragnatele. Ogni scontro porta dentro di sé almeno un momento che ti permette di ricordarlo , non è poco. La telecamera sempre stretta sull’azione aiuta a scongiurare l’effetto “vuoto cosmico” nello scontro finale, il resto lo fa un’ottima scelta del ritmo.
L’equilibrio
Il problema di questi film è saper gestire schiaffi e chiacchiere, problema che i fratelli Russo risolvono mescolando i due elementi col misurino. Civil War è probabilmente il più verboso tra i film Marvel. Tutti parlano, tutti hanno un punto di vista, tutti hanno il proprio minuto sotto i riflettori, tutti hanno il momento epico (sono riusciti persino a rendere interessante Falcon), nessuno è lasciato in disparte. Abbiamo persino una mezza storia tra Visione e Scarlet Witch e un Ant Man favoloso. Forse solo War Machine è un po’ lasciato in disparte. Le fasi d’azione non oscurano la storia e le motivazioni e quest’altre non hanno il sopravvento su quello che, alla fine, è pur sempre un film di gente vestita strana che fa cose fighe. L’umorismo c’è, ma anche in questo caso non si esagera, non la si butta in caciara se il momento non lo richiede. Civil War è uno di quei film dove arrivi alla fine non ti sei accorto che il tempo è passato.
Il cattivo
Un grande classico dei film Marvel è l’assenza di un cattivo convincente e anche stavolta la storia si ripete. Per quanto mosso da uno scopo sensato, l’antagonista principale è là solo in quanto fiammella in una polveriera, serve solo a far ripartire le cose quando tutto sembrava ormai arenato in una schermaglia passivo-aggressiva tra Cap e Iron Man. Non siamo di fronte a un “mostro finale” o un grande complotto per la conquista del mondo. La guerra e il conflitto sono dentro i protagonisti, qui abbiamo solo un uomo normale che non ha più voglia di fare il vaso di coccio tra vasi di vetro e ci riesce bene, ma alla fine è solo l’ennesimo deus ex-machina di una narrativa sequenziale che si basa su personaggio molto più grandi.