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Westworld 3, episodio 3: pillola blu o pillola rossa?

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Charlotte torna in pista, ma ora iniziamo a dubitare anche di chi è chi, quindi con Westworld 3 episodio 3 continua la giostra del dubbio.

Abbiamo visto Dolores e Maeve, ma con episodio 3 a Westworld 3 è arrivato il momento di Charlotte. Nel parco è successo un casino che ancora non abbiamo del tutto scoperto, ma ciò che ci viene concesso è il ritorno in grande stile della predatrice più affamata dello show, quasi affamata quanto Dolores. Ma la Charlotte che vediamo a inizio puntata è essenzialmente un guscio, nel quale è stata montata la mente di? Figurati se ce lo dicono subito.

Guidata da Dolores, la nuova Charlotte dovrebbe fungere da infiltrata nella Delos, ma proseguendo nel percorso di aggiustamento alla nuova vita futuristica qualcosa in lei non si allinea come previsto. La coscienza dell'ospite e il corpo di Charlotte si sovrappongono, e in qualche modo la personalità del guscio riesce a riemergere portandosi dietro il ben noto carattere bellicoso della Hale originale. Alla Delos intanto si scopre che un compratore segreto ha praticamente acquistato la quota di maggioranza dell'azienda, controllandone di fatto ogni mossa restando nell'ombra.

Chiaramente il misterioso farabutto è il nostro Engerraund Serac, di nuovo visto soltanto in versione digitale. La sua losca manovra di scalata ai vertici della Delos è avvenuta con l'ausilio di nientepopodimeno che Charlotte, l'originale, che adesso deve tenersi in equilibrio sul filo del doppio gioco, che è in realtà un doppio gioco al quadrato. Persa nei glitch tra personaggi, la Charlotte attuale ci dà poche indicazioni su dove risieda veramente la sua obbedienza, soprattutto perché non sappiamo ancora contro chi Hale sta combattendo dall'interno.

Nel mentre, Dolores va a ripescare un Caleb in procinto di essere lanciato da un palazzo. Sebbene Aaron Paul doni un'interpretazione meno emozionante del suo collega robot, la sua linea narrativa va a direzionarsi sul risveglio cognitivo alla Matrix. Dolores infatti gli comunica dell'esitenza di Rehoboam, dell'impossibilità di un destino autonomo e della necessità di fare una scelta, tanto per cambiare. Caleb può prendere dei soldi e andare avanti sul suo percorso prestabilito oppure può unirsi alla rivoluzione, prendere la pillola rossa e reclamare il proprio diritto all'autodeterminazione.

Nel dialogo rivelatore, Dolores dice una cosa molto interessante, ovvero che Rehoboam è nato per "creare un mondo-specchio" dove le informazioni di tutti i cittadini sono registrate e catalogate. Questo tipo di affermazione va a rendere più valida la teoria che vuole il mondo futuristico come il quinto parco, una costruzione (magari tutta digitale per evitare i problemi di scambio e fuga usati da Dolores) interamente simulata, e anche qui al quadrato, perché simulazione incorporea in una simulazione materiale.

Mettiamo quindi insieme tutti i dubbi finora accumulati: chi sta nel corpo di Charlotte? Da quale parte della guerra si schiererà? Quest'ultima domanda è particolarmente insidiosa, perché abbiamo visto riaffiorare la vecchia Hale, e proprio a lei potrebbe andare il vero ruolo da villain in Westworld, come già in passato. Dolores, al contrario, ha dimostrato di non essere così spietata come in principio, infatti salva Caleb e gli permette di unirsi alla lotta come alleato, facendo di fatto sparire la distinzione tra umani e androidi, spostando la dicotomia sul conflitto tra oppressori e oppressi, senza distinzione di appartenenza.

Serac, infine. Da dove spunta? Abbiamo appreso che è praticamente un fantasma, senza tracce o informazioni reperibili. È senza dubbio collegato a Rehoboam, ma ne è l'architetto o è Rehoboam stesso in una proiezione creata per interagire con gli umani/umanoidi? È poi senza dubbio collegato con la Incite, protagonista di una chicca nascosta che vale la pena sottolineare: la pronuncia di Incite è molto simile a quella di insight, che potremmo genericamente tradurre come intuizione, ma che in psicologia e psichiatria ha assunto il significato di "consapevolezza dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e dei moventi del proprio comportamento". La beffa definitiva.

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