STAI LEGGENDO : “Il gioco da tavolo legacy, l’esperienza legacy, io te la consiglio”

“Il gioco da tavolo legacy, l’esperienza legacy, io te la consiglio”

Condividi su:

Cosa sono i giochi da tavolo legacy e perché sono una delle esperienze più intense che si possano provare in questo campo

Parlare di giochi da tavolo, specie con un pubblico che magari ci ha poco a che fare e che li relega a quelle esperienze sociali sotto le feste in cui si gioca al classico Monopoli di turno, è un po’ come cercare di “spiegare i computer” alla propria nonna: si viene squadrati con uno sguardo interrogativo e si ricevono cenni di assenso dall’aria confusa.

Parlare di giochi da tavolo con un pubblico di videogiocatori, poi, è (paradossalmente) ancora più complesso, un po’ perché chi ne parla pensa che il confine fra i due mondi sia in effetti così sottile da essere quasi inesistente e un po’ perché chi ascolta pensa possa esistere un muro gigantesco, invalicabile, fra le due realtà che non hanno niente a che fare l’uno con l’altro.

Vero, in parte. Sono sempre stato dell’opinione che questi insiemi non debbano essere necessariamente così distanti, lo dimostrano alcune particolari produzioni che hanno visto una conversione dal virtuale al “cartaceo” come possono essere Dark Souls o This War of Mine e viceversa con esempi come Ticket To Ride.

Non solo, ho sempre avuto la convinzione che un confronto sia utilissimo, che le tue realtà debbano incontrarsi e scontrarsi più spesso di quanto in realtà accade per poter apprendere, reciprocamente, dettagli dell’uno o l’altro mondo per auto-migliorarsi sotto decine e decine di aspetti.

giochi legacy

Ci ho provato, fra amici (videogiocatori e non), a trasmettere un po’ questo mio piccolo credo, facendo provare loro le più svariate fra le produzioni e ascoltando pazientemente (non è vero ma non posso dire diversamente eh) quello che avevano da dirmi in merito a quanto hanno provato durante la sessione di gioco.

Qualcuno ha sottolineato il suo disappunto nel sedersi attorno al tavolo per giocare a questo o quel titolo, qualcun altro continuava a ribadire “ma non sarebbe meglio se lo facessero diventare un videogioco?” (si giocava a Specie Dominanti) altri ancora hanno continuato, più o meno felicemente, a sedersi al mio tavolo per provare qualcosa di nuovo o riprovare qualcosa giocato in passato. Chiaramente gli ultimi rientrano in quelle piccole vittorie personali che mi porto dentro, mentre i primi sono il motivo dietro questa manciata di riflessioni.

Scavando un po’ all’interno del mondo dei giochi da tavolo alla ricerca di qualcosa che potesse portare acqua al mio mulino mi sono imbattuto in un particolare sistema, il legacy, con un titolo piuttosto particolare: Charterstone.

Quel giorno (circa tre anni fa) ho avuto un’epifania: il sistema legacy sembrava letteralmente quello che cercavo da anni, quel tassello mancante nel puzzle dei miei pensieri. Ho continuato a proporre titoli con questo particolarissimo sistema sempre presentandoli come “videogiochi da tavolo”, sia a videogiocatori, sia a semplici giocatori che non avevano mai avuto a che fare con il sistema, sia a chi attorno al tavolo per giocare non si siede quasi mai.

Prima di proseguire però è bene specificare un momento in cosa consiste un gioco “legacy” così da permettervi di seguirmi meglio in questo groviglio di pensieri. Un gioco legacy, in parole molto povere, è un gioco “usa e getta”: si fa una partita, completa, e poi non ci si gioca più perché il gioco si è esaurito completamente per via di un’alterazione fisica importante dei materiali e delle regole.

Cercando di essere più pratici, all’interno di una campagna legacy (mediamente dalla durata di una ventina di ore) si strappano carte, si appiccicano adesivi, si scrivono cose e, meno invasivo, si aprono scatolette dal contenuto segreto fino a quando il gioco non ci chiede di aprirle.

Va da sé che il genere è un po’ uno spartiacque fra i giocatori: c’è chi lo ripudia completamente perché questa distruzione fisica dei materiali fa male al cuore, c’è chi non ne trova troppo il senso ma ci gioca volentieri e c’è chi ne è follemente innamorato.

