Uno sguardo a Spider-Man: No Way Home, prima di abbandonare la scuola
Spider-Man No Way Home ci fa assaggiare 40 minuti della sua pellicola con una visita speciale di Tom Holland, ormai immerso nel multiverso.
Spider-Man No Way Home è ormai considerable un segreto di stato, oltre che un fenomeno di massa. Sony e Marvel hanno fatto un lavorone nel cercare di preservare quella che è l'esperienza della sala, tentando di ripercorrere il sentiero di Avengers: Endgame e il cui paragone è immediato. E in effetti la sensazione di segretezza l'ho avvertita anche io, controllato in stile aeroporto per riuscire ad osservare 40 minuti della pellicola, su cui ovviamente posso dirvi anche poco. Non nego che è forse il primo caso che mi capita in queste modalità, e la difficoltà nel raccontare senza svelare è un po' una spina nel fianco, ma ho un po' di cose da dirvi ce le ho e il fan che è in me mi aiuterà a dirle senza spoilerare nulla del racconto.
Chiaramente la sensibilità su cosa vi rende suscettibili è lasciata alle vostre mani, ma qui vi assicuro che non troverete dettagli spoiler sulle vicende, pur sottolineando fin da subito che si tratta per lo più di ciò che si è visto nei due trailer più corposi della pellicola. La chicca però di questo mio excursus è senza dubbio la presenza olografica di Tom Holland all'evento stampa Q&A, il quale ci aiuta a contestualizzare di più gli eventi della premessa di trama e del rapporto che l'attore ha con il personaggio in questo suo cammino nel multiverso.
Perdere la casa
Fulcro del dramma dell'amichevole Spider-Man scolastico è senza dubbio lo svelamento dell'identità dell'uomo ragno, tanto che Spider-Man No Way Home riprende esattamente dalla fine del film precedente (Far From Home) che quindi consigliamo di rivedere proprio a ridosso della visione giusto per la linearità della cosa. Chiaramente questo è un bel problema per Peter, soprattutto perché a mio giudizio lo Spider-Man di Holland è uno dei più legati alla sfera scolastica e alla normalità/sicurezza che porta. In ognuno dei film i suoi tre amici rappresentano un'ancora di salvezza per tenere stretta una normalità a cui non vuole rinunciare, tanto cara da essere anche più allettante della fama da affermato Avenger. La fama, del resto, è uno dei punti che Holland si è trovato ad affrontare quando il suo ruolo come Spider-Man è esploso.
"In questo film potrei dire che è Peter Parker aka Spider-Man a imparare da Tom Holland e non il contrario come mi è successo negli altri film. Impersonare Spider-Man e i suoi valori mi ha fatto molto crescere come persona e allo stesso tempo la fama che ne è derivata ha cambiato le mie abitudini, mi costringe ad adottare misure per la mia sicurezza e ad avere un determinato approccio alla vita. Credo che Peter adesso si ritrovi a dover convivere con questa situazione ed è un discorso che posso affrontare al mio meglio proprio perché lo sento vicino."
Il che per il Peter Parker dello Spider-Man dell'MCU è ancora più rilevante poiché il video diffuso dal Daily Bugle finisce per alterare la percezione di tutti coloro che circondano il ragazzo, compreso tutto l'organico scolastico. Amici, professori, ministeri: tutti trattano Peter non più come lo studente modello che era prima, libero di avere un gruppo di amici e crescere senza problemi, bensì come lo Spider-Man controverso accusato di aver ucciso l'eroe Msyterio con la tecnologia Stark. Le ripercussioni dell'accusa, legali e sociali, sono l'incipit del film e la premessa che i trailer hanno evidenziato come cruciale motivazione che porta Peter da Doctor Strange in Spider-Man No Way Home.
