La Divina Congrega dei gentiluomini letterati
La Divina Congrega di Bonelli ricalca le orme della Lega degli straordinari Gentlemen di Alan Moore. Il risultato è piuttosto interessante.
“La Divina Congrega” è una nuova serie fumettistica bonelliana creata da Marco Nucci e Giulio Antonio Gualtieri. Il primo episodio, anzi, il “canto primo”, di recente uscita per il mercato della libreria, vede i disegni di Giorgio Spalletta e Matteo Spirito, con i colori di Francesco Segala.
In questo settecentenario dantesco, il fumetto si apre omaggiando apertamente la Divina Commedia, riprendendo i primi versi del primo canto dell'Inferno del grande capolavoro fondante della letteratura europea. Ma ben presto l'omaggio si fa più complesso, perché Dante durante il suo viaggio infero scopre di dover fermare l'apocalisse e quando torna “a riveder le stelle” decide di formare una lega di gentiluomini straordinari, una “Divina Congrega” appunto, in grado di fermare la discesa dell'inferno sulla terra.
L'omaggio a una delle opere più famose di Alan Moore e Kevin O'Neill è evidente: “The League of Extraordinary Gentlemen”, uscita nel 1999 e oggetto anche di un modesto adattamento filmico per la regia di Stephen Norrington, nel 2003. Il gioco di Moore partiva dai grandi classici della letteratura inglese dell'Ottocento: nella sua lega si riunivano Quatermain, Jekyll/Hyde, Nemo, l'Uomo Invisibile e Mina Murray (da Dracula), affrontando nella prima avventura il Moriarty di Holmes. Col proseguire della fortunata serie, l'arco temporale si estende ed entrano in gioco molteplici altri personaggi del canone anglosassone e internazionale.
Si tratta dell'operazione forse più colta di Moore nella sua decostruzione dei supereroi, che ha i suoi capisaldi in “V for Vendetta” e ovviamente in “Watchmen”. Il suo raffinatissimo gioco letterario ha però un senso lievemente diverso di quello della Divina Congrega: Moore ha infatti buon gioco a dimostrare, implicitamente, che il genere supereroico si fonda sui grandi classici dell'avventura e del fantastico ottocenteschi, data la derivazione piuttosto diretta (e, inoltre, per Alan Moore diviene questo un modo per sviluppare la sua adesione alla filosofia "eternalista", dove il passare del tempo è un'illusione, e così il mutare dei miti, che sono sempre i medesimi in diversa forma).
Il gioco metanarrativo del fumetto italiano è per certi versi ancora più ambizioso, poiché deve riconnettere una tradizione alta, come quella del canone italiano, ma ritenuta molto distante dall'avventura fumettistica, al genere supereroico. E ci riesce bene.
Va detto che un simile, riuscito esperimento è quello di Davide La Rosa, che a partire dal suo "Ugo Foscolo, indagatore dell'incubo" (2016), ha creato un LaRosaVerse dove i personaggi del canone letterario italiano divengono dei supereroi. L'operazione di La Rosa, molto interessante, si muoveva però nella nicchia del "fumetto disegnato male", una corrente influente ma con un pubblico di intenditori. La Divina Congrega, realizzata per una Bonelli che sta operando molto per la sua trasformazione, è invece una operazione decisamente più mainstream, con quindi un approccio diverso.
Nella Divina Congrega vediamo quindi invece Dante che, per reclutare i suoi, si sposta sul crinale tra '400 e '500 (“quasi due secoli dopo”: ovviamente, un'ucronia rispetto al nostro flusso temporale, esattamente come in Moore, del resto), dove incontra Lorenzo de' Medici, l'arciera infallibile Silvia (modella, in questo mondo, della Venere Botticelliana), Leonardo, Otello e la maga Circe.
La maga Circe, ovviamente immortale, crea un intrigante collegamento con l'età del mito classico, da cui deriva il fondamento del mito supereroico moderno, con l'Ercole greco che diviene il modello per Superman (con la mediazione rinascimentale della sua figurazione ad opera del Pollaiolo).
La presenza di Otello mi compiace particolarmente: oltre che personaggio italiano di William Shakespeare in una delle sue opere maggiori, il “Moro di Venezia” è ideato da Gianbattista “Cinzio” Giraldi nel periodo in cui insegna letteratura alla Università della mia Mondovì, nel 1565, e qui stampa gli “Ecatommiti”, i “cento racconti”, il suo personale e oscuro Decameron, da cui poi Shakespeare attingerà.
I personaggi sono colti in modo abbastanza fedele al loro spirito originale, sia pure nella deformazione avventurosa dotata di un pizzico di ironia: ma funzionano molto bene anche come grandi archetipi fumettistici. Otello è l'ero legato ad una grande forza, Silvia è l'arciere, Leonardo l'inventore (e le sue ali hanno ispirato del resto il mantello volante di Batman, del resto), Circe il supereroe dotato di poteri sovrannaturali, in parte anche posseduti da Dante con la sua capacità di compiere viaggi astrali tra dimensioni e nello spazio tempo (ma Dante, nel canone italiano, è il "supereroe assoluto", tipo Superman nell'universo supereroico DC). Quanto a Lorenzo, il suo superpotere è in fondo lo stesso di Batman o Iron-Man: è molto intelligente, ma soprattutto tremendamente ricco.
La storia è avvincente e riuscita, anche se ancora molto centrata sulla presentazione dei vari personaggi e sulle motivazioni che portano al loro team up. Molto riuscita anche la parte grafica, che riesce a offrire il giusto straniamento con un segno elegante e moderno, che richiama da vicino la spettacolarità del fumetto americano, più ancora che l'avventura solitamente più compassata e di solito in bianco e nero della Bonelli (qualcosa di simile venne tentato in edicola, a partire dal 2013, con la fantascienza di “Orfani”, di Roberto Recchioni). Un segno rapido e nervoso, che sottolinea particolarmente la recitazione dei corpi nelle frequenti e frenetiche scene d'azione. Il montaggio di tavola è comunque qui tradizionalmente italiano, con la classica griglia 2X3, sia pure frequentemente intervallata da efficaci splash page. Un ruolo particolarmente importante mi pare che abbia il colore, particolarmente efficace nelle scene in notturna e in quelle in cui appare l'inferno in azione.
Riuscita e interessante anche la collaborazione artistica per la raffigurazione delle scene infere, spiegata nelle interessanti schede conclusive: “Per conferire un’aura straniante all’inferno, abbiamo deciso di ibridare il tratto di Giorgio con quello di Matteo, il nostro copertinista. Come potete vedere, infatti, dai layout di Giorgio si passa alle matite di Matteo, o meglio, alle matite infernali di Matteo, visto che si è dedicato solo ai demoni e alla scenografia degli inferi.” precisano gli autori.
Per chiudere con una divertente fantasia, sarebbe affascinante immaginare un crossover della Congrega italiana con la Lega inglese, che nel '600 – anno della sua costituzione – viene fondata dal mago Prospero, shakespeariano ex-duca di Milano, usando i suoi servitori elementali Calibano e Ariel, e con l'appoggio di Don Chisciotte e Orlando, certo quello della Woolf, ma in questo caso influenzato anche da quello di Ariosto (e dei poemi cavallereschi italiani, Don Chisciotte è un fan). Un incrocio forse impossibile: ma se Flash e Zagor, Dylan e Batman, e ora a breve Tex e Superman hanno incrociato i loro destini, non ci è forse proibito sperare.