F1 2021 corre veloce per la sua strada
In questa nuova versione del gioco, Codemasters rinsalda il suo rapporto con la F1 perfezionando la sintesi tra simulazione e arcade.
La distanza che separa l’ordine dal caos sono cinque luci rosse.
Le luci sono disposte ad una altezza notevole, considerando che devono vederle tutti, tra i fumi della partenza, dell’asfalto arroventato sotto al sole con l’aria palpitante che aspetta di accogliere la gara.
L’ordine dal caos.
Ora, le monoposto sono disposte ordinatamente sulla griglia, i motori all’apice delle possibilità, nonostante una larga fetta della gara si sia già svolta, la partenza dell’ultimo giorno è il passaggio del Rubicone, le velocità sono impiattate, chi meglio chi peggio, e poi c’è quella percentuale di imprevedibilità pronta a stravolgere il risultato.
Dal momento in cui le luci rosse si spegneranno, 22 bolidi rilasceranno la loro potenza in una frazione di secondo, la coppia porterà i cavalli al massimo affinché le vetture riescano ad emergere dalla bolgia di lamiere e rumore in cui si tramuta la griglia di partenza. Ma non è una questione puramente meccanica, non è il semplice prodotto dell’ingegno umano che matematicamente porta al risultato ottimale.
C’è quella percentuale di follia che spinge uomini capaci di intendere e di volere a fiondarsi tutti contemporaneamente nella finestra di opportunità di un sorpasso, lo stacco prima della curva, quello spazio relativamente minuscolo che separa il successo dallo schianto.
La meccanica ha la sua serenità che i piloti non conoscono. Le vetture che rappresentano l’apice dell’industria automobilistica non sono fatte per restare ferme a lungo, hanno un profilo sfuggente che fende lo sguardo prima ancora che l’aria.
Hanno un solo scopo: vincere.
Il resto sono orpelli.
Non è raro che il leader del campionato sia leader del mercato, non un caso quindi che gli ultimi anni dominati dalla Mercedes di Toto Wolfe siano un simbolo del predominio dell’industria tedesca nel settore automobilistico.
Ahinoi.
D’altro canto, anche la Ferrari è una grande metafora dell’industria italiana: un marchio storico che arranca tra le difficoltà del contemporaneo, inadeguata a rientrare negli schemi e nei parametri imposti dallo spirito del tempo, soccombe ai contendenti migliori, nonostante la crescita del Ragazzo d’Oro Charles Leclerc che invece, come tutta la sua generazione di giovani piloti rampanti, è un grande interprete del contemporaneo, come abbiamo avuto modo di seguire durante lo stop del 2020 con le sue imprese sui circuiti virtuali.
La questione resta sempre duale, nel rapporto tra uomo e macchina e nel caso specifico tra pilota e vettura.
I giapponesi in Mazda lo chiamano Jimba ittai ed è il rapporto quasi simbiotico che si sviluppa tra pilota e vettura, un concetto che sembra uscito direttamente dalle opere di Tomino.
Dal momento che una vettura senza pilota è sono un motore fermo su ruote e un pilota senza vettura è solo un uomo, non c’è da stupirsi che questo F1 2021 riparta proprio dalla componente umana della F1 per innovare la sua formula ampiamente consolidata.
Del resto, la parte umana è diventata una componente indispensabile della narrativa automobilistica se pensiamo al successo che hanno gli show sulle auto che sfuggono a quelle che sono le razionali leggi del mercato come Grand Tour o tutta la dimensione umana che ci viene raccontato dalla docuserie Drive to Survive di Netflix.
Alla fine in questi freddi prodotti d'ingegneria andiamo a cercare quella scintilla che li avvicina a noi.
Per questo F1 2021 riparte da Breaking Point, la nuova modalità single player narrativa incentrata sulle vicende umane di un team che non lotta per la cima della classifica.
C’è una certa dissonanza ludonarrativa che condiziona le corse per la quale conta solo raggiugere gli obiettivi dei capitoli e arrivare primo è virtualmente impossibile per il comportamento scriptato che fa spingere le vetture di testa più di noi, nonostante giri fucsia fulminanti.
Ma per amore di Codemasters ci si dà un pizzico sulla pancia volentieri.
Il secondo “problema” (che poi problema davvero non è) è l’assoluto anonimato del protagonista, un Rookie che sale dalla F2 e che viene accolto in una scuderia da un burbero veterano che si sente arrivato alla fine dei giochi.
Purtroppo non stiamo parlando di Driven e nemmeno di Giorni di Tuono ma si fa giocare abbastanza bene fino a che, al punto di svolta della storia c’è il passaggio di punto di vista che rende il racconto emotivamente più efficace.
Ovviamente Breaking Point è solo una porta d’accesso all’infrastruttura del gioco, una specie di “tutorial allargato” per familiarizzare con le meccaniche del gioco e al modello di guida.
Sotto questo punto di vista, il prodotto Codemasters anche sotto la nuova egida di Electronic Arts non delude le aspettative.
Il gioco si pone come la più personalizzabile delle esperienze di guida, alla quale è possibile approcciare sia da veterano dei giochi di corse sia da completo novizio.
