Anche Pasqua ha i suoi film
Festeggiamo la Pasqua con una lista di film consigliati a tema peplum biblici, figure messianiche, metafore cristologiche, ricerca del Graal ed eroi che sconfiggono la morte.
A sancire senza possibilità di appello la predominanza del capitalismo nella cultura di massa c’è il Natale e il culto, a tutti gli effetti religioso, del dono, del regalo, dell’acquisto anche come forma simbolica beneaugurante.
Di conseguenza, porre questa festività al centro di pellicole dove il rito è un punto nevralgico della narrazione è il trionfo del sistema capitalistico e del cinema che, per quanto bene gli vogliamo, è pur sempre un’industria che segue regole commerciali.
Lungi da me andare ad infangare quelli che sono i vostri preziosi ricordi d’infanzia, demolendo quella che è universalmente riconosciuta come la festa per eccellenza, ma stamattina mi sono svegliato con la voglia di distribuire giustizia festiva: perché nessuno mai si cura di trattare la Pasqua come il Natale?
Ci sarebbero delle motivazioni sia di ordine religioso che di ordine pratico.
Il Natale ci viene raccontato come ecumenico, o almeno, nell’immaginario wasp che ha plasmato la nostra cultura, il Natale è un territorio comune col quale noi possiamo interfacciarci attraverso l’Atlantico.
La Pasqua inizia ad essere più complicata, è una roba estremamente cattolica, o ebraica, e insomma non c’è una filmografia specifica caratteristica che la esalta a livello iconografico. Quasi come se nell’incapacità di omologare la ritualità delle feste, questa venga dissipata.
Inoltre, secondo il vecchio adagio di “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, la profonda differenza climatica che passa tra Pasqua e Natale, il Natale si vive maggiormente al chiuso, in un periodo di buio e freddo invernale in aperta dicotomia con i primi giorni caldi che combaciano solitamente con la Pasqua quando si è soliti approfittare del bel tempo con maggior luce per muoversi e, perciò, sfavorendo il rito di incollarsi davanti una tv per riguardare una selezione di film. Film che definiremmo classici se altrimenti avessimo avuto l’imprinting di fruirli sempre durante lo stesso momento dell’anno, cosa che appunto ha sancito la fortuna di tutta una serie di pellicole che ambientate durante il periodo di natale e che sfruttano il natale come tema (ve ne ho parlato qui).
Dire che non esistono film di Pasqua comunque è una cazzata.
Per autocitarmi, magari non esistono film che sfruttano quel lasso di tempo in modo specifico, anche per quella cosa scomoda per la quale Pasqua capita ogni anno in un weekend diverso e perciò gode di una versatile aspecificità.
Specificità che vive invece soltanto in una dimensione religiosa (la settimana santa) ed enogastronomica (che dalle mie parti sono strettamente connesse) e che, per quanto ne so, al sud è molto più sentita che altrove, con relativa ritualità, fatta di tortani, pastiere, braciate di Pasquetta che non si sa mai dove andare, e che ci coinvolge nostro malgrado in una ansiogena organizzazione che si risolve nell’inevitabile locuzione per la quale “a Pasquetta piove sempre”.
(per chi non fosse così dentro il gergo meridionale: Pasquetta = Lunedì in albis)
Sta di fatto che i film di Pasqua esistono, sono tra noi, più o meno nascosti e subdolamente portano avanti una tematica specifica che coinvolge a vari livelli una figura messianica.
I DIECI COMANDAMENTI (1956) - Cecil B. DeMille
In principio era il peplum, quel filone di film basato su eventi storici o mitici, dove attori in carne ed ossa affrontano mostri mitologici di plastilina animati in stop motion.
Ma c’è di più, aumentando il budget questo genera ha raggiunto le dimensioni di kolossal (termine tristemente rimpiazzato dal più triste e spesso dispregiativo blockbuster): grandi dimensioni, folle di comparse, storie enormi.
I dieci comandamenti è proprio questo, un classico della vecchia Hollywood, quando nessuno si faceva scrupolo a far interpretare Mosè a Charlton Heston.
La storia narra le vicende di Mosè, portato in salvo dalle acque del Nilo dalla figlia del faraone Ramsete, autore delle persecuzioni che hanno portato i genitori di Mosè ad affidarlo al fiume. Evidentemente, come tanti dopo di lui, riteneva una buona idea sterminare i figli degli ebrei in seguito ad una nefasta profezia.
Mosè è a tutti gli effetti una figura messianica proto-cristologica, i passaggi della caratterizzazione ci sono tutti, come anche l’auto-designazione dell’Avversario, la rivelazione della vera origine, un destino manifesto al quale non può sottrarsi.
È un film di Pasqua perché: la fuga degli ebrei dall’Egitto è all’origine del termine Pasqua, il Pesach, il passaggio.
BEN HUR (1959) - WILLIAM WYLER
Altro storico kolossal della vecchia Hollywood, altro Charlton Heston nei panni del nobile principe mercante ebreo, in questo caso Giuda Ben-Hur, ridotto in schiavitù dopo essere stato tradito dall’amico d’infanzia Messala, nuovo tribuno romano della provincia di Giudea inviato dall’imperatore Tiberio per reprimere le rivolte degli Ebrei.
Ben Hur è a tutti gli effetti un revenge movie, con la vendetta di Giuda Ben Hur che si consuma nella famosa scena della corse delle quadrighe al circo di Antiochia.
È un film di Pasqua perché: la storia di Ben Hur è intrecciata con quella di Gesù Cristo, i due si incontreranno più volte nel corso delle vicende con un un climax durante la Via Crucis e la Passione.
Jesus Christ Superstar (1973) - Norman Jewison
La trasposizione cinematografica del musical di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber.
La rilettura in chiave hippie dell’ultima parte della vita di Gesù sotto forma di grande rock opera, dalla preoccupazione di Giuda per le attenzioni politiche cha causa la crescente popolarità del messia fino alla crocifissione.
Piccola curiosità: il "Giuda ballerino!" che Tiziano Sclavi mette in bocca al suo Dylan Dog viene direttamente da qui.
SUPERMAN (1978) - RICHARD DONNER
"Crederete che un uomo possa volare."
Il focus del film chiaramente incentrato su questo presupposto.
Superstite da un altro mondo, scampato alla distruzione del suo pianeta, il giovane Kal-El viene allevato da una coppia di agricoltori in Kansas e cresce tra gli uomini pur se sempre separato da loro a causa della sua natura. Crescendo diventerà il più grande eroe dell’umanità e proprio in virtù del grande amore che nutre per questi fragili ed imperfetti esseri si spingerà dove nessuno è mai stato prima, compiendo l’impossibile.
Ho scelto il film di Richard Donner con Christopher Reeve invece di altre incarnazioni più recenti perché, è un film bellissimo e puro. A rivederlo oggi, forse troveremo stucchevole la sognante scena di volo con Lois e la voce fuori campo, però nulla sul quale non possiamo sorvolare, e appunto, per il finale con quel viaggio indietro nel tempo che permette a Superman di essere in due posti contemporaneamente, e quindi compiendo l’impossibile, di sconfiggere anche la morte.
È un film di Pasqua perché: nella creazione del personaggio, Siegel e Shuster hanno letteralmente dato corpo ad una figura messianica, l’invincibile Dio degli Eserciti del Vecchio testamento, inoltre è anche affascinante come la fortezza della solitudine non sia altro che un Monte Sinai dove il giovane Kal El viene istruito sul suo ruolo nel mondo, o anche Solitudine intesa come deserto nel quale Kal si rifugia per comunicare con l’onnisciente Padre Jor-El. Insomma il mito di Superman è un’efficacissima metafora cristologica.
BRIAN DI NAZARETH (1979) - Terry Jones
Il terzo lungometraggio del gruppo comico inglese dei Monty Phyton è una dissacrante parodia della vita del messia per mezzo del personaggio di Brian Cohen, nato contemporaneamente a Gesù e ripetutamente scambiato per esso fino alla crocifissione.
EXCALIBUR (1981) - John Boorman
Forse una delle più antiche metafore cristologiche è quella che permea la figura di Re Artù, profetizzato eroe che porta ordine in un’epoca di caos e che si sacrifica per sconfiggere il Male.
Ho scelto questo film da inserire in questa raccolta perché è ancora oggi il miglior film mai fatto sulla materia bretone nonostante le esagerazioni, le approssimazioni, le inesattezze, l’estrema sintesi e la fusione che compie per avere un racconto unico da materiale incoerente, frammentario e fortemente incentrato sui simboli.
È un film di Pasqua perché: tutta la seconda parte del film racconta la caduta della grazia di Artù e la ricerca del Graal e con ciò sovrappone al personaggio di Artù un'altra figura fortemente connessa alla mitologia del Graal, quella del Re Pescatore, ultimo discendente della stirpe dei Re del Graal. Ci sono diverse fonti: qualcuno associa la simbologia cristiana al Re Pescatore a causa della professione degli apostoli prima che seguissero Gesù. In alternativa, vale la pena citare un poeta francese del XII secolo, Robert de Boron, che fa risalire il Graal a Cristo tramite Giuseppe d’Arimatea.
E.T. L'extraterrestre (1982) - Steven Spielberg
Viaggiatore venuto dallo spazio con il suo messaggio di pace, amore e fratellanza, ingiustamente perseguitato, muore e risorge prima di tornare in cielo ricongiungendosi con i suoi genitori non prima di aver compiuto qualche miracolo tipo far volare biciclette.
Devo aggiungere altro?
È un film di Pasqua perché: al pari di Superman, la figura di messaggero venuto dal cielo è declinata in forma diversa in E.T., anche se nel suo sconfiggere la morte l’approccio è differente, comunque E.T risorge e questo lo fa entrare di diritto in questa lista.
L’ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO (1988) - Martin Scorsese
Vangelo secondo Martin Scorsese e Paul Schrader.
Il film racconta del desiderio di normalità di Gesù Cristo, tratteggiandolo come un personaggio umano pieno di dubbi che ha fatto parecchio discutere. Il film è più ricordato per le polemiche del pubblico cattolico che per i suoi meriti effettivi, probabilmente.
È un film di Pasqua perché: viene mostrata la promessa della salvezza come ultima tentazione prima della crocefissione nell’attimo prima della morte, il che lo fa assomigliare per certi versi ad Allucinazione Perversa in salsa cristologica, ma quella è un’altra storia.
INDIANA JONES E L’ULTIMA CROCIATA (1989) - Steven Spielberg
È ancora oggetto di dibattito quale sia il miglior film di Indiana Jones tra i tre originali.
Per quanto trovi il secondo criminosamente sottovaluto, devo ammettere che da ragazzino L’ultima crociata era quello che maggiormente solleticava la mia fantasia e al quale riconosco, ancora oggi, uno dei finali più belli in assoluto, con la cavalcata verso il tramonto e la risoluzione del conflitto tra Indi e il padre, eco dei problemi che affliggevano la vita personale di Spielberg e di cui si può ritrovare traccia in tutti i suoi film.
È un film di Pasqua perché: il macguffin del film è il Santo Graal, qui rappresentato come la coppa da cui Cristo bevve nell’ultima cena e nella quale Giuseppe d’Arimatea ha raccolto il suo sangue, ricollegandosi quindi al canone di Robert de Boron.
LA PASSIONE DI CRISTO (2004) - Mel Gibson
Il momento esatto in cui la carriera da regista di Mel Gibson svolta è lo stesso in cui la sua fede inizia a non essere un dettaglio trascurabile.
L’ambiziosissimo progetto di una ricostruzione storicamente attendibile della passione incrociando le fonti più disparate, dai vangeli a libri di mistici e veggenti cattolici, con una tecnologia che unisce effetti pratici a cgi, e per aumentare ulteriormente il realismo, tutto recitato in aramaico, ebraico e latino, con Jim Caviezel (anche lui fervente cattolico) che recitava il rosario con un prete nelle pause di lavorazione per trarre ispirazione. Per poi mettere sulla croce un robot. Una roba affascinante e folle che all’epoca, manco a dirlo, causò molto scalpore.
Pare avessero ufficializzato un sequel qualche anno fa, pre-pandemia, ma di cui paiono perse le tracce.
Harry Potter e i doni della morte parte 2 (2011) - David Yates
Chi mi conosce sa bene che l’affetto che mi lega alla saga di Harry Potter è pari solo al mio disprezzo per l’opera di David Yates, un po’ perché è un regista mediocre, completamente incapace di gestire grandi scene collettive, o di allargare le inquadrature, o fare più di campo-controcampo… insomma le ultime trasposizioni cinematografiche le ho trovate terribili, ma allora perché infilo sta roba in questa lista?
È un film di Pasqua perché: Harry Potter è una figura messianica, grossomodo. Fin da piccolo viene venerato per essere sopravvissuto all’attacco di Voldemort, designato come tale dopo che una profezia aveva annunciato l’arrivo di un avversario. In questo specifico film, Harry affronta la tappa finale del suo “viaggio dell’eroe” morendo e tornando in vita per sconfiggere quella parte di Voldermort che inavvertitamente era nascosta in lui, in uno dei momenti più nebulosi di tutta la sua storia e che noi lettori abbiamo comunque mandato giù perché sì.
Dune (2021) - Denis Villeneuve
Frank Herbert nella sua opera non ha praticamente inventato nulla. Ha preso in giro brandelli di storia reale per costruire la sua fittizia space opera ecologista, incentrando tutto su di un messia fittizio, costruito ad arte tramite profezie autogenerate da una religione basata sul controllo e sulla sottomissione
È un film di Pasqua perché: c’è un po’ di Lawrence d’Arabia, un po’ della sindrome del salvatore bianco, ma soprattutto la storia dell'arrivo di un messia chiamato a liberare un popolo oppresso. Se lo guardate immediatamente dopo I dieci comandamenti (a me è capitato l'inverso) potete notare come siano a tutti gli effetti lo stesso film. Un po’ un peccato che questa versione di Villeneuve si interrompa ad un certo punto del romanzo, lasciando quindi scoperta la parte dove Paul raggiunge lo status di Messia, ma al momento è la migliore opzione che avete per godere cinematograficamente della storia con le sue sfaccettature e buona parte delle sue complessità, dato che il film di Lynch ne ribaltava completamente il senso e da un messia fittizio ne tirava fuori uno vero. È solo questione di tempo prima che esca la seconda parte e l’arco del primo romanzo abbia una degna conclusione.