Congiunture astrali di questo tipo non capitano tanto spesso: nello stesso mese Game of Thrones inizierà la sua ultima stagione e Avengers: Endgame segnerà un drastico punto di svolta in una saga cinematografica che dura da undici anni. Se ci pensate bene è un momento veramente singolare, è come trovarsi di fronte a un enorme dito che sta per premere un pulsante altrettanto grande con scritto "reset" che porterà a morti, colpi di scena e nuovi inizi.
Potranno non piacervi o magari preferivate libri e fumetti, ma è incontestabile il fatto che l’adattamento della saga di Martin da una parte e le avventure dei supereroi Marvel dall’altra abbiano plasmato l’attuale panorama dell’intrattenimento cinematografico e televisivo , non senza condividere alcuni punti in comune.
In entrambi i casi parliamo di prodotti che nascono per soddisfare una nicchia ben precisa e col tempo e alcuni rimaneggiamenti diventano un patrimonio collettivo allargato. I libri de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco erano fino a qualche anno fa noti soprattutto a chi amava il fantasy, mentre i fumetti Marvel godevano di un pubblico e un riconoscimento più ampio, ma non trovavi certo il pupazzo di Thanos nei supermercati.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte al trionfo della serialità, declinato in due posizioni differenti.
Da una parte una serie tv che vuole farsi cinema, aumentando sempre di più il budget, mescolando soap opera ed epica, appoggiandosi spesso sullo shock factor ma creando allo stesso tempo personaggi che il pubblico ha imparato ad amare fin da subito. Il successo mondiale di Game of Thrones poggia sulle spalle della trasposizione cinematografica de Il Signore degli Anelli e su quelle della carneficina di The Walking Dead e dimostra che spesso lo snobismo del pubblico nei confronti della famigerata cultura nerd è forse più che altro uno snobismo nei confronti dei supporti, non dei temi.
Con la separazione definitiva dalle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco Game of Thrones ha iniziato a camminare con le sue gambe. Inizialmente il passo è stato incerto, come sempre capita quando ti tolgono le stampelle, ma poi la serie ha inizato a correre (anche troppo) e qualcosa è senza dubbio cambiato. Il racconto si è fatto forse più sfilacciato e accondiscendente nei confronti dello spettatore, con momenti molto telefonati e un ritmo serrato, di chi deve chiudere velocemente perché non ha più tempo. Tuttavia, secondo alcune teorie il "buonismo" della penultima stagione, che ha coronato l'amore in stile harmony di Jon e Daenerys, era solo un modo per far ancora più male quando arriverà la strage finale.
Dall’altra abbiamo invece il cinema che vuole farsi TV seriale, con una messa in scena che appare spesso povera, meno cinematografica, ma estremamente solida nel delineare un percorso globale che oggi più che mai appare chiarissimo. Il Marvel Cinematographic Universe è probabilmente uno dei progetti più ambiziosi mai visti nell’industria dell’intrattenimento. Un progetto che nonostante alti e bassi ha mantenuto salda la barra, incuranti pessime recensioni e detrattori.
Se il “Metodo Marvel” è nel mondo del fumetto un particolare processo di creazione del fumetto in cui viene data ampia libertà al disegnato, il metodo Marvel nel cinema si è basato quasi esclusivamente sull’armonizzazione visiva e narrativa attorno a cui sviluppare temi personali: ogni film Marvel è una sorta di yogurt neutro su cui versare di volta in volta il sapore del momento, in base all'autore o al regista : commedia, epica, dramma, questioni razziali, problemi familiari, con alcune punte di eccellenza e altrettanti abissi. Il risultato finale sono i biglietti polverizzati alle prevendite e Disney che tira il freno sulla promozione di Episodio IX per evitare che Thanos si mangi tutta l’attenzione.
Futuri da definire
Siamo di fronte a due epiloghi, sappiamo che in molti casi non rivedremo più alcuni personaggi, ma sappiamo anche che non finisce qui.
Disney per il momento gioca a carte copertissime, ma con l’acquisizione delle licenze Fox, ovvero i mutanti, Deadpool e i Fantastici Quattro, sta per calare sul tavolo un asso di briscola particolarmente potente. Secondo alcuni rumor il primo assaggio lo avremo nelle scene post credit di Endgame, con teorie che parlano del gene mutante attivato già dal gesto di Thanos (improbabile, ma sognare non costa nulla).
Al momento l’unico film certo nel futuro dell’MCU è Spider-Man: Far From Home, con il progetto di Vedova Nera in via di definizione e le serie dedicate a Loki, Falcon, Soldato D’Inverno, Scarlet Witch e La Visione sulla rampa di lancio, ma il prossimo grande arco narrativo è tutto da scrivere e chissà, forse il prossimo San Diego Comicon sarà il palcoscenico giusto per farci sapere qualcosa.
Sul fronte Game of Thrones le cose sono un po’ più complesse. Sappiamo che è in lavorazione The Long Night, il progetto dovrebbe escludere draghi e Targaryen, concentrandosi su una storia collocata moltissimi anni prima di quella che abbiamo visto fino ad oggi, un’epoca dorata e prospera che sprofonderà sempre di più nell’oscurità che ben conosciamo. La scrittura della serie è affidata a Brian Helgeland, premio Oscar per L.A. Confidential, Jane Goldman, Max Borenstein, Carl Wray, Brian Cogman e lo stesso Martin.
Lo spinoff dovrebbe vedere la luce nel 2020 e le riprese inizieranno alle Canarie e in Islanda il prossimo autunno con un cast di tutto rispetto in cui troveranno spazio Naomi Watts, Josh Whitehouse, Alex Sharp e Miranda Richardson.
Nel frattempo, ci sarà un popolo di spettatori orfani da consolare, magari con altro fantasy, magari con un altro show che sappia essere altrettanto colossale. Ma questo è materiale per un'altra riflessione, adesso è il momento di metterci comodi e goderci il mese in cui la cultura popolare face l’ennesimo giro di boa.
Questo articolo fa parte della Core Story dedicata a Game of Thrones.