Il ragazzo e l'airone, la favola pacifista che consegna Miyazaki alla storia
Questa volta la storia del maestro dell'animazione giapponese è fortemente legata alla realtà. Con l'obiettivo di consegnare una pietra miliare al pubblico, in attesa forse del suo prossimo lungometraggio
Non sarà forse l'ultimo film di Hayao Miyazaki, ma il film in uscita nelle sale italiane il 1 gennaio 2024 sarà senz'altro uno dei più significativi della storia del maestro giapponese: si tratta di un'opera matura, sfrontata nel messaggio che porge allo spettatore, che mette le cose in chiaro rispetto ai valori che hanno spinto Miyazaki a tornare a dirigere dopo una lunga pausa. Si tratta anche di un'opera molto personale, quasi autobiografica: che racconta il punto di vista che l'autore intende lasciare alle nuove generazioni, sia per quanto attiene i temi trattati che per la qualità della produzione artistica.
Una storia di un ragazzo, non dell'airone
Il titolo del film qui da noi in Europa è un po' un mistero: il titolo originale sarebbe "E voi come vivrete?" (Kimi-tachi wa do ikiru ka), lo stesso di un celebre romanzo di formazione pubblicato e ri-pubblicato in Giappone a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e che ebbe un discreto successo soprattutto dopo il conflitto per via delle tematiche etiche poste nel racconto. L'opera di Miyazaki in realtà si discosta moltissimo dal romanzo, se non fosse per la premessa (un ragazzo che va a vivere in un luogo diverso da quello in cui è nato), e forse anche per questo da noi è stato deciso per un deciso cambio nel titolo con un approccio più "poetico": ma non fatevi ingannare, di aironi nel film se ne vedono pochi e per pochissimo tempo.
La storia in breve. Mahito vive a Tokyo durante la Seconda Guerra Mondiale, e in seguito a un bombardamento sua madre muore in un incendio: un anno dopo, il padre di Mahito decide di risposarsi e di trasferire il proprio lavoro lontano dalla grande città, con la speranza di allontanarsi dalle tragedie del conflitto. Mahito vive il distacco dalla sua città natale come un secondo trauma dopo la perdita della madre, fa fatica ad ambientarsi nella nuova scuola coi nuovi compagni, e l'incontro con un airone cinerino darà il via a una serie di accadimenti che uniranno un mondo di fantasia con quello reale.
Una storia che sfrutta, come di consueto nei film di Miyazaki, la metafora e il paradosso per raccontare ciò che davvero conta per il maestro giapponese: non ci sono sorprese particolari, Miyazaki da sempre racconta gli orrori della guerra per mettere in guardia chi la guerra non l'ha mai vista, ma la costruzione dei ruoli e dei personaggi sono formalmente ineccepibili grazie all'esperienza maturata in tutti gli anni di attività dello Studio Ghibli. L'immaginazione fa da padrone nel dare vita a un mondo al di là dello specchio, quasi come fossimo in romanzo di Lewis Caroll, unito al nostro per cercare di offrire un mezzo al protagonista per uscire dal proprio guscio e trasformarsi in un adulto. Ma è anche una storia saldamente collocata nello spazio e nel tempo, il Giappone rurale tra il 1943 e il 1945, al contrario di altri racconti che invece galleggiavano in una realtà indefinita.
Come detto, questo non è forse il più riuscito film di Miyazaki: soprattutto nella parte centrale, a mano a mano che le invenzioni e le fantasie partorite dal maestro col suo staff si vanno a sovrapporre e stratificare (con qualche inedito richiamo anche alle fiabe occidentali: c'è tanto di Biancaneve in alcuni frangenti), si fa fatica a tener testa a un racconto che procede linearmente - c'è da salvare qualcuno - ma che prende spesso delle lunghe deviazioni rispetto alla strada maestra. Tuttavia, la ricchezza è un enorme vantaggio per quest'opera: che può, grazie a questo, offrire allo spettatore una moltitudine di significati per ricostruire il proprio film.
Il significato e il valore de Il ragazzo e l'airone
Forse la chiave per interpretare al meglio l'opera in questione è proprio questa: la complessità della realtà, che oscilla tra questioni generali che riguardano la collettività (in questo caso c'è in ballo il futuro stesso dell'umanità) e questioni personali (la capacità di Mahito di comunicare con chi gli sta vicino), che dunque si può piegare a una pluralità di interpretazioni. Il ragazzo e l'airone è un prodotto complesso nella costruzione, quasi ineccepibile sul piano tecnico e artistico (ci sono un paio di svarioni con i tentativi di inserire forzosamente CGI in un'opera che per il resto è un capolavoro), che può essere goduto da un pubblico ampio ma che ha dei limiti rispetto al fascino di altre pietre miliari dello Studio Ghibli.
Il ragazzo e l'airone è un'opera più scura di quanto non fossero i racconti spensierati di Kiki's Delivery Service (tanto per citare una fiaba con un protagonista che ha praticamente la stessa età, e vive lo stesso tipo di esperienza lontano da casa), ma che offre l'opportunità di puntare a riflessioni più ampie: Miyazaki denuncia il militarismo che spinse il Giappone in guerra, ad esempio, e mette in guardia da qualsiasi fanatismo, così come sembra dire agli adulti che ai ragazzi va dato il tempo di crescere invece di provare a spingerli subito verso la vita adulta. Ma lascia spazio anche ad altre interpretazioni, con una stratificazione di significati davvero rimarchevole.
Miyazaki ha voluto lasciare almeno un'ultima pietra miliare al pubblico: un esempio di fin dove ci si possa spingere, senza dover ricorrere a complesse trovate tecnologiche per stupire il pubblico e puntando alla solidità della storia e del film nella sua interezza. Di questa pellicola impressionano la carica emotiva, la qualità realizzativa, la coerenza stilistica e un'idea portata avanti con costanza lungo tutta la parabola della carriera di Miyazaki stesso: i temi trattati sono rimasti quasi inalterati dal primo all'ultimo film firmato dal regista, ma con una costante evoluzione nella capacità di ampliare e approfondire in un'opera dallo stile profondamente giapponese, ma allo stesso tempo con una capacità comunicativa universale.
Il maestro Miyazaki sembra comunque aver rinunciato al proprio ritiro, non è improbabile che ci sarà un altro film da lui ideato ad attenderci nel prossimo futuro, ma questo semmai pone altri interrogativi: Il ragazzo e l'airone potrebbe essere una perfetta conclusione per la sua carriera, che tuttavia non sembra aver consegnato ai posteri un vero erede o aver dato vita a una scuola feconda e affermata. Il costo di produzione di questo lungometraggio è stato astronomico, non è chiaro chi altri avrebbe le risorse e la credibilità per riuscire a bissare un tale sforzo faraonico: non ci sono all'orizzonte nomi che paiono in grado di raccogliere soprattutto l'eredità artistica di Miyazaki, sebbene molti dei suoi storici collaboratori nel frattempo abbiano fatto carriera.
[NB: Il ragazzo e l'airone uscirà nelle sale italiane il 1 gennaio 2024, nella versione adattata e doppiata dal distributore Lucky Red. La stampa ha potuto visionare la versione originale sottotitolata, pertanto nulla possiamo dire dell'adattamento italiano.]