STAI LEGGENDO : L’insostenibile tossicità della community di Rocket League

L’insostenibile tossicità della community di Rocket League

Condividi su:

Per limitare la tossicità di alcune community e rendere l’esperienza di gioco più serena e piacevole basterebbe poco. Soprattutto volerlo. L'esperienza di Andrea Scibetta in occasione del pesce d'aprile avvenuto su Rocket League.

Qualche giorno fa ho acceso l’Xbox e, come faccio quasi ogni giorno della mia vita da ormai qualche anno, ho avviato Rocket League per un paio di partite in doppio competitivo. Sì, lo ammetto: nonostante l’amore per il videogioco come mezzo espressivo e narrativo, mi piace anche correre con le macchinine appresso a un pallone gigante. E sì, mi piace competere.

Nella mia vita da videogiocatore ho sempre avuto dei periodi (anche piuttosto lunghi) di vera e propria dipendenza da multiplayer. C’è stata l’epoca di Call of Duty, da ragazzino con Modern Warfare 2, quella di Overwatch in periodo universitario, il ritorno di Call of Duty con Warzone a ridosso della pandemia.

C’è stato spesso qualche multiplayer che irrimediabilmente ha monopolizzato le mie attenzioni, le mie energie e il mio tempo videoludico, a volte per lunghi mesi. Periodi pieni di serate tra amici on line e compulsività di correre a fare un paio di partite tra il pranzo e la seguente sessione di noioso studio.

Rocket League

E nel mezzo c’è stato Rocket League. Anzi, c’è ancora. In sostanza bazzico i campi virtuali del gioco Psyonix dal giorno uno, o almeno dal giorno in cui questo strano, bambinesco, colorato e pazzo multiplayer è stato “regalato” agli abbonati PlayStation Plus, nel 2015. Nel frattempo sono addirittura passato a giocare su console Microsoft, dopo una vita, pensa un po’.

Prima l’ho provato per ridere, con degli amici. Ma sì, proviamo ‘sta roba “che tanto è gratis”, è carino, ci divertiamo. Poi con uno di questi amici abbiamo cominciato a fare dei periodi pieni di sessioni intensive di doppi competitivi uno dietro l’altro, alternati a mesi di totale abbandono.

Nel tempo mi sono messo a giocarci anche da solo: mi piace proprio questa formula. E via di sessioni a sbattere i pugni sulla scrivania per il nervosismo durante i duelli singoli e a incolpare compagni casuali di doppio per delle sconfitte in cui in fondo anch’io avevo una parte di colpa. Ormai, in pratica, raramente passa più di qualche settimana senza che giochi un paio di partite.

Problemi di chat rapida

E così arriviamo a qualche giorno fa, uno dei tanti in cui infilo in una mezz’ora libera qualche partita: mi butto in 2v2 competitivo. Comincio a giocare, a fraseggiare col mio compagno, a difendere sui tiri avversari. Poi a un certo punto lui segna l’uno a zero. Con le frecce direzionali richiamo la chat rapida per scrivere il più innocente dei “bel tiro”, per complimentarmi, e invece viene fuori uno scanzonato “So Proud of You!” (sono così orgogliosǝ di te).

Sul momento rimango stordito, anche perché il mio compagno mi risponde con un “Live, Laugh, Love” (Vivi, Ridi, Ama). Mi metto a giocare con le frasi che ho impostato in chat rapida per capire cos’altro è cambiato e col sorriso stampato in faccia scopro che al classico “Che parata!”, ossia il re degli sfottò in game, è stato sostituito un “How do you do it?!” (Come fai a farlo?!), al “Mi dispiace!” un buffo e ingenuo “Silly me!” (Sono sciocco, circa).

Man mano che provo, continuo a giocare, a segnare, prendere gol, e nel mentre sorrido divertito, soprattutto quando vengono fuori certe frasi veramente fantasiose. Tipo che “Mia!” adesso è “Allow me!” (permettimi), “Ho bisogno di boost” è un pazzissimo “My life is a void without you, my dear sweet boost” (la mia vita è un vuoto senza te, mio caro dolce boost), o addirittura l’odioso e odiato “O mio dio!” che diventa il primo verso del ritornello di Never gonna give you up (cioè il titolo della canzone).