L’esperienza che si ricava da un legacy è inarrivabile da qualsiasi altro tipo di medium ludico: la partita la si sente maggiormente sulla pelle e l’alterazione del materiale di gioco rappresenta un punto di maggiore immersione nell’ambientazione che stiamo vivendo all’interno della campagna.

Personalmente faccio parte della terza categoria con una piccola variante d’odio: non ho mai, mai, concluso una campagna legacy per i più svariati motivi. Il più comune è relegato alla gente che si stanca e molla a metà (sì, non giochiamo più assieme) passando per la situazione terribile di questo passato 2020 che ha interrotto forzatamente l’avventura su King’s Dilemma e ha fermato precocemente l’avvio di quella su Gloomhaven.

Sto cercando di concludere la mia prima avventura con Pandemic Legacy Stagione 0 con la speranza che non ci sia nessun altro imprevisto da qui fino alla fine di quelle 12 partite che scandiscono la durata della sua campagna. Incrocio le dita.

giochi legacy

Ma non è questo il punto, no. Torniamo a Charterstone e alla mia epifania: il gioco è un eurogame, o german, o tedesco (chiamatelo come preferite) ovvero tutto quel filone di titoli “quasi astratti” dall’alea quasi assente e basati, generalmente, sul collezionare risorse, piazzare lavoratori, aste e così via.

Un eurogame legacy è un miscuglio tanto particolare quanto interessante: generalmente un legacy è improntato su una fortissima componente narrativa che fa da collante a tutta la campagna, un gioco tedesco invece è improntato maggiormente sul suo gameplay e sulle sue meccaniche rendendo, di fatto, una campagna legacy “meno avvincente”.

Per fortuna Charterstone cerca di spezzare questo paradigma offrendo un’esperienza decisamente profonda capace sia di tenere in piedi un’ottima ambientazione che un grande gameplay complice un tutorial continuo e dinamico che, partita dopo partita, introduce piccoli elementi agli occhi del giocatore che è chiamato ad imparare tante piccole nuove meccaniche.

Non ho potuto fare a meno, scatoletta dopo scatoletta, regola dopo regola e introduzione dopo introduzione, di pensare ad un classico videogioco di civilizzazione e all’entry level che questo richiede al videogiocatore: non esistono titoli di questo genere che offrono un tutorial passo dopo passo di questo livello.

Sì, il gioco, generalmente, è in grado di insegnare tutto a patto che ci si impegni, che si legga, che si provi e che si scoprano cose tentativo dopo tentativo. Insomma, deve piacere e deve esserci predisposizione.

Charterstone invece ci ha accolti con una manciata di lavoratori e una manciata di regole sul posizionamento e sulla crescita del nostro piccolo villaggio introducendo, partita dopo partita, ulteriori regole, ulteriori meeple quindi nuovi tipi di posizionamento, nuove risorse e nuove tipologie di edificio con tutto ciò che ne consegue.

legacy

Un tutorial progressivo, dinamico e in continua crescita ed espansione che introdurrà gradualmente il giocatore a tutta la complessità che il regolamento inizia ad acquisire ad un certo punto della sua campagna. Charterstone offre quindi un tipo di sistema tale per cui chiunque, anche chi non si è mai seduto dietro ad un eurogame, possa riuscire a padroneggiarne le meccaniche.

Perché, invece, una tale e squisita scelta di design non compare anche all’interno di un prodotto videoludico in modo tale da riuscire a sembrare più appetibile al suo pubblico (grande e non)? Ma soprattutto perché un titolo del genere non è stato giocato da qualsiasi appassionato?

Perché Gloomhaven non è all’attivo di ogni videgiocatore di ruolo? Perché Pandemic Legacy non è sulla bocca di tutti i videogiocatori gestionali e perché tutti gli appassionati di videogiochi narrativi non hanno allungato le proprie mani su King’s Dilemma? In fondo la spesa è questi la stessa, 70 euro e rotti per una campagna di decine e decine di ore per poi poter riporre il titolo sullo scaffale accresciuti da un’esperienza tanto unica quanto rara.

Fatevi un favore, comprate un gioco da tavolo legacy e lasciatevi avvolgere dalla sua magia.

related posts

Come to the dark side, we have cookies. Li usiamo per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi