TikTok e la digital revolution dei media culturali
Qualche tempo fa avevo scritto un articolo bizzarro tra la Poetica di Aristotele e la capacità comunicativa degli utenti di TikTok. In soldoni applicavo le conoscenze dello storytelling, che a buon ragione posso confermare dopo altri mesi di utenza, all'app di video-sharing più in voga del momento. Tuttavia nella mia precedente analisi sono rimasto molto in superficie non proponendo focus speciali su canali/utenti specifici e senza esplorare il sottobosco pulsante della piattaforma. Dopo un mese di utenza continua, soprattutto come spettatore passivo e non content creator, mi sono interfacciato con molteplicità realtà e persone, spesso giovanissime che hanno creato diverse realtà comunicative all'interno della digital revolution in perenne evoluzione.
TikTok, generalizzando e semplificando, offre un ventaglio di tre tipologie di utenti che creano video. Ci sono Tiktoker che sfruttano essenzialmente le loro qualità estetiche, per ambire a carriere o spazi nel mondo della moda, del personal branding etc. Nella zona grigia ci sono i Tiktoker che virano sul no-sense comico, sulla ilarità grottesca o dank, con balletti, duetti meme, sketch etc. Sono persone che "spaccano lo schermo", che intrattengono in maniera immediata e semplice. Un'ultima categoria generale sono i "content creator puri", persone che propongono esperimenti, tutorial, ricette, webinar, asmr. Insomma persone che lasciano al pubblico un contenuto da usare, metabolizzare e riciclare in altre occasioni.
Booktok
TikTok vive la triste nomea di essere una piattaforma per giovanissimi e in quanto tale si crede, per un filtro distorsivo e paternalistico, ci siano solo contenuti infantili e di bassa qualità. Ovviamente, come in ogni piattaforma, i contenuti di poco valore sono presenti ma per fortuna le meraviglie non vengono offuscate. Nello specifico mi sono confrontato con i creator del mondo di BookTok. Persone bravissime a divulgare concetti pesanti con ironia, recensioni di libri fatte con una naturalezza disarmante e video più leggeri per coinvolgere le rispettive community. I libri diventano protagonisti di siparietti comici, di interpretazioni con cosplay, argomenti di riflessione e non solo di recensioni. L'industria editoriale dovrebbe sostenere e incentivare il booktok viste le numerose interazioni che sono in campo. Peccato che sembra ci sia un po' di ostracismo in merito, forse gli uffici stampa non sanno interfacciarsi con i dati di TikTok.
Nello specifico vorrei nominare alcuni profili di qualità che fondono nei loro format ironia, capacità comunicativa e preparazione. In ordine sparso: book.addicted della simpaticissima Valentina Ghetti, leggoromance della esplosiva Elisa Alfano, biglittlebookss della magica Sara Carraro, ladyadark dell'autrice lettrice Flaminia, la fatata clodiaslibrary, il dissacrante ilpiccoloruby, la tenera bookvolchitsa, la cosplayer fantasy e affamata di mattoni arcadiapassions, la sfaccettata Giorgia di thevoraciousreader_, la classy attorcigliata di Mariella Ferrara, la rettrice della light academia abordopagina di Lucia Fontemaggi, la fantasy addicted bookswithoutdust conosciuta meglio come Sara, la tenerezza ironica di artigli_e_foglie_di_te di Chiara, l'appassionata mary_wonderland. Account grandi, piccoli, non importa ho intravisto amore, passione, competenza nel parlare di libri e tanto basta per consigliarveli. (se ho saltato qualcuno è perché non vi ho ancora visti su TikTok)
E ovviamente la booktoker da oltre i 100mila followers, Meg di La Biblioteca di Daphne che ho avuto il piacere di intervistare. In maniera totalmente esclusiva (win win). Ringrazio ancora Meg per questa opportunità, leggendo le sue parole imparerete molto su questo social e forse vi avvicinerete con calma a rivalutare TikTok. La cultura umanistica concerne il mondo culturale, storico, artistico, filosofico e letterario, ma con l'evoluzione delle istanze comunicative si può intravedere un mondo trans-umanistico che attraversa le generazioni, i gusti e i portali comunicativi. TikTok forse non salverà il mondo dell'editoria ma è un messaggio che dimostra che non esistono modi assoluti per trasmettere la cultura. E l'amore per essa.
