Flavors of Youth (ovvero come invertire la metamorfosi kafkiana)
Flavors of Youth è un film speciale. E' una storia da vivere e raccontare. Nell'articolo vi spiego il perchè, dal mio punto di vista.
“Te ne sei accorto, si? Che passi tutto il giorno a disegnare quella barchetta ferma in mezzo al mare e non ti butti mai”.
In questo verso Brunori Sas, riassume la più grande piaga della società del nuovo millennio: l’incapacità di essere felici. La verità è che Pessoa, Kafka e Baumann avevano ragione. La routine, lo stress, il lavoro, il dover essere necessariamente al passo con i tempi e al passo con il tempo ci hanno trasformato nell’ombra di noi stessi. I protagonisti dei tre cortometraggi racchiusi in "Flavors of Youth" non sono da meno, anzi, sono dei perfetti stereotipi di persone alienate e sminuite dalla vite che fanno. Persone che hanno perso la capacità di sorridere, sognare, ballare, essere felici o ancora più semplicemente di essere umani. La loro metamorfosi kafkiana è completa, sono dei perfetti scarafaggi, eppure, le loro radici e un evento molto singolare che colpirà ognuno di essi (quasi definibili come dei veri e propri “trigger”) li porterà a rimettere in discussione le proprie scelte e il loro passato inizierà a riaffiorare inesorabile alla loro mente, risvegliando la loro emotività che per troppo tempo era stata messa da parte. Le 3 storie raccontate sono estremamente semplici e comuni, da questo punto di vista si potrebbe quasi parlare di una reinterpretazione in chiave contemporanea del neorealismo animato, corrente che ha visto il suo culmine con “Una Tomba per le Lucciole”. A differenza del capolavoro di Isao Takahata, però, il racconto è spaventosamente attuale e vuole portarci a vedere in maniera nitida ciò che è diventata la società cinese, attraverso le 3 parti (non a caso i corti sono 3, quasi danteschianamente) più importanti della vita di ogni uomo: la famiglia, la carriera e l’amore.
In ognuna delle storie narrate vi è lo schema fisso a cui precedentemente facevo cenno, un episodio molto singolare, definibile trigger, scatena nel personaggio una crisi esistenziale che lo porta a mettere in discussione tutto ciò che è stato della sua vita e che, alla fine dei 3 corti, ovviamente, avrà una sua soluzione. Dovendo trovare un singolo aggettivo per descrivere questa pellicola sicuramente direi riuscita. Aldilà delle qualità tecniche e di scritture che ci sono ma che oramai sono uno standard della CoMix Wave Films e, più in generale, di questa new wave di cinema d’animazione orientale (c’è da dire però che in questo caso riescono perfettamente a rendere gli splendidi paesini di campagna cinesi e a esprimere il contrasto con le grigie metropoli in cui i protagonisti vivono nel presente); ciò in cui davvero questa pellicola spicca è come riesce con semplicità e, al contempo, genialità a trasmettere il suo messaggio (la “sostanza” come la chiamerebbero Aristotele o Truffaut) e come il suo fine sociale sia perfettamente riuscito.
Ciò che Flavors of Youth vuole essere infatti è un trigger, proprio per questo sfrutta delle storie di vita così semplici e quasi banali per cercare di risvegliare il lato che, in molti di noi, a causa delle vite che viviamo abbiamo perso. Flavors of Youth non ci mostra solo delle metamorfosi kafkiane inverse, bensì tenta di farle vivere a ogni spettatore, consapevole che molti di noi ricordano ancora il loro primo amore, quel piatto delizioso che ci cucinava sempre nostra nonna e quella fantastica spontaneità che nel corso degli anni abbiamo perso. Flavors of Youth, insomma, vuole risvegliare quel lato emotivo che molti di noi, come i protagonisti d'altronde, hanno perso a causa della vita che fanno e ci riesce splendidamente perché rievoca perfettamente una delle emozioni più profonde dell’animo umano e di cui questi “scarafaggi” sono pieni: la nostalgia.
Un sentimento che non viene utilizzato con un fine catartico sia peri protagonisti che per lo spettatore. E sì, che ci colpisca anche la nostalgia, l’importante è che sia funzionale a ricordarci cosa ci ha reso felici in passato e sul come riprovare quelle emozioni tanto lontane all’apparenza ma che in realtà custodiremo dentro di noi finchè non svaniranno come “lacrime nella pioggia”.
“Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l'unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l'unico.”
Perciò consiglio ad ognuno di voi, specialmente chi, magari, (come me del resto) con il ricominciare della solita routine invernale e la fine della parentesi estiva si sente schiacciato dalla propria vita e non si sente più padrone di essa di staccare la spina e godersi Flavors of Youth. Che sia il vostro trigger per uccidere lo scarafaggio che è in ognuno di noi.