Due mesi in due pagine, il primo .GIF non si scorda mai
Come si vive l'organizzazione di una fiera dall'interno quando improvvisamente ti trovi a dover gestire logistica, autori e bambine che vorrebbero diventare le prossime grandi illustratrici?
Sono Irene, e faccio parte dell’organizzazione del .GIF, Festival del Gioco, Illustrazione e Fumetto di Prato fin da quando è stato avviato, ovvero due mesi fa.
Pochissimo, direte voi.
E’ vero, ma solo in parte.
Marzo 2023. Non ricordo esattamente il meteo che c’era quindi non posso scrivere che era una notte buia e tempestosa, ma sicuramente era una serata stanca e bigia. Mi telefona Maurizio Toccafondi, che ho conosciuto nel 2013 in occasione della prima riunione organizzativa di Prato Comics+Play. Negli anni successivi finisce addirittura per invitarmi alla sua laurea. Pensate un po’.
Tuttavia, era qualche tempo che non sentivo nuove da parte sua. La cosa è sospetta, ma capisco subito dove stiamo andando a parare. Le voci di strada sono vere: PiùPrato sta tornando.
Maurizio comincia a spiegarmi che lui e il resto del team avevano già idea di cambiare la forma del Prato Comics, andando a calcare la mano sugli aspetti che più ci stavano a cuore: la cultura, la didattica, il confronto e gli autori. Mi propone di seguire assieme a lui l’organizzazione di alcune mostre. Se ci stai, mi dice, vieni alla riunione a casa di Riccardo Taurisano, responsabile e coordinatore del settore ludico. Sono un po’ spaventata; cosa si potrebbe mai fare in due mesi, dopotutto? E con queste remore, vado a quella riunione.
Vengo così catapultata nella grande operazione del .GIF, Festival del Gioco, Illustrazione e Fumetto. Un un nome, un programma. Dico davvero.
La mostra mercato viene tagliata, per dare spazio a tutti i sopraddetti. Riabbraccio vecchie conoscenze, ne incontro di nuove, vengono create chat di gruppo e cartelle drive. È il vero e proprio Caos, con la C maiuscola, al lavoro.
Maurizio mi avvisa che una delle mostre che avrei dovuto allestire è su PK, il leggendario Paperinik degli spillati degli anni Novanta.
Ricordi di infanzia con Topolino tra le mani affollano la mia testa, financo quando ho visto per la prima volta il fumetto di Pk in edicola. Ancora adesso rammento del videogioco per Ps2! Maurizio non se lo ricorda. Nessuno di quelli a cui ho parlato del e se lo ricorda. Qualcuno di voi sì, vero?
Per favore ditemi di sì.
In ogni caso, la questione è seria. Si parla di una mostra con bozzetti, disegni e tavole originali dello studio che lavorò alla testata dal 1996 al 2001. E le altre esposizioni?
Ricorrono i 125 anni del Novellino e Mao ci tiene a metterlo in comunicazione con la mostra dedicata agli studenti della Scuola Internazionale di Comics di Fumetto. Un cerchio che si chiude.
Innumerevoli selezioni, misurazioni, prospetti, battute di caccia alle cornici e sconvolgimenti dopo, senza far andare in paranoia la stamperia, arriva il momento di allestire. Naturalmente, con tutti i cambiamenti all’ultimo minuto che si rendono necessari quando ti fidi troppo delle planimetrie del Comune. Sono un’ingenua, lo so.
E così le mostre aprono. Ma non c'è tempo per emozionarsi, il fatidico weekend si avvicina a grandi passi. Il team della logistica è in piena attività. Officina Giovani, la sede storica del Prato Comics+Play, comincia a trasformarsi via via che si attaccano gli striscioni; le vetrine eroicamente trasportate fino a lì vengono pulite svariate volte; i tavoli sono disposti e apparecchiati con le più belle tovaglie del circondario, giuro; cablaggi e gazebi.
E’ la mattina del sabato e arrivano i primi ospiti. Ce l’abbiamo fatta.
La manifestazione è aperta, con tutti i suoi problemi e tutte le difficoltà. In quel momento mi sono sentita un po’ come in una bolla. Sai perfettamente che adesso c’è da portare avanti il programma, accogliere le persone e tutto il resto, ma ora siamo in mare. La nave è salpata e stiamo navigando, anche se a vista. Prima di piazzarmi di vedetta in cima al pennone mi prendo un momento per apprezzare questa immersione nella realtà, e procedo.
Da programma, sarei dovuta stare al bookshop assieme alle mie colleghe ma, spoiler, non ci starò. Vengo chiamata a fare mille piccole cose, appendere dei quadretti, dare passaggi, ma in cambio la manifestazione mi dà una delle cose che apprezzo di più: il contatto con le persone. Ho l’occasione di parlare con autori e autrici, di salutare quelli che non vedevo da tempo, di stringere le mani a nuove conoscenze e di assistere a panel con personalità uniche.
Mi sorprendo a pensare che se fossi stata una giovane ragazza, avrei voluto ricevere quei consigli che le persone dall’altra parte del tavolo stavano dispensando, e lo trovai appagante. Guardandomi attorno, nel suo piccolo, penso davvero che .GIF abbia provato ad avvicinarsi il più possibile alle giovani generazioni.
I fumetti e il gioco sono un ponte tra tutte le età. I panel di confronto tra professionisti hanno come nodo centrale l’educazione e il benessere di ragazze e ragazzi e vedo persone con il loro portfolio in mano che si avviano timorose ma determinate verso chi li avrebbe esaminati. La sensazione è timida ma chiara: la manifestazione sta andando nella direzione giusta, e ne ho poi la conferma.
Per una parte del tempo, presenzio la mostra di PKNA a cui ho contribuito. Una giovanissima visitatrice esita a lasciare la sala. Il padre mi dice che è molto appassionata di fumetti e disegno, ma che è amareggiata perché non sanno come farle perseguire questa passione. Suggerisco loro di andare a curiosare proprio al .GIF, perché lì avrebbero sicuramente trovato a chi rivolgersi per permetterle di imparare e migliorarsi in ciò che ama. Alla bimba le si illuminano gli occhi e corre via, coi genitori alle calcagna.
In quel momento, penso che l'obiettivo della fiera era stato definitivamente raggiunto.
Highlights della manifestazione: mi sono ritrovata a moderare un incontro accanto a Roberto Di Meglio.
Tornate a trovarci, o venite a vedere! Al 2024!