STAI LEGGENDO : Ruined King: A League of Legends Story - L'idea di Riot del Single Player

Ruined King: A League of Legends Story - L'idea di Riot del Single Player

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Ruined King: a League of Legends Story è il primo videogioco sui personaggi del popolare Moba a essere single player. Esperimento riuscito?

È giunta l’ora di fare una confessione, ma una di quelle pesanti: non mi è mai piaciuto League of Legends. Sono videogiocatore da praticamente tutta la vita, e gradisco quasi ogni genere esistente, ma non riesco proprio ad apprezzare i MOBA, è più forte di me. Tutti quei numeri a schermo che volano, le partite così lunghe, il roster tutto squilibrato e tanti altri piccoli (o grandi, grandi come…la community) fattori rendono i Multiplayer Online Battle Arena una tipologia di videogioco incompatibile con la mia persona.

Tuttavia, il mio essere ignorante di League of Legends non implica che io lo sia anche della lore dell’universo di gioco. Questo perché ho sempre trovato il design dei Campioni del gioco Riot incredibili, e tutto è reso ancora più incisivo dalle artwork. I personaggi sono tutti frutto di idee pensate, che prendono ispirazioni da miti e leggende di un po’ tutto il globo, e che vanno a costruire un mondo intero popolato di individui colorati, un mondo di cui mi dispiace persino non poterne far parte poiché non riesco a farmi piacere il Moba.

Per fortuna, a Riot Games, ha sempre dato valore al mondo del suo gioco, riempiendo il sito di pillole di storie su ogni singolo campione, scenario o evento che ha fatto parte dell’universo di Runeterra. E i racconti non si limitano a essere frammentati sul sito, poiché esistono anche i fumetti che illustrano diversi episodi con protagonisti alcuni dei tantissimi personaggi del gioco. Di recente ha infatti spopolato Arcane, la serie TV di produzione Netflix ambientata proprio nel mondo di Runeterra. Io ho visto solo il pilota e mi ha convinto in pieno, ma basta guardarsi attorno per notare quanto sia acclamata.

E per chi, magari, vorrebbe giocare con quegli eroi, ma con un gameplay diverso? Riot Games ha pensato anche a questo. In questi ultimi anni ha annunciato una manciata di nuovi progetti in ambito videoludico che spaziano fra i vari generi. Uno dei primi è stato Legends of Runeterra, gioco di carte collezionabili molto carino, e di recente è stato mostrato un gameplay approfondito del picchiaduro ancora in lavorazione.

E ultimo, ma non per importanza, è il protagonista di questa recensione: Ruined King: A League of Legends Story.

Ruined King è un gioco di ruolo basato su turni, ambientato all’interno del mondo e con i personaggi di Runeterra. A stupire, è che per la prima volta Riot Games ha pubblicato un videogioco completamente single player, in totale opposizione con le produzioni passate. A occuparsi dello sviluppo del gioco è Airship Syndacate, che in precedenza hanno lavorato a Darksiders Genesis e Battle Chasers: Nightwar, titolo con cui Ruined King condivide tante (forse anche troppe) somiglianze.

Il gameplay della produzione è suddiviso in due macrocategorie: Combattimento e Dungeon.

Il Combattimento è il cuore del gioco, il momento in cui si affrontano le battaglie sfruttando il sistema di lotta a turni. Il kit di ognuno dei 6 Campioni protagonisti (Miss Fortune, Illaoi, Braum, Pyke, Ahri e Yasuo) è suddiviso in Azioni Istantanee, Corsie e Supreme.

Le prime rappresentano quei comandi che si effettuano nel momento in cui vengono selezionati, di cui tutti i personaggi condividono un attacco rapido e un’abilità difensiva. La terza abilità invece rispecchia il ruolo del personaggio, come Braum che dispone di Provocazione per fare da scudo agli alleati o Miss Fortune che colpisce due nemici casuali.

Interfaccia di combattimento

Le Corsie sono invece abilità già più potenti, e che di conseguenza non si effettuano nel turno in cui vengono selezionate, ma necessitano di tempo prima esser lanciate. Queste Azioni necessitano di Mana, che è la principale risorsa per le Corsie, ma c’è anche il Sovraccarico. Questo Sovraccarico è un indicatore che parte da 0 all’inizio di ogni battaglia, e si ricarica con alcuni comandi istantanei. Quando si raggiunge il valore numerico del Mana richiesto per effettuare una Corsia, questa si può lanciare senza utilizzare il Mana. Un modo intelligente e soprattutto semplice per trovare soluzioni nel momento in cui si finisce l’indicatore Blu, e poiché tutto il sistema di combattimento ruota attorno agli attacchi Corsia, è carina un’alternativa che non sia bere 100 pozioni alla fine di ogni battaglia.

La più grande particolarità del sistema di combattimento di Ruined King è il sistema delle Corsie, da cui prendono per l’appunto nome le abilità Corsia. Al di sotto del combattimento, c’è un’interfaccia che indica quando è il turno di un alleato o di un avversario. Le abilità Corsia giocano su questa Corsia grazie alla possibilità di poter scegliere fra 3 diverse varianti. Quella default lancierà l’abilità per come è descritta, scegliendo invece quella della Velocità, il comando si svolgerà prima, ma avrà un impatto minore. Di conseguenza, la corsia del Potere effettua un’azione al massimo del suo potenziale, ma impiegherà più tempo.

Qualche differenza nelle azioni non è l’unica funziona delle Corsie all’interno del combat system. Durante ogni incontro casuale, c’è in ballo un bonus o un malus, che occupa uno spazio all’interno della barra, e si attiva nel momento in cui il turno di un personaggio avviene al di sopra di questo. Inoltre, alcuni nemici o boss hanno passive che richiedono di essere colpiti da una variante di un’abilità, mentre altri hanno attacchi specifici se si è posizionati nel posto sbagliato.

 

La Suprema è invece, beh, la mossa suprema, quella che fa tanti danni, avete capito.

Il sistema di combattimento mi ha divertito davvero molto, e il suo incentrarsi molto sul posizionamento l’ho trovata un’idea che dà grande personalità al gameplay, e il tutto è reso solo migliore dalla fedeltà dei personaggi. Il tutto è reso ancora più godibile da una difficoltà (io ho giocato a Normale) ben bilanciata e che richiede preparazione e strategia.

L’aspetto migliore di tutto il gameplay è dato dall’impegno che gli sviluppatori hanno messo nel fornire ai personaggi utilizzabili lo stesso gameplan che li rappresentava su League of Legends. Braum è sempre il tank che ha il compito di difendere i suoi alleati e di potenziarli nel mentre, Miss Fortune infligge enormi danni dopo aver innescato ‘’Un colpo e via’’ e Illaoi diventa più forte in base a quanti tentacoli ha al suo fianco. Non era un’impresa facile, poiché da MOBA a Gioco di ruolo il passo è bello lungo, eppure il team ci è riuscito, mostrando un grande rispetto verso il gioco originale. Una decisione che i fan apprezzeranno sicuramente.

La fedeltà nei confronti di League of Legends si vede in tanti altri ambiti che vanno oltre quello del piano del personaggio. Ho trovato sensato quanto discutibile anche la scelta di utilizzare un comparto tecnico quanto più simile possibile al gioco originale, che per carità, bello, ma dà troppo l’idea di star giocando a un gioco per cellulare. Ma magari sono solo io.

Diversamente posso dire per le animazioni, che sono fra le mie cose preferite dell’intera produzione. Nei giochi di ruolo a turni le battaglie durano molto, e ci si ritrova a vedere più volte le stesse animazioni. In Ruined King, ogni singolo comando ha una sua animazione, dagli attacchi istantanee a quelli difensivi, e questo non vale solo per il nostro party. Ogni abilità di ogni nemico ha un’animazione unica, che rispecchia l’effetto dei suoi attacchi. C’è un determinato avversario comune che alla morte cura i suoi alleati, e l’animazione di morte lo vede alzare la sua lanterna in un ultimo respiro per lanciare una magia. Chef’s kiss.

I personaggi non solo distinti durante gli incontri, ma anche all’infuori di questi. Nei dungeon (così chiamata dal gioco la fase esplorativa) la telecamera riprende dall’alto, ciascun personaggio dispone di un attacco (mimando la ‘’Q’’ del gioco originale) che, colpendo un nemico prima dell’inizio della battaglia, avrà effetti diversi, come un piccolo danno iniziale o un rallentamento.

Ogni membro del gruppo ha una sua abilità dungeon che permette di scoprire nuovi tesori nella mappa. Pyke per esempio, può tuffarsi in acqua e accedere a luoghi prima inaccessibili. Una caratteristica gradevole, ma davvero poco sfruttata. In queste fasi ci svolgono le secondarie, le taglie e si può persino pescare. Aspetti che ormai si possono definire habituè del gioco di ruolo

I personaggi funzionano molto bene, e ognuno ha delle sue caratteristiche che lo rendono devastante nella giusta situazione, inoltre grazie ai punti abilità e alle Rune c’è la possibilità di provare ogni build che il gioco mette a disposizione. I punti abilità vanno a potenziare ogni comando del kit di un Campione, e le Rune sono delle passive che influenzano il playstyle. Queste offrono due diverse opzioni per personaggio, per esempio Braum può essere sia il tank che potenzia il gruppo mentre lo difende, o il carro armato che incassa tanto e fa altrettanto male. Il bello nei punti abilità e nelle Rune, è che sono intercambiabili in ogni momento, e non vengono persi una volta spesi, cosicché si può provare ogni combinazione.

L’unica crepa nei personaggi è la disparità. C’è una formazione (e non dico quale altrimenti rovino il divertimento) che genera così tanta luce da mettere in ombra i restanti campioni in panchina. Un maggiore equilibrio non avrebbe guastato.

Sulla storia non c’è molto da dire, è molto basic GDR alcuni personaggi sono lì per puro fanservice. Questo non significa che sia brutta, è solo poco coraggiosa. Tutta la narrazione campa sulle interazioni fra volti già conosciuti e acclamati, soprattutto vicino ai falò, dove gli eroi spendono il loro tempo conoscendosi e parlando delle loro gesta passate, il tutto reso ancora meglio dal buonissimo doppiaggio italiano. Braum è ovviamente il migliore, ma penso che dirlo sia solo superfluo. Tuttavia la storia riesce nell'essere una grande presentazione per chi non conosce i personaggi di League of Legends, che ormai sono vere icone della cultura Pop. E tutto è reso ancora meglio dall'ottimo doppiaggio italiano che mantiene gli stessi doppiatori e dal comparto artistico di Madureira.

Qualche riga va assolutamente dedicata al lavoro di Joe Madureira. Io l’ho conosciuto con il primo Darksiders e mi innamorai immediatamente del suo stile. Qui è lui a occuparsi del comparto artistico, e infatti le cutscene disegnate sono rese bene grazie alle sue tavole sempre dinamiche. E poi il suo modo di disegnare i nemici è qualcosa di inimitabile, con quel suo stile gotico di cui non mi stanco mai. Peccato che i personaggi hanno un solo render di dialogo, perché nel suo stile sono tutti bellissimi.

Quindi, che cos’è Ruined King: A League of Legends Story? È un’avventura che ha poche pretese (e lo si evince anche dal modico prezzo di lancio) che fa poche cose ma che le fa molto bene. Lo scopo del videogioco è quello di raccontare una storia con protagonisti le leggende di Runeterra in una chiave diversa da quella a cui siamo abituati. Vedere quegli iconici personaggi interagire e agire in un contesto videoludico così differente dal loro habitat naturale funziona e mi fa venire ancora più voglia di scoprire il colorato mondo di Runeterra.

Giocherò a League of Legends dopo aver apprezzato Ruined King? Probabilmente no, ma da adesso avrò un occhio di riguardo per tutto ciò che concerne questo mondo fantasy e un grande hype per le prossime uscite, a prescindere dal tipo di media.

Ora scusatemi che devo fare binge-watch di Arcane, arrivederci.

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