Con l’arrivo del film a lei dedicato Captain Marvel ha senza dubbio compiuto uno dei passi più importanti di una carriera accidentata e discontinua, cementando una volta per tutta l’associazione tra il supereroe Kree e Carol Danvers, ma prima della soldatessa bionda il nome è stato associato a molte facce e personaggi differenti e se state cercando qualche storie per recuperare trovate tutto qua.
La cosa non è strana nel mondo a fumetti e può capitare che il “marchio” di un supereroe passi tra più personaggi, fino a qualche anno fa anche l’aspetto poteva cambiare, ma la storia di Captain Marvel è particolarmente incasinata, piena di personaggi che cambiano nomi continuamente, cloni, paranti, stupri spaziali e una lunga guerra di diritti con la DC.
Sì perché inizialmente Captain Marvel non era Carol Danvers, che era già una supereroina da par suo col nome di Ms. Marvel, non era una donna e non era neppure un personaggio della Marvel!All’inizio Captain Marvel era lui (quello altro centro, con l'aria da capofamiglia).
Sì, esatto, quel Shazam! che, guarda caso, sta uscendo al cinema a poca distanza dal debutto di Carol Danvers nell’MCU.
Captain Marvel nasce nel ’39 come personaggio della Fawcett Comics e diventa rapidamente uno dei fumetti di maggior successo della cosiddetta Golden Age (Dagli anni ’30 agli anni ’50) finché nel ’41 la Detective Comics non fa causa alla Fawcett sostenendo che il personaggio è troppo simile a Superman. La questione va avanti per più di dieci anni, finché alla fine la Fawcett, decide di mollare il colpo nel 1953, pagare una compensazione alla DC e rinunciare a ogni diritto sul nome.
Nel 1972 la DC pensa bene di dare una spolverata al personaggio, acquistare i diritti dalla Fawcett e ripubblicarlo, peccato che qualche anno prima la Marvel abbiamo registrato il marchio “Captain Marvel” per un fumetto che ha iniziato le pubblicazioni nel 1967 e non veda l’ora di scagliare i suoi avvocati mutanti contro l’acerrimo rivale. Il Captain Marvel originale diventa dunque Shazam!, nel primo numero la DC fa la piaciona scrivendo “The Original Captain Marvel” ma i suddetti avvocati mutanti fanno ritirare il numero e cambiare il sottotitolo in cinque minuti.
Captain Marvel non è dunque un eroe comune, ma data la contesa sul suo nome la Casa delle Idee deve pubblicare qualcosa che lo riguardi almeno una volta ogni due anni per evitare di perdere i diritti. Ecco perché il personaggio ha vissuto molteplici riadattamenti, one shot e miniserie, con ben sette incarnazioni differenti.
Mar-Vell e Ms. Marvel (1968)
Il primo Captain Marvel, scritto da Stan Lee, era un Kree chiamato Mar-Vell (complimenti per l’originalità) inviato a spiare gli umani che deve subire le intemperanze del suo ufficiale in comando: Yon-Rogg, geloso delle sue abilità. Sì, avete capito bene, per il film hanno mescolato il Mar-Vell originale e lo hanno reso una scienziata, mentre Jude Law/Yon-Rogg se la prende con Carol Danvers. Dopo un primo arco narrativo che non ebbe molto successo, Captain Marvel fu affidato a Roy Thomas e Gil Kane che ne cambiarono alcuni aspetti fondamentali, tra cui il costume, che passa da verde a rosso e blu.
Dopo la condanna a morte da parte dei Kree e la conseguente fuga, Mar-vell viene imprigionato nella Zona Negativa. L’unico modo per uscirne e scambiare il proprio corpo sulla Terra con quello di Rick Jones, che diventa un po’ il suo alter ego, pur essendo un’altra persona. Una decisione con cui Thomas e Kane riescono anche a omaggiare Shazam!. Per farlo Mar-vell indossa dei braccialetti speciali chiamati Nega-Bande. Purtroppo Mar-Vell morirà di cancro su Titano, compianto da tutta la comunità di supereroi, nel primo albo speciale di grande formato della Marvel, pubblicato nel 1982
Nel frattempo, nel 1968 debutta al suo fianco il personaggio di Carol Danvers, ufficiale dell’Aviazione americana e capo della sicurezza in una base militare segreta dove lavora Walter Lawson, ovvero l’identità segreta di Mar-Vell. Un giorno la Danvers viene colpita dall’esplosione di un dispositivo Kree che, scopriremo poi, risveglia le sue il suo DNA alieno latente (se avete visto il film la cosa vi suonerà familiare) e la trasforma in Ms. Marvel.
L’attenzione della Marvel per i mutamenti sociali non è una novità di oggi, con buona pace di chi pensa sia una tendenza moderna, ed è per questo che Carol Danvers fu un personaggio decisamente particolare rispetto alla media dei personaggi femminili del periodo. Prima di diventare Ms. Marvel ci ha messo un po' ad uscire dal ruolo di damigella in pericolo, rimanendo comunque un personaggio sexy e pensato per piacere al lettore maschio medio . Inizialmente il suo scopo principale era essere l’amante di Mar-vell in stile Lois Lane e, vista l'epoca era caratterizzata da messaggi terribilmente maschilisti (la prima volta in cui compare viene paragonata in un doppio senso al corpo di una Sentinella, un oggetto) ma con l’arrivo degli anni ‘70 i suoi testi diventarono un veicolo di ideologie femministe legate alla cosiddetta Seconda Ondata, soprattutto per quando riguarda la differenza di salario. All'epoca la cosa non sembrò disturbare nessuno.
Purtroppo, questa voglia di farla diventare una sorta di ripetitore di messaggi di pubblica utilità andò un po’ a scapito del personaggio, che rimase abbastanza bidimensionale e forzato. Oltretutto, in questa versione la Danvers non sa di essere Ms. Marvel, si sveglia semplicemente con un po’ di mal di testa dopo ogni trasformazione. Manca dunque anche la minima riflessione sulla sua doppia personalità e sul suo ruolo come supereroina, si limita semplicemente a menare i cattivi come fanno già molti altri supereroi, solo che è una donna e ogni tanto ce lo fanno notare.
Con l’arrivo di Chris Claremont la situazione migliora. Le due vite di Carol Danvers e Ms. Marvel si uniscono, il personaggio acquisce maggiore confidenza e importanza e inizia a far gruppo con altri supereroi… poi arriva l’episodio dello stupro spaziale.
Sì, avete letto bene.
In Avengers 2000 dell’ottobre 1980 Carol Danvers viene rapita da un tale Marcus che la porta in una dimensione parallela, le fa il lavaggio del cervello e la mette incinta di una sua copia in modo da poter uscire da una dimensione chiamata Limbo (tutto chiaro no?). Curiosamente, anche il padre di Marcus, Immortus, aveva fatto qualcosa di simile per farlo nascere, buon sangue non mente. Carol si accorge della cosa mesi dopo, quando si rende conto della gravidanza e si concede una paginetta per esprimere la sua rabbia, salvo poi andare via con col suo figlio/stupratore come niente fosse mentre i suoi amici Vendicatori si limitano a sperare che tutto vada per il meglio . Yay!
Per fortuna Claremont, probabilmente dopo aver fatto un facepalm da Guinness dei primati, cercò di mettere una pezza a questo goffo e orribile momento, concedendole in seguito la possibilità di esprimere meglio i propri sentimenti. Dopo aver perso i poteri e ricordi per colpa di Rogue, che assorbe anche la sua personalità, Carol riesce farsi ripristinare la memoria da Charles Xavier e ricorda il fattaccio con Marcus e la reazione dei Vendicatori. Segue una scena in cui la donna inchioda il supergruppo alle proprie responsabilità per averla lasciata andare via insieme al suo aguzzino e si unisce agli X-Men. Dopo aver simbolicamente cancellato tutti i file del Pentagono che la riguardavano si trasformerà in Binary. Ma di questo parleremo dopo.
Monica Rambeau
La prima Captain Marvel donna era decisamente avanti rispetto ai suoi anni. L’afroamericana Monica Rambeau (sì, si chiama come la figlia della grande amica di Carol nel film, incredibile eh?) debutta su Amazing Spider-Man Annual #16 nel 1982 grazie a Roger Stern e John Romita Jr. che si ispira all’eroina della blaxploitation Pam Grier. In questo caso non c’è alcun legame con la tecnologia Kree, Monica ottiene i suoi poteri con una buona cara vecchia esposizione a una fonte di energia extradimensionale. Per un po’ di tempo si unisce agli Avengers, assumendone anche la leadership. Con l’arrivo di Genis-Vell, Monica cambia nome in Photon e gli cede il tiolo di Captain Marvel, fin qui tutto bene finché Genis-vell non decide di rubargli anche questo secondo pseudonimo, costringendola a farsi chiamare Pulsar. L’ultimo cambio di nome arriverà con Marvel Now! e l’arco narrativo di Secret Wars del 2015 in cui si fa chiamare Spectrum o, semplicemente, Monica Rambeau, almeno finché Genis-Vell non deciderà di cambiare sesso e rubargli il nome. Ad oggi nei fumetti la Rambeau è un’alleata di Captain Marvel e sfrutta i propri poteri elettromagnetici per risolvere casini galattici.
Genis-Vell
Ma chi è questo Genis-Vell? La sua prima apparizione è su Silver Surfer del 1993, dove si fa chiamare “Legacy”. Genis-vell è il figlio in provetta/clone di Mar-Vell e della sua compagna, Elysius . Anche lui si scambia di posto con un alter ego umano chiamato Rick Jones grazie alle Nega-Bande. Dopo essere impazzito, aver causato la distruzione dell’universo (poi ha risolto tutto, tranquilli, solo che è cambiata la realtà), essere morto e risorto col nome di Photon, Genis-Vell si unisce ai Thunderbolt finché un bel giorno Baron Zemo, responsabile della sua resurrezione, si rende conto che per farlo tornare in vita lo ha collegato con l’energia che regola l’inizio e la fine della vita. Ops. Alla fine di un epico scontro i pezzi di Genis-Vell vengono inviati ai quattro angoli di un universo parallelo come se fosse Braveheart per scongiurare l’ennesima fine del creato. Allegria!
Phyla-Vell
Sorella minore di Genis-Vell, debutta in Captain Marvel del gennaio 2004 quando Genis-Vell ricrea l’universo dopo essere impazzito. Il suo nome deriva da “phylum” uno dei livelli di tassonomia delle forme viventi e dopo alcune storie viene chiaramente detto che è omosessuale e fa coppia con Dragoluna, figlia di Drax. Non ha mai ufficialmente ottenuto il titolo di Captain Marvel perché il fratello Genys non è mai stato disposto a cederlo , ma lo è stata di fatto non appena quest’ultimo si è cambiato nome in Photon. Ma cambiare nome dev’essere una cosa di famiglia perché dopo gli eventi di Annihilation si ribattezzerà Quasar, unendosi ai Guardiani della Galassia, e poi Martyr, sfoggiando un outfit decisamente dark, con tanto di spada, teschi e mantello rosso. Morirà nell’ennesimo scontro contro Thanos, o forse rimane intrappolata nella Pietra dell’Anima, ma questa è un’altra storia.
Khn'nr
Con questo nome, nato probabilmente durante una sbornia negli uffici della Marvel, o perché qualcuno aveva perso una scommessa , viene identificato il quinto Captain Marvel. La sua prima apparizione è durante Civil War: The Return nel 2007. Khn'nr è un agente dormiente Skrull col DNA di Mar-Vell, aspetto e i relativi poteri. Il suo cervello è stato condizionato per credere di essere Mar-vell, solo che la sua parte Skrull è stata quasi del tutto cancellata e non riesce a dominare il finto ricordo di Mar-Vell. La sua scusa ufficiale per non essere veramente morto di cancro è l’ennesima supercazzola spaziotemporale di realtà parallele a cui tutti, dopo qualche dubbio, credono senza problemi, tanto hanno visto di peggio. Scoperta la verità decide di schierarsi contro con la Terra, morendo per le ferite riportate in uno scontro contro la flotta Skrull e passando l’incarico a Noh-Varr.
Noh-Varr
Apparso nel 2000 inizialmente come Marvel Boy, Noh-Varr diventerà Captain Marvel nel 2009 quando si unirà agli Oscuri Vendicatori, un progetto creato da Norman Osborn grazie ai poteri speciali ottenuti dopo la fine di Secret Invasion. Fino a quel momento era solo un altro generico tizio che fino a poco prima aveva dichiarato guerra alla Terra perché dopo un atterraggio di fortuna e un po’ di avventure era finito in una prigione dello Shield. Il Professor X, Mister Fantastic, Black Bolt, Iron Man, Doctor Strange e Namor, ovvero gli Illuminati, cercano di dissuaderlo dal suo piano distruttivo poi, persa la pazienza, lo lasciano in prigione dove subisce il lavaggio del cervello e viene usato come arma contro i supereroi ribelli in Civil War.
Durante Secret Invasion incontra Khn'nr, prende le Nega-Bande e usa il potere di Captain Marvel per porre fine alla battaglia che infuria a New York. Una volta entrato nei ranghi degli Oscuri Vendicatori come Captain Marvel, Noh-Varr pensa di agire nel giusto (e nel frattempo va a letto con la Ms. Marvel oscura, Karla Sofen) finché improvvisamente non si rende conto di far parte dei “finti buoni”. Disgustato, scappa dagli Oscuri Vendicatori e, dopo essere riuscito a entrare in contatto con la Suprema Intelligenza, ritorna con un nuovo costume per farsi chiamare Protector.
Carol Danvers
Ed eccoci arrivati alla nostra amica. L’avevamo lasciata molte righe più in alto, trasformata in Binary, eroina super potente in grado di utilizzare l’energia delle stelle, anzi, di un Buco Bianco (molto più potente dei buchi neri, ovviamente) mentre la sua vecchia personalità lottava per prendere il possesso di Rogue. All’inizio degli anni ’90 dopo aver lavorato a fianco con gli X-Men, la Danvers perde i poteri di Binary e mantiene quelli della Ms. Marvel originale, mentre la personalità dentro Rogue viene separata dalla mutante e uccisa da Magneto poco prima di vendicarsi.
Persi i poteri di Binary, sotto la guida di Kurt Busiek la vera Carol Danvers cambia nome in Warbird e scende piano piano in una spirale di autodistruzione e alcolismo che la allontana dai Vendicatori. Anche il costume riflette questo cambiamento, diventando quasi del tutto nero, in netto contrasto con i colori sgargianti di Binary. Ovviamente la sto facendo molto breve, ma immaginate archi narrativi estremamente diluiti nel tempo.
Siamo all’inizio dei 2000, Captain Marvel in questo momento è Genis-Vell e dovranno morirne altri due e passare dodici anni prima che finalmente qualcuno si decida a rendere Carol Danvers la futura e attuale Captain Marvel. Tuttavia, prima della consacrazione c’è una prova generale nel 2005. In House of M Carol vive in un universo parallelo in creato da Scarlet Witch in cui i suoi sogni diventano realtà e il suo sono è esattamente questo: indossare i panni di Captain Marvel, essere amata e apprezzata come l’eroe più potente di tutti, sentire sulla propria pelle un riconoscimento del suo ruolo, a lungo negato. La consacrazione finale arriva nel 2012 con le storie di Kelly Sue DeConnick e l'invito da parte di Captain America di prendere il nome e il costume di Captain Marvel, una volta per tutte.
La DeConnick si sbarazza di anni e anni di sovrastrutture e tutine, cercando di fare chiarezza nel passato del personaggio attraverso un ritorno al passato per conoscere i desideri e le ambizioni di Carol, che finalmente ci appare come una persona. Ecco che finalmente abbiamo una eroina sbruffona, maniaca del controllo e testarda, ma anche leale, divertente, pronta al sacrificio, e con uno spiccato senso del dovere . Lontana dalle rigidità classista degli anni '70 e dai traumi obbligatori dei '90, una eroina che non è un feticcio maschile né forzata nel suo essere a tutti i costi un messaggio politico ambulante. Un personaggio che, come abbiamo visto, ha le sue ombre e i suoi momenti di gloria e che col tempo appassiona nuove generazioni di lettori. Nel frattempo Kamala Khan diventa Ms. Marvel e lo fa alla grande.
La sua Captain Marvel non fa ciò che fa solo perché vuole salvare il mondo. Il suo è un interessante e realistico mix di ambizione, ego, desiderio di conoscenza e altruismo. Lo fa perché vuole aiutare gli altri, ma cavolo se gli piace.
Abbiamo conosciuto Captain Marvel e Carol Danvers negli anni ’60 in un percorso parallelo fatto di morte, oggettificazione, storie strampalate, femminismo, scelte imbarazzanti, alcolismo che ci ha portato fino ad oggi. Siamo passati dall’oggetto di scena al personaggio simbolo di una nuova generazione di eroi, per andare più in alto, più lontano, più veloce, sperando che i percorsi di Carol Danvers e Captain Marvel non si separino mai più.