L'iconografia infernale, tra Dante e il fumetto
In questo anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante l'inferno sembra ricorrere con insistenza nel mondo immaginifico dei fumetti. Attraverso la lettura di alcuni testi editi da Saldapress viaggeremo in universi oscuri e cosmologie corrotte, spaziando dalla letteratura a Godzilla.
Con l'anniversario della morte di Dante (1321) si torna a fantasticare sul suo capolavoro La Divina Commedia, ma nel mirino delle grandi (ri)letture e degli studi filologici c'è la cantica dell'Inferno, la parte del viaggio dell'Alighieri più cupa e immaginifica, satura di moralismi grotteschi e fantasie esecrande. Tra allegoria e metafora del resto Dante Alighieri ha ispirato in maniera perpetua l'immaginazione di artisti e committenti; un esempio epocale è quello della famiglia Medici che ordinò a Sandro Botticelli di illustrare la Commedia dantesca.
Passando da William Blake a Gustave Dorè fino a Gabriele Dell'Otto la grandezza letteraria d'Alighieri viene sintetizzata in nuove forme iconografiche indipendenti tra loro con vari simbolismi e livelli interpretativi, rendendo ogni espressione artistica una terzina da interpretare con nuovi criteri.
Il mondo del fumetto non è rimasto immune all'Inferno di Dante, e se ci chiediamo il perché la risposta è semplice quanto articolata. In sintesi l'Inferno di Dante affascina di più i lettori e gli artisti in quanto locus vivibile con l'intero apparato sensoriale, la vista di scene truculenti, le urla che spaccano i timpani, il lezzo putrescente del peccato e il contatto con i corpi corrotti dalla colpa lo rendono vivo e palpabile. In questo senso l'Inferno è un reame cognitivo nonostante sia sintonizzato oltre la realtà, ma l'essere umano ignora questo dogma e cade nella trappola del suo fascino. Tuttavia va rimarcato che la condizione del peccatore è individualista, gli viene imputata una punizione adeguata al suo peccato terreno. Mentre il Paradiso offre una beatitudine totalizzante e collettiva, per un certo senso inimmaginabile, l'umanità nella sua declinazione del "singolo" riesce a capire il dolore e la tortura. In pratica l'inferno è profondamente umano.
Tornando all'ambito fumettistico ho selezionato alcuni titoli interessanti, editi tutti da Saldapress per una ragione che intendo sottolineare. I fumetti scelti hanno una matrice fantastica, horror e fantascientifica oltre che profondamente intimista e traducono l'Inferno di Dante in nuovi esempi di inferni canonici e lineari e dall'altra parte in letture disarticolate e pindariche, caos cosmici e psicotici.
Godzilla all'Inferno
Seguendo il successo di Godzilla. La guerra dei 50 anni Saldapress in questo anno dantesco butta il Kaiju per antonomasia tra i gironi dei dannati. Il mix-up di Godzilla all'Inferno tra l'atavica e atomica bestia dell'immaginario nipponico e il materiale della Divina Commedia è qualcosa di sublime. Il volume è composto da 5 storie a firma di James Stokoe (Aliens: Orbita Mortale e del citato Godzilla), Bob Eggleton, Ulises Farinas, Erick Frietas, Buster Moody, Brandon Seifert, Ibrahim Moustafa e Dave Watcher. In questo inferno Godzilla sprofonderà in un suo personale viaggio affrontando i suoi acerrimi rivali potenziati dalla pazzia mefistofelica
Personalmente ho adorato l'issue a cura di Stokoe con il suo mastodontico Kaiju che distrugge la famosa frase del canto III dell'Inferno "Lasciate ogni speranza o voi che entrate" e poi va a scontrarsi con una versione luciferina di un cosmic Godzilla/Biollante a dir poco grottesca e deforme. La storia è breve eppure senza dialoghi veniamo catapultati in una lotta titanica che distrugge una città infernale, sia essa Sodoma o la Città di Dite. Che sia andato bene o male lo scontro non importa, per qualche scherzo del destino il nostro Kaiju viene catapultato in un altro abisso per raggiungere un altro girone dell'oltretomba.
Forse la storia che mi ha colpito di più è quella di Dave Watcher che funge da epilogo a questo sontuoso concept comic-book di grande formato. Watcher ha uno stile sporco, compulsivo e di grande delicatezza espressiva, riesce a far comunicare con il suo tratto i grandi travagli interiori di un bestione apocalittico. Fondendo l'Inferno di Dante, con tanto di montagna del "Purgatorio", alla filosofia zen con rimandi agli insegnamenti di Buddah abbiamo una storia di struggente bellezza che ci consegna un Kaiju inedito che prova a risorgere battendo il più grande nemico di tutti. Che dovete scoprire da soli.
