"The Bear", uno chef allo sbando su Disney+
Uno chef incastrato nel ristorante di famiglia, un lutto e tutto il peso della cucina sulle spalle. Dal 5 ottobre su Disney+ arriva "The Bear"
Dopo un bagno di consensi ed entuasiamo internazionale, arriva anche in Italia The Bear, serie dramedy creata da Christopher Storer. Lo show sarà disponibile su Disney+ nella sezione Star dal 5 ottobre 2022 e si porta dietro delle aspettative notevoli, visti i commenti arrivati da oltreoceano, dove si parla già di titolo da classifica di fine anno. Le premesse di The Bear sono effettivamente piuttosto interessanti, a partire dalla trama.
Trama e cast
Uno chef di alto livello, Carmy Berzatto, torna a Chicago in seguito alla morte del fratello, che si è lasciato alla spalle il ristorante di famiglia, specializzato in "italian beef sandwich". Il primo spoiler riguarda il panino, che di italiano mi pare abbia poco, ma andiamo avanti.
Il passaggio dall'alta cucina alla panineria coglie Carmy impreparato, mentre le faccende in sospeso con la famiglia non rendono il lavoro minimamente più semplice.
Nel ruolo del protagonista troviamo un volto assai familiare, quello di Jeremy Allen White, ovvero il Lip Gallagher di Shameless, insieme a Ebon Moss-Bachrach, Ayo Edebiri, Abby Elliott, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas, Edwin Lee Gibson e Matty Matheson.
E ora la chicca, con tre guest star succulente: Jon Bernthal, Joel McHale e Molly Ringwald.
Perchè guardare The Bear
- Commedia e dramma insieme, aka dramedy, una delle combinazioni più vincenti della serialità recente, capace di affrontare temi profondi, spinosi o dolorosi con humor, ritmo e leggerezza quanto basta. Gran parte dello show si svolgerà in una cucina, luogo perfetto per sperimentare con la commistione di genere, lasciando spazio sia al lato più comedy della storia, sia a quello più dark.
- The Bear è composta di 8 episodi da 30 minuti, come ormai se ne vedono poche. Per un certo periodo si è pensato che la lunghezza delle puntate ne accrescesse il valore, ma c'è chi va in controtendenza. Mentre l'ultima stagione di Stranger Things ha sdoganato episodi lunghi quanto intere epopee, prodotti come The Bear (o come Dollface, Only Murders in the Building o She-Hulk) dimostrano come sia ancora possibile asciugare la narrazione e concentare il proprio materiale in un formato più agile.
- Nella colonna sonora c'è "Chicago" di Sufjan Stevens, e per me potrebbe essere abbastanza. La colonna sonora della serie contiene però diverse altre tracce notevoli, provenienti dal repertorio di Radiohead, Refused, LCD Soundsystem, Beach Boys e R.E.M.