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Quattro graphic novel sui migranti, dopo il Salone del Libro di Torino

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Un focus sulle graphic novel che raccontano la migrazione, con qualche scoperta, alcune conferme e un concetto di base: umanizzare un fenomeno complesso

Il Salone del Libro di Torino si è concluso da qualche giorno, registrando oltre centoquarantamila biglietti staccati e confermandosi quindi una delle fiere italiane più seguite e apprezzate.

Tantissimi gli ospiti, come di consuetudini in queste kermesse, che hanno presentato i loro libri, diretto workshop e intervenuti a vario titolo, tutti sotto l’ombrello del tema “Un giorno tutto questo…”. L’argomento è stato sviscerato da ogni possibile punto di vista, dalla paura per il futuro alle riflessioni su cosa lasceremo alle future generazioni, senza dimenticare l’incertezza figlia della contemporaneità.

L’attualità, come accade in queste occasioni, non è mancata e quindi la tragedia dei migranti che affrontano il deserto, il mare e la mancanza di scrupoli dei trafficanti, è stata protagonista di svariati momenti: un intero focus dedicato al giornalista recentemente scomparso Alessandro Leogrande, reporter narrativo che ha affrontato nelle sue opere gli argomenti più complessi e disparati dei nostri tempi, dalle nuove mafie alle rotte dei migranti e una serie di piccoli appuntamenti e laboratori che hanno avuto lo scopo di unire letteratura ed attualità

Dal mio punto di vista, mi preme segnalarvi quattro graphic novel, accomunate proprio dall’argomento della migrazione: quattro case editrici diverse, quattro approcci differenti e quattro gruppi distinti di autori.

Non stancarti di andare – Bao Publishing, Teresa Radice e Stefano Turconi
I due autori, rispettivamente sceneggiatrice e disegnatore, sono noti ai più per i fumetti dedicati ai bambini, come la serie di Viola Giramondo, Orlando Curioso e Tosca dei Boschi. Negli ultimi anni, insieme alla casa editrice Bao Publishing, hanno intrapreso un percorso autoriale di grande successo, caratterizzato dalle loro incursioni nel passato e nel mondo fantastico: Il porto proibito, uscito nel 2015, ha vinto il premio Gran Guinigi come Miglior Graphic Novel e Fumetto dell'anno , oltre ad essere arrivato in nomination al Premio Micheluzzi 2016 per le categorie Miglior Sceneggiatore e Miglior Fumetto.
Non stancarti di andare è un libro che esula dalla loro produzione classica, pur rimanendo fedele allo stile che ha caratterizzato la loro opera: è un graphic novel strettamente legato all’attualità – infatti è ambientato nei primi mesi della guerra in Siria – e pur raccontando una bellissima storia d’amore, è anche un’opera che grida a gran voce le ingiustizie a cui sono sottoposte le persone costrette a lasciare la loro casa a causa dell’orrore della guerra e denuncia i pericoli a cui si sottopongono ogni giorno le migliaia di persone che occupano i titoli dei giornali sotto la voce profughi.
Da leggere perché permette di andare oltre le classificazioni a cui siamo abituati dalla cronaca, dando un volto, un nome e una storia a un dramma e a una condizione – quella dei migranti – che caratterizza la nostra quotidianità in maniera sempre più forte.

Stagioni, quattro storie e mezza per Emergency – Tunuè, Simona Binni, Antonio Bruscoli, Paolo “Ottokin“ Campana, Francesca Carità, Gud, Roberto Maccaroni, Patrizia Pasqui, Stefano “S3KENO“ Piccoli, Marco Rocchi e Mario Spallino
Un libro nato dall’incontro tra le storie che ogni giorno l’associazione Emergency racconta e un gruppo di fumettisti appassionati del tema, che sentivano l’esigenza di far arrivare proprio quelle storie a un pubblico più ampio possibile.
Il graphic novel è composto da 5 storie – una per ogni stagione – più la mezza stagione, che evidentemente da qualche parte ancora esiste. Le stagioni, le storie da 24 tavole quindi, sono ambientate in Sierra Leone, in Afghanistan e in Italia. La mezza stagione, invece, è una storia più breve, di sole 16 tavole, che chiude l’annosa questione sulla definizione corretta di migrante economico, clandestino e profugo.
Da leggere perché vi fornirà una visione più completa di cosa significhi operare in contesti di guerra e di emergenza sanitaria e perché l’associazione ha stretto un accordo con la casa editrice Tunuè per cui parte del ricavato della vendita del volume vanno a sostenere di progetti di Emergency in Italia e all’estero.

Mediterraneo – Round Robin, Sergio Nazzaro e Luca Ferrara
Ho scoperto questa graphic novel per caso, grazie al suggerimento di alcuni amici. È un caso particolare perché non contiene alcun dialogo e punta a raccontare la sua storia solo attraverso le immagini.
I due autori hanno chiaramente voluto dare al volume un tono universale, già dal titolo: il vero protagonista di questo fumetto non sono gli uomini ma quel lembo di mare che provano ad attraversare. Per rendere ulteriormente straniante il risultato finale, il mare nostrum scompare tra le pagine del volume, lasciando al suo posto un enorme burrone, pieno di relitti, meccanici e umani.
Mediterraneo va letto più di una volta, per poter cogliere gli aspetti metaforici più nascosti e godere appieno delle illustrazioni di Luca Ferrara, che fa un uso continuo e potente della doppia splash page.
Anche questo, come altri graphic novel di questo articolo, è nato in collaborazione con una associazione umanitaria: in questo caso parliamo della Croce Rossa, che ha contribuito alla realizzazione e alla diffusione dell’opera.
Da leggere perché parte da una singola storia e riesce alla fine a racchiuderle tutte.

Salvezza – Feltrinelli Comics, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso
La casa editrice Feltrinelli ha lanciato da pochi mesi una propria linea di fumetti, Feltrinelli Comics appunto, che si è subito affermata nel settore grazie a nomi del calibro di Recchioni, Pennac e Cacucci.
Non paga di lavorare solo sui nomi, Feltrinelli ha deciso di puntare anche sui temi importanti: da questo embrione è nato il primo reportage a fumetti sulle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo. L’operazione nasce alcuni mesi orsono, quando Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso – rispettivamente sceneggiatore e disegnatore della graphic novel in questione – si sono imbarcati sulla nave soccorso Aquarius, ossia l’imbarcazione usata dagli operatori di SOS Méditerranée e Medici senza frontiere per soccorrere i migranti al largo della Libia. I due autori sono stati a bordo per tre settimane, raggiungendo il cuore del Mediterraneo, toccando con mano e vivendo senza alcuna intermediazione le operazioni di salvataggio e le difficoltà a cui si sottopongono gli uomini, le donne e i bambini pur di raggiungere la salvezza.
Da leggere perché racconta le modalità di lavoro delle due associazioni umanitarie e lo fa attraverso gli occhi di due autori e delle loro sensibilità, arrivando anche in questo caso a raccontare le storie di chi arriva, di chi ce la fa e di chi, purtroppo, rimane indietro.

Questi quattro volumi, tutti splendidamente disegnati e caratterizzati dallo stile degli autori e dai formati delle case editrici, hanno in comune anche un’altra cosa, oltre al tema: la necessità di umanizzare un concetto.
La migrazione, gli immigrati, i barconi stracolmi, la disperazione, la guerra, la fuga, l’accoglienza non sono solo astrazioni di un fenomeno inevitabile e doloroso ma sono composti da persone, uomini, donne e bambini che sono stati costretti ad abbandonare il loro mondo.
È nostro dovere, secondo me, ricordarcelo ogni giorno e confesso di essere molto soddisfatto che anche il mondo del fumetto stia riuscendo a farlo in maniera così forte e decisa, usando il medium nel migliore dei modi e diversificando così tanto l’offerta, pur mantenendo l’omogeneità del messaggio di denuncia.

 

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