La nuova Linus e Igort: "Il mio desiderio è quello di scuotere i lettori di tutte le età"
Giovedì 3 maggio è tornato in edicola Linus, abbiamo intervistato il nuovo direttore, Igort, per avere qualche anticipazione e provare a sbirciare il futuro della rivista.
Giovedì 3 maggio è tornato in edicola Linus, lo storico periodico nato nel 1965 da un’idea di Giovanni Gandini – scrittore, disegnatore ed editore di origini milanesi.
La rivista ha attraversato praticamente tutta la Storia italiana, raccontandola attraverso gli scritti di grandi autori, legati al mondo del fumetto e non solo: le pagine di Linus hanno visto penne del calibro di Umberto Eco, Stefano Benni o Alessandro Baricco e sono stati ospitati autori che hanno letteralmente fatto la storia dei fumetti. Giusto per citarne alcuni, parliamo di Andrea Pazienza, Robert Crumb, Altan, Hugo Pratt, Georges Wolinski, Bill Watterson o ancora Garry Trudeau.
Linus ha assistito ed è stato protagonista di tutti i passaggi fatti dalla nona arte: la gloria degli anni ’60, la spinta della satira degli anni ’70, la crisi delle vendite degli anni ’80 e ’90, il confronto con il web degli anni duemila e così via. Durante questi cinquanta anni di attività, il periodico è stata una lettura obbligata per gli appassionati di fumetti e ha fatto avvicinare anche i più restii al mondo della letteratura disegnata. Non è esagerato dire che, in Italia, Linus ha permesso al fumetto di uscire dalla nicchia in cui è stato relegato per tanti anni, dandogli quella dignità e quella visibilità che i grandi autori del settore meritavano.
Il 2018 sarà un altro anno importante per la rivista, perché è approdato alla direzione della testata Igor Tuvieri, in arte Igort – fumettista ed editore, già direttore e fondatore della Coconino Press. La storia personale e professionale di Igort è cominciata proprio sulle pagine delle grandi riviste italiane di settore – Linus e Frigidaire su tutte – ed è stata caratterizzata da una continua ricerca di miglioramento e innovazione. Nel giro di pochi anni, infatti, le sue opere sono state pubblicate in Francia e in Giappone ed è passato dal mestiere di fumettista a quello di reporter, con l’inizio della serie de I quaderni, una serie di graphic novel che raccontano la storia del paese in oggetto (ad oggi sono stati pubblicati I quaderni Russi, Ucraini, Giapponesi), approdando poi alla direzione di una casa editrice.
Quando abbiamo appreso la notizia del suo arrivo alla direzione di Linus, quindi, la curiosità è salita alle stelle.
Come soddisfarla, quindi, se non facendo le domande al diretto interessato?
In questo caso siamo anche stati fortunati, perché il diretto interessato si è dimostrato celere nelle risposte e prodigo (per quanto possibile) di dettagli.
Di seguito troverete il risultato di questa chiacchierata.
Nel corso della sua vita professionale, lei è stato un autore di fumetti pubblicato in tutto il mondo, ha fondato e portato al successo non una ma ben due case editrici, un reporter con la sue serie sui Quaderni e adesso è approdato alla direzione di una rivista tra le più autorevoli del settore fumettistico italiano. Qual è il suo approccio a tutti questi cambiamenti e come sta vivendo questa nuova avventura editoriale?
A me interessa lavorare sulla qualità, nel mio piccolo credo di avere creato un’officina con gli autori, in cui lo scambio è attivo e reciproco. Un libro ha bisogno di essere letto e riletto, specie quando lo si sta costruendo e così pure una storia breve. Linus è l’occasione per lavorare su segmenti narrativi e uno spazio ampio, l’edicola. Un’arena molto difficile. Affronto questo nuovo lavoro con molta umiltà e con uno spirito fattivo. Occorre vedere sul foglio le cose, cambiare, cambiare. Nessuna scelta è frutto del caso, gli impaginati per ogni pezzo, sequenza, numero si susseguono. È questo il mio modo di lavorare.