A seguire ci sono anche tutti gli altri versi di quel ritornello, assegnati ad altre frasi rapide e a svuotare di qualunque possibile sarcasmo i vari “Wow!” e “Bel passaggio!”. Ormai ho capito, riflettendo su che giorno sia: il primo aprile. Qui trovate tutte le “nuove frasi” speciali per questo simpatico Pesce d’aprile.

Per quelle poche partite che ho fatto quel giorno mi sono davvero goduto un ambiente sereno, dove con compagni e avversari si faceva a gara per chi tira fuori la frase più ridicola. Con buona pace della modalità competitiva. Per la prima volta in anni in cui ho bazzicato questo gioco sono riuscito a relazionarmi con gli altri giocatori senza prese in giro, senza bullismo in chat, senza tossicità.

Mi sono reso conto subito dopo aver staccato di quanto quello scherzo stesse alleggerendo l’ambiente e l’approccio al gioco. A dirla tutta andava anche a ripulirlo da quella patina di machismo che normalmente lo avvolge e lo rende prettamente “da maschi”. Insomma, con questa chat rapida sfido chiunque a fare il fenomeno a suon di “bro u r a n00b” e insulti alle mamme vari.

Era solo uno scherzo

Il giorno successivo sono tornato a fare le mie solite partite. Accendo, avvio la ricerca, poi in game tentenno prima di usare la chat. Avranno rimesso le frasi standard? Non vorrei scrivere un “grazie” o un “bel passaggio”, che qua è un attimo venire fraintesi e finire in trash talking. Aspetto un po', arriva il primo gol e vedo comparire il più classico dei “Bel tiro!”: sì, hanno rimesso le frasi solite. Forse sarà un caso, forse sarà che il 70% (e più) delle partite finiscono così, ma quella partita è finita a suon di sarcastici “Che parata!” e “Wow!”, tra gente che rage quitta innervosita e altra che gongola come il più scemo dei bulletti delle medie. Il solito Rocket League in pratica.

E a quel punto ho pensato, come probabilmente anche voi che state leggendo: davvero era così semplice? Davvero bastava toglierci lo strumento della tossicità e rimpiazzarlo con delle pistole finte da cui escono bandierine e pernacchie al posto dei proiettili?

Evidentemente sì. O meglio, nel breve e nell’immediato sì. Poi è chiaro che nessuno impediva agli utenti di aprire la chat “non rapida” e digitare le stesse frasi tossiche o inventarne di nuove (al netto del sistema bacato di Psyonix per cui non si possono vedere i messaggi in chat normale di utenti su altre piattaforme). È chiaro che sul lungo periodi per contrastare la tossicità servirebbero una serie di modifiche strutturate e una moderazione più presente. Ma è anche evidente che qualcosa si può fare, e non si era mai voluta fare in tanti anni.

Rocket League ha una delle community più tossiche che abbia bazzicato da che ho memoria. Un problema che si porta dietro dall’inizio, e che anziché cercare di risolvere sembra avere alimentato, inserendo nel tempo nuove opzioni di chat rapida sempre più ambigue, pronte da usare per bullizzare compagni e avversari, piuttosto che per comunicare e divertirsi senza astio. Da utente storico, vedere che il problema venga "risolto" per caso da una patch ironica per il primo aprile sono (molto poco) contento e un (bel) po’ arrabbiato che non sia stato fatto prima. E ancora più arrabbiato che questa soluzione, per quanto parziale e temporanea, sia stata rimossa dopo un solo giorno. Ovviamente non sembra esserci intenzione di rimetterla.

Sono otto anni che gioco a Rocket League, e le volte che mi ha fatto spegnere la console innervosito non le conto più da molto tempo. Adoro questo gioco al punto da giocarlo anche da solo, nonostante sia fondamentalmente uno sport di squadra, e al punto da giocarlo nonostante il nervoso che a volte mi crea. Per tanto tempo mi sono chiesto se davvero non si potesse fare nulla per moderare e migliorare la vita dei giocatori, per renderlo un ambiente più safe e inclusivo. E mi ero anche rassegnato, tutto sommato.

E invece evidentemente a limitare la tossicità della community e rendere l’esperienza di gioco più serena e piacevole per tutti basterebbe poco. Basterebbe soprattutto volerlo.

related posts

Come to the dark side, we have cookies. Li usiamo per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi