Osare l'inosabile 2 - Il seguito di Via col vento
La seconda puntata di Osare l'inosabile prende in esame il sequel del film di maggior successo della storia del cinema: Via col vento.
IL SEGUITO DI VIA COL VENTO - Il talento di Mrs. Ripley
È il giugno del 1936. Una scrittrice esordiente di nome Margaret Mitchell pubblica il suo unico romanzo. Ed entra nella storia del cinema.
Quella di Via col Vento è una vicenda piena di elementi esagerati.
Margaret Mitchell scrive un solo romanzo. Risultato: milioni e milioni di copie vendute, premio Pulitzer e candidatura al Nobel. Poi dicono che la mafia editoriale impedisca agli esordienti di affermarsi.
David O. Selznick, praticamente il più potente produttore di sempre (è lui ad aver lanciato Hitchcock negli U.S.A.), lo trasforma in un film: il più grande successo della storia del cinema. Punto. Fine.
Se consideriamo il tasso di inflazione, questo stato di cose è rimasto invariato. Via col Vento continua a menare tutti nelle sale: ha affondato il Titanic, ha disboscato Pandora, ha sconfitto sia il Primo Ordine che Thanos.
Possibile che una storia di tale potenza commerciale non meriti un seguito? Ovvio. Ma chi si assumerebbe un tale onere? Serve qualcuno di gentile, ma con carattere. Autorevole, ma passionale. Insomma serve qualcuno del sud degli Stati Uniti.
Nel 1991 Alexandra Ripley scrittrice del South Carolina carica le sue “confederate” spalle dell’enorme fardello e firma il seguito: Rossella (Scarlett in originale). Per chi vive su Marte (ma non è onnisciente come il Doc) Rossella è la protagonista di Via Col Vento, quella che alla domanda Che sarà di me? si sente rispondere Francamente me ne infischio! e allora si riconsola con Domani è un altro giorno!
Che sarà, anzi, che ne è stato di Rossella? La critica lo schifa, il pubblico lo premia con milioni di compie vendute in decine di paesi, tanto che il libro è tuttora acquistabile su Amazon. Quindi a Mrs. Ripley va bene, benino (male, se si preferisce un glorioso tonfo a un temporaneo successo di puro marketing). Mancherebbero ancora il Pulitzer e il Nobel, ma il bilancio resta assolutamente positivo.Le cose vanno diversamente con la trasposizione cinematografica. Ed è qui che gli Dei del cinema si prendono la loro crudele vendetta su Rossella, che sperava in un domani migliore.
Lo fanno scambiando carnevalescamente ciò che era stato grande, immenso, con ciò che invece…
Da Rossella non viene tratto un kolossal per le sale, ma una miniserie tv (e siamo in un tempo in cui le miniserie tv sono per lo più una schifezza). Fra i produttori, al posto di David O. Selznick, compare una cordata di tizi fra cui persino Silvio Berlusconi (il produttore di Drive In, tanto per chiarire). Nel ruolo che era stato di Clarke Gable, arriva Timothy Dalton (meglio noto come “il peggior Bond della storia”). In quello di Vivien Leigh, invece c’è Joanne Whalley. Chi? Joanne Whalley. Un’attrice allora sulla rampa di lancio. Senza infamia e senza lode, ma soprattutto senza un grande nome. Infatti per l’occasione qualcuno pensa bene di aggiungere quello del marito Val Kilmer, facendola diventare Joanne Whalley Kilmer (curiosamente il marito proprio in quel periodo stava iniziando a dilapidare, a colpi di Batman Forever e The Saint, la credibilità, costruita negli anni ‘80).
Risultato della miniserie? In Italia, Rete 4. E poi l’oblio.
Sarebbe finita, ma gli Dei ha ancora una beffa da giocare. O forse gli è bastato lasciar fare agli umani. Chi lo sa. Quel che è certo è che avranno sorriso, ritrovando vent’anni dopo Joanne Whalley (ormai da tempo senza più il “Kilmer”) nella produzione dal titolo più roboante forse dell’intera storia del cinema e della tv.
Il ruolo è quello della moglie di Ponzio Pilato. In una Bibbia? No, nel suo sedicente e impavido sequel: A.D. The Bible Continues.
Talmente roboante che, cinque anni dopo non se ne serba memoria.
E cosi sia.
Con gli Dei non si scherza. Come sanno essi stessi, quando devono amministrare il proprio stesso mito.