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CineComic Fest — intervista a Giorgio Viaro

Il direttore di Best Movie racconta il festival genovese dedicato a cinema e fumetto con Recchioni, Zerocalcare e Spiderman: Homecoming

Dal 5 al 9 luglio a Genova si terrà il Cine&Comic Fest, nuova e interessante manifestazione genovese che analizza il rapporto tra film e fumetti attraverso incontri con personalità del calibro di Roberto Recchioni e Zerocalcare, ma anche anteprime di lusso come quella dedicata a Spiderman: Homecoming, Monolith e Nemesi.

Sull’argomento ho fatto quattro chiacchiere (in rete, perché il fortunato si trova in Nuova Zelanda sul set di Mortal Engines, nuovo film di Peter Jackson) con Giorgio Viaro, organizzatore della manifestazione e direttore di Best Movie, probabilmente la rivista cinematografica più in salute del panorama italiano.

Cosa rappresenta per te il Cine&ComicFest, sia a livello personale che generale? Quali sono state le tappe più importanti per renderlo realtà?

Cine&Comic nasce dalla volontà di Porto Antico, e in particolare di un amico di lunga data — Luciano Bernardini — di creare a Genova un evento pop di richiamo nazionale all’interno della rassegna EstateSpettacolo. Doveva essere legato soltanto al cinema, ma data la congiuntura che stiamo vivendo e le mie passioni, ho pensato che declinarla così, incentrandola sui cinecomic, fosse l’idea migliore, anche perché un festival tutto dedicato ai cinecomic in Italia non esisteva. E non mi risulta niente di simile nemmeno altrove, ma potrei sbagliarmi. Vista la conferenza stampa di Lucky Red di questi giorni, con i titoli annunciati, come il film di animazione di Golem, e l’attenzione che le distribuzioni hanno subito manifestato per l’evento, penso che la scelta possa rivelarsi vincente.

https://www.instagram.com/p/BVyrOP-gq6_/?taken-by=gviaro

Come è cambiato in questi anni il ruolo del recensore cinematografico?

Troppe opinioni, nessuna opinione. Oggi il recensore deve essere molto più un mediatore che un giudice, qualcuno che aiuta il lettore a identificare il suo spazio di interesse e approfondimento sui vari media.

Come si resta al passo coi tempi, con i linguaggi e con le mode, senza perdere sé stessi?

Credo che la prospettiva sia contraria: sono lo studio dei tempi e dei loro linguaggi che dovrebbero aiutarci a restare noi stessi. Non puoi imporre la tua visione del mondo al mondo stesso, sarebbe un atto di megalomania intellettuale. Restare aperti e vigili mi pare la cosa migliore.

Ormai il nome cinecomic è diventato quasi dispregiativo, qual è il tuo rapporto con questo genere?

Cinecomic ormai significa tante cose diverse: al Cine&Comic Fest avremo un esperimento italiano multimediale come Monolith, un film d’autore come Nemesi, un blockbuster tout court come Spider-Man: Homecoming e uno sui generis, virato al noir, come Logan nella versione in bianco e nero. Al punto in cui siamo arrivati disprezzare i cinecomic sarebbe come disprezzare l’horror o i documentari, una presa di posizione senza senso.

Sono le serie Tv a essersi fatte cinema o è il cinema ad essersi avvicinato alle serie TV?

C’è una convergenza, e il paradiso è che oggi c’è molto più serialità al cinema che in TV, e molto più cinema sul piccolo schermo che su quello grande. Il Marvel Cinematic Universe è pura serialità, Glow è un film di 5 ore. Ed è solo un esempio tra mille.

Cosa manca al cinema italiano oggi?

Il cinema italiano si sta ritrovando, la mutazione generazionale ha i suoi tempi, non bisogna avere fretta.

Sempre parlando di evoluzioni, come ti poni di fronte alle ibridazioni con la realtà virtuale, il cinema interattivo o, in alcuni casi, i videogiochi?

Mi sa che ci sto ancora pensando. Ma quando ho visto Carne Y Arena non mi è sembrato cinema da nessun punto di vista. Se superi la dittatura dell’inquadratura, stai facendo altro. Detto questo, amo la sperimentazione linguistica in qualsiasi campo.

Di tutti i grandi insiemi della cultura pop qual è quello che ti fa abbassare le difese e ti fa diventare un semplice fan?

Mi è molto difficile assumere quel tipo di posizione. Ci sono autori che mi fanno quell’effetto, da Louis CK a James Gray, passando per Zerocalcare e, che ne so, certi cantautori italiani. Ma non riuscirei a ridurla a un contenitore specifico, a un media. (ndR non è vero, sappiamo come Giorgio Reagisce ai Funko Pop)

Come ti spieghi questo enorme strapotere di una cultura pop che qualche anno fa sarebbe stata roba per nerd?

La cultura pop è debordata, ha trovato infinite strade per comunicarsi e compensato una certa disillusione politica ed economica generazionale, trasformando tutti in nerd.

Recchioni e ZeroCalcare sono caratterialmente agli opposti, ma entrambi due storie di successo, come li hai coinvolti? Cosa vorresti che portassero al Cine&Comic Fest?

Sono due persone che conosco ormai da un po’ e alle quali mi lega, se non un’amicizia — termine di cui non è mai bene abusare, anche perché ci frequentiamo pochissimo — una grande ammirazione per il loro talento e la loro etica professionale. MI hanno dato subito la loro disponibilità quando ancora il festival era soltanto un’idea. La loro diversità caratteriale è naturalmente una ricchezza ulteriore.

Il legame tra cinema e fumetto è l’unione più cinematograficamente importante degli ultimi anni? Quanto durerà?

Lo è per distacco, seguita direi dalle nuove, infinite forme del documentario. Durerà credo ancora a lungo. Almeno speriamolo, sennò tocca cambiare nome al Festival!

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