Now Playing: Agosto a cinque punte
Eccovi cinque piatti da gourmet con cui provare a re-introdurre nella miseria dell'esperienza quotidiana un tocco di magia.
Quando, nel millenovecentonovantaquattro, il topolino dei denti mi portò mille lire per un secondo molare caduto nel lavandino, cominciai a covare un certo sospetto per quella porzione di universo tanto invalicabile quanto manifesta che comprendeva Babbo Natale, la Befana e Dio. Dopo quell'episodio la valanga li travolse tutti e ai parenti che chiedevano: “cosa vuoi fare da grande?” iniziai a rispondere: “l’avvocato”.
Mi ci sono voluti un po’ di anni e una dieta culturale sbilanciata per accogliere nuovamente la magia nel mio mondo. E anche se oggi a Babbo Natale non credo più, nel portafogli tengo un santino di Patrupal e dai mercimoni necrotici con ratti votati al do ut des mi tengo lontano - dalla mia dieta ho imparato che il sangue va spillato con criterio. Non si sa mai cosa potrebbe venirne fuori.
Detto questo, eccovi cinque piatti da gourmet con cui provare a re-introdurre nella miseria dell'esperienza quotidiana un tocco di magia. Trattandosi di un Agosto infernale, le tinte saranno tutte piuttosto nere.
1. L’album - Pyramid (XVI Barre)
L'introduzione che i XVI Barre fanno di se stessi sul proprio sito non rende giustizia alla qualità del loro lavoro, specialmente per quanto riguarda Pyramid. Uscito in un desolante 2015 consacrato alla trap, l'album disegna un triangolo di lirismo, riferimenti esoterici e nichilismo filosofico dai confini forse un po' traballanti, ma sicuramente coraggioso e apprezzabilissimo. C'è chi lo vorrebbe morto e sepolto, ma il rap italiano continua a rifiutare l'eternità dei vermi.
2. Il fumetto - John Constantine Hellblazer: Tutti i suoi congegni (Mike Carey, Leonardo Manco)
Introvabile, paradigmatico, bellissimo: il volume in oggetto costituisce la miglior introduzione a Hellblazer che un neofita possa desiderare. Fermo all'incrocio impossibile fra etica, magia, rifiuto di ogni progettualità e godimento, John Constantine resta il miglior stregone mai partorito dalla fiction. Anche in questa storia salverà il mondo, continuando a odiarlo dal fondo della propria irredimibile solitudine.
3. Il romanzo - La fine di tutte le cose (China Miéville)
Forse non il miglior romanzo di Miéville, e sicuramente non il miglior tradotto, ma comunque imprescindibile. In una Londra a metà fra quella di Gaiman (Neverwhere) e quella, appunto, di John Constantine, un carnevale di kraken, culti pagani e spiriti in sciopero trascina il lettore nei bassifondi occulti della città, portandolo alle soglie della fine del mondo e contemporaneamente esasperando fino all'eccesso uno dei dogmi magici più scontati: fintanto che ci credi, è vero.
4. La biografia - Perdurabo, Revised and Expanded Edition: The Life of Aleister Crowley (Richard Kaczynski)
Un volume mastodontico ed esaustivo nel qualche Kacynski ricostruisce passo dopo passo la vita del mago (vero) più importante del Novecento. A differenza di altre biografie, quella di Kacynski non si risparmia di affondare il bisturi inquisitorio nei momenti meno edificanti della vita di Crowley; ne emerge il ritratto di un uomo ambizioso, irrequieto e a tratti sfortunato, tanto geniale quanto inadeguato, tormentato fino all'ultimo dal desiderio di un successo che in vita non arriverà mai. Ridimensionato il mito (nel bene e nel male), l'opera restituisce al personaggio tutta la sua (spesso commovente) umanità.
5. Il podcast - The Orpheus Protocol
Ascoltare qualcun altro mentre gioca di ruolo vi sembra un'inutile e noiosa perdita di tempo? Fino a poco tempo fa sarei stato d'accordo. The Orpheus Protocol mi ha fatto cambiare idea. A metà fra Call of Cthulhu e Agents of Shield, il podcast regala brividi e una narrazione dal ritmo concitato che tiene incollati alle cuffiette episodio dopo episodio. Unica pecca: è in inglese.