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Rocket Girl Volume 1 — R3censione

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Avete fatto caso che gran parte dei progetti che saccheggiano gli anni ‘80/’90 hanno parole come Turbo, Mega, Rocket o Ultra nel titolo? Beh è colpa del fatto che all’epoca tutto era o turbo, o mega o rocket o ultra, quindi alla fine ci sta. Dunque ecco a voi Rocket Girl! C’è un vecchio detto ... Rocket Girl Volume 1 — R3censione

Avete fatto caso che gran parte dei progetti che saccheggiano gli anni ‘80/’90 hanno parole come Turbo, Mega, Rocket o Ultra nel titolo? Beh è colpa del fatto che all’epoca tutto era o turbo, o mega o rocket o ultra, quindi alla fine ci sta. Dunque ecco a voi Rocket Girl!

C’è un vecchio detto che dice “non fidarti mai di nessuno sopra i 30 anni” e Dayoung Johansson, poliziotta teenager del futuro rimandata nel 1986, ovviamente non lo fa. La sua missione è investigare la Quintim Mechanics, multinazionale cattiva che avrebbe alterato il passato per beneficiarne nel futuro. Rocket Girl (Il primo volume è uscito un po’ di tempo fa per Bao Edizioni) dunque è il classico caso di paradossi temporali con storie che si intrecciano e si modificano tra i vari piani temporali in cui, a essere onesti, la parte migliore sono i disegni di Amy Reeder e la caratterizzazione della protagonista.

All’inizio tutto sembra molto fico e sensato: nel futuro i poliziotti sono quasi tutti ragazzini grazie alla loro morale molto meno sfumata degli adulti, che gli permette di incasellare meglio buoni e cattivi (questo l’abbiamo dovuto capire da alcune interviste degli autori, perché non viene spiegato nel volume e questo già ci fa capire che c’è qualche problema). Dayoung arriva dunque negli anni ’80 e comincia a fare un gran casino ma, incredibilmente si dimentica ben presto della sua missione per diventare una sorta di supereroina di Times Square. Avete presente quando nei giochi free roaming il mondo sta per finire ma noi perdiamo tempo a fare le quest secondarie? Qualcosa del genere.

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Nonostante questa decisione la storia continua a farsi leggere abbastanza, vuoi per capire quali altri casini combinerà Dayoung o per scoprire chi sta cercando di fermarla e perché, però alla fine la questione tende a ingarbugliarsi un po’ troppo con continui salti avanti e indietro tra passato e futuro che annacquano la trama senza portarla avanti più di tanto. Si arriva dunque alla fine del volume molto confusi e abbagliati dalla bellezza di alcune pagine, ma non totalmente certi che il risultato ci sia piaciuto

La speranza è che l’autore Brandon Montclare rimetta in sesto la situazione con i prossimi numeri perché di sicuro c’è dell’ottimo potenziale in ballo. Potenziale espresso alla grande dal tratto della Reeder che è riuscita a dare a tutti i personaggi il giusto spessore, regalando alcune pagine veramente molto, molto belle da vedere. Il suo design di Rocket Girl è perfetto, con un costume semplice ed essenziale che potrebbe quasi avere senso per un poliziotto a razzo del futuro.

Dunque, nonostante le ottime premesse e la squisita fattura del volume Bao, Rocket Girl ci ha lasciati in parte freddini, ma siamo comunque curiosissimi di leggere il secondo capitolo che speriamo esca almeno entro Natale.

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