Il volume è un oggetto da collezione, appassionati del mondo Kaiju e del franchising di Godzilla sono obbligati all'acquisto, in parole povere. Tutti i racconti sono caratterizzati da uno stile d'illustrazione diverso, altri sono molto più action invece altri autori hanno cercato di inseguire una traccia più filosofica per il proprio tiranno rettile. Il risultato è un collage di storie che imitano la struttura a gironi dell'Inferno di Dante, toccando anche il glaciale Cocito del nono cerchio.
Lynn scende all'Inferno
Rimanendo a contatto con inferni "lineari e canonici" dalla tipica struttura a montagna rovesciata di Dante incontriamo una graphic novel a dir poco stupenda, un vero capolavoro del fumetto contemporaneo a mio avviso. Her Infernal Descent, portato in Italia da Saldapress con il titolo Lynn scende all'Inferno, è un retelling moderno dell'avventura dantesca. Lynn è una donna di mezza età che ha visto perdere tutto ciò che amava, la sua famiglia. Lonnie Nadler, Zac Thompson e Kyle Charles metabolizzano la letteratura classica e moderna in un'indagine nel dolore e nella nostalgia.
Per sconfiggere la depressione, il senso di colpevolezza e le grande paure che assediano il suo cuore Lynn seguirà una strana guida verso le porte dell'Inferno, William Blake. Poeta inglese dall'estro ermetico ed esoterico, artista di fama mondiale con le sui incisioni, Blake si rivela essere la figura perfetta per esplorare la dannazione e per accompagnare Lynn verso la luce. Come se non bastasse Lynn sarà accompagnata anche da Agatha Christie. Letteratura e fumetto si fondono in maniera a dir poco perfetta, tra tanti personaggi che Lynn incontrerà compaiono figure capitali della cultura occidentale: Freud, Kafka, David Foster Wallace, J. G. Ballard, Andy Warhol, Aristotele, Platone, Omero, Virginia Woolf, Salvador Dalì e molti altri ancora.
L'inferno è più moderno ma non è mai la parodia di quello di Dante, c'è veramente tanto rispetto per il materiale classico. Esentato da un respiro epico, divino e battagliero il fumetto di Lynn è una delicatissima quanto pittoresca e fantasmagorica storia di dolore familiare che vede nel fantasy una fonte di catarsi ed epifania personale . Lynn scende all'inferno affrontando sé stessa e la perdita, la depressione e il senso di colpa. I suoi peccati proveranno a fermarla, ma l'amore muove il sole e le altre stelle.
Annihilator: tra genesi anti-biblica e delirio cosmico
Ok, andrò cauto. Grant Morrison con Annihilator ha sfornato forse uno dei fumetti più belli della mia vita. Un maledetto capolavoro che già sembra essere scontato dalle spettacolari tavole di Frazer Irving. Impossibile sintetizzare la trama, ma posso riportarvi alcuni punti chiave. Una storia di fantascienza gotica che va a cozzare con una teosofia creazionista e stregata ai margini di un buco nero "annichilatore" mentre uno sceneggiatore strafatto, stracondannato a morte da un tumore e fottuto dall'alcool prova a scrivere un film di fantascienza campione d'incassi.
Prendendo spunto da un patto faustiano con il diavolo i nostri protagonisti, lo sceneggiatore impazzito e lo scienziato pazzo/artista decadente rinchiuso in una prigione spaziale, Morrison ci decostruisce il mondo della filosofia ordinaria e del cristianesimo dogmatico creando un incubo cosmico dove l'Inferno sembra essere nelle stringhe delle realtà parallele. Tanta roba. Una storia disconnessa, folle, impazzita, che racconta la dannazione a livello psicologico e empiricamente stellare. Annihilator è un monumento artistico e filosofico alla nuova concezione della genesi e della creazione dell'universo, di Dio e dell'amore. Siamo o non siamo un sogno di un folle che vuole soltanto non abbassare il capo al re dei re di tutte quante le galassie?
Non lo so. Leggete
Garth Ennis, l'inferno anti-trumpiano
In Discesa all'Inferno Ennis e l'illustratore Goran Sudzuka architettano un folle e stralunato viaggio nell'America di Trump passando per un Inferno non lineare e anti-canonico. Una storia di tipica ispirazione da thriller americano, che conosciamo tutti, diventa qualcosa di molto di più.
Con una sceneggiatura corrosiva e tagliente Ennis ci racconta la depravazione totalizzante di un killer che sembra essere gravido di tutto il male che soltanto l'Anticristo può detenere. Aldilà della trama la storia di Ennis è folle, allucinatoria, ricca di miraggi bislacchi, incubi reali e trappole oniriche. Un graphic novel potentissimo che mischia la religione alla sprezzante critica sociale che non è mai estranea all'autore di The Boys. Discesa all'Inferno è "semplicemente" perfetto nel mettere a nudo le idiosincrasie e le ossessioni dell'americano medio e della classe dirigente, e inoltre una storia di viscerale corruzione che porta l'uomo a sacrificare se stesso per sopravvivere. E rimaniamo cadaveri ambulanti nel palcoscenico senziente che chiamiamo vita.