Eppure, per quanto saremo tutti in sala per vedere i vecchi villain del passato ed eventuali colpi di scena di cui non conosciamo nulla, devo dire che la trama delle conseguenze del reveal dell'identità di Spider-Man mi ha coinvolto più di quanto mi aspettassi e credo che già aggiunga una dimensione "drammatica" (le virgolette intendono una drammaticità legata principalmente alla sfera adolescenziale) che non mi aspettavo di vedere fuori, anzi è un segno di una scrittura sapiente nel riuscire a utilizzare quel tema come collante. La doppia vita, il bilanciare fama e sicurezza, rinunciare agli amici o al costume, sono poi spunti che possono essere sfruttati per eventuali confronti con quelle che sono state le riflessioni dei vecchi Spider-Man, non necessariamente narrata dalla pellicola ma anche sottintese da dialoghi o parallelismi vari. A tal proposito, Tom Holland ha detto che: "Toby Maguire e Andrew Garfield mi hanno insegnato molto ancor prima di conoscerli per via del mio ruolo, sono state le loro pellicole a darmi tantissimo come attore e persona, formando quello che è il mio Spider-Man."
Basta un incantesimo
Quello che gli altri Peter Parker non avevano era lo Stregone Supremo come amico, perciò perché non chiedere a Doctor Strange di fare un abracadabra rapido e risolvere il problema? Bhe sì, il favore viene concesso, ma come ormai sappiamo non va a buon fine e Spider-Man si ritrova a fronteggiare i vecchi nemici di Spider-Man, comparsi misteriosamente nell'universo del nuovo uomo ragno. La cura con cui questi personaggi vengono trattati, specialmente con rispetto verso il materiale originale, mi è apparsa fin da subito lampante e merito va anche alla recitazione dei villain, di cui ho ammirato principalmente quella di Alfred Molina. Oltre alla spettacolarità dei combattimenti e della CGI, credo che la vera magia di questo film la faccia la colonna sonora di Giacchino e già in quei 40 minuti c'è tutto quello che serve per capire che il compositore ha veramente capito lo spirito del film.
Oltre a usare sapientemente le tracce passate legate all'attuale ciclo Marvel, come quella di Strange (sempre composta da lui), è riuscito anche a fondere gli stili delle produzioni di Raimi e Webb. Non tanto nel riproporre 1 a 1 i brani (anche se lo spero ancora), piuttosto è nel capire strumenti, voci e tonalità per trasporle perfettamente in quella che è la musicalità dello Spider-Man attuale. Il risultato - per quel poco che ho sentito - è da esaltazione pura e una chicca per tutti quei vecchi fan che, come me, hanno il ricordo più vivido del passato principalmente per merito della colonna sonora dei film. Questo è l'aspetto che ora come ora mi sento di promuovere di più, sebbene non abbia avuto occasione di approfondire il discorso con Tom. Tuttavia, un'altro aspetto che sottolinea la qualità della colonna sonora è il suo ruolo nel rendere più drammatico un film che - per suo stesso genere - difficilmente riesce a passare come tale. A tal proposito, Tom Holland ha voluto mettere in chiaro il tono con cui la pellicola sarà affrontata dallo spettatore.
"Questi film (i cinecomics NdR) possono spesso passare come film da popcorn: un'esperienza leggera, umoristica. Ovviamente in Spider-Man No Way Home c'è spazio per le risate e la leggerezza, tuttavia vogliamo far emergere il dramma nonostante non sia facilissimo. Credo che, in particolare con la mia interpretazione e quella di Zendaya, riusciamo a far passare il clima di tensione che coinvolge il trio di amici e la loro vita, un qualcosa che ci segna e diventa un problema reale nel momento in cui l'identità di Peter viene svelata."
Avvertendo la tensione costante e in incremento per quei 40 minuti, non nascondo che alla fine del footage sono rimasto assolutamente voglioso di scoprire il resto del film. Anche perché, come penso sia normale, non vedo l'ora di poterne parlare con completezza e capire fin dove Spider-Man No Way Home vuole spingere il suo cast e la trama. Ciò che mi ha lasciato il teaser (oltre la maestria di Giacchino) è la sensazione di essere davanti a qualcosa di davvero aperto, un film dove potrebbe succedere di tutto e non per modo di dire. Lo scopriremo presto, considerando che l'uscita di questo articolo coincide con la mia visione completa.