Intervista con Meg di La Biblioteca di Daphne
Ben trovata Meg è un piacere ospitare la prima tik toker sul nostro portale con un'intervista. Parlando sempre di libri non potevo che scegliere te, un'altra book addicted scoperta tramite i social. Intanto spezziamo il ghiaccio con una domanda molto semplice. Il perché del tuo nickname, La Biblioteca di Daphne?
Ciao Cristiano e a tutti i lettori di N3rdcore. Il piacere è tutto mio, grazie per avermi voluta qui e di aver pensato a me. È la mia prima intervista e non ti nascondo che sono un po’ emozionata. Mi chiamo Megi Bulla, ma sui social mi conoscono come Meg de La biblioteca di Daphne. Sapevo fin dall’inizio che non avrei usato il mio nome per diversi motivi: il primo, quello più importante, è che il progetto della biblioteca è ancora segreto, per quanto sia fattibile con più di 100000 utenti registrati. Il secondo è che non becco mai qualcuno che pronunci bene il mio nome al primo colpo: sono albanese e il mio nome si legge così com’è scritto nella mia lingua natìa (Meghi), ma in Italia lo pronunciano Megi. Volevo evitare di dover correggere anche su TikTok, cosa che faccio comunque perché i nuovi arrivati mi chiamano Daphne.. quindi direi Missione Fallita. Per quanto riguarda il nome scelto, il motivo è molto semplice, ma necessita di una spiegazione... spero di non annoiarti.
In un’infanzia senza tv, videogiochi, internet e cellulare, ho sempre amato leggere. Il mio papà è un ex-immigrato degli anni '90 e insieme alla mia mamma sono partiti da zero e hanno fatto di tutto per permettersi di essere dove sono oggi. Ciò significava dover tagliare su tutte quelle spese non fondamentali, quindi anche i libri non scolastici. Vivevo in biblioteca e mi ero ripromessa che un giorno ne avrei avuta una tutta mia, anche se al tempo mi sarebbe bastato avere anche solo un volume tutto mio. Ero una bimba che sognava a occhi aperti (e lo sono ancora) che si diceva “tua figlia avrà tutti i libri che vorrà”. Ho sempre desiderato una figlia di nome Daphne e quando ho creato il profilo mi è venuto naturale chiamarlo La biblioteca di Daphne, perché alla fine sarà tutto suo.
Non so se Daphne arriverà mai o se amerà leggere. Daphne è un’idea, un sogno, una fantasia forse.
Un'altra cosa che volevo sapere è se hai iniziato con TikTok per qualche ragione particolare, insomma oltre a sapere come è nato il tuo nickname mi piacerebbe conoscere la storia del tuo percorso sulla piattaforma più popolare del video sharing. Se all'inizio incontrarvi difficoltà, o la app non era intuitiva. Etc etc.
Sono sempre stata un disastro con feed (la griglia di foto del profilo instagram, ndr), storie e fotografie "instagrammabili", infatti il profilo Instagram di supporto a quello TikTok ne è la prova. Al contrario ho sempre amato montare ed editare video, quindi la scelta del social è stata abbastanza semplice. Non era mia intenzione mostrare il viso inizialmente o far conoscere il mio nome. Avevo addirittura creato una mail apposita per non essere connessa in alcun modo con la mia persona. Più usavo la piattaforma però, più mi venivano idee su contenuti da registrare, cose da dire o POV (Point of View) da ricreare. Convinta forse da una costante sensazione di non fare abbastanza, di non esprimere appieno ciò che sono e che voglio essere, un giorno mi sono decisa a girare il primo video e a pubblicarlo. Quella notte non ho dormito. Troppa la paura del giudizio o di essere riconosciuta. Col senno di poi, sapendo tutto l’amore e l’affetto che ho ricevuto e ricevo quotidianamente, mi sento un po’ sciocca. La crescita è stata molto lenta al principio e poi, non so davvero come possa essere successo, nel giro di un’estate è successa la magia: dai 10k del 6 giugno ai più dei 100k del 21 settembre. Alla community dico sempre che loro sono in grado di "Vedermi davvero". Rimango sempre senza parole quando vedo le loro fan-art.. dai nèi ai cerotti nelle dita giuste. Loro vedono tutto. E io ne sono immensamente grata.
Nei tuoi video c'è spesso il format unboxing (unboxiiiiii). Confermi che a ogni pacco ricevuto è sempre Natale? A ogni modo, secondo alcune ricerche statistiche i video unboxing tra YouTube e altri social sono i più richiesti e sembra che questa tendenza sia confermata anche dal tuo profilo. Secondo te cosa c'è dietro il successo dei tuoi siparietti tra il comico e il "oh mio dio è tutto bellissimo" che scalda il cuore di tutti?
Non c’è dubbio che i video di unboxing siano sempre stati fonte di interesse; io da spettatrice su YouTube li ho sempre guardati volentieri. Non so dirti perché i miei siano così amati, forse perché non li ordino io e quindi scopro insieme a loro cosa c’è dentro il pacco. Forse perché sono molto scema e le mie reaction sono fonte di un sorriso o una risata. Ho sempre amato girare unbonxing (che ora però sono UNBOXIII), ancora prima di TikTok. Ho registrazioni vecchie di anni in cui spacchetto regali di compleanno: amo riguardarmele e ri-emozionarmi pensando a quel pensiero fatto per me da quella specifica persona.
Il motivo per cui mi emoziono così tanto penso derivi dal fatto che quando ero piccola ho sempre ricevuto regali utili: una felpa, la sacca per le scarpe da ginnastica, la luce per la scrivania... e raramente cose “da bambini”. Per questo ci tengo tanto. Ricordo ogni regalo e ogni persona. Ricordo del VHS di Topolino di quel mio primo Natale in Italia e dell’iPod ricevuto da mia mamma in seconda superiore preso con i soldi risparmiati per mesi. Per quello sono grata per ogni libro, ogni dvd, ogni pensiero che qualcuno mi dedica. Hanno dedicato a me il loro tempo, il loro pensiero e le loro risorse, guadagnate con altro tempo e fatica. E lo hanno dedicato A ME. Ecco a cosa penso quando spacchetto qualcosa.
Una parte importante del tuo profilo deriva dalle letture in sessione live. Puoi descriverci questa attività? Come si sta legando con la tua community e come è nata l'idea. Insomma un mix di retroscena e curiosità sul tuo programma di letture in diretta TikTok.
Le live di lettura sono nate a Marzo, ma nella mia testa l’idea c’era da quando ancora non avevo la possibilità di fare live (su TikTok si possono fare dirette solo dopo i 1000 follower). Ero sempre da sola quando leggevo e mi ero resa conto di non riuscire a focalizzarmi sul mio libro perché costantemente distratta dal cellulare. Ho pensato di non essere l’unica ad avere questo problema e durante una live di ciacole (chiacchiere) ho proposto l’idea a 13 persone, dandoci appuntamento la sera stessa. Alla fine eravamo in 3: io, Sara e Federica. Impossibile dimenticarsi i loro nomi. Per la prima volta ho letto 2 ore senza distrarmi, il che sembra un controsenso dato che ho usato il telefono per evitare di usare il telefono, ma ha funzionato. Poco importava se eravamo “solo” in 3. Ho amato quel momento e mi sono sentita subito a casa. Ho creato una playlist da tenere come sottofondo e ho deciso che l’appuntamento sarebbe stato fisso. A 7 mesi di distanza più di 750 persone (abbiamo superato anche i 1700 lettori una volta!) di ogni età e ogni regione d’Italia si ritrovano ogni lunedì e giovedì, dalle 21 alle 23, per farsi compagnia (da pochissimo si fanno anche la domenica, dalle 22 alle 23, con la compagnia di @book.addicted, un’altra booktoker). Ognuno legge il proprio libro e sì, si può leggere tranquillamente anche senza la live, ma penso che la compagnia della community, il non sentirsi solo/a o anche il semplice fatto di avere un appuntamento che ti dica “da quell’ora a quell’ora leggo” aiuti a cominciare e a ri-cominciare a leggere.
Rispetto a altri social quale pensi siano le potenzialità e le debolezze di TikTok?
Prima ti dicevo che il profilo è ancora segreto. Ad oggi solo gli amici più stretti e pochissimi parenti sanno dell’esistenza de La biblioteca di Daphne. Non sono ancora pronta per parlarne apertamente, reduce dallo stereotipo di TikTok come un app tossica per ragazzini e balletti. Non è così. Su TikTok c’è molto altro, molto più di qualsiasi altro social a mio avviso.
Sono convinta che i veri colpevoli di questo stereotipo siano le aziende e nel nostro caso specifico, le case editrici. Sono i primi a non credere nella piattaforma e non incentivare e supportare i creator. Per quanto mi riguarda, non ricevo nemmeno una risposta da questi ultimi. Eppure se avessi lo stesso seguito su Instagram sarebbe molto diverso.
