Disney's Villainous: quando i difetti non riescono a scalfire un bel gioco
Disney's Villanous ci mette, per la prima volta, nei panni dei cattivi Disney come protagonisti. Un gioco da avere per forza.
Ogni qualvolta mi siedo attorno ad un tavolo per giocare ad un qualsiasi gioco il mio cervello spende un quantitativo di risorse notevole a ragionare su quanto il set di regole e il gameplay possano essere ben coesi con tutto il resto degli elementi di gioco. In soldoni sono quel tipo di giocatore a cui sta molto a cuore quel tipo di lavoro di fino nel disegnare i dettagli di un gioco costruendo un gameplay che non è semplicemente fine a se stesso.
Faccio due esempi al volo: Specie Dominanti è un titolo dal piglio strategico eccezionale, co un gameplay profondo e fuori scala che non ha niente a che vedere con il tipo di ambientazione (la sopravvivenza delle specie durante l’Era Glaciale), Hive è un astratto scacchistico dalla notevole connotazione strategica in cui le tesserine rappresentano degli insetti.
Il movimento, particolare, di questi insetti riesce ad evocare, in effetti, le differenze di movimento degli stessi nel mondo reale (non 1:1 ovviamente).
Tutto questo per dire cosa? Per dire che Disney’s Villainous è uno di quei pochi titoli esistenti sul mercato che riesce a mettere sul tavolo una delle più profonde e incredibili commistioni fra gameplay e ambientazione con il risultato, a dir poco stupefacente, di un titolo in cui ogni singola azione è giustificata, in qualche misura, dal tipo di cattivo che si sta giocando.
È purtroppo anche vero che Villaious è anche un gioco che pecca sotto il punto di vista del bilanciamento e offre un’esperienza quanto più vicina ad un “solitario in N persone” più che ad un titolo competitivo con tutti i crismi, ma ci stanno dentro i cattivi Disney, graficamente è una goduria e, come già detto, offre uno dei migliori esempi di coesione fra gameplay e mondo di gioco quindi possiamo anche passare sopra la godibilità di certi personaggi al suo interno o al suo bilanciamento con determinati numeri di giocatori al tavolo. No? È vero, non dovrei passarci sopra ma poiché sono un odioso fanboy che non vuole sentire ragioni vi faccio presente che il gioco presenta questa enorme lacuna ma non riesco a non esserne innamorato.
Grazie alla recente uscita dell’ultima espansione, Perfectly Wretched, e l’annuncio di una prossima, Despiclable Plots, finalmente ho l’occasione di poterci spendere due parole, sia per illustrare le regole del gioco sia per spiegare perché, al netto di tutto, lo reputo uno di quei titoli che devono essere assolutamente presenti nelle proprie Kallax.
Nel titolo, edito da Ravensburg, interpretiamo i più famosi cattivi (e non) dei film Disney andando dalla classicissima Malefica a Dr.Faciler passando anche per nomi meno noti come Rattigan o (in uscita con la prossima espansione) Re Cornelius.
Ogni cattivo ha il suo piano malvagio da dover completare (Ursula deve ottenere Tridente e Corona di Tritone, Jafar deve avere lampada e Genio schiavo e così via) prima che gli altri giocatori riescano a completare il proprio.
Per farlo ogni cattivo ha a disposizione un proprio mazzo di carte (tutte tematizzate) a cui attingere: in ogni turno si hanno a disposizione 4 carte, si sposta la pedina su una casella del proprio Reame (la plancia del giocatore) diversa da quella attuale e si svolgono, in ordine sparso, tutte (o solo alcune) le azioni disponibili di quella zona.
Le azioni possibili sono: giocare una carta, scartare N carte, guadagnare segnalini potere, eliminare un Eroe, spostare un Oggetto, spostare un Alleato o effettuare un’azione Fato.
Completata questa fase si ripesca fino ad avere nuovamente 4 carte in mano e si cede il turno al prossimo giocatore.
Tendenzialmente giocare una carta significa pagare il suo costo in segnalini potere (o giocarla al verificarsi di date condizioni) ed eseguire la sua azione (un effetto, giocare un alleato o giocare un oggetto, posizionandoli nelle caselle desiderate del proprio Reame).
Effettuare un’azione Fato è l’unica interazione possibile con un avversario: si pescano due carte dal suo mazzo Fato e si sceglie una di queste da giocare. Tale mazzo rappresenta la parte “buona” del mondo Disney da cui esce il cattivo: per Uncino, ad esempio, contiene Peter Pan, Trilli e tutti i ragazzetti orfani che hanno lo scopo di mettere il bastone fra le ruote al suo piano malvagio.
Tali carte possono essere effetti o Eroi che vanno posizionati nel Reame del cattivo bersagliato con le seguenti conseguenze: nella casella in cui è presente un eroe, le azioni stampate nella parte superiore non sono più visibili (e utilizzabili) e, generalmente, tiene vivo un effetto negativo per il giocatore.
L’unico modo per liberarsene è usare un’azione di eliminazione: si sommano le forze dei propri Alleati e se il totale è uguale o superiore alla forza dell’Eroe questo viene sconfitto (questo comporta che tutti gli attori in gioco nel combattimento vengano scartati).
Per tutelare i giocatori con cattivi più “complessi”, con 4 persone o più al tavolo entra in gioco una sorta di “protezione”: una volta che si viene bersagliati da un Fato si guadagna un segnalino che implica il non poter più essere soggetti ad un Fato. Il segnalino, chiaramente, ruota fra tutti i giocatori che subiscono le angherie degli altri con il risultato che non si può essere soggetti, due volte in sequenza, vittime delle azioni altrui.
Il titolo è, senza mezzi termini, eccezionale: ogni carta, ogni cella del Reame e ogni azione sono perfettamente amalgamati con il film Disney di provenienza rendendo il flusso di gioco decisamente piacevole e ben confezionato.
Rattigan, ad esempio, ha come obbiettivo quello di dominare su Londra con la sua Regina meccanica ma qualora Basil, tramite i Fati, dovesse riuscire a sgominare il suo piano allora il suo obbiettivo diventa uccidere il topo investigatore. Per arrivare a tutto ciò avremo a disposizione, nelle carte, tutte quelle situazioni che abbiamo visto in scena nella pellicola da Vampirello alla sua gatta Lucrezia, dalla super mega trappola per uccidere Basil al rapimento di Flaversham per riuscire nel suo piano (nel gioco si traduce nel riuscire ad avere il giocattolaio sotto il proprio controllo per avere uno sconto sui componenti della Regina).
In cosa, però, Villainous è pessimo? Alcuni cattivi sono decisamente pensati male (Faciler è eccessivamente… facile, Ade è troppo lento, Gambadilegno è troppo veloce e così via) creando delle situazioni di gioco in cui la partita è vinta in fase di selezione del proprio alter ego.
Inoltre il titolo ha pochissima interazione con gli avversari con la spiacevole conseguenza che, con determinati cattivi, diventa quasi impossibile fermare la loro vittoria dopo un certo momento del gioco.
Ma, come già detto, a chi importa? Il titolo ha un valore artistico inestimabile (il Gambadilegno di Steambot Willie è fuori parametro), è giocabile tranquillamente con tutta la famiglia e ti fa trascorrere un’oretta spensierata attorno ad un tavolo.
Certo, non poter far niente in certe situazioni è frustrante ma ci pensano i ricordi di questi grandi classici e la bellezza del gioco intavolato a farci dimenticare di tutto. È la magia Disney alla fine, no?