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The Shipping Game - giochiamo (di ruolo) a shippare

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Quando da raccontare una storia si passa a viverla, perlomeno per gioco.

Gioca! Inventati il mondo! Inventa la realtà!, diceva Vladimir Nabokov, nel suo romanzo “Guarda gli Arlecchini” e anche qui la parola gioco si riempie di significati diversi.

Giocare significa fare pratica, esercitarsi a fare qualcosa “per gioco” per poterlo poi fare per “davvero”. Giocare significa fingere, ma senza nessun giudizio etico associato al concetto di finzione (sento già Borges che arriva da lato ring con la sedia pieghevole…), significa mettersi nei panni di qualcuno o qualcosa, significa recitare, significa mettere in scena, rappresentare.
Giocare vuol dire - quando le circostanze sono favorevoli e le stelle si allineano - anche shippare.

Il mondo del gioco non è affatto distante da quello dello shipping: è un gioco quello di immaginare cosa succederebbe se due personaggi si trovassero in una data situazione e un gioco come quello del fandom si fa in modo collettivo, insieme a una, due, mille, un milione di altre persone, ma nulla vieta di giocare in solitaria, scrivere fan fiction che non si faranno leggere a nessuno, immaginare ship o situazioni senza mai scriverle o parlarne, senza che per questo siano meno valide. Ognuno gioca come gli pare.

Gioco e fandom hanno avuto insomma, da sempre, un rapporto molto stretto, ma le cose si fanno ancora più eclatanti quando intorno ad un fandom, allo shipping o semplicemente al mondo narrativo che dà vita a tutto quanto, si sviluppa anche del GDR, ovvero del gioco di ruolo.

Cosa sia il gioco di ruolo è uno di quei concetti che a volte si danno per scontati e poi ci si trova con dei colossali fraintendimenti tra le mani, perché in realtà al di fuori del mondo “nerd” e dei suoi dintorni spesso si ha un’idea molto fumosa della questione.

Ci sono parecchie persone che sono convinte che il GDR sia una cosa da fare tra partner in camera da letto e, per carità, perché no, ma decisamente non è lo stesso tipo di gioco a cui stiamo pensando qui. C’è chi pensa ai Giochi di Ruolo come pratiche esoteriche, vicine ai culti e alle sette, forse ancora influenzati dal satanic panic degli anni ottanta e dintorni e c’è chi non capisce proprio il concetto di “gioco” quando si parla di adulti, a meno che non ci sia da vincere dei soldi. Chi associa immediatamente il termine gioco all’azzardo e chi invece lo concepisce solamente nell’ambito sportivo, con una palla di qualche tipo in ballo e l'inevitabile domanda: chi vince?

Insomma, quindi cos’è un gioco di ruolo? Per farla semplice, ma semplice davvero, è un gioco che si fa per divertirsi, insieme ad altre persone, senza che ci sia qualcuno che vince o che perde e la cui base è quella di immaginare insieme scenari, storie, avventure e con queste anche personaggi, relazioni, scene, emozioni, scontri e risoluzioni.
È come quando si diceva, da piccole e da piccoli, "Facciamo che io ero” e si creavano scenari, storie, epiche saghe da cortile, ma anche da cameretta, perché non era per forza necessario essere in compagnia per giocare e immaginare.

Ecco, nel mondo del fandom, ad un certo punto la cameretta e il giardino diventano un forum, una chat, un sito, dove si trovano altri che condividono con noi lo stesso mondo, gli stessi personaggi con le loro mille varianti e a quel punto è naturale che oltre a scriverne fanfiction, a creare fanart , video, musica, si arrivi anche a giocare di ruolo.

Nell’epoca dei forum, nel suo periodo d’oro all'inizio degli anni 2000, ogni board aveva uno spazio dedicato al GDR (o RPG, in inglese, role playing game), dove si poteva “rivendicare” un personaggio del canon (o del fanon, in certi casi) oppure crearne uno originale (un OC, original character) e lanciarsi ad interpretarlo, in un complesso e organico, a volte decisamente caotico, mondo narrativo che cercava disperatamente di tener conto dei personaggi  e delle evoluzioni di trama di tutti.

I moderatori di questi spazi facevano da master, come in una campagna di D&D ipertrofica, e si coordinavano tra loro cercando di mantenere la coerenza interna della storia, cercando di evitare che i giocatori si scannassero (fortunatamente solo verbalmente) tra loro e cercando di non far deviare il tutto verso il caos totale.

Diventò poi sempre più frequente avere degli spazi appositi, a parte, per il GDR, aprendo forum dedicati, servizi di chat, spazio per archiviare immagini, storie e salvare giocate. In questi spazi, ogni utente poteva avere la sua identità associata al personaggio e gestire il proprio profilo come se fosse il suo, pratica che continuò poi a lungo anche all’arrivo dei social, fino a scontrarsi con il grande cambiamento del periodo in cui l’identità online cominciò  diventare qualcosa di verificato e che doveva corrispondere necessariamente alla propria identità reale e legale. Un salto decisamente a una grande distanza dal mondo dei nickname, dell'anonimato e del GDR selvatico della rete fino a quel momento.

Oggi si gioca ancora tanto di ruolo nel mondo del fandom, e si tende a farlo in spazi dedicati. Ci sono portali apposta per dedicarsi al GDR “in character”, una larga parte si svolge su server di Discord oppure anche sul vecchio tumblr, che nonostante tutto resiste nelle sue nicchie.
Ovviamente, anche nel mondo del GDR si shippa e la questione spesso porta con sé polemiche e discussioni a non finire. Quanto è lecito shippare i personaggi degli altri? Posso scrivere una storia su un OC che non è il mio? Dovremmo dichiarare prima di iniziare a “ruolare” se vogliamo andare verso lo shipping dei nostri personaggi o meno? Dovremmo decidere a priori?
Anche qui si presenta il problema di salvaguardare le persone da contenuti sgraditi e potenzialmente dannosi e ogni piattaforma e comunità ha le sue regole e cerca di trovare le sue soluzioni ai problemi che si presentano.

Ma come funziona in pratica il GDR di questo tipo? Generalmente, si svolge a distanza e con la copertura dell’anonimato, più o meno legato ad un’identità digitale. Si gioca per iscritto, via chat o via post sui forum o nelle diverse stanze di Discord. Si può giocare in due o in gruppi di più personaggi alla volta e a volte ci sono vere e proprie storie collettive in corso, dentro alle quali muoversi e dove inserire il proprio pezzo di storia e gioco, mentre altre volte si tratta di “sessioni” isolate, magari autoconclusive e anche nate in maniera spontanea e estemporanea, per poi rimanere solo una “one shot”, tra due persone e i personaggi che interpretano, che magari non si incontreranno più e non giocheranno mai più insieme.
A volte il gioco travalica la rete ed è raro, ma non senza precedenti che vengano organizzati dei veri propri live, dei LARP (live action playing games) ispirati a mondi narrativi di romanzi, serie tv, anime, fumetti e videogiochi.

Ci sono, naturalmente, anche canali, piattaforme e spazi dedicati al GDR di tipo romantico e erotico, dove si dà appuntamento chi vuole ruolare in maniera più o meno esplicita situazioni e storie che possono andre dall’allusivo al vero e proprio gioco di ruolo sessuale. Questo tipo di spazi esiste dentro e fuori dal mondo del fandom e ha ovviamente una miriade di declinazioni possibili e, per quanto riguarda il fandom, è ovviamente terreno di gioco ideale dello shipping.

Dove altro, se no, trovare qualcuno che giochi con te a interpretare Bucky Barnes e Steve Rogers che si ritrovano o, per dire una cosa a caso, per nulla attinente al periodo più recente, qualcuno che senta la vena creativa pulsare all’idea di Celebrimbor e Annatar soli in quella forgia così rovente?

Insomma, il gioco ha sempre avuto un ruolo importante nel mondo dello shipping e alla fine dei conti il passaggio dal creare storie in solitaria a farlo insieme a qualcun altro è piuttosto naturale e il gioco di ruolo, alla sua radice, in fondo non è forse inventare storie insieme e poi saltarci dentro?

E se questo saltar dentro ai giochi lo facesse anche lo shipping?

Cosa succederebbe, ve lo racconto nella prossima puntata!

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