Forse i piloti più sgamati preferiranno sempre l'approccio duro e crudo di un Assetto Corsa rispetto a questo sapientemente imbastito dai tipi di Codemasters ma se cercato un punto di sintesi perfetto tra simulazione e divertissement in questo F1 2021 troverete la giusta unione.
Tutto sta nel sapere quali valori andare a modificare nelle impostazioni di gioco per cucirsi addosso l'esperienza di guida perfetta.
Per darvi un metro di paragone, siamo lontani delle punitive curve della serie Dirt: Relly ma decisamente più in controllo dell'esperienza totalmente arcade di Dirt.
È affascinante come ogni variazione nei parametri dell'assetto dell'auto sia immediatamente riconoscibile pad alla mano, da come la vettura esce da una curva, dalla velocità di punta di un rettilineo. É sorprendente come il team riesca a rendere riconoscibile il comportamento delle diverse vetture e come all'interno dello stesso gioco ci sia un modello di guida così diverso come quello della Formula 2 che fa da vera e propria scuola guida nelle nostre prime fasi della modalità carriera.
Si può intervenire attraverso un parametro per controllare l'intelligenza artificiale dei piloti, si può scegliere quanto restrittive siano le regole e quali aiuti alla guida "accendere" anche a campionato in corso.
Lo stesso campionato è una materia malleabile e personalizzabile per le nostre esigenze.
Io che sono un fanatico completista ho ad esempio selezionato il formato completo con tutte le prove libere, le qualificazioni per intero e la gara in due round, ma si può scegliere un approccio anche più "rapido" per spingere la propria vettura immediatamente nel cuore dell'azione.
I ragazzi di Codemasters fanno brillare il loro titolo di una cura maniacale per la ricostruzione delle vetture e dei tracciati nonostante il motore grafico che spinge il gioco sia relativamente datato.
Non si vedono cose brutte a schermo, nonostante ad oggi siamo ancora in attesa della patch ad aggiornare i circuiti per ricalcare quelli che saranno effettivamente presenti nel campionato 2021.
Un'altra piccola pecca che mi tocca segnalare è che per motivi tecnici dalla versione PS5 è stato disabilitato l'audio 3D ma verra aggiunto con una patch di prossima pubblicazione, detto ciò non la ritengo una mancanza gravissima.
Nonostante l'Italia stia vivendo un periodo di disamoramento per la F1 a causa delle deludenti prestazioni della scuderia di Maranello e le tante polemiche intorno alla gestione Binotto del Team, e il mondo va incontro alla progressiva dismissione dei motori endotermici cambiando per sempre il mondo dell'automobile, l'immersività di un titolo come F1 riposta in questo sport una gioia futurista che la narrazione contemporanea pare aver dimenticato.
Poche cose sono emozionanti come vedere il tuo tempo su giro accendersi di luce fucsia, la strizza unica che ti dà sentire arrivare un pilota alle tue spalle mentre la spia del guasto motore lampeggia minacciosa e mancano ancora 2 giri al termine, e la sua veettura spuntare dallo specchietto retrovisore come la pinna dello squalo.
Girare sui tracciati, affrontare le condizioni meteo avverse, uscire indenne da una partenza dove in quella situazione lì proprio non volevi trovarti, lo stesso banale imparare ad uscire da una curva nel modo più efficace possibile per non consumare gli pneumatici o perdere secondi preziosi, insomma la varietà di situazioni che ti mette davanti F1 2021 va a costituire un mosaico di esperienze che gli amanti dell'automobilismo non possono che accogliere con estrema gioia.
E nel momento in cui la propria formazione di pilota è completa si può scegliere di affrontare il campionato dal punto di vista più "gestionale" come Scuderia.
Nonostante il mio amore per il motorsport e la mia passione per le auto veloci, non mi capitava da parecchio di mettere le mani su un titolo di F1, dedicandomi in questi anni per lo più all'affascinante mondo del Relly magistralmente raccontato (seppur forse in maniera un po' troppo fredda) dalla splendida serie a vocazione simulativa Dirt Relly, ma sono tornato sulla F1 perché quest'anno rappresenta per certi versi la fine di un'epoca.
A causa della pandemia, il cambio delle regole aerodinamiche delle auto previsto ha subito uno slittamento.
Il 2021 doveva sancire l'addio alla tanto amata/odiata configurazione aerodinamica attuale in favore di una carrozzeria dal profilo più "pulito", che sporcasse meno la scia e permettesse sorpassi più facili per dare nuova linfa allo spettacolo delle gare.
In quest'ottica, F1 2021 rappresenta anche un documento dal valore storico che racchiude un po' quelli che sono stati gli ultimi anni della F1 testimoniando regole e sensazioni di guida rappresentata nella sua forma migliore da uno dei (forse) tre migliori team al mondo per quanto riguarda la produzione dei giochi di guida.
Con il 2022 e il cambio delle regole come le scuderie dovranno riprogettare da zero le loro auto così il team di sviluppatori dovrà apportare modifiche al modello di guida del gioco e ciò vuol dire che la versione 2021 di F1 rappresenta un po' l'apice del percorso intrapreso dallo studio di sviluppo negli anni precedenti.