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Star Wars ci ha già detto tutto?

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L’interrogativo sorge pero spontaneo. Possiamo ancora considerare Star Wars questi prodotti? O meglio, cosa consideriamo noi come Star Wars e ad oggi, dopo tre trilogie e due spin off, questo universo ci ha già detto tutto?

Attenzione contiene spoiler su… Qualsiasi cosa centri con Star Wars

Sono passati ormai quasi due anni dalla cocente delusione di episodio IX. Troppa confusione c’è stata dietro la costruzione della terza trilogia, che però ci ha lasciato comunque dei film, il 7 e l’8, per me di indubbio valore stilistico, e un ultimo film che prima o poi impareremo ad amare, come fatto per la trilogia prequel.

Nel frattempo il franchise di Star Wars si è rialzato, rilanciato dalla Disney sulla loro piattaforma con nuovi progetti seriali, la maggior parte ancora da scoprire.
Per ora abbiamo visto solo The Mandalorian, serie scritta da Jon Favreau e Dave Filoni, che ha colpito i più.

Un progetto particolare e diverso dal solito schema di avanzamento in questo universo fatto di trilogie cinematografiche. Progetto che infatti è molto più vicino a quel tipo di narrazione portata avanti da Filoni nelle serie animate, che per prime avevano esplorato l’universo starwarsiano oltre la rigida storia della famiglia Skywalker.

L’interrogativo sorge pero spontaneo. Possiamo ancora considerare Star Wars questi prodotti? O meglio, cosa consideriamo noi come Star Wars e ad oggi, dopo tre trilogie e due spin off, questo universo ci ha già detto tutto?

Potrei rispondere semplicemente no, ma in realtà è più complicato di così.

Da quando la Disney ha aggiunto ai suoi brand Star Wars, l’unico prodotto che sia veramente piaciuto all’unanimità è stato “Il risveglio della forza”, il nuovo inizio cinematografico, a dieci anni da Episodio III e diretto seguito di Episodio VI. Nel 2015 c’era voglia di rituffarsi in quel mondo, il quale dopo la trilogia prequel e le serie animate ci sembrava molto più popolato e vivo.

“Gli Ultimi Jedi” fu un film di rottura, ottimo nel far progredire i personaggi principali, trasformando Finn da una persona che scappa a qualcuno che combatte per la causa della resistenza, consegnando a Poe la responsabilità del comando e facendo ereditare a Rey e Ren il conflitto tra Jedi e Sith, in un contesto però più moderno, più grigio, senza quella netta separazione che la trilogia prequel aveva portato (escluso ovviamente Anakin).

Questa rottura ha però allontanato molti fan, che mentre dopo Episodio VII hanno rumoreggiato di una troppa similarità di quest’ultimo con “Una nuova speranza”, dopo Episodio VIII si sono sentiti traditi, non riconoscendo più questo film come facente parte della saga, portando all’inutile triplo salto carpiato di J.J. Abrams che con “l’Ascesa di Skywalker”, ha cercato allo stesso tempo di annullare alcune scelte di Rian Johnson e di dare una degna conclusione non solo a questa trilogia, ma a tutti i nove film.

Lungi da me insegnare agli altri come essere fan di qualcosa, ma noto una netta miopia su ciò che Star wars è sempre stato. Fin dalla sua nascita, Star wars è stata una storia in divenire, con una coerenza creata a posteriori e un background dell’universo stratificato solo con la successiva nascita della seconda trilogia.

Cercare fissità e incongruenze in questo mondo non ha senso nel mio modo di vedere.

E lo schema del film della discordia, gli ultimi Jedi, segue lo stesso schema di The Mandalorian: partire da dei presupposti noti, smascherarli e romperli per poi conciliare di nuovo con la saga. Star wars è un processo di rinascita continuo, di palingenesi di ogni storia, che si incastra in maniera più o meno buona con le altre.

Quindi per tornare alla domanda da cui sono partito, no, Star wars non ci ha ancora detto tutto, perché è un oggetto in continuo movimento che si adatta al periodo storico, e così la forza è sia in tutte le cose che prerogativa dei Jedi, è sia democratica che elitaria. Ben Solo/Kylo Ren è l’emblema di questo continuo cambiamento, rappresentando la generazione dei millennials, la mia generazione, che si sente fuori tempo massimo, vivendo nel disagio di voler allo stesso tempo distruggere e imitare le figure del proprio passato come Vader e Luke.

 È una storia fatta di molte più ambiguità che fissità, e che in questo determinato contesto storico ha il modo funzionare attraverso la serialità televisiva, come dimostrato con The Mandalorian, il quale anch’esso parte da una storia marginale, scostandosi di dosso l’ombra della famiglia Skywalker, per poi concludere proprio con il cameo di Luke, che riapre a una nuova rilettura della trilogia appena conclusa.

Continuare ad inventare storie mantenendo questo spirito rigeneratore è la via. L’universo è vasto e sconfinato e l’immaginazione, se guidata da vero spirito creativo, non ha fine.

May the force be with you!

May the fourth be with you!

Buon 4 maggio!

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