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Le bellissime lezioni di Mrs. Maisel sulla creatività

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La storia di Midge non è solo una bellissima serie tv, ma anche un piccolo corso su cosa fare dopo aver scoperto il proprio talento

The Marvelous Mrs. Maisel, non è solo un bellissimo racconto femminista e un delizioso spaccato sul mondo della stand-up comedy, ma è anche una preziosissima fonte di insegnamenti su come funziona realmente il mondo della creatività e dei freelance, a qualunque livello. Su cosa accade quando trovi la tua voce e il mondo intorno a te pensa che tu debba stare zitto.

La storia è quella di Miriam "Midge" Maisel una donna che sembra ormai arrivata: due figli, un marito amorevole e una bella casa nella comunità ebraica di New York del ’58. Poi improvvisamente tutto crolla: il marito, commerciale per un’azienda plastica e comico da poco la molla per la segretaria, la famiglia se la prende con lei per il fallimento del matrimonio e la sua vita va a rotoli. È solo a questo punto che Midge scopre il suo vero talento: una comicità alimentata da una grandissima intelligenza e dalla capacità di ridere sulle proprie disgrazie.

La prima lezione tuttavia non ce la dà Midge, ma il suo futuro ex marito, Joel. Nelle prime puntate lo vediamo tentare la via della comicità con una certa passione, ma alla fine non ha ritmo, non ha brio e soprattutto vive di battute copiate da comici famosi “tanto tutti fanno così e non mi scopre nessuno”. Joel è il classico tipo che dice di crederci, ma non è assolutamente vero, lo fa perché gli piace l’idea di sentirsi un comico da locale underground, non perché lo vuole davvero, altrimenti non avrebbe mai copiato le battute di qualcun altro e avrebbe migliorato le sue. La passione non vive di imbrogli.

Dopo uno spettacolare esordio carburato da una bella sbronza, Midge inizia infatti ad accarezzare l’idea di diventare una comica, un lavoro che poco si addice a una donna perbene, che difficilmente le darà dei soldi subito, ma che le piace e che le viene bene. La classica situazione in cui si sono trovati fumettisti, scrittori, youtuber, giornalisti, programmatori di videogiochi, blogger, instagramer, il primo tizio che ha disegnato le pitture ruperstri e chiunque abbia scoperto di amare fare qualcosa di diverso dal solito.

Midge è intelligente, acuta, autoironica, prende appunti e ciò che fa gli piace, ma c’è un problema: una naturale inclinazione, non serve a niente se non la coltivi. Pensa che tutto le venga bene così, di botto, senza doverci lavorare troppo, perché se ci pensi troppo perdi la spontaneità. Sbagliato.

 

La seconda lezione che impara duramente  è che l’improvvisazione e il talento contano meno della pratica e dell'esperienza. Il calciatore che si inventa un colpo di genio senza pensarci ha senza dubbio talento, ma quel gesto arriva solo dopo anni di duro allenamento. Il vero talento è capire che ci devi lavorare su e serve a reagire all’imprevisto: l’articolo da consegnare di fretta, inconvenienti tecnici, asteroidi.

La terza lezione è che non esistono scorciatoie. A un certo punto Midge decide di affidare la scrittura dei suoi testi a un presunto comico professionista che gli fornisce delle schede da leggere sul palco. Lei non solo non si studiale schede prima di salire, ma poi scopre che le gag non sono adatte a lei, va nel panico, lo spettacolo viene fuori uno schifo. Lavorare con qualcun altro va bene, ma il lavoro di squadra prevede affiatamento e coordinazione. 

Curiosamente, proprio in questo periodo fa una cosa che molte persone con un lavoro creativo hanno fatto durante la loro carriera: si trova un secondo lavoro "vero" da commessa.

La quarta grande lezione arriva dopo il primo fallimento, quando decide di non salire più sul palco e limitarsi a intrattenere gli ospiti alle feste con dialoghi brillanti. A quel punto incontra un altro comico che la invita a fare coppia e farlo diventare un lavoro, allietando meeting aziendali ed eventi.  L’idea ovviamente la tenta, ma poi si rende conto, grazie alla sua agente, che sarebbe stato un impiego remunerativo, ma vuoto, un accontentarsi.

Il vero talento e la vocazione non si accontentano.

A questo punto Midge inizia a lavorare seriamente sulla propria carriera di stan-up comedian. Affina le battute, le migliora giorno dopo giorno, ascolta il pubblico e diventa “qualcuno”, non una comica famosa, ma senza dubbio in ascesa.

E qui arriva la quinta durissima lezione: per lanciare la sua carriera le propongono di fare da spalla a una comica famosissima e molto ricca, che però interpreta il personaggio di una povera casalinga del Queens. Questa la invita a casa per una colazione di lavoro e le fa un durissimo e onesto discorso sul problema della comicità femminile, sul fatto che gli uomini non vogliono ridere con lei, vogliono farsela. Sul palco non dovrà essere una donna, non dovrà essere sé stessa, ma una cosa, un personaggio.

The Marvelous Mrs. Maisel

Delusa, Midge sale sul palco e sputtana la finzione artistica della collega, dicendo che è una riccona che fa finta di essere povera, violando un patto tra colleghi e soprattutto prendendosela con una persona molto più potente di lei. Così facendo si fa terra bruciata attorno e mettere seriamente a rischio la propria carriera. Anche se sei bravo ci sono regole che devi saper rispettare e che di sicuro non puoi permetterti di infrangere quando non sei nessuno.

Sul finale arriva l’ultima lezione, quella che tutti faticano a dire. Per spezzare il boicottaggio che le impedisce di lavorare, Midge chiede aiuto a Lenny Bruce, famosissimo comico dell’epoca che ha conosciuto per caso. Lui decide di aiutarla, la presenta e lei fa uno spettacolo bellissimo che segna il suo definitivo trasformarsi in comica professionista.

Perché il talento serve, ma anche i rapporti umani, non puoi mai sapere chi potrebbe aiutarti al momento giusto.

 

 

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