Linus è nata cinquanta anni fa, in un momento storico in cui il fumetto era relegato a puro intrattenimento, molto spesso dedicato solo ai bambini. L’esperienza della rivista e le firme eccellenti che la animavano hanno portato un’evoluzione del settore che ci ha fatto assistere all’arrivo dei fumetti nelle librerie di varia, al riconoscimento del medium come letteratura “alta”, capace di narrare e discutere anche temi importanti. Cosa si prefigge di fare, oggi, Linus, su questa strada? E come?
Alta o bassa sono concetti della cultura della prima parte del Novecento: proprio attraverso Linus, con Gandini, Eco, Del Buono, e Vittorini si è lavorato sull'abbattimento di questa frontiera. A me interessa l’intensità. Schulz in quattro vignette riesce a essere profondo. Tsuge in ventidue tavole cambia la storia del fumetto giapponese (e non solo). Mi ripropongo di lavorare su un tempo zero, quello offerto oggi dalla rete. In cui puoi leggere Feininger o un fumetto appena pubblicato sul New Yorker o su Liberation. Questa simultaneità mi pare proprio lo specchio dei tempi, e la possibilità di viaggiare su molti universi al tempo stesso.
Oltre a eccellenti fumettisti, Linus ha sempre ospitato importanti firme della cultura italiana e internazionale. Da questo punto di vista, quali sono gli autori che leggeremo sui prossimi numeri? In base a cosa sono stati scelti?
Houellebecq, Scerbanenco, Brancato, probabilmente Lethem, Massimo Zamboni, ecc. Tutti esponenti di una cultura meticcia e curiosa.
Che tipo di pubblico legge Linus, oggi? La sua idea editoriale è quella di puntare a una fascia d'età specifica?
Linus è transgenerazionale. Il mio desiderio è quello di scuotere i lettori di tutte le età, chiedere a quelli fedeli di un tempo di ridiventare curiosi, come nello spirito della rivista e ai lettori giovani di aprire gli occhi senza pregiudizi. Linus è un patrimonio nazionale, una rivista gloriosa che ha dato e darà ancora molto.
Come si porrà la redazione di Linus rispetto ai social e ai nuovi media, sempre più presenti e importanti nel mercato attuale?
Siamo già on line (https://www.facebook.com/linuspage/) e lo scambio è molto stimolante.
Come si porrà la nuova Linus rispetto alla satira politica e all’attualità?
Per indagare i mutamenti sociali occorre indagare l’immaginario della nostra vita contemporanea. Lo strumento è questo, non mi interessa se sia satira o meno. Satira può essere Philip Roth o Jonathan Swift. Non solo le cose televisive di tipo cabarettistico. Mi interessa che ci sia racconto, stile, profondità, cuore.
Ha in serbo qualche progetto particolare per il rilancio di Linus?
Certo, ma è tutto top secret.
Può farci qualche anticipazione sui nomi che troveremo prossimi numeri?
No comment. Il piacere della scoperta è uno dei piaceri di Linus, per questo ogni numero sarà diverso dal precedente.
Ci sarà un rapporto tra la casa editrice Oblomov e Linus? L'una potrà essere incubatrice dell’altra?
Ci sono due redazioni che lavorano in parallelo, io vedo un laboratorio intellettuale, questo è il mio interesse. Il catalogo di Oblomov si arricchirà di altri segni che provengono da Linus e qualche volta, delle cose che prendo per Oblomov compariranno in rari capitoli su Linus.
Pare una cosa che interessa molto, ma si tratta di una cosa del tutto banale. Nessuno si è mai posto la domanda quando Linus pubblicava a puntate Corto maltese o Valentina che poi sarebbero diventati volumi a fumetti. La rivista vive la sua vita effimera in edicola, è fatta di un tipo di energia differente da quella di un libro, che è studiato per avere un respiro narrativo più ampio.
Tra i suoi progetti futuri c'è anche un film: può darci qualche notizia in merito?
Non proprio. Al momento siamo nella fase della preparazione. Si comincerà a girare, salvo imprevisti, il 18 giugno.
Sono previste altre pubblicazioni della serie de I quaderni?
Lo ignoro, questi libri nascono in modo del tutto spontaneo. È probabile, ma al momento non sto disegnando.