Come sto imparando a gestire il covid e a godermi (quasi del tutto) il Napoli Comicon e le altre fiere
Soggetti fragili e sicurezza al Napoli Comicon e alle fiere di fumetti durante il Covid insieme a N3rdcore
Non è un segreto che la mia salute non sia eccellente, ma ci arriviamo dopo. Partiamo dalla cosa figa di questo aprile 2022: sono stato per la prima volta al Napoli Comicon, e in più con una selezione della redazione di N3rdcore.
Dopo Lucca Comics, è la seconda volta che N3rdcore partecipa in veste di media partner ufficiale per lo streaming, ed è stata una cosa molto figa, sfiancante e piena di bei ricordi.
La dimostrazione che Lorenzo ci sa fare ma, soprattutto, è uno in grado di capire il carattere delle persone e riconoscerne le capacità già espresse e quelle che vanno cavate fuori con qualche pacchero e pizza (decidete se parlo di carboidrati o manate). Credo che la redazione di N3rdcore stia maturando sempre più come gruppo, trovando un ritmo e un'organizzazione non scontati in situazioni complesse e sempre in divenire come le grosse fiere del fumetto. Insomma grazie a questa seconda uscita della redazione posso dire di sentirmi sempre più a casa e sempre più parte di un gruppo eterogeneo e dalle voci diverse e complementari. E se pensate che questa intro sia una sviolinata nei confronti della redazione, dopo vi spiego perché non lo è ma si tratta solo di un grosso grazie. Perché devo dire che c'è anche un aspetto squisitamente personale nel mio essere andato, finalmente, al Comicon collegato alla mia salute (lo dicevo che ci tornavamo).
Essendo io un soggetto fragile, persona debole, soggetto a rischio o una delle varie definizioni che dall'inizio della pandemia avete letto qua e là per definire chi ha una salute non esattamente smagliate e per cui un'eventuale positività al covid può portare conseguenze gravi, vivere i giorni di una fiera grossa, piena di gente e di eventi al chiuso è una scelta che non si fa, ancora, alla leggera.
Per quanto riguarda me uso da sempre la definizione "persona immunosoppressa" perché questo sono: nel 2009 mi sono sottoposto a un trapianto di fegato perché altrimenti sarei morto di tumore, e da allora assumo immunosoppressori.
Questi tengono a freno il mio sistema immunitario rendendo molto improbabile che il mio corpo rigetti il fegato che uso da allora. Hanno anche tutta una lunga serie di effetti collaterali che non vi sto a dire (ma sappiate che se soffro di insonnia, astenia e irritabilità è anche per questi farmaci, non solo per questioni caratteriali. Quindi se ogni tanto agli eventi mi vedete non proprio solare non siete voi, sono io).
Ora, come potete immaginare un sistema immunitario non a pieno regime è prono a subire più facilmente infezioni oppure, in caso di infezioni in corso, a dare campo libero a sintomi più gravi. Non scherzo quando vi dico che dal 2009 in poi mi sono fatto l'influenza ogni singolo anno, più svariati raffreddori, e altri disturbi che non sto a dettagliarvi.
L'unico anno in cui non mi sono preso l'influenza è stato il 2020: isolamento, maggiore attenzione all'igiene personale, distanziamento e mascherine usate dalla maggior parte della popolazione mi hanno fatto schivare non solo il Covid ma pure la banale influenza stagionale (che poi banale non è quando non siete sani e con la barra dei punti ferita che non è mai al massimo). E qui mi ricollego alle fiere del fumetto e dell'editoria come il Comicon, o in generale gli eventi in cui un sacco di gente si ritrova e passa parecchio tempo insieme, magari al chiuso.
Se siete persone in ottima salute, plurivaccinate e fate attenzione alle linee guida che ormai conosciamo bene, è plausibile che il ritorno agli eventi non solo vi stia piacendo un sacco ma che lo viviate con una discreta tranquillità.
Non dico che tutte le persone sane siano tranquille, serene e non abbiano la minima paura dell'infezione dovuta a qualche variante: ho un sacco di amici sani e sono quasi tutti abbastanza intelligenti da percepire che la realtà del 2019 non tornerà più ancora per un bel po'. Quel che dico è che una stanza stipata di persone sembra stranamente più stipata e stretta se il tuo sistema immunitario, potenzialmente, potrebbe reagire male in caso una di loro fosse positiva e infettiva.
Quando il tuo pg ha un malus alla costituzione o all'armatura, lo stesso avversario diventa automaticamente di un livello più difficile da affrontare.
Per questo motivo uno strumento di facile utilizzo come la mascherina FFP2 è tanto banale quanto rassicurante, ed è proprio una delle cose che mi è piaciuta del Napoli Comicon: per quanto mi riguarda devo dare molti punti all'organizzazione per aver controllato con buon rigore l'uso delle maschere negli spazi chiusi, redarguendo alcune persone che se la sono sfilata o la indossavano male. Un filo più critica la situazione dei bagni: che in quelli in area pro non si trovassero raramente asciugamani e sapone non è stato proprio il massimo per uno come me, ma credo questo sia stato recepito da tutte le persone, organizzazione in testa.
Inoltre, non so se per abitudine, comodità o altro, ho notato un numero davvero alto di persone indossare le maschere anche all'aperto, in particolare nei momenti di assembramento. Considerando che, in maniera spannometrica, il pubblico del Comicon mi è parso ben giovane, la cosa mi sta facendo sperare bene per i prossimi mesi.
Un discorso simile lo posso fare per alcune fiere a cui sono stato in questi primi mesi del 2022: il Salone del libro per ragazzi di Bologna, il Book Pride che si è tenuto a Milano e Bricòla, tenutosi pure lui a Milano presso WOW, il Museo del fumetto.
Nuovamente: maschere al chiuso ben piantate in faccia, un numero di persone non eccessivo, controlli precisi, disinfettante, distanziamento. Insomma, mi pare che allo stato attuale delle cose sia plausibile poter partecipare a una fiera dell'editoria sentendosi relativamente sicuri o, per lo meno, senza avere l'impressione che la situazione stia sfuggendo di mano al controllo degli organizzatori più accorti. Sottolineo: relativamente sicuri. Torno anche su questo.
Una cosa che invece non mi è piaciuta, e sottolineo si tratta di una frase che ho sentito dire da diversi utenti della fiera, addetti ai lavori, ospiti ma non mi pare da chi l'ha organizzata, è la locuzione "in questo periodo post-pandemico" (oddio, a me che son immunosoppresso quel Pulcinella che lancia via la mascherina sta un pochino qua, lo dico).
Ecco, a costo di sembrare un precisino della minchia, o uno a cui piace fare la punta al belino o, per sintesi, un cagacazzi: la pandemia non è finita, il Covid non è stato debellato dal globo, le infezioni continuano a esserci, le morti per complicanze da Covid anche.
Sì, per fortuna la vaccinazione ci sta aiutando a tenere le cose sotto controllo, ed è senza dubbio vero che non stiamo più di fronte a ondate gigantesche di ricoveri e morti. Ma non siamo ancora dall'altra parte della pandemia: ci stiamo in mezzo e ci stiamo facendo i conti.
Soprattutto noi che non abbiamo una salute di ferro ne siamo ben consapevoli ogni volta che vediamo qualcuno lanciarsi nello stringere una mano senza pensarci troppo, oppure nel volersi togliere la maschera al chiuso quasi fosse ormai una sciarpa "che tanto qua dentro non tira corrente."
In queste situazioni percepiamo perfettamente quel confine invisibile che esiste tra sani e (non ancora) malati, un gradiente che cambia il colore di tutto rendendolo, a seconda del proprio carattere, più vivace o più cupo, dipende da quale colorazione mette più in allarme la persona che si trova accerchiata da altre persone. Per questo più sopra parlavo di "relativamente sicuri".
Ma come dicevo, agli eventi ci sto andando di nuovo perché, attualmente, facendo molta molta attenzione è plausibile ridurre i rischi. Che questo gioco valga la candela è un discorso così personale, intimo e unico che non mi sembra giusto dire a chi si sta godendo le fiere senza pensieri perché il tempo stringe che sbaglia, e nemmeno dire a chi preferisce andarci cauto (o non andarci proprio) perché il tempo fugge e non torna più che fa bene. Si tratta di decisioni autonome e di autodeterminazione personale.
Mi permetto solo, da persona non esattamente sana, così ansiosa da assumere Lexotan e parlare ogni tanto con uno psicologo, che ricominciare a frequentare luoghi affollati non è una passeggiata, soprattutto dopo due anni e mezzo di pandemia, ma può essere fattibile.
La fatica data dalla tensione accumulata (decuplicata per chi non è sano) è palpabile e non critico nessuno che ancora non se la senta, in particolare di infilarsi in eventi così grossi come il Comicon o addirittura Lucca Comics.
Ma considerando che non ne usciremo del tutto ancora per qualche mese (dita incrociate), qualche passo, metaforico o letterale che sia, per riprendere a fare quello che amiamo (e di cui magari abbiamo bisogno per lavorare) lo si può cominciare a fare. Tenendo sempre la guardia alta, la maschera sul naso, il disinfettante in tasca e ancora qualche passo di distanza in più dal prossimo. Non è il modo migliore per vivere l'atmosfera conviviale di una fiera così piena di vita, pizze a portafoglio e stimoli come il Comicon (o di altre fiere passate da poco o in arrivo), ma è un modo, perfettibile e migliorabile, per viverla comunque, nonostante tutto.
Che è un po' quello che si ripete una qualsiasi persona con una malattia cronica, a prescindere che si parli di eventi dal vivo o dell'uscire con gli amici la sera. E sugli amici mi riallaccio all'intro del pezzo: per uno come me essere in fiera con N3rdcore è un vantaggio non da poco perché che la redazione ne sia stata consapevole o meno è stata la mia rete di sicurezza personale durante l'evento. Non ho avuto, per fortuna, nessun acciacco improvviso ma fosse accaduto avrei avuto un appoggio su cui contare senza dubitarne nemmeno un secondo.
Di sicuro sarà interessante per chi come me deve tenere la guardia alta vedere come ci appariranno i luoghi chiusi e affollati nel momento in cui l'obbligo di mascherina al chiuso dovesse cadere. Per fortuna nessuno mi vieterà di tenerla bella adesa al volto nonostante il caldo. O, se non altro, dovranno togliermela dalle mie fredde, ma disinfettate, mani morte.