Se nell’ultimo anno le vendite di libri sono aumentate così tanto sono convinta che gran parte del merito lo abbia il BookTok, la sezione dedicata ai libri di TikTok. Youtube e Instagram sono sicuramente piattaforme che negli anni hanno contribuito, ma da gennaio a questa parte la vendita di libri è aumentata del 44% (fonte: MIURI ISTRUZIONE), 26.6% solo nei primi 3 mesi (fonte: ANSA), che è esattamente il periodo in cui è cresciuto il BookTok. Onestamente non credo sia una coincidenza.
TikTok è la piattaforma in cui difficilmente riesci a mentire (e se ci riesci bene è perché sei un ottimo attore, il che è comunque un talento): una foto puoi editarla, rifarla 100 volte finchè non è perfetta, studiarne la caption (didascalia, ndr.), cambiare le luci, i colori o far anche sparire oggetti e persone non gradite nel contenuto. In video è diverso. Sei tu al 100%, volente o nolente. Una recensione scritta la puoi studiare, una video reaction se è finta, si vede. È immediato vedere se il creator ha apprezzato un libro o meno. Inoltre TikTok, a differenza di Instagram, paga e sostiene l’autore. È poco, sono d’accordo, ma è meglio di niente e sicuramente fa piacere vedere una ricompensa per ciò che si fa.
Ricevi molti messaggi che affermano "mi hai fatto tornare la voglia di leggere" che è una delle cose più belle da sentirsi dire. Secondo te come avviene questa magia?
Credo che la passione per la lettura non si sia mai veramente spenta, però sono convinta che le persone si siano dimenticate quanto sia meraviglioso e unico il mondo letterario. I social hanno reso l’intrattenimento molto più immediato e meno impegnativo, ma un libro regala emozioni di un’altra portata. Vedere e immedesimarsi in una persona che mostra quanto sia incredibile e unico il mondo dietro alle pagine di carta, porta a riprovarci, a voler rivivere quelle sensazioni. Per me, l’orgoglio più grande è ricevere messaggi del tipo “non ho mai letto nulla in vita mia, mi hai fatto venir voglia di provarci”. Queste sono persone che non sanno cosa si stanno perdendo, eppure vogliono scoprirlo. E le live di lettura hanno aiutato in questo.
Ricevo messaggi di persone che si sentono a casa, di genitori che mi ringraziano per la compagnia che tengo ai loro figli che dopo la quarantena si sono rinchiusi in se stessi e che ora sentono di far parte di qualcosa o anche di genitori e figli che per quelle 2 ore leggono insieme e si godono un momento tutto per loro. È una sensazione impagabile. Mi riempie il cuore di così tante cose meravigliose che penso sempre possa rischiare di esplodere.
Ora parlaci dei tuoi libri preferiti, dei romanzi che hanno aperto il tuo cuore e non ti hanno mai fatto mollare l'amore per la lettura.
Arthur e il popolo dei Minimei, Fairy Oak ed Harry Potter mi hanno reso la lettrice che sono oggi. Sono libri che ho letto da bimba e che ad oggi, a quasi 27 anni, non mi hanno ancora lasciato.
Li custodisco molto gelosamente nel cuore, ecco perché appena sono diventata economicamente indipendente sono stati i primi libri che ho cercato di comprare: la mia biblioteca non sarebbe mai stata completa senza di loro. Nel corso degli anni si sono fatti più stretti, per farci stare altri titoli a cui tengo tantissimo: la saga dell’Attraversaspecchi, La canzone di Achille, La casa sul mare celeste, Il regno corrotto o Il piccolo principe, che va letto e riletto a diverse età per coglierne ogni magia.
Ti va di consigliare qualche romanzo ai nostri lettori? Composto da un pubblico vario da adolescenti a neo-papà o mamme dal cuore nerd.
Oltre ai titoli che ti ho citato prima (soprattutto La casa sul mare celeste), consiglio la saga GrishaVerse di L. Bardugo, composta da una prima trilogia e due duologie. La prima non è un capolavoro, ma la duologia di Sei di corvi sono sicura possa conquistare ogni cuore nerd, come lo chiami tu. La ben nota saga Percy Jackson, Shadowhunters e la Covenant Serie rapirà i più giovani, mentre Nevernight, Il priorato dell’albero delle arance e Crescent City potrebbe appassionare i più grandicelli. Per le menti più filosofiche consiglio La vita invisibile di Addie Larue e per chi cerca una distrazione la saga de La confraternita del pugnale nero (saga per adulti).