STAI LEGGENDO : L’insolita, accogliente e schizzata umanità di Chainsaw Man

L’insolita, accogliente e schizzata umanità di Chainsaw Man

Condividi su:

Il fenomeno manga del momento Chainsaw Man è una serie dark fantasy schizzata e violentissima, ma che nasconde un cuore puro e insolito.

Una regola d’oro che mi impongo quando scrivo è mai dare giudizi assoluti o usare termini fuorvianti come “capolavoro”, ma su Chainsaw Man ho serie difficoltà a mantenere il rigore zen che un recensore dovrebbe mantenere. L’opera dark fantasy del mangaka Tatsuki Fujimoto non solo è stata il primo shonen che leggevo dagli anni del liceo, ma anche la fiamma che ha riacceso il mio interesse per tutto il medium fumettistico in toto. Perché oltre ad essere una grezzissima e violentissima storia di un uomo con le motoseghe nelle mani [semicit.] che falcia demoni, la storia si rivela un dramma umano raccontato in una maniera inedita per il target a cui si riferisce, e di cui il grande pubblico si sta finalmente accorgendo.

Attenzione: ho letto tutto Chainsaw Man tramite scan inglesi legali dall’app ufficiale Manga Jump, ma mi limiterò a fare spoiler solo degli eventi dei primi cinque volumi attualmente pubblicati in Italia.

Con oltre undici milioni di copie vendute globalmente e un primo trailer dell’adattamento animato divenuto virale -oltre tre milioni di visualizzazioni in meno di 24 ore- Chainsaw Man è probabilmente la proprietà intellettuale di Shonen Jump col potenziale di successo più esplosivo, anche di più del nuovo re dei manga Demon Slayer e il recente contendente al trono Jujutsu Kaisen. assurdo pensare che la sua serializzazione sia iniziata meno di tre anni fa.

Chainsaw Man

La storia di Chainsaw Man è malata, disgustosa e piena di squartamenti, ma c’è un bagliore inedito di umanità al suo interno che nessuno delle nuove proposte shonen ha con sé. Oggi non vi parlerò dei combattimenti ipercinetici e splatter, ma dei momenti più calmi, quelli considerabili degli inframezzi e facilmente sorpassabili, ma che rappresentano il reale cuore della serie.

L’autore Tatsuki Fujimoto, classe ’92, è quello che io definirei scientificamente come un pazzo furioso, perché è impossibile che un editor dotato di raziocinio gli abbia approvato un’opera così fuori dagli schemi. Già noto per la sua precedente follia iconoclasta Fire Punch, Fujimoto in Chainsaw Man compie una completa decostruzione sistematica del genere fino ai minimi particolari, a partire dal suo protagonista.

Denji riprende il topos della narrativa giapponese del ragazzino orfano degli shonen, ma macchiandolo irrimediabilmente di sangue. Invece di essere un campione di virtù e bontà, Denji è al contrario arrogante ed egoista, dedito solo a sopravvivere per pagare l’esorbitante debito con la yakuza ereditato dal padre suicida. Vive in una baracca di rottami in compagnia del cane-demone Pochita, e tutto ciò che vuole è avere una colazione abbondante al mattino e avere le prime esperienze sessuali come gli adolescenti della sua età. A differenza di altri eroi shonen che vogliono diventare un Hokage o il Re dei Pirati, questo biondo teppista è ossessionato dall’idea di palpare dei seni femminili, come un qualsiasi adolescente normale.

Chainsaw Man

In un normale manga questo obbiettivo bislacco sarebbe una gag ricorrente, ma Fujimoto soddisfa il desiderio del protagonista abbastanza presto, solo per esplorare l’inaspettata reazione successiva: Denji sprofonda in una crisi esistenziale, perché si è reso conto che non era abbastanza. Da questo momento cardine della storia nasce il percorso evolutivo del personaggio attraverso la sua crescita emotiva e sessuale.

Da essere un sub-umano weirdo, Denji pian piano impara ad essere una persona normale.

L’operazione di Fujimoto non è un continuo sovvertimento fine a sé stesso dei punti forti del genere con un mero intento parodistico, ma invece vuole ritrovare il cuore e l’anima di questi dopo decenni di continui rimestamenti e orpelli. Chainsaw Man è la storia non solo di Denji, ma dei cacciatori di demoni della pubblica sicurezza in cui entra a far parte dopo essersi fuso con Pochita. Esattamente come nella cultura aziendale giapponese, Denji e i suoi compagni vengono unicamente visti come meri numeri, spersonalizzati da una struttura che insegna loro ad essere delle macchine di morte per perseguire gli interessi della nazione.

Se da fuori sono visti unicamente come mostri senza sentimenti (chi di aspetto e chi nominalmente come il maestro Kishibe) sono proprio questi fugaci legami fra i cacciatori la forza umanitaria che sorregge e rende unico il mondo narrativo di Chainsaw Man. A differenza di tante storie in cui vediamo personaggi che parlano per altisonanti monologhi e prolissi dialoghi, Fujimoto fa suo il concetto di show don’t tell e fa spesso stare muti come pesci i suoi personaggi. Sono i giochi di sguardi, le mani che si intrecciano, i momenti spesi insieme a un tavolo a bere o anche a bisticciare per chi non tira lo scarico del water a renderli molto più credibili ai nostri occhi.

Chainsaw Man

Uno dei miei momenti preferiti (e di cui posso parlarvi) che mostra pienamente questo metodo è nel capitolo 39: alla fine di un lungo arco narrativo di combattimenti, Denji viene invitato a un appuntamento al cinema dal suo capo e interesse amoroso Makima. Qui passano tutta la giornata a vedere diversi film in sala per poi discuterne al ristorante vicino. Il perverso protagonista inizialmente pensa solo alla gioia di passare del tempo con la sua cotta e non gli interessa guardare le pellicole, commentando quanto queste siano sciatte e poco interessanti.

Nello spettacolo serale i due si trovano a guardare un film drammatico su due amici d’infanzia costretti a separarsi per sempre, evento che commuove Denji tanto da fargli versare lacrime per la prima volta nella sua vita. Inizialmente vuole reprimerle per mantenere l’aspetto macho davanti alla ragazza, ma si sorprende nel vedere il suo algido boss scoppiare ugualmente in lacrime di fronte alla scena, la sua prima manifestazione di sentimenti nella storia.

Ma non sono solo momenti sporadici o isolati in determinati capitoli. Interi rapporti fra personaggi, per quanto piccoli o secondari, raccontano un’umanità inedita rarissima in questo tipo di storie. L’esempio migliore resta lo strano e turbolento rapporto fra Denji e Aki, il controllore a cui viene affidato. Da un iniziale disprezzo e rivalità reciproci come nella classica dinamica Naruto-Sasuke in cui arrivano a tirarsi ginocchiate nei gioielli di famiglia (non scherzo, giuro), i due arrivano a comprendersi reciprocamente in mezzo a combattimenti e lutti comuni di persone care. Il momento che li sancisce come amici è quando decidono di prendere a pedate negli zebedei il Diavolo Katana, facendo pure a gara a chi lo fa urlare di più!

Se non credete che una roba così rozza e sgraziata come Chainsaw Man non abbia la forza di sconvolgere il settore tramite il fortunato mix  di citazioni e la scrittura iconoclasta, vi consiglio di dare un’occhiata alla vastissima e variegatissima collezione di Fan Art presenti già sul web. Da interi capitoli animati dai fan a veri e propri quadri realizzati sui momenti più iconici della storia, senza contare la spaventosa quantità di materiale NSFW, a mio parere il vero indicatore della popolarità di un prodotto.

Su Danbooru, la principale image board a tema anime e manga, il tag di Chainsaw Man ha già lo stesso quantitativo di opere di Jujutsu Kaisen (2.5 mila) e poco meno della metà del fenomeno di massa Demon Slayer (5.2 mila). Considerando quanto sia considerata una serie per palati non propriamente normali, con questi numeri folli Chainsaw Man ha tutte le carte in regola per diventare un successo senza precedenti nel settore.

In chiusura riporto un simpatico (e inquietante, col sennò di poi) evento di qualche settimana fa: un mio amico insegnante delle medie mi ha detto di aver beccato quattro sue alunne dodicenni a leggere sottobanco un volume condiviso di un manga durante la ricreazione. Vi lascio indovinare quale.

related posts

Come to the dark side, we have cookies. Li usiamo per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi