VirtuaVerse: un'intervista sull'avventura cyberpunk punta e clicca
Il pollo di gomma (con carrucola nel mezzo) in salsa cyberpunk
In VirtuaVerse Nathan ha il volto coperto da un cappuccio. Indossa abiti neri e per vivere contrabbanda hardware moddato e software crackato. Si è appena svegliato, la sua AR custom è distrutta e Jay, la sua ragazza, è scomparsa lasciando un messaggio sullo specchio del bagno.
Scollegato e determinato a scoprire cosa è successo a Jay, Nathan si troverà ad affrontare un lungo viaggio dai risvolti inaspettati.
Questo è l’incipit di VirtuaVerse, sviluppato da Theta Division Games, una avventura punta e clicca ambientata in un affascinante universo cyberpunk.
[Nathan, il protagonista]
VirtuaVerse non inventa nulla, attinge a piene mani e senza vergogna dai capolavori “point-and-click” del passato e lo fa con grande stile. Ad alzare il valore del titolo c'è la direzione artistica di un ispirato Valenberg, pixel-artist di fama internazionale, le melodie synth-metal dei Master Boot Record e un comparto tecnico davvero solido.
Il titolo della Theta Division Games si prende anche la responsabilità di trattare temi complessi come l’uso invasivo delle tecnologie, il rapporto uomo/macchina, la privacy e lo fa con quell’ironia classica delle avventure grafiche.
[Sono un temibile pirata informatico]
E gli enigmi? Rimboccatevi le maniche e armatevi di pazienza perché dopo un inizio piuttosto semplice la difficoltà aumenta in maniera esponenziale e non sarà raro trovarsi bloccati senza apparente via di uscita. Serve pazienza e soprattutto serve una assoluta attenzione ai dettagli e ai dialoghi per capire come risolvere i puzzle.
Ma gli enigmi sono così difficili?
Abbiamo fatto due parole al riguardo direttamente con Elder0010 di Theta Division Games.
Elder0010: Ciao amici N3rd!
N3rdcore: come è stata calibrata la difficoltà del gioco? Il passo tra “enigma difficile” e “enigma frustrante” spesso è breve.
Elder0010: Sono completamente d'accordo! Posso dirti che durante lo sviluppo del game abbiamo dibattuto a lungo riguardo l'aspetto difficoltà. Per noi i punta e clicca sono quelli della prima generazione, con i loro pregi e difetti. A noi piace Fate of Atlantis, Zak Mc Kracken, Monkey Island (vado in ordine sparso). E come loro, VirtuaVerse doveva essere "difficile". Personalmente non lo ritengo tale, basta leggere attentamente i dialoghi e le descrizioni degli oggetti per proseguire. Si tratta del nostro primo gioco, ma la maggior parte delle persone ci sta dicendo che i puzzle non sono punitivi, e che si sentono "ricompensati" dopo averli risolti! Quindi direi: missione compiuta!
N3rdcore: nelle avventure grafiche moderne sembra esserci il trend di semplificare le interazioni con l'ambiente per dare spazio alla storia. Voi vi siete mossi nella direzione opposta, in pieno stile old-school, ma senza sacrificare la narrazione. Possiamo dire che l'interazione con l'ambiente in VirtuaVerse è parte della storia stessa e non solo un espediente per risolvere un enigma?
Elder0010: Sono in totale disaccordo con il trend allora! Io credo che VirtuaVerse porti un messaggio molto potente, anche se il tono rimane leggero e ironico per quasi tutta la durata del gioco. Siamo partiti dall'idea di base della storia, per poi pensare le location e su quelle costruire i puzzle. L'intero processo è stato iterativo. Storia - location - puzzle, ripetere a loop. Sono quindi d'accordo con quello che dici!
N3rdcore: Nathan per vivere vende hardware modulato e software crackato. Quanto c'è di tuo in Nathan?
Elder0010: Nathan rappresenta le nostre tre personalità. Gli "ingredienti" che vengono da me sono tutti quelli relativi alla parte retrotech e la critica all'uso cieco e sconsiderato delle tecnologie di streaming che erogano contenuti scelti da una macchina per te. Ogni volta che leggi un commento relativo a un monitor CRT, è colpa mia. Di mio c'è anche il tributo alla demoscene, di cui faccio parte. Sono molto contento di come siamo riusciti a veicolare il discorso demoscene nella storia, e del ruolo dei "vecchi computer" come portatori del messaggio che rappresenta lo scopo del gioco!
[Scusa?]
Ma il pregio maggiore di VirtuaVerse è che gli enigmi sono tutti chiari e definiti e ogni volta che ne risolviamo uno si aggiunge un tassello alla storia e al percorso di consapevolezza di Nathan. Non vi troverete mai chiedervi “e adesso che devo fare? Dove devo andare?”. A rendere ancora più intrigante il tutto c’è la AR che il protagonista, uno dei pochi ancora scollegati dalla realtà permanente, può accendere e spegnere quando vuole. Alcuni enigmi andranno risolti infatti tenendo conto di questa possibilità.
Se siete degli amanti del genere VirtuaVerse non può mancare dalla vostra collezione. Si tratta di un titolo davvero imprescindibile perché ha tutto quello che una avventura grafica punta e clicca dovrebbe avere: la storia, i dialoghi divertenti, protagonisti di spessore e un livello di sfida molto alto (ma quasi mai frustrante). Un perfetto mix tra old-school (tematica molto presente anche nel gioco) e un futuro dispotico cyberpunk dai tratti marcati e davvero ispirati.
VirtuaVerse riesce a raccontarci in punta di piedi cosa significa essere umani e Nathan è il protagonista perfetto per questa storia. Se avete amato i grandi classici LucasArts e Sierra e se sapete cosa fare di un pollo di gomma con carrucola in mezzo non perdetevi questa